Denominazione:
Archivio della Confederazione generale italiana del lavoro (Cgil), Camera del lavoro di BolognaTipologia:
fondoData:
1944 giu. 04 - 1997 gen. 09Note alla data:
con docc. dal 1924 e fino al 2001.Consistenza:
469 bb. (con 35 regg., 1872 fascc.)Descrizione:
Si compone della documentazione prodotta dalla Camera confederale del lavoro di Bologna (1944-1981), poi Camera territoriale del lavoro di Bologna (1981-1995).Si segnala tra l'altro la presenza di:
- manifesti;
- volantini;
- opuscoli;
- pieghevoli.
Oltre la documentazione direttamente prodotta dalla Camera del lavoro, il fondo aggrega la documentazione prodotta dai seguenti enti di emanazione sindacale:
- Centro documentazione ambientale - Associazione Gaia;
- Centro innovazione, ricerca e formazione;
- Centro diritti territoriale;
- Centro lavoratori stranieri.
Regole di accesso ed uso:
Si ritiene che la documentazione, in particolar modo quella conservata nelle serie "Vertenze legali" e "Licenziamenti", sia soggetta al limite di consultabilità di 40 anni previsto dal D.lgs. 22 gen. 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio, art. 122, c. 1, lett. b).
Storia archivistica:
La prima organizzazione dell'archivio storico della Camera del lavoro di Bologna risale alla fine degli anni Settanta, avviata sulla spinta delle indicazioni fornite dalla guida predisposta dalla Cgil nazionale per l'impianto e l'utilizzazione dei centri di documentazione del sindacato, pubblicata nel maggio 1977 (n.d.r. Cfr. CONFEDERAZIONE GENERALE ITALIANA DEL LAVORO, I centri di documentazione del sindacato. Impianto e utilizzazione, Roma, Editrice sindacale italiana, 1977.).La guida fu presentata come progetto di lavoro e recepita dal 9° Congresso nazionale della Cgil, celebrato a Rimini tra il 6 e l'11 giugno 1977.
Il "Centro di documentazione - archivio storico" della Camera del lavoro di Bologna fu ufficialmente costituito nell'autunno del 1977 quale parte di una rete integrata di archivi che la Cgil era impegnata a realizzare su tutto il territorio nazionale, allo scopo di «iniziare l'attività di recupero e archiviazione del materiale sindacale storico e corrente» (n.d.r. Premessa ad un progetto di convenzione tra la Regione Emilia-Romagna, la Provincia di Bologna, il Centro di documentazione archivio storico (Cedas) della Camera del lavoro territoriale di Bologna, l'Archivio storico della Camera del lavoro di Imola, il Comune di Bologna e il Comune di Imola, aprile 1988.).
A dirigere il Centro di documentazione fu chiamato, a partire dalla primavera del 1979, Luciano Casali, docente di storia contemporanea all'Università di Bologna. Da una sua relazione trasmessa nel novembre del 1980 alla Segreteria camerale emerge l'estrema disorganicità e disarticolazione della prima documentazione, «la cui conservazione era stata determinata da motivi assolutamente casuali, o a "manie" conservatrici di qualche singolo compagno». Fino alla fine degli anni Settanta, la Camera del lavoro di Bologna, nelle sue diverse articolazioni, aveva prestato dunque scarsa attenzione alla sedimentazione stabile e ordinata delle carte prodotte, e il primo problema che si pose agli organizzatori del Centro di documentazione fu evidentemente il recupero degli stessi documenti.
La documentazione conservata presso gli uffici e i depositi della Camera del lavoro fu così progressivamente integrata con quella rintracciata presso le zone e le camere distribuite sul territorio provinciale, nonchè con carte donate da attivisti e dirigenti.
Dalla premessa al progetto di convenzione già sopra citata si apprendono i criteri di trattamento dei "pezzi documentari", che "schedati e catalogati" singolarmente, venivano "suddivisi cronologicamente e per argomenti", senza alcuna attenzione al contesto di provenienza.
