Città degli archivi

Archivio dell'Accademia Clementina

Denominazione:

Archivio dell'Accademia Clementina

Tipologia:

fondo

Data:

1706 giu. 13 - 1804 apr. 07

Note alla data:

con docc. dal 1576 e fino al 1809.

Consistenza:

8 regg., 18 bb. (con 93 fascc., 60 docc. sciolti), 4 voll.

Descrizione:

Si compone della documentazione prodotta dall'Accademia Clementina nel corso della sua attività legata all'insegnamento delle arti della pittura, scultura, architettura, quadratura e scenografia, nonchè alla raccolta, conservazione e tutela del patrimonio artistico, e in particolare:

- dei processi verbali del corpo accademico concernenti l'estrazione a sorte del principe, la nomina di un viceprincipe e dei direttori, l'ammissione di nuovi membri dell'Accademia, la nomina degli accademici d'onore, la memoria dei membri deceduti, l'elenco dei nomi dei partecipanti ai concorsi, la definizione dei soggetti dei concorsi, i risultati delle discussioni della giuria e la solenne distribuzione dei premi;
- delle scritture, degli strumenti notarili e delle ricevute concernenti l'accettazione e l'amministrazione delle eredità e dei lasciti per premi di Luigi Ferdinando Marsili, Marcantonio Fiori e Pietro Biron duca di Curlandia;
- delle lettere e dei copialettere dei membri dell'Accademia, di altre accademie dirette alla nostra, di artisti chiamati tra i quaranta membri del corpo accademico o tra i membri onorari;
- delle perizie, delle relazioni e dei pareri relativi alla tutela delle opere d'arte e al loro commercio, all'assegnazione dei premi, ai temi finanziari, all'elezione e all'aggregazione di nuovi membri, alle riforme statutarie.

Si compone inoltre di uno spezzone del fondo personale di Vincenzo Martinelli, ultimo segretario dell'Accademia Clementina.

Storia archivistica:

La consistenza e l'ordinamento del fondo dell'Accademia Clementina al momento della cessazione dell'ente sono attestati da un inventario redatto all'inizio del 1804 da Vincenzo Martinelli, ultimo segretario e custode dell'Accademia.
Martinelli aveva assunto la carica di principe dell'Accademia nel 1799, svolgendo però di fatto fin dal 1797 anche le funzioni di prosegretario a seguito delle dimissioni del precedente segretario Vincenzo Piò e la nomina in sua vece del segretario emerito Gregorio Casali, d'età avanzata e spesso impedito dalla malattia.
Martinelli fu inoltre chiamato a far parte della commissione incaricata di redigere lo statuto e i piani di ordinamento della nuova Accademia nazionale di belle arti in Bologna, istituita l'8 settembre 1802 con legge della Repubblica italiana. Lo statuto della nuova accademia entrò in vigore il 1° settembre 1803; il successivo 27 settembre Martinelli fu nominato dal Ministro degli interni economo e custode dell'Accademia nazionale di belle arti, carica che però rifiutò per motivi di salute. A surrogarlo fu Antonio Fabbri. Il dispaccio del 27 settembre nominava contestualmente Giacomo Rossi segretario dell'Accademia nazionale di belle arti.
In una lettera indirizzata a Rossi il 7 ottobre 1803, Martinelli si confidava:

«Mi paiono mille anni che aspetto la lettera uffiziale, che mi commetti la rinunzia delle chiavi e dell'archivio per avere la mia quiete» (n.d.r. ARCHIVIO STORICO DELL'ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI BOLOGNA [d'ora in avanti ASABAB], Archivio dell'Accademia Clementina [d'ora in avanti AAC], 21, Documenti citati negli Atti dell'Accademia, Copialettere del segretario Vincenzo Martinelli, c. 24r.).

