Denominazione:
Archivio della Confederazione italiana sindacati lavoratori (Cisl) - Unione sindacale territoriale (Ust) di BolognaTipologia:
fondoData:
1949 gen. 01 - 1991 mar. 13Note alla data:
con docc. del 1925-1926, del 1945 e del 1947.Consistenza:
213 bb. (con 16 regg., 867 fascc.)Descrizione:
Si compone di documentazione relativa:- all'attività degli organi direttivi;
- alle politiche organizzative, in particolare riguardo ai provvedimenti atti al funzionamento della Usp di Bologna, all'attività formativa e al tesseramento;
- all'attività sindacale, principalmente in sede di azione contrattuale con le amministrazioni pubbliche e le imprese locali, anche di rilevanza nazionale.
- ad incarichi di rappresentanza presso enti pubblici;
- ai rapporti con altre strutture Cisl, di altre organizzazioni sindacali, ma anche con associazioni, partiti politici, enti pubblici a livello nazionale e internazionale;
- all'attività svolta a livello nazionale, regionale e provinciale dalla Federazione Cgil-Cisl-Uil.
Si segnala la presenza:
- in misura consistente di monografie, periodici e letteratura grigia inerenti a vari aspetti dell'attività del sindacato e del mondo del lavoro;
- di manifesti relativi ad iniziative della Unione sindacale di Bologna e di altre strutture sociali;
- in misura meno consistente di fotografie, materiali cartografici e disegni architettonici.
Regole di accesso ed uso:
L'accesso all'archivio è consentito previo appuntamento.
Si ritiene che la documentazione sia soggetta al limite di consultabilità di quaranta anni previsto dal D.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio), art. 122, c. 1, lett. b).
Storia archivistica:
Il primo nucleo dell'archivio storico della Unione sindacale provinciale (Usp) di Bologna comincia a costituirsi a partire dalla fine degli anni Settanta, quando una serie di fattori distinti ma concomitanti contribuirono a suscitare nel soggetto produttore la consapevolezza dell'esistenza di un complesso documentario non più direttamente utile alle sue esigenze di autodocumentazione, ma testimone di un recente passato.Più in generale il movimento sindacale dalla fine degli anni Sessanta è interessato da una riflessione sulla crescita dell'importanza del proprio ruolo nella società testimoniata dalla particolare attenzione dei media e della ricerca storiografica.
Questo clima culturale ha sollecitato la Cisl a riscoprire e poi a conservare le tracce della propria storia dedicando attenzione agli archivi prodotti a livello nazionale e nei territori, tra i quali spicca l'esperienza della Usp di Torino che dal 1978 ha promosso la costituzione della Fondazione "Vera Nocentini", come centro di conservazione del proprio patrimonio culturale.
In maniera marginale influisce in questo processo anche la riforma organizzativa attuata dalla Cisl nel 1981, quando il cambiamento di denominazione e dimensioni territoriali portarono a una ridefinizione degli assetti organizzativi e gestionali anche da un punto di vista documentario.
Nel caso specifico della Usp di Bologna a questi fattori si possono aggiungere anche motivazioni contingenti, quali ad esempio la nomina a segretario generale di Rino Bergamaschi nel 1977, il quale dimostrò sensibilità verso la conservazione della memoria della Cisl bolognese, e, in altra misura, il trasferimento della sede da via Castiglione, 25 a via Irnerio, 12/4 nel 1980, sede presso la quale venne individuato un apposito locale per l'archivio storico e per la biblioteca.
Al periodo della segreteria di Rino Bergamaschi (1977-1992) si possono ricondurre i due interventi archivistici che hanno determinato in linea generale l'attuale fisionomia dell'archivio storico.
Il primo intervento archivistico fu effettuato tra l'estate del 1980 e l'inverno del 1981. Le uniche tracce rimaste di quel lavoro sono alcune relazioni e un elenco sommario redatti da Rocco Cerrato e Gianpiero Landi a seguito di una prima ricognizione:
- "Il riordino dell'archivio storico dell'Usp-Cisl di Bologna: lo stato dei lavori", febbraio 1981;
- "Fondo Usp - Materiale conservato, diviso per argomenti e date", febbraio 1981;
- "Funzioni dell'archivio sindacale", giugno 1981.