L'operazione, sebbene non condivisibile, è tuttavia giustificabile alle luce delle finalità che animarono quella campagna, tutta tesa più all'aggregazione di materiale utile praticamente all'attività sindacale di formazione e informazione che non alla costituzione di complessi organici.
Il fondo, costituito secondo le modalità descritte e conservato a Bologna nei locali di deposito di via del Porto 12, fu sottoposto a un primo intervento di riordinamento e inventariazione tra il 1980 e il 1981. I risultati di quel lavoro, condotto da Gianna Acerra, furono pubblicati su La memoria del sindacato. Guida agli archivi della Cgil, a cura di B. COLAROSSI, T. CORRIDORI, Roma, Editrice sindacale italiana, 1981.
Fondamentale per la ricostruzione dell'aspetto che il complesso doveva presentare al primo riordinatore, e per la comprensione delle dinamiche organizzative della documentazione (che in maniera più o meno consapevole il sindacato dovette in qualche misura adottare nel corso dello svolgimento delle proprie attività correnti), è un breve passaggio dell'introduzione a quella pubblicazione: «Le carte sono state organizzate originariamente per uffici e organismi direttivi; nella maggior parte dei casi tuttavia, una parte di esse si ritrova suddivisa anche per argomento, per "affari" da trattarsi con particolare urgenza e continuità o che richiedevano un'azione integrata degli uffici» (n.d.r. La memoria del sindacato. Guida gli archivi della Cgil, cit., p. VIII.).
Il fondo, della consistenza di 1.290 "cassette di plastica" e 10 regg. di verbali e protocolli, copriva un periodo compreso tra il 1945 e il 1981, con docc. fino al 1919 relativi anche al periodo del sindacato prefascista. Nel corso dell'intervento di riordinamento fu suddiviso in 10 sezioni secondo il seguente schema:
0) Cgil;
1) Federazione Cgil Cisl Uil;
2) Agricoltura e alimentazione;
3) Industria;
4) Trasporti e telecomunicazioni;
5) Pubblico impiego;
6) Commercio, credito, assicurazioni, gas, elettrici, spettacolo, turismo;
7) Documenti non sindacali;
8) Zone sindacali e Camere del lavoro della provincia;
9) Camera confederale del lavoro della regione e varie camere confederali del lavoro italiane.
L'archivio proprio della Camera del lavoro di Bologna fu dunque descritto nelle sezioni "0 Cgil" e "1 Federazione Cgil Cisl Uil" di quello che in definitiva si presentava come un complesso di fondi che aggregava la documentazione prodotta dalle federazioni di categoria e da altre organizzazioni territoriali.
L'archivio camerale individuato come sezione "0 Cgil", della consistenza di 115 cassette e con estremi cronologici compresi tra il 1945 e il 1981, fu a sua volta articolato in 34 "serie":
0.1) Congressi e convegni;
0.2) Organizzazione;
0.3 Stampa e propaganda,
0.4) Organi direttivi;
0.5) Formazione sindacale;
0.6) Ufficio studi;
0.7) Commissione femminile;
0.8) Commissione giovanile;
0.9) Sicurezza sociale;
0.10) Trasporti;
0.11) Piano del lavoro;
0.12) Ricostruzione;
0.13) Statuto dei diritti dei lavoratori;
0.14) Correnti sindacali;
0.15) Processo unitario;
0.16) Problema della casa;
0.17) Prezzi;
0.18) Iniziative primo maggio;
0.19) Federazione sindacale mondiale;
0.20) Lotte per la pace;
0.21) Manifestazioni solidarietà internazionale;
0.22) Relazioni internazionali;
0.23) Antifascismo;
0.24) Fatti di marzo 1977;
0.25) Convegno ultrasinistra 1977;
0.26) Assise difesa libertà democratiche 1955;
0.27) Lotte difesa libertà democratiche e sindacali;
0.28) Campagne elettorali;
0.29) Sindacato e cooperazione;
0.30) Problema degli appalti;
0.31) Costo del lavoro;
0.32) Ufficio sindacale lotte;
0.33) Commissioni interne;
0.34) Ufficio vertenze.