Sebbene, infatti, progressivamente esautorata delle sue prerogative e spogliata dei suoi beni, l'Accademia Clementina non fu in realtà mai formalmente sciolta o soppressa, e per tale ragione Martinelli proseguì nella stesura degli atti del corpo accademico fino al 12 gennaio 1804.
La stessa documentazione testimonia di un'attività protrattasi almeno per tutto l'anno 1803 (prova ne è ad esempio la presenza dei resoconti delle "Spese fatte per l'Accademia Clementina per li studi d'anno scolastico 1803"), anche all'interno di un contesto statuale mutato (dallo Stato pontificio alla Repubblica Cispadana, poi Cisalpina, infine Italiana). Indicativa è tra l'altro la presenza della documentazione inerente il ruolo svolto dall'Accademia Clementina durante le soppressioni e le requisizioni di periodo napoleonico, attraverso ad esempio le "Visite delle chiese e case de religiosi, e religiose regolari, delle confraternite, congregazioni, e stabilimenti di pubblica beneficenza fatte l'anno 1798 dai deputati dell'Accademia Clementina e dalla Commissione a tal fine creata dall'amministrazione centrale".
Di fatto però le attività dell'ente languivano fin dagli inizi dell'anno 1800, le lezioni si svolgevano quasi privatamente, e il corpo accademico si riuniva saltuariamente.

Sul finire del 1803 l'Accademia Clementina era stata inoltre allontanata dalle aule di Palazzo Poggi per il sopravvenire dell'Università, non trovando alcun'altra sede stabile, ed essendo l'ex collegio dei Gesuiti destinato dall'autorità governativa alla nuova Accademia nazionale di belle arti in Bologna, che ne prese ufficialmente possesso il 20 gennaio 1804.
Intanto nel corso della seduta del corpo accademico clementino del 2 gennaio 1804 si era data lettura di un dispaccio del prefetto di Bologna del 29 dicembre 1803 che invitata il segretario dell'Accademia Clementina Vincenzo Martinelli a consegnare al segretario dell'Accademia nazionale Giacomo Rossi

«tutte le suppellettili già inservienti all'Accademia»,

delle quali era già stato ordinato si approntasse un inventario, come si legge nel verbale della precedente seduta dell'11 settembre 1803. Il verbale del 2 gennaio 1804 prosegue:

«L'Accademia convenne ed annuì che fossero date le suppellettili, non però gli atti e le carte ad essi appartenenti giacché finnora l'Accademia Clementina non è stata abolita e sopressa […] Il segretario però avvertì che essendo incerto il modo che tener voleva il Governo nel soprimere l'Accademia, perciò dimandava come dovesse regolarsi nel caso che avesse un ordine del Governo, che l'obbligasse a consegnare ancora gli atti e l'archivio. Ogn'uno dei congregati convennero che contro la forza bisognava ubbidire disobbligando a nuovamente comunicare» (n.d.r. ASABAB, AAC, 5, Atti dell'Accademia Clementina, pp. 464-465.).

Giovedì 12 gennaio 1804, come si legge negli atti dell'Accademia Clementina, Martinelli consegnò a Giacomo Rossi, segretario, e per questi ad Antonio Fabbri, economo e custode,

«tutte le suppellettili che si trovavano nella segreteria a norma dell'inventario, ed in oltre la chiave della segreteria stessa, avendo prima ritirato presso di sé gli atti e tutto l'archivio come le aveva ordinato l'Accademia nell'ultima sessione tenuta li 2 del corrente gennaio» (n.d.r. Ibidem, p. 465.).

A conclusione dell'elenco dei prìncipi dell'Accademia Clementina, redatto in coda al 4° volume degli atti, il segretario annotò tra l'altro che il principe eletto nel 1801 proseguì

«provvisoriamente a tutto il 12 gennaio 1804, nel quale il Governo dopo aver tolto all'Accademia i suoi fondi, tutte le suppellettili e finalmente le camere della sua residenza nell'Istituto, si trovò sopressa abbenchè non sia alcun decreto di abolizione formale» (n.d.r. Ibidem, p. 478.).

Martinelli dunque, prima del passaggio delle consegne al rappresentante dell'Accademia nazionale di belle arti, asportò dalla stanza della segreteria al pian terreno di Palazzo Poggi l'interno complesso documentario, che difatti non comparve nell'inventario degli oggetti presenti nella camera, sottoscritto dal Martinelli e dal Fabbri. Nel grande «armadio di noce vecchio con chiave e serratura» erano conservati solamente volumi a stampa, tra l'altro tutti puntualmente descritti. Con queste parole che suonano quasi polemiche, Martinelli avvisò il prefetto con una lettera datata 12 gennaio 1804:

«Questa mattina il segretario nell'Accademia nazionale ha fatto il riscontro di tutte le suppellettili inservienti all'Accademia Clementina da me custodite, quali in seguito gliele ho consegnate unitamente alla chiave della segreteria ove esistono, onde ne faccia il trasporto al suo piacimento. Al medesimo per tanto dovrete rivolgervi ogni volta che la Nazione avesse bisogno di quella camera» (n.d.r. ASABAB, AAC, 21, Documenti citati negli Atti dell'Accademia, n. 206.).