Il modello di riferimento per il riordinamento del fondo si basava su una parziale rielaborazione dello schema di ordinamento creato nel 1978 dalla Fondazione "Vera Nocentini" per la sistemazione dell'archivio storico della Usp di Torino.
Tale rielaborazione, denominata "Schema definitivo per la classificazione e catalogazione della documentazione corrente (archivio corrente)", era stata predisposta come titolario di classificazione per gli archivi correnti delle Ust dell'Emilia-Romagna e approvata nel gennaio del 1980 dall'Unione sindacale regionale (Usr).
Lo schema di classificazione elaborato a livello regionale costituì dunque per i due operatori "lo strumento di lavoro fondamentale" (n.d.r. "Il riordino dell'archivio storico dell'Usp-Cisl di Bologna: lo stato dei lavori", p. 4.) e determinò la partizione del fondo in tre grandi sezioni, che "rispecchia[va]no il modo di essere e di agire del sindacato (n.d.r. "Schema definitivo per la classificazione e catalogazione della documentazione corrente (archivio corrente)", p. 16.):
1. Attività interna e organizzazione;
2. Attività sindacali;
3. Rapporti con l'esterno.
Alle tre ripartizioni si legavano le serie archivistiche, collocate in tal modo in un contesto di riferimento superiore che a grandi linee le connotava e contraddistingueva. Nella individuazione e formazione delle serie i riordinatori seguirono poi quale principale modello di riferimento i soli livelli alti dello schema di classificazione, senza tenere conto dei livelli inferiori, come risulta evidente da un confronto tra lo schema e "l'esposizione del materiale conservato" redatta nel 1981.
In realtà un tentativo, sebbene effimero, di applicazione dello schema in tutti i suoi livelli fu condotto su una piccola parte della documentazione, ma fu presto abbandonato.
L'intervento di riordinamento non fu mai portato a termine con la predisposizione di uno strumento di corredo analitico, e solo una parte della documentazione compresa tra il 1950 e il 1981 ne fu interessata. Ancora nel 1984 in una relazione a cura dell'Ufficio studi si può leggere: «Per questo fondo [Ust già Usp] si sta procedendo attualmente alla fase finale di fascicolazione e inserimento nei faldoni, ma una notevole quantità di documenti giace tuttora accatastata in pile in gran parte già selezionate» (n.d.r. "Ricerca-Memoria storica-Servizio informativo: Archivio storico, biblioteca, emeroteca", a cura dell'Ufficio studi Ust, maggio 1984.). Tutto ciò è alquanto significativo della condizione originaria della documentazione sindacale prima dell'intervento di riordinamento operato all'inizio degli anni Ottanta.
Lo schema di classificazione della documentazione corrente, che influì sul lavoro di riordinamento dell'archivio storico, paradossalmente trovò scarsa applicazione nella formazione dell'archivio corrente: dopo una prima fase di sperimentazione, le difficoltà di carattere operativo, testimoniate da una relazione del giugno 1984 di Patrizia Prati, impiegata della Segreteria, portarono ad un drastico ridimensionamento dell'applicazione dello schema. Nella gestione dell'archivio in formazione, infatti, furono presi come modello di riferimento i soli livelli alti dello schema di classificazione, così come nel corso del riordinamento dell'archivio storico, allo scopo dichiarato di garantire «il passaggio (o "versamento") diretto tra i due» (n.d.r. "L'impostazione ed il riordino dell'archivio corrente dell'Ust-Cisl di Bologna", relazione del giugno 1984 di Patrizia Prati.). Furono altresì apportate sostanziali modifiche alla stessa struttura generale dello schema, proprio per ovviare a molte delle difficoltà citate nella relazione.
Per quanto riguarda la prima sezione, mentre la documentazione relativa agli organi direttivi (in capo all'ufficio di Segreteria) e all'attività di formazione e informazione (in capo all'ufficio studi) fu organizzata sulla base dell'impostazione data all'archivio storico, la parte dedicata all'amministrazione e al tesseramento (di competenza dell'ufficio amministrazione) fu gestita autonomamente quasi come in un archivio separato, secondo criteri di ordinamento che si discostavano da qualsiasi schema già in uso o invalso.