La parte dell'archivio camerale, individuata come sezione "1 Federazione Cgil Cisl Uil", corrispondente alla documentazione prodotta dalla Camera del lavoro ma relativa all'attività della Federazione unitaria, della consistenza di 63 cassette e con estremi cronologici compresi tra il 1960 e il 1981, fu invece articolata in 24 ulteriori livelli:
1.1) Congressi e convegni: nazionali, regionali, provinciali;
1.2) Organi direttivi Cgil Cisl Uil: nazionali, regionali, provinciali;
1.3) Organizzazione Cgil Cisl Uil;
1.4) Contrattazione;
1.5) Politica energetica;
1.6) Prezzi;
1.7) Occupazione giovani, mercato del lavoro;
1.8) Consigli di zona;
1.9) Piani di settore;
1.10) Riforma delle pensioni;
1.11) Riforma sanitaria;
1.12) Trasporti;
1.13) Questione femminile;
1.14) Assetto del territorio;
1.15) Problema della casa;
1.16) Pubblico impiego;
1.17) Scuola;
1.18) Organizzazione del lavoro;
1.19) Costi del lavoro;
1.20) Questioni tributarie;
1.21) Riforma dello Stato;
1.22) Partecipazioni statali;
1.23) Riforma del credito;
1.24) Agro-industria.
Fu infine fornita una parziale descrizione del complesso, limitata alle prime tre sezioni, fino alla cassetta 269, riportando denominazione ed estremi cronologici dei fascc.
Intorno alla metà degli Ottanta il fondo fu trasferito nell'attuale sede della Camera del lavoro di Bologna in via Marconi 69/e (edificio che aveva già ospitato i sindacati agricoli fascisti) e dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica per l'Emilia-Romagna il 4 ottobre 1986.
Nel corso del decennio successivo, il complesso subì tuttavia significative manipolazioni e dispersioni (furono successivamente rinvenute ad es. solo 822 delle originarie 1.290 cassette), nonché integrazioni di ulteriori spezzoni rinvenuti nei depositi della Camera del lavoro, determinando il disallineamento tra la disposizione delle carte e la descrizione fornita nel citato inventario.
Ciò rese necessario un secondo intervento di riordinamento e inventariazione, condotto tra il 1989 e il 1995 da Gabriele Bezzi e Paola Mita della Cooperativa di ricerca e consulenza storica (Crecs) e pubblicato in Il lavoro in archivio, I (Le carte dell'Archivio Storico della Camera del Lavoro di Bologna e della CGIL Regionale), Bologna, Coop Musea, 1995.
Bezzi, che si occupò nello specifico del fondo camerale, suddivise i docc. «in serie tenendo conto nell'ordine: dell'ufficio o competenza che ha prodotto o acquisito il documento, della tipologia del documento stesso e dell'oggetto» (n.d.r. "Riordino e inventariazione di un archivio sindacale: problemi metodologici. L'archivio della Camera del lavoro di Bologna", relazione svolta da Gabriele Bezzi nel corso del seminario di studio su "L'organizzazione della memoria: problemi di impostazione, formazione e gestione degli archivi del movimento operario e sindacale", tenutosi presso la scuola sindacale Cà Vecchia di Bologna il 20 e 21 gennaio 1992, p. 6. Il principio era già stato fissato da Bezzi e Mita nell'introduzione all'inventario ad uso interno dei fondi conservati presso l'archivio storico camerale, predisposto nel 1991 in un'edizione provvisoria proprio in occasione del seminario di studio.) e individuò le seguenti 20 partizioni:
1) Congressi e statuto;
2) Organi direttivi: Segreteria (ndr. cioè verbali, circolari e corrispondenza della Segreteria);
3) Questioni internazionali;
4) Zone;
5) Protocollo corrispondenza Segreteria;
6) Ufficio contratti e vertenze;
7) Ufficio sindacale;
8) Commissioni interne;
9) Lotte e contrattazione;
10) Stampa e propaganda;
11) Amministrazione;
12) Ufficio organizzazione;
13) Ufficio studi;
14) Formazione sindacale;
15) Centro ricerche e studi sindacali (Cress);
16) Convegni;
17) Documentazione (ndr. cioè materiali diversi già raccolti tematicamente nel precedente riordino e non riconducibili a qualche ufficio o serie);
18) Assise per la difesa delle libertà democratiche;
19) Comitati di difesa per i diritti sindacali e libertà democratiche;
20) Varie.
