Città degli archivi

Curia generale civile della Legazione di Romagna

Gerarchia:

Fondi giudiziari dell'Archivio di Stato di Ravenna » Antico regime » Curia generale civile della Legazione di Romagna

Denominazione:

Curia generale civile della Legazione di Romagna

Tipologia:

fondo

Data:

1509 - 1796

Note alla data:

con documentazione dal 1332 al 1803

Consistenza:

bb. e voll. 1468, 209 metri lineari

Descrizione:

Il fondo raccoglie la documentazione prodotta dai tribunali civili attivi a Ravenna durante la Legazione di Romagna, tra l'insediamento del potere pontificio del 1509 e l'arrivo delle truppe francesi del 1796. Gran parte della documentazione consiste nelle carte processuali e relative all'amministrazione della giustizia civile prodotte dal Tribunale del legato, massima autorità giudiziaria della Legazione di Romagna, dalle due magistrature di ambito comunitativo, il Pretore (o Podestà) e il Governatore di Ravenna, e da alcuni magistrati straordinari istituiti nel corso del tempo per giudicare su ambiti speciali (giudici della fiera di maggio, sindacatori sull'attività delle altre magistrature, vicari arcivescovili, conservatori apostolici, consiglio dei savi) .
Il fondo conserva anche la scarsa documentazione superstite tre e quattrocentesca, prodotta dalle magistrature giudiziarie civili ravennati relative alla signoria polentana e alla dominazione veneziana su Ravenna, aggregata alle carte dei tribunali già in epoca moderna.
Aggregati al fondo si conservano anche le poche testimonianze superstiti afferenti alla Curia generale criminale della Legazione di Romagna, il cui archivio è andato interamente perduto nel corso dell'Ottocento.

Storia archivistica:

<h3 id="docs-internal-guid-9f01bf1e-7fff-c32c-8242-558fca64c811" dir="ltr">Età moderna</h3>
In base alle poche tracce conservate tra la documentazione si può supporre che dall'insediamento a Ravenna della Legazione di Romagna esistessero due archivi giudiziari, ciascuno legato alla cancelleria del rispettivo tribunale, quello del Pretore e del Governatore, che probabilmente aveva ereditato le carte delle precedenti magistrature giudiziarie, e quello del Tribunale del Legato. Entrambe le cancellerie organizzavano la documentazione per anno secondo la prassi di registrazione delle azioni delle parti in causa su registri e la parallela raccolta di filze di allegati. I due archivi erano conservati dalle due cancellerie all'interno del Palazzo apostolico.

Seppur con modifiche e un progressivo incremento della complessità della procedura, testimoniata da una parallela moltiplicazione delle tipologie di registri nel corso del Seicento e del Settecento, tale prassi rimase in attività fino all'arrivo delle truppe francesi e all'impatto di un nuovo sistema amministrativo nel 1796.

<h3 dir="ltr">Età contemporanea</h3>
Con l'abolizione di tutte le antiche magistrature giudiziarie e l'istituzione dei nuovi tribunali di impianto francese gli archivi giudiziari della Legazione di Romagna vennero spostati dalle cancellerie ma rimasero all'interno del Palazzo apostolico. Risale probabilmente al periodo napoleonico una prima operazione di smistamento e identificazione delle carte che ha portato alla indicazione su molti registri e filze dell'anno di riferimento (anche se spesso tale data è sbagliata) e all'apposizione di cartelli recanti la dicitura "Atti, Scritture, e Prodotte Civili delle Ex Legazioni di Romagna". Da una lettera, purtroppo non datata, ma risalente probabilmente ai primi anni Dieci dell'Ottocento, risulta che era intenzione dell'amministrazione giudiziaria avviare un riordinamento complessivo della documentazione degli antichi tribunali. 

Dopo la fine dell'esperienza napoleonica e la restaurazione del potere pontificio, precisamente tra il 1818 e il 1820, venne avviato un grande intervento di recupero e riordinamento delle carte dei tribunali "cessati", sia gli antichi tribunali della legazione che i tribunali napoleonici. Elemento scatenante di tale attività fu il grande stato di disordine delle carte seguito allo spostamento straordinario degli archivi giudiziari conservati nel Palazzo apostolico per fare posto alla creazione di una sala per ospitare Maria Luigia d'Austria nel 1817.