La seconda sezione, considerata quasi come un "doppione" della terza, fu del tutto ignorata nella gestione dell'archivio corrente, e tutta la documentazione fu strutturata sulla base di un piano semplificato che organizzava la corrispondenza in entrata e in uscita per grandi categorie di corrispondenti in ordine cronologico, livellando in tal modo tutte le partizioni previste dallo schema di classificazione, considerate macchinose e poco pratiche.
Nello schema di classificazione, infatti, i livelli inferiori delle categorie della seconda sezione si ripetevano in maniera ricorrente e si riferivano alle strutture orizzontali e verticali della Cisl e unitarie (ad es. "B1. Vertenze nazionali a livello nazionale", "B1a. Documentazione Cisl", "B1a1. Nazionale", "B1a2. Regionale", "B1a3. Provinciale", e così via nella "B1b. Documentazione unitaria", ecc.): pertanto si trattò di scegliere tra un criterio di ordinamento per affare e uno per gruppi di corrispondenti, e la scelta cadde su quest'ultima opzione, segnando il progressivo depauperamento della sezione relativa all'attività sindacale a favore della crescita della sezione destinata a raccogliere la corrispondenza con l'esterno.
Fu di conseguenza abbandonato l'utilizzo di qualsiasi codice di classificazione.
Le carte ignorate dall'operazione di riordinamento dell'archivio storico condotta nel 1981 furono riordinate nel corso di un secondo intervento, effettuato presumibilmente nel 1987. Il riordinamento rispecchiò i criteri di gestione della corrispondenza in uso nell'archivio corrente come sopra descritti.
I criteri applicati nel riordinamento generarono così una suddivisione della documentazione per corrispondente, talvolta per argomento, e la sua conseguente organizzazione in ordine cronologico in fascc. per anno. Anche in questo secondo caso una parte del complesso archivistico rimase esclusa dal riordinamento.
Nella parte esclusa dal riordinamento va ricompresa in particolare:
- la documentazione più antica della Usp di Bologna, consistente in 87 fascc., prodotta tra il 1950 e il 1958, parzialmente esclusa dagli interventi del 1981 e del 1987, tenuta a parte e denominata impropriamente "Fondo Luppi", dal nome del segretario generale aggiunto Loris Luppi, in carica tra il 1951 e il 1959;
- un nucleo documentario erroneamente ritenuto uno spezzone del fondo della Federazione provinciale Cgil Cisl Uil di Bologna relativo agli anni 1968-1987 e della consistenza di 26 bb., rivelatosi ad un'analisi più attenta corrispondenza trasmessa in copia e per conoscenza dalla Federazione alla Usp di Bologna.
Nel 1989 l'archivio storico della Usp-Ust di Bologna fu interessato da un ulteriore trasferimento nei locali della sede di via Milazzo, 16, presso la quale fu collocato nello scantinato. Nel corso degli anni Novanta l'archivio storico risentì di un generale clima di disinteresse che determinò un parziale stato di abbandono.
A partire dal 2003, a seguito della nomina a segretario generale di Alessandro Alberani, nuove risorse vennero destinate alla cura dell'archivio storico, sottoposto ad una ricognizione che permise di mettere in sicurezza la documentazione che giaceva per lo più sul pavimento della cantina.
In quell'occasione le bb. furono sistemate su scaffali metallici in ordine cronologico sulla base delle date riportate sul dorso (le bb. senza data furono collocate a parte e segnate con la scritta "Varie"), alterando in tal modo la fisionomia dei due precedenti interventi di riordinamento.
Dal solo esame delle segnature riportate sul dorso delle bb. non è stato infatti possibile ricostruire la struttura del fondo: i contenitori presentavano una ridondanza di informazioni (più segnature diverse, denominazioni cancellate o soprascritte, risalenti a periodi diversi, etc.), mentre la collocazione dei fascc. all'interno delle bb. non seguiva spesso criteri di ordinamento verificabili ed era frequente trovare docc. sciolti tra un fasc. e l'altro.
Sulla base di un'analisi più approfondita è stato tuttavia possibile rilevare la sovrapposizione dei due diversi riordinamenti che interessarono quasi interamente lo stesso periodo di tempo (1950-1981), e che determinarono la formazione di due sezioni del medesimo fondo, distinte in quanto a criteri di ordinamento, ma perfettamente sovrapponibili per che quel concerne l'arco cronologico.