Nel loro intervento di riordinamento e inventariazione, Bezzi e Mita, al contrario di quanto avvenuto nel 1981, non fanno distinzioni tra la documentazione espressione dell'attività camerale e quella inerente l'attività della Federazione unitaria, e descrivono unitamente nel fondo della Camera del lavoro sia la sezione "0 Cgil" che la sezione "1 Federazione Cgil Cisl Uil", scegliendo di segnalare in coda ad ogni serie la presenza di documentazione attinente la Federazione. Non è però possibile stabilire se si tratti di una scelta di riordinamento di Bezzi e Mita o della semplice presa d'atto di una organizzazione delle carte oramai variata, per spostamenti e manomissioni, rispetto al 1981.
L'intervento inoltre si prefiggeva dichiaratamente «come obiettivo non l'analiticità descrittiva, ma la ricostruzione della sedimentazione documentaria, per tentare di individuare, nei limiti del possibile e della variegata prassi burocratica, ma perfettamente codificabile, la struttura funzionale del sindacato» (n.d.r. Introduzione all'inventario ad uso interno dei fondi conservati presso l'archivio storico camerale, p. 5.).
Entrambi gli interventi sopradescritti riguardarono la documentazione prodotta dalla Camera confederale del lavoro di Bologna, e dunque compresa nell'arco cronologico 1944-1981.
Un successivo intervento di riordinamento e inventariazione fu condotto nel 1996 da Gabriele Bezzi, Alessandro Righini e Francesco Rosa della Crecs sulla documentazione prodotta nel periodo 1982-1987 dalla Camera del lavoro territoriale di Bologna. A seguito dell'operazione fu predisposto un inventario analitico ad uso interno.
Un ultimo intervento fu condotto nel 2003 a cura di Alessandra Di Giovanni della Crecs sulla documentazione prodotta nel periodo 1981-1996 dalla Camera del lavoro territoriale poi metropolitana di Bologna; il lavoro, che ricomprese di conseguenza anche la documentazione interessata dal precedente intervento di Bezzi, Righini e Rosa, portò alla produzione di un nuovo inventario analitico ad uso interno.
Nella partizione del fondo relativa al periodo della Camera del lavoro territoriale poi metropolitana di Bologna furono così individuate le seguenti otto serie, oltre a numerosi fondi personali di segretari generali o componenti la Segreteria:
1) Congressi;
2) Segreteria tecnica: corrispondenza e documenti;
3) Questioni internazionali;
4) Protocolli della corrispondenza;
5) Centro documentazione ambientale - Associazione Gaia;
6) Centro studi sindacali Cà Vecchia;
7) Centro innovazione, ricerca e formazione;
8) Conferenze, convegni, seminari, assemblee dei quadri.
Nel corso del suo intervento, Di Giovanni trasferì la documentazione compresa nelle serie "Organi direttivi: Segreteria" e "Protocollo corrispondenza Segreteria" individuate da Bezzi e Mita nella partizione del fondo relativa alla Camera confederale del lavoro di Bologna (1944-1981) rispettivamente nelle serie "Segreteria tecnica: corrispondenza e documenti" e "Protocolli della corrispondenza" individuate dalla stessa Di Giovanni nella partizione del fondo relativa alla Camera del lavoro territoriale poi metropolitana di Bologna (1981-1996). In tal modo Di Giovanni manifestò la volontà di superare, sebbene solo parzialmente, la netta distinzione tra "Camera confederale" e "Camera territoriale" che sino ad allora aveva contraddistinto il trattamento della documentazione, ricostituendo l'unità delle principali serie (la corrispondenza con i relativi protocolli) del fondo camerale.