Tutto fu dunque trasferito in Sant'Ignazio (com'era ancora individuato l'edificio destinato all'Accademia nazionale di belle arti), salvo l'archivio clementino.
Per il Martinelli era dunque fondamentale che le carte della cessata Accademia Clementina non passassero nella disponibilità del nuovo ente, quasi a segnare una netta distinzione tra i due soggetti. Non essendo intervenuto nessun decreto sovrano od ordine superiore che imponesse lo scioglimento dell'Accademia Clementina e il passaggio della documentazione, Martinelli pensò bene di conservare l'intero fondo presso la propria residenza privata.
In occasione del trasferimento della documentazione da Palazzo Poggi in casa di Martinelli fu verosimilmente redatto un primo

«Inventario degli atti e scritture dell'Accademia Clementina custodite da Vincenzo Martinelli segretario della medesima per ordine della pien'Accademia nella sessione tenuta li 2 gennaio 1805» (n.d.r. In realtà 1804. ASABAB, AAC, 21, Documenti citati negli Atti dell'Accademia, "Accademia Clementina e suo archivio nella Pontificia Accademia di belle arti in Bologna".).

L'origine dell'ordinamento della documentazione in cartoni individuati da lettere dell'alfabeto parrebbe risalire alla metà del XVIII secolo, come prova l'esistenza di un'"Ordinanza delle scritture e instromenti dell'Accademia Clementina della pittura, scultura et architettura di Bologna fatta in forma d'archivio" (n.d.r. ASABAB, ACC, 11, Eredità Marcantonio Fiori. Ricevute, "Archivio delle scritture dell'Accademia Clementina della pittura, scoltura et architettura di Bologna fatto nell'anno 1754 d'ordine e spesa del signor Ercole Lelli prencipe in dett'anno della detta Accademia".) datata 1754, che riporta la presenza delle carte interessate dal riordinamento (le scritture e gli strumenti appunto) in cartoni segnati con le lettere A e B.

Qualche mese dopo il passaggio delle consegne dall'Accademia Clementina all'Accademia nazionale, Martinelli tolse dal complesso documentario, su formale richiesta del segretario Rossi,

«gli statuti della nuova Accademia compilati dai delegati di Bologna e di Milano, onde credetti doverli dare non essendo appartenenti agli atti dell'Accademia perciò li 10 di ottobre 1804 glieli consegnai assieme con li suoi processi verbali» (n.d.r. ASABAB, AAC, 5, Atti dell'Accademia Clementina, p. 466.).

Il complesso venne dunque sfoltito delle carte non strettamente pertinenti all'attività dell'Accademia Clementina.

Il fondo rimase in casa di Martinelli in via Centotrecento, di fronte all'oratorio della Resurrezione, nel territorio della parrocchia di Santa Maria Maddalena (si noti bene, lo stesso in cui si trovavano sia l'antica residenza dell'Accademia Clementina sia la nuova sede dell'Accademia nazionale di belle arti), fino alla sua morte, avvenuta il 23 aprile 1807. Da lì l'archivio passò in casa del notaio Francesco Giuseppe Masini, che aveva raccolto e pubblicato il testamento segreto del Martinelli, svolgendo anche la funzione di esecutore testamentario.
Solo due anni dopo, come si apprende dal verbale della seduta del corpo accademico della Reale accademia di belle arti in Bologna del 5 novembre 1809, il segretario Pietro Giordani, subentrato al Rossi il 15 maggio 1808, poté partecipare

«che si è avuto l'Archivio clementino, che dopo la morte del Martinelli era rimesso in deposito presso il notaio Masini» (n.d.r. ASABAB, Archivio dell'Accademia di belle arti di Bologna, Processi verbali dal 1809 al 1815, p. 19. Cfr. inoltre M. L. GIUMANINI, L'archivio dell'Accademia di Belle Arti di Bologna, in "L'Archiginnasio. Bollettino della Biblioteca Comunale di Bologna", a. XCII (1997), pp. 385-405, che riporta il contenuto di una lettera indirizzata al prefetto di Bologna dal presidente della Reale accademia di belle arti Carlo Filippo Aldrovandi: dopo aver ricostruito le vicende dell'archivio clementino, l'accademico supplicava il rappresentante del governo di sollecitare il notaio Masini affinchè riconsegnsse le carte in suo possesso (pp. 388-389).).