Il 16 ottobre 2006 l'archivio è stato dichiarato di interesse storico particolarmente importante dalla Soprintendenza archivistica per l'Emilia-Romagna ed in seguito trasferito nei locali di via Amendola, 2.
Nel maggio del 2009 l'archivio è stato ufficialmente inaugurato e intitolato alla memoria di Rino Bergamaschi.
Redazione inventario:
Inventario a cura di Davide Fioretto redatto nel 2011 nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi", promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.
Criteri di ordinamento:
Nel corso del presente intervento di riordinamento e inventariazione è stato ricondotto ad unità (formale e sostanziale) l'intero archivio sindacale, considerato come un unico complesso documentario prodotto da un unico soggetto. La modifica istituzionale avvenuta nel 1981, sebbene abbia inciso sull'assetto territoriale del soggetto produttore, non ha infatti alterato significativamente le funzioni dell'ente e le modalità di organizzazione della documentazione.In secondo luogo, le unità archivistiche, spesso distinte in serie omonime a causa dei differenti criteri di ordinamento derivati dagli interventi del 1981 e del 1987, sono state ricondotte ad un'unica serie, pur mantenendo, ove possibile, inalterati i fascc. in modo tale da conservare in qualche modo la traccia dei diversi trattamenti, riportandone puntuale segnalazione nei criteri di ordinamento di ciascuna serie e sottoserie.
Infine, si è scelto di mantenere le tre ripartizioni, a livello di sezione, in quanto ormai consolidate nella struttura del fondo a seguito del riordino effettuato nel 1980-1981 e riconosciute come livello descrittivo (con alcune possibili varianti) anche in altre Cisl territoriali, come Perugia e Torino.
L'adozione dello schema ideato dalla Fondazione "Vera Nocentini" si è infatti ormai consolidato in altre province d'Italia, consentendo tra l'altro un raffronto del fondo Usp di Bologna con i fondi Cisl di altri territori.
Pertanto il fondo è stato strutturato nelle seguenti sezioni:
- Attività interna e organizzazione;
- Attività sindacali;
- Rapporti con l'esterno.
I livelli inferiori alla sezione sono stati parzialmente riveduti rispetto alla originaria struttura prevista dallo schema di classificazione adottato nel corso dell'intervento operato nel 1981 al fine di rappresentare con maggiore coerenza le serie emerse dall'analisi della documentazione. Le serie così delineate sono state collocate nel medesimo ordine rispetto alle categorie dello schema di classificazione, pur con le dovute eccezioni date dalla imperfetta corrispondenza tra le due realtà.
Per questo fondo è stata scelta una descrizione a livello di unità archivistica, comprendendo la descrizione di allegati che si presentano sotto particolari tipologie documentarie. In particolare:
- monografie e periodici;
- letteratura grigia sindacale;
- fotografie;
- elaborati grafici;
- manifesti, per i quali si è scelto di descrivere solo i grandi formati (manifesti, locandine, fogli, formato minimo 50x30).
Le unità archivistiche all'interno delle serie e delle sottoserie sono state ordinate cronologicamente.
I s.fascc. e i docc. all'interno delle unità archivistiche sono stati organizzati in ordine cronologico, salvo, per quanto riguarda i s.fascc., l'indicazione dell'ordine dato nella descrizione nel campo "Ambiti e contenuti".
Alle bb. e ai fascc. è stato attribuito un numero di corda progressivo che riparte da 1 per ciascuna serie o sottoserie (cosiddetta numerazione "a serie aperta").
Note:
Documentazione collegata:Presso l'archivio storico della Cisl di Bologna sono conservati circa 400 manifesti che coprono un arco cronologico compreso tra l'inizio degli anni Settanta e il 2010, nonché circa 7000 fotografie relative al periodo compreso tra l'inizio degli anni Settanta e gli inizi degli anni Duemila, con antecedenti fino agli anni Cinquanta. Le fotografie sono parzialmente descritte sul catalogo on-line Opac Sebina (http://sol.cib.unibo.it/SebinaOpac/).
La documentazione è conservata da:
La documentazione è stata prodotta da:
Redazione e revisione:
- Redatta in xDams , 25/06/2008 - 27/06/2014