Attualmente la gestione del fondo è affidata all'Associazione "Paolo Pedrelli - Archivio storico sindacale", costituita nel 1998.
L'archivio storico della Camera del lavoro di Bologna è stato depositato presso l'Associazione "Paolo Pedrelli - Archivio storico sindacale" nel 1998.
Redazione inventario:
Inventario a cura di Marco Degli Esposti e Raffaella Pini redatto tra il 2008 e il 2011 nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi", promosso dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.
Criteri di ordinamento:
Nel presente intervento di riordinamento e inventariazione si è ritenuto opportuno ricondurre a unità l'intero fondo camerale, originariamente suddiviso nei locali di deposito in spezzoni relativi alla Camera confederale, alla Camera territoriale e alla Camera metropolitana. L'archivio costituisce infatti un unico complesso documentario prodotto da un unico soggetto, per il quale il cambio di denominazione (prima nel 1981, poi nel 1995) e la variazione delle competenze territoriali non hanno comportato l'alterazione delle funzioni e delle modalità generali di organizzazione interna e della documentazione.Di conseguenza il fondo è stato denominato "Camera del lavoro di Bologna", con un'espressione tesa dunque a sintetizzare l'evoluzione storico-istituzionale del soggetto produttore, recuperando tuttavia nell'integrazione alla denominazione i successivi cambi di intestazione: "Camera confederale del lavoro di Bologna, poi Camera del lavoro territoriale di Bologna, poi Camera del lavoro metropolitana di Bologna".
All'interno del complesso documentario sono state in seguito evidenziate le serie documentarie, con l'intento di far prevalere l'aspetto archivistico rispetto all'organigramma, ed eliminate le sovrastrutture amministrative che avevano invece fatto da guida ai precedenti interventi di riordinamento e che erano state individuate come livelli di descrizione.
Diversa l'impostazione di Bezzi, che in una relazione del gennaio 1992 scrive: «Pensiamo infatti che cercare di individuare i criteri di produzione e di circolazione delle carte, le diverse articolazioni strutturali e funzionali del sindacato (organizzazioni verticali' e orizzontali', ma anche i diversi uffici e competenze) e porre questa struttura alla base del riordino di un archivio sindacale sia la soluzione che meglio conserva le potenzialità informative dei documenti e possa offrire una corretta griglia di analisi, tanto più importante di fronte a documenti, che per loro stessa natura sono di difficile datazione e attribuzione». La scelta di Bezzi è d'altronde comprensibile alla luce del livello di descrizione dichiaratamente sommario mantenuto nel corso dell'intervento, che ha necessariamente escluso l'analisi delle singole unità archivistiche e, di conseguenza, il recupero di quei segnali, a volte molto flebili, validi per ricostruire la logica formativa della documentazione.
Le carte, infatti, lasciano trasparire la continuità e l'omogeneità delle serie a prescindere dal cambiamento degli uffici, delle strutture e delle competenze, mentre non sussiste alcun indizio archivistico di una distinzione in tal senso nella sedimentazione. Il puntuale richiamo all'ufficio camerale responsabile della formazione dei documenti è stato inserito nella descrizione delle singole serie, assicurando in tal modo la conservazione della memoria delle prassi interne al soggetto produttore. L'inventario è stato così semplificato, il numero dei livelli di descrizione è stato ridotto e le articolazioni interne sono state riferite esclusivamente alla reale architettura del fondo camerale.