In quella circostanza fu verosimilmente approntato un secondo

«Inventario dell'Archivio dell'Accademia Clementina dopo la morte del Sig. Vincenzo Martinelli ultimo Segretario e Custode, passato all'Archivio Masini col suo piccolo Armadio» (n.d.r. ASABAB, AAC, 21, Documenti citati negli Atti dell'Accademia, "Accademia Clementina e suo archivio nella Pontificia Accademia di belle arti in Bologna".).

Il documento, che purtroppo non è datato e non viene sottoscritto, riproduce nelle grandi linee lo strumento predisposto nel gennaio 1804, con alcune significative differenze: il fondo infatti si presenta da un lato menomato della documentazione riconsegnata da Martinelli a Rossi nell'ottobre 1804, e dall'altro accresciuto di tre cartoni «contenenti gli affari e commissioni dell'Accademia degli ultimi tempi», nonché di due volumi a stampa con la storia dell'Accademia Clementina scritta dal segretario Zanotti nel 1739.

In epoca indefinita, ma presumibilmente compresa tra l'acquisizione dell'archivio clementino da parte dell'Accademia nazionale e la Restaurazione del dominio pontificio a Bologna, fu redatto un terzo elenco di consistenza della documentazione.
L'anonimo estensore, pur rifacendosi al modello costituito dai due precedenti inventari, fornisce una rappresentazione ben più analitica del contenuto delle buste, riportando per ciascun "cartone" o "capsula" una breve descrizione dei "fascicoli" o dei documenti sciolti in essi conservati, recuperando (quando già presente) o attribuendo (se necessario) a ciascun pezzo un numero di corda che riparte da 1 per ogni contenitore.
Dal confronto tra gli inventari stilati nel 1804 e nel 1807 e il successivo elenco emergono inoltre alcune significative differenze nella consistenza e nell'ordinamento stesso del complesso archivistico: ciò che ad esempio i due inventari descrivevano separatamente come «Cartone Y matrici del signor Casali ... » e «Cartone che contiene 4 rami incisi ... » sono descritti nell'elenco stilato dopo il 1809 sotto un'unica voce individuata come «Capsula V [...] Statuti - Rami - Stampe» (n.d.r. Il redattore, chiaramente male interpretando la lettera "Y" riportata sul dorso di uno dei contenitori, la trascrive nel suo elenco come una "V". Sfortunatamente il cartone originale non è pervenuto.), mentre alcuni cartoni genericamente segnalati in coda all'inventario del 1809 come «contenenti gli affari e commissioni dell'Accademia degli ultimi tempi» vengono verosimilmente descritti nell'elenco come «Capsula segnata fuori: Affari dell'Accademia», rubricata ora sotto la lettera "M" (n.d.r. La lettera infatti era assente negli inventari precedenti.), o come «Capsula piccola fuori segnata: Procure, commissioni e ricevute interessanti».
Il redattore provvide inoltre ad apporre sui fascicoli e sui documenti sciolti una segnatura recante la lettera identificativa del contenitore e (se assente) il numero progressivo del pezzo al suo interno, così come riportato nell'elenco. In alcuni casi infine avvolse e fissò con ceralacca attorno ai fascicoli alcune strisce di carta sulle quali annotò ancora una volta la segnatura.

Quasi alla metà del secolo XIX, Gaetano Giordani, ispettore della Pinacoteca e socio onorario dell'Accademia, nella sua Guida per la Pontificia accademia di belle arti in Bologna, registrò che nella seconda delle tre stanze occupate della segreteria dell'Accademia

«si conserva custodito entro un armadio l'archivio dell'Accademia Clementina: ed in due scanzie sta ordinato per ragione d'epoca, di classe e di titoli l'altro archivio contenente gli atti della odierna Accademia» (n.d.r. G. GIORDANI, Guida per la Pontificia accademia di belle arti in Bologna, Bologna, Tipografia Sassi nelle Spaderie, 1846, p. 33.).