Durante questo intervento circa metà della documentazione degli antichi tribunali venne individuata e ricondizionata nelle buste di legno e cartone ancora oggi conservate. Tale ordinamento seguì la suddivisione dei documenti e dei registri su base di serie tipologiche e, all'interno di queste, delle annualità. L'intervento, probabilmente effettuato dagli anni più vicini e proseguendo a ritroso, portò al riordinamento degli archivi del Tribunale del Legato e del Pretore e Governatore in modo quasi completo tra il 1740 al 1796 per le serie principali (Libri d'atti, Iura publica-privata-diversa, Manuali, Spedizioni, Contraddette) e alcune emergenze particolari, come per le Sentenze, i Decreti e i Mandati, partendo dal tardo Cinquecento. Il corpo principale delle carte cinquecentesche e di buona parte di quelle seicentesche non vennero riordinate, probabilmente per l'esaurimento delle risorse. 

A queste date, gli anni Venti dell'Ottocento, esistono riferimenti e prove che fanno supporre che buona parte delle carte dell'archivio criminale della Legazione di Romagna fossero ancora presenti nel Palazzo apostolico, per lo meno quelle riferibili a tutto il Settecento.

Dopo questo intervento e fino alle soglie dell'unità nazionale non vi sono tracce tra la documentazione delle vicende legate agli archivi degli antichi tribunali. Il primo che fornisce informazioni legate all'archivio dei tribunali della Legazione di Romagna è Francesco Bonaini nel 1859: nel suo viaggio tra gli archivi dell'Emilia riferisce della situazione di grave disordine e delle cattive condizioni delle carte conservate presso il Tribunale di Ravenna, a quelle date ancora ospitato nel Palazzo apostolico.

Con l'Unità d'Italia e l'istituzione delle nuove magistrature e istituzioni giudiziarie, tutti gli archivi delle precedenti istituzioni vennero raccolte e concentrate nel nuovo Palazzo di Giustizia di Ravenna, Palazzo Rasponi in via d'Azeglio. In questo momento venne probabilmente creato lo scorporo di alcune carte che andranno a confluire nell'Archivio storico comunale di Ravenna. Nella nuova sede del Palazzo di giustizia le carte dei Tribunali della Legazione di Romagna vennero depositate nel sottotetto dell'edificio, in parte su scaffalature e in parte direttamente sul pavimento, dove in breve tempo, a causa delle condizioni non idonee, finirono sparse e ammucchiate senza alcun ordine.

<h3 dir="ltr">Il Novecento e oggi</h3>
La notizia che nel sottotetto del Palazzo di Giustizia di Ravenna erano conservate carte molto antiche relative ai tribunali della storia moderna della città era cosa nota e in almeno un paio di casi diffusi sulla stampa locale già nel 1902, quando su "Il ravennate" comparve un articolo in cui si denunciava il cattivo stato di conservazione di un importantissimo archivio nel sottotetto del Tribunale di Ravenna.

Già nel 1913 si tentò di organizzare un primo intervento di recupero da parte dell'amministrazione comunale e della Corte di appello di Bologna che però non ebbe risultati. In questa occasione il conservatore dell'Archivio storico comunale di Ravenna, Silvio Bernicoli, compilò una relazione sullo stato dell'archivio in cui delineava la presenza delle carte dei tribunali di Legazione uniti a quelli del periodo napoleonico e denunciava già la presenza di codici e xilografie nelle rilegature dei documenti del Cinquecento.

Si dovette aspettare il 1929 quando venne avviato un progetto in collaborazione tra amministrazione comunale, Tribunale di Ravenna e Corte di Appello di Bologna che portò l'archivista Ottorino Montenovesi, che aveva già riordinato le carte della Legazione apostolica di Ravenna nel 1924, a recuperare e riordinare parzialmente le carte dei tribunali per poi collocarle presso la Biblioteca Classense.

Montenovesi riconobbe tra le tipologie documentarie alcuni elementi ricorrenti e iniziò un riordinamento di circa metà della documentazione, senza però distinguere le differenti magistrature, portando così a organizzare in sequenza circa 1650 volumi secondo lo schema:

Acta civilia, Forensium, Testium, Decreta, Accomodatorum, Citationum, Commissionum, Contradictarum, Mandatorum, Expeditionum.

In coda a tali serie tipologiche Montenovesi aveva fatto seguire i pacchi di carte sciolte ritrovate nel sottotetto del Palazzo di giustizia senza alcun ordine.

Con l'istituzione dell'Archivio di Stato di Ravenna nel 1941 le carte dei Tribunali vennero cedute al neonato istituto archivistico statale (fino a tale momento le carte, sebbene in un'istituzione pubblica comunale, erano ancora di proprietà statale).