Di conseguenza è stato possibile evidenziare la continuità di un certo numero di serie documentarie che attraversano le cesure rappresentate dal cambio di denominazione dell'ente o dalla diversa distribuzione delle competenze ai singoli uffici; ad un'unica serie sono stati in tal modo ricondotti nuclei di documentazione omologa suddivisi tra lo spezzone di fondo relativo alla Camera confederale e quello relativo alla Camera territoriale (cfr. ad es. i Congressi, i Convegni, la Corrispondenza generale, i Protocolli, le Vertenze, le Relazioni internazionali). E' stato parimenti possibile rilevare come altre serie si esauriscano al passaggio istituzionale del 1981 a seguito dell'introduzione di nuove prassi amministrative, tese a ricondurre in maniera più stringente la produzione documentaria alle griglie del piano di classificazione, e di conseguenza all'unica serie della Corrispondenza (cfr. ad es. la Documentazione, gli Studi, la Stampa, la Formazione, le Commissioni interne, l'Organizzazione, l'Amministrazione, le Zone, i Fallimenti, i Licenziamenti, il Collocamento, le Lotte).
Il fondo è stato così articolato nelle seguenti serie:
- Congressi;
- Verbali degli organi direttivi;
- Corrispondenza;
- Protocolli;
- Documentazione organizzata per argomento;
- Questioni internazionali;
- Convegni, conferenze e seminari;
- Studi;
- Stampa e propaganda;
- Formazione sindacale;
- Organizzazione;
- Commissioni interne;
- Amministrazione;
- Zone;
- Vertenze legali;
- Fallimenti;
- Licenziamenti;
- Indennità di contingenza e scala mobile;
- Collocamento;
- Aziende in crisi e cassa integrazione;
- Lotte e contrattazioni;
- Lotte in difesa delle libertà democratiche e sindacali;
- Assise per la difesa delle libertà democratiche.
Per il fondo è stata scelta una descrizione a livello di unità archivistica. All'interno delle serie e delle s.serie i fascc. sono stati ordinati cronologicamente, salvo che per la "Corrispondenza" successiva al 1977, organizzata sulla base di un piano di classificazione.
I s.fascc. e i docc. all'interno delle unità archivistiche sono stati organizzati in ordine cronologico, salvo, per quanto riguarda i s.fascc., la diversa indicazione dell'ordine data nella descrizione del contenuto.
Alle bb. e ai fascc. è stato attribuito un numero di corda progressivo che riparte da 1 per ciascuna serie o sottoserie (cosiddetta numerazione "a serie aperta").
Dove possibile sono state recuperate le segnature precedenti, individuate da un codice alfanumerico composto dalla sigla "Ccdl" (per l'inventario del fondo della Camera confederale del lavoro predisposto da Bezzi e Mita) o "Cdlt" (per l'inventario del fondo della Camera del lavoro territoriale realizzato da Di Giovanni) seguito dal n. della b. così come riportato nei suddetti inventari (ad es. "Ccdl 3.1").
Il fondo è stato infine ricondizionato in nuovi contenitori ed etichettato. Sulle etichette apposte su bb. e fascc. sono stati segnalati, nell'ordine, i seguenti elementi:
- fondo;
- serie;
- s.serie (dove presente);
- n. progressivo all'interno della serie (o s.serie dove presente).
Strumenti di ricerca:
- Inventario ad uso interno dei fondi conservati presso l'Archivio storico della Camera del lavoro territoriale di Bologna, a cura di Gabriele Bezzi e Paola Mita - Cooperativa di ricerca e consulenza storica (Crecs), redatto a Bologna nel 1991 (edizione provvisoria tirata in occasione del seminario su "L'organizzazione della memoria: problemi di impostazione, formazione e gestione degli archivi del movimento operaio e sindacale", svolto a Bologna, presso il Centro studi Ca' Vecchia, il 20 e 21 gennaio 1992);- Inventario ad uso interno del fondo Camera del lavoro territoriale di Bologna (1982-1987), a cura di Gabriele Bezzi, Alessandro Righini e Francesco Rosa - Cooperativa di ricerca e consulenza storica (Crecs), redatto a Bologna nel 1996;
- Inventario ad uso interno dell'Archivio storico e di deposito della Camera del lavoro territoriale poi metropolitana di Bologna (1981-1996), a cura di Alessandra Di Giovanni - Cooperativa di ricerca e consulenza storica (Crecs), redatto a Bologna nel 2003 (in all. Inventario topografico dei fondi conservati presso l'Archivio storico della Camera del lavoro di Bologna).