Giordani sottolinea dunque la presenza di due fondi ben distinti: quello antico, la cui individualità è sottolineata anche da una diversa collocazione, e quello corrente, sul quale ci fornisce anche un'interessante annotazione: è ordinato per anno («per ragione d'epoca») e sulla base di un piano di classificazione («di classi e di titoli»). L'introduzione di un titolario risale, infatti, già all'anno accademico 1823-1824.

In un periodo imprecisabile (ma verosimilmente nella seconda metà del XIX secolo), la corrispondenza prodotta dall'Accademia Clementina, ordinata in precedenza in filze o mazzi cronologici, fu riordinata in fascicoli corrispondenti a singoli mittenti. Per una parte di questa corrispondenza fu inoltre predisposto uno schedario nominativo tutt'ora conservato che riporta per ciascuna lettera: la posizione fisica (in termini di cartone e numero progressivo del fascicolo entro il cartone), il nome del mittente, il nome del destinatario, la data, la sintesi del contenuto della corrispondenza, la descrizione fisica e la provenienza.

Il fondo dell'Accademia Clementina fu probabilmente trasferito nell'anno 1900 nell'ex chiesa di Sant'Ignazio, annessa all'Accademia di belle arti, che era servita fino alla caduta del Governo pontificio quale cappella per il servizio degli studenti, e ufficialmente destinata all'inizio del secolo XX ad accogliere la biblioteca e la scuola d'estetica. Negli armadi collocati lungo il matroneo trovò spazio anche l'archivio clementino.

Intorno alla metà degli anni Cinquanta del XX secolo il complesso documentario fu sottoposto ad una ricognizione al termine della quale furono redatte descrizioni analitiche del contenuto delle singole buste.
Dall'analisi degli elenchi emerge la quasi totale alterazione della fisionomia del fondo rispetto alla descrizione fornitane all'inizio del XIX secolo. La posizione dei fascicoli e dei documenti sciolti non rispetta difatti l'ordinamento fissato nell'elenco stilato dopo il 1809 e, fatta eccezione per le lettere ordinate in fascicoli per mittente nel corso dell'Ottocento, la documentazione è aggregata casualmente all'interno di contenitori anonimi (n.d.r. La dispersione della maggior parte dei contenitori originali sembra dunque essersi verificata tra la seconda metà del XIX e la prima metà del XX secolo.).

Le carte rimasero conservate nei locali della biblioteca dell'Accademia di belle arti fino a tempi recentissimi (inizio del XXI secolo), quando l'ambiente fu convertito in aula magna e i fondi librari e documentari trasferiti in altre sedi. In quella circostanza la documentazione fu interessata da un nuovo intervento di ricognizione del contenuto delle buste, con la succesiva stesura di ulteriori elenchi di consistenza, e di ricondizionamento dei fascc. e dei docc. sciolti entro camice di carta di canapa.

Il fondo clementino è oggi collocato nell'ex aula di storia dell'arte al pian terreno dell'edificio sede dell'Accademia di belle arti.


Redazione inventario:
Inventario a cura di Salvatore Alongi e Lorenza Iannacci redatto nel 2012 nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi", promosso e finanziato dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.

Criteri di ordinamento:

Nel corso del presente intervento di inventariazione il fondo è stato riordinato sulla base dell'elenco della documentazione redatto successivamente al 1809 (n.d.r. Le eccezioni sono state di volta in volta segnalate nella storia archivistica delle unità: i numerosi interventi di trasferimento, riordinamento e ricognizione cui il fondo è stato sottoposto, e che hanno inevitabilmente causato la dispersione della documentazione o l'irrimediabile perdita dell'originario nesso tra le carte, hanno difatti impedito di ripristinare pienamente la fisionomia del fondo.).
Grazie difatti alla descrizione particolarmente analitica della documentazione custodita all'interno dei "cartoni" fornita dall'anonimo redattore, all'analisi delle denominazioni e delle segnature originali apposte sulla documentazione (n.d.r. Ad esempio le lettere identificative delle buste, il numero progressivo dei pezzi all'interno delle buste, etc.) e alla presenza di alcuni contenitori originali ritrovati interi o in frammenti (n.d.r. Si fa in particolare riferimento ai cartoni segnati con le lettere B (il 1° e il 2°), E, H, L, O e R, i cui dorsi sono stati spesso riutilizzati su nuove buste.), è stato possibile ricostruire il contenuto delle singole buste così come dovevano presentarsi all'inizio del XIX secolo.
Nella definizione della struttura del fondo e nella scelta della successione delle unità, sono stati tuttavia adottati alcuni accorgimenti utili a garantire una più agevole fruizione e una più immediata comprensione del complesso documentario.
A tale scopo ad esempio gli statuti e la relativa documentazione preparatoria, che secondo l'elenco della documentazione redatto dopo il 1809 erano convervati entro una "capsula" segnata esternamente con la lettera "V" e intitolata "Statuti. Rami. Stampe", sono stati condizionati in una nuova busta e collocati all'inizio della sequenza delle unità in modo da costituire, insieme ai volumi e agli indici degli atti dell'Accademia, agli elenchi degli studenti e agli atti del Premio Curlandese, una serie di documentazione "istituzionale" denominata "Statuti e verbali".
Di seguito sono state disposte le scritture, le relazioni, le aggregazioni di accademie estere, le perizie e i giudizi, gli affari diversi, le lettere e i documenti citati negli atti dell'Accademia secondo la successione alfabetica delle buste originali entro le quali le carte erano conservate (n.d.r. Buste oggi in gran parte disperse e dunque sostituite da nuovi contenitori.), con l'eccezione del registro copialettere del segretario Zanotti, accostato alle buste delle lettere in quanto strumento ad esse complementare.
Le unità così ordinate sono state inglobate all'interno della serie denominata "Scritture e lettere".
In coda sono stati posizionati i libri giornali, i libri mastri e le ricevute, che insieme costituiscono la serie denominata "Contabilità".
All'archivio clementino fanno seguito le carte dell'ultimo segretario dell'Accademia Vincenzo Martinelli.
L'unità minima di descrizione è stata individuata nella busta, riconosciuta dunque non quale semplice contenitore ma come unità logica dal contenuto coerente.
Nella descrizione del contenuto di ciascuna busta è stata segnalata la presenza di eventuali fascicoli, registri, volumi e documenti sciolti.
Qualora nelle buste sia stata inserita documentazione considerata affine per la natura della materia trattata, ma la cui presenza non ha trovato riscontro nell'elenco redatto dopo il 1809, questa è stata segnalata in coda e distintamente rispetto alla descrizione dei pezzi conservati all'interno delle buste originarie.
Considerate inoltre le lacune riscontrate nella numerazione originaria, ai fascicoli, ai registri, ai volumi e ai documenti sciolti conservati in busta è stato attribuito un nuovo numero di corda progressivo che riparte da 1 per ogni contenitore.
I registri e i volumi conservati direttamente sullo scaffale sono stati invece descritti singolarmente.
Laddove gli originali contenitori e i dorsi di registri e volumi fossero andati dispersi o si presentassero illegibili, per la denominazione delle unità di descrizione si è fatto ricorso all'elenco della documentazione redatto dopo il 1809, individuata dunque quale fonte attendibile anche per il recupero dei titoli originali.
Le unità di descrizione (registri, buste e volumi) sono state infine numerate progressivamente da 1 a 30.
Il complesso si presenta dunque così strutturato:
- Statuti e verbali;
1) "V. Statuti. Rami. Stampe";
2) "Atti dell'Accademia Clementina dall'anno 1710 a tutto l'anno 1764";
3) "Atti dell'Accademia Clementina dall'anno 1764 a tutto l'anno 1782";
4) "Atti dell'Accademia Clementina dall'anno 1782 a tutto l'anno 1789";
5) "Atti dell'Accademia Clementina dall'anno 1789 a tutto l'anno 1803";
6) "Indice del libro delle sessioni numero 1";
7) "1762. Catalogo degli scolari dell'Accademia Clementina";
8) "Affare Curlandese";
- Scritture e lettere;
9) "A. Scritture dell'Accademia Clementina";
10) "B1. Scritture dell'Accademia Clementina";
11) "B2. Scritture dell'Accademia Clementina";
12) "E. Relazioni varie a tutto l'anno 1794. Mandati di procura. Altri atti a tutto il detto anno";
13) "H. Aggregazioni di accademie estere. Atti del notaio Algardi. Vecchi statuti ed altro. Bandi e provvisioni";
14) "L. Perizie a tutto l'anno 1794";
15) "M. Affari dell'Accademia";
16) "O. Lettere dall'anno 1781 a tutto l'anno 1794";
17) "R. Lettere dall'anno 1710 a tutto l'anno 1780";
18) "Procure e commissioni e ricevute interessanti";
19) "Copialettere del Zanotti";
20) "T. Documenti citati negli Atti dal maggio 1794 a tutto li 22 ottobre 1799";
21) "X. Documenti citati negli Atti dal 2 novembre 1799 a tutto l'anno 1803";
- Contabilità;
22) "Giornale A";
23) "Giornale B";
24) "Mastro A";
25) "Mastro B";
26) "Recapiti dall'anno 1744 a tutto 1764";
27) "Recapiti dal 1765 a tutto 1783";
28) "Recapiti dal 1784 a tutto 1795";
29) "Recapiti dall'anno 1795 a tutto 1803";
30) Carte di Vincenzo Martinelli.
Valutati l'inadeguatezza e il pessimo stato di conservazione dei contenitori originali pervenuti fino ad oggi (n.d.r. Il degrado è stato provocato principalmente dai numerosi riutilizzi cui le "cartelle" o "capsule" sono state sottoposte nel tempo.), la documentazione è stata ricondizionata in nuove buste, e i contenitori originali conservati a parte.
Sulle unità di descrizione (registri, buste e volumi) sono state apposte etichette che riportano nell'ordine:
- il nome del conservatore;
- il nome del fondo;
- il numero progressivo dell'unità di descrizione all'interno del fondo;
- la denominazione originale dell'unità di descrizione;
- gli estremi cronologici dell'unità di descrizione.
I fascicoli, i registri, i volumi e i documenti sciolti conservati in busta sono stati racchiusi entro nuove camice sulle quali sono stati riportati nell'ordine:
- il nome del conservatore;
- il nome del fondo;
- il numero progressivo dell'unità di descrizione all'interno del fondo;
- la denominazione originale dell'unità di descrizione;
- il numero progressivo del fascicolo, registro, volume o documento sciolto all'interno della busta.