In un momento non individuabile tra il 1929 e il il 1969 il fondo venne ricondizionato e suddiviso in 740 buste, all'interno delle quali i documenti furono inseriti senza un ordine particolare se non dividendo la parte numerata da Montenovesi, ma spesso senza seguire l'ordine numerico, che venne raccolta nella seconda metà del fondo, all'incirca dalla busta 300.

Tra il 1969 e il 1972, l'allora direttore dell'Archivio di Stato, Giuseppe Rabotti, organizzò il versamento da parte del Tribunale di Ravenna della restante parte della documentazione relativa agli antichi tribunali, quella che aveva subito l'intervento di riordino ottocentesco ed era ancora conservata presso il Palazzo di Giustizia e la serie delle Sentenze dal 1573.

Nei primi anni Duemila parte del materiale settecentesco venne ricondizionato e alcune delle buste in legno ottocentesche eliminate (si conservano ancora le etichette in carta staccate della buste).

Tra il 2006 e il 2009 venne avviato un progetto in collaborazione tra l'ASRa e l'Università di Bologna che portò al censimento delle singole unità costituenti la sezione dell'archivio già parzialmente studiata da Montenovesi.

Nel marzo del 2019, nel momento di avvio dell'intervento di riordino, il fondo era denominato "Magistrature giudiziarie civili della Legazione di Romagna" e si presentava suddiviso in due sezioni: la prima di 740 buste, relativa all'intervento di riordino del 1929, e la seconda di 815 tra buste e volumi, relativa al versamento degli anni Settanta. Nel corso degli anni erano stati avviati alcuni interventi di censimento dei documenti ma senza mai arrivare a una vera e propria ricostruzione del fondo, sebbene in più momenti fosse stata auspicata la riunione delle due sezioni.

In particolare la prima sezione risultava come un aggregato costituito dalla giustapposizione quasi casuale di documenti di tipologia, contesto istituzionale e cronologico differente, al di fuori delle circa 1650 unità individuate da Montenovesi. L'intervento di riordino del 2019-2020 ha riunito le due sezioni e proposto un ordinamento complessivo dell'archivio.


La documentazione è stata dapprima depositata dal Tribunale di Ravenna nei locali dell'Archivio storico comunale di Ravenna presso la Biblioteca Classense nel 1928, poi versati all'Archivio di Stato di Ravenna al momento della sua istituzione nel 1941. Successivamente alcune serie e singole unità documentarie sono state versate nel 1972 e nel 2019.

Redazione inventario:
Inventario a cura di Dario Taraborrelli (Hibou soc. coop.) redatto nel 2021 nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi", promosso dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.

Criteri di ordinamento:

L'intervento di riordino del 2019-2020 ha operato una completa riorganizzazione del fondo che ha portato al ricongiungimento delle due partizioni in cui la documentazione era suddivisa e all'individuazione delle sue macro partizioni per poi riordinare l'intero corpus documentario.
Il fondo è stato organizzato in due subfondi principali, il Tribunale del Legato e il Pretore e Governatore di Ravenna, che assorbono circa il 90% della documentazione, ai quali è stati affiancato in subfondo minore, Altri giudici e magistrature straordinarie, sezione che raccoglie la documentazione superstite del periodo precedente al dominio pontificio e alcuni nuclei documentari individuabili nella loro autonomia rispetto agli altri tribunali, ma di cui non è stato possibile riconoscere un rapporto archivistico diretto. A quest'ultima partizione sono state aggregate anche carte varie che per rilevanza storica ma impossibilità di collocazione all'interno dei corpus dei tribunali si è scelto di mantenere separata.
Ciascun subfondo è stato organizzato per serie tipologiche che ricostruiscono l'attività delle cancellerie giudiziarie nell'iter processuale civile. All'interno di ciascuna serie le carte sono solitamente ordinate cronologicamente o, ove esistevano evidenze documentarie, dapprima per località o ufficio minore e all'interno di queste, cronologicamente.
Dato che non è stato possibile riconoscere con certezza un'organizzazione dapprima annuale e successivamente tipologica, come è il caso del Pretore e del Governatore di Faenza conservati presso la sezione dell'Archivio di Stato di Ravenna, per non cancellare gli esiti del riordinamento ottocentesco si è scelto di mantenere la tipologia come elemento fondante della serialità dei fondi.

La documentazione è conservata da:


La documentazione è stata prodotta da:


Redazione e revisione:

  • Redatta in xDams , 14/05/2021 - 05/06/2021

Bibliografia:

  • La legazione di Romagna e i suoi archivi: secoli XVI-XVIII, Angelo Turchini, Ravenna: Il ponte vecchio, 2006. , 935.