La memoria del sindacato. Guida agli archivi della Cgil, Bruna Colarossi, Teresa Corridori, Roma: Editrice sindacale italiana, 1981. cfr. in part. "Emilia-Romagna, Archivio C.d.L.T. Bologna", pp. 38-101
Il lavoro in Archivio, I (Le carte dell'Archivio storico della Camera del Lavoro di Bologna e della Cgil Regionale), Bologna: Coop Musea s.c.r.l. editrice, 1995. cfr. in part. "Camera Confederale del Lavoro di Bologna (1944 - 1981) poi Camera del Lavoro Territoriale di Bologna", pp. 37-63, a cura di Gabriele Bezzi
Note:
Documentazione collegata:Presso l'Archivio storico della Camera del lavoro di Bologna sono depositati i seguenti fondi:
Strutture territoriali della provincia di Bologna
- Camera del lavoro di Porretta Terme;
- Camera del lavoro di San Giovanni in Persiceto;
- Camere del lavoro locali diverse;
- Zona Bolognina;
- Zona Santa Viola;
Federazioni di categoria della provincia di Bologna
- Confederazione dei lavoratori della terra (Confederterra);
- Federazione provinciale coloni e mezzadri (Federmezzadri);
- Federazione provinciale braccianti e salariati agricoli (Federbraccianti);
- Federazione provinciale lavoratori zucchero industria alimentare tabacco (Filziat);
- Federazione provinciale impiegati operai metallurgici (Fiom);
- Federazione provinciale lavoratori chimici e affini (Filcea);
- Federazione provinciale lavoratori legno, edili e affini (Fillea);
- Federazione provinciale lavoratori tessili e abbigliamento (Filtea), già Federazione provinciale impiegati operai tessili (Fiot) e Federazione provinciale lavoratori abbigliamento (Fila);
- Federazione provinciale lavoratori dello spettacolo (Fils);
- Federazione provinciale lavoratori poligrafici e cartai (Filpc);
- Federazione provinciale lavoratori commercio albergo mensa e servizi (Filcams);
- Federazione provinciale dipendenti aziende di credito (Fidac);
- Federazione provinciale lavoratori delle assicurazioni (Filda);
- Federazione provinciale lavoratori trasporti (Filt);
- Sindacato provinciale ferrovieri (Sfi);
- Federazione provinciale autoferrotranvieri ed internavigatori (Fiai);
- Federazione provinciale facchini trasportatori ausiliari (Fifta);
- Federazione provinciale dipendenti aziende del gas (Fidag);
- Federazione provinciale dipendenti aziende elettriche (Fidae);
- Federazione provinciale dipendenti aziende telefoniche (Fidat);
- Federazione provinciale postelegrafonici (Fip);
- Federazione provinciale dipendenti enti locali e ospedalieri (Fndelo);
- Federazione provinciale dipendenti dello Stato (Fnds);
- Federazione provinciale dipendenti enti pubblici (Fidep);
- Sindacato provinciale scuola (Sns);
- Sindacato provinciale ricercatori (Sir);
- Sindacato provinciale artisti (Sna);
- Sindacato pensionati italiano (Spi), già Federazione provinciale pensionati (Fip);
Strutture regionali orizzontali e verticali della Cgil Emilia-Romagna
- Comitato regionale Emilia-Romagna, poi Cgil Emilia-Romagna;
- Comitato regionale Emilia-Romagna della Federazione coloni e mezzadri, poi Federazione regionale coloni e mezzadri Emilia-Romagna;
- Federazione regionale lavoratori agro-industria (Flai-Cgil);
- Comitato regionale Emilia-Romagna della Federazione braccianti e salariati agricoli, poi Federazione regionale braccianti e salariati agricoli Emilia-Romagna;
- Federazione regionale lavoratori zucchero industria alimentare tabacco (Filziat-Cgil);
- Federazione regionale lavoratori chimici e affini (Filcea-Cgil);
- Sindacato regionale scuola (Sns-Cgil);
Strutture esterne e/o unitarie
- Sindacato di polizia (Siulp);
- Sindacato unitario nazionale inquilini e assegnatari (Sunia);
Fondi personali di dirigenti politico-sindacali
- Roberto Alvisi;
- Francesco Garibaldo;
- Luigi Arbizzani;
- Clodoveo Bonazzi;
- Marta Murotti;
- Carlo Martocchi;
- Armando Campagnoli;
- Cesare Minghini;
- Paolo Pedrelli;
- Gianfranco Parenti;
- Franco Di Giangirolamo;
- Edgarda Degli Esposti.