Strumenti di ricerca:

- "Inventario degli atti e scritture dell'Accademia Clementina custodite da Vincenzo Martinelli segretario della medesima per ordine della pien'Accademia nella sessione tenuta li 2 gennaio 1805" (n.d.r. In realtà 1804.), elenco manoscritto redatto in occasione del trasferimento dell'archivio clementino e del passaggio di consegne dall'Accademia Clementina all'Accademia nazionale di belle arti in Bologna nel 1804.
- "Inventario dell'Archivio dell'Accademia Clementina dopo la morte del Sig. Vincenzo Martinelli ultimo Segretario e Custode, passato all'Archivio Masini col suo piccolo Armadio», elenco manoscritto redatto in occasione della riconsegna dell'archivio clementino alla Reale accademia di belle arti in Bologna nel 1809.
- "Accademia Clementina e suo archivio nella Pontificia Accademia di belle arti in Bologna", elenco manoscritto redatto in un periodo imprecisato ma verosimilmente compreso tra la riconsegna dell'archivio clementino alla Regia accademia di belle arti in Bologna nel 1809 e la restaurazione del dominio pontificio a Bologna nel 1814.
- Schedario nominativo delle lettere redatto intorno agli anni Settanta-Ottanta del XIX secolo.

MICHELANGELO L. GIUMANINI, L'archivio dell'Accademia di Belle Arti di Bologna, <<L'Archiginnasio. Bollettino della Biblioteca Comunale di Bologna>>, 1997.

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La documentazione è stata prodotta da:


Redazione e revisione:

  • Redatta in xDams , 24/06/2008 - 17/01/2021

Bibliografia:

  • MICHELANGELO L. GIUMANINI, L'archivio dell'Accademia di Belle Arti di Bologna, «L'Archiginnasio. Bollettino della Biblioteca Comunale di Bologna», 1997. , pp. 385-405.