Presso l'Archivio storico della Camera del lavoro di Bologna è conservata la raccolta delle pubblicazioni a stampa dei contratti di lavoro a partire dagli anni 20 del Novecento, per una consistenza totale di circa 130 bb.
La raccolta è nota anche come "Archivio della contrattazione nazionale" e "Archivio della contrattazione aziendale".
La documentazione è conservata da:
La documentazione è stata prodotta da:
Collegamenti:
Redazione e revisione:
- Redatta in xDams , 25/06/2008 - 04/08/2023
Bibliografia:
- La memoria del sindacato. Guida agli archivi della Cgil, Bruna Colarossi, Teresa Corridori, Roma: Editrice sindacale italiana, 1981. cfr. in part. "Emilia-Romagna, Archivio C.d.L.T. Bologna", pp. 38-101, pp. 316.
- Il lavoro in Archivio, I (Le carte dell'Archivio storico della Camera del Lavoro di Bologna e della Cgil Regionale), Bologna: Coop Musea s.c.r.l. editrice, 1995. cfr. in part. "Camera Confederale del Lavoro di Bologna (1944 - 1981) poi Camera del Lavoro Territoriale di Bologna", pp. 37-63, a cura di Gabriele Bezzi, pp. 183.
- "Il lavoro della vigilia". Documenti sulla ricostruzione della Camera confederale del lavoro e della Federazione lavoratori della terra di Bologna (settembre 1944 - aprile 1945), ARCHIVIO STORICO DELLA CAMERA DEL LAVORO DI BOLOGNA, Bologna, 1991.
- Il sindacato nel bolognese. Le camere del lavoro di Bologna dal 1893 al 1960, CENTRO DOCUMENTAZIONE - ARCHIVIO STORICO DELLA CAMERA DEL LAVORO TERRITORIALE DI BOLOGNA, Roma: Ediesse, 1988.
- M. MAGRI, M. COSTA - M. MAGRI (a cura di), L'archivio sindacale. Manuale di registratura e classificazione, Milano: LM Editoriale, 1984.
- M. MAGRI, Gli archivi per la storia contemporanea: organizzazione e fruizione. Atti del seminario di studi, Mondovì, 23-25 febbraio 1984, Roma: Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, 1986.
- Tra le carte della Camera del lavoro di Torino: percorsi e proposte. Guida ai fondi archivistici delle strutture torinesi, Torino: Fondazione Istituto piemontese Antonio Gramsci, 1992.
- D. VENTURA, Sindacato e ricostruzione a Bologna, 1945-1948, Roma: Editrice sindacale italiana, 1981.
- CONFEDERAZIONE GENERALE ITALIANA DEL LAVORO, I centri di documentazione del sindacato. Impianto e utilizzazione, Roma: Editrice sindacale italiana, 1977.