Denominazione:
Archivio dell'Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella Provincia di Bologna "Luciano Bergonzini" (Isrebo)Tipologia:
fondoData:
[1920] - 2008Consistenza:
165 bb. (con 42 regg., 747 fascc.)Descrizione:
Il fondo si compone delle carte relative alla vita ufficiale dell'Isrebo, il quale, oltre ad essere il soggetto conservatore, è anche il principale soggetto produttore.Infatti, la gran parte della documentazione è relativa alla vita amministrativa e gestionale dell'istituto (contabilità, corrispondenza) o alla sua produzione scientifica (esplicata, e trasmessa, sotto forma di atti di convegni, materiale grigio vario, bozze di testi scientifici, appunti di lavoro...).
In quanto associazione riconosciuta ed operante anche su suolo nazionale, l'Isrebo ha poi raccolto, nel tempo, atti di convegni, giornate di studio, tavole rotonde e seminari organizzati sul territorio italiano nella sua interezza e conservati per motivi di studio.
Infine, in tempi recenti, l'Isrebo ha iniziato a ricevere in donazione piccoli archivi di persone o famiglie che riconoscono nell'istituto, e nella sua attività scientifica e didattica, un merito ed un valore preciso: in questo modo, tali piccoli fondi sono stati incorporati e resi visibili e consultabili. Per mantenerne immediatamente riconoscibile l'identità, sono stati inseriti all'interno dell'archivio all'interno di una sezione specifica, divisi per serie con intitolazioni facente riferimento chiaro nel titolo all'originario soggetto produttore (tranne nel caso speciale della serie "Carte e materiali di lavoro relativi a Libero Battistelli", il cui soggetto produttore è, in realtà, Ezio Antonioni).
Va infine rilevato che il fondo contiene docc. antecedenti alla prima costituzione ufficiale dell'attuale Isrebo: si tratta di materiale raccolto dal soggetto produttore.
Storia archivistica:
La storia archivistica dell'Isrebo corre di pari passo con quella istituzionale.I primissimi anni dell'associazione, immediatamente successivi alla costituzione formale, non hanno lasciato molto materiale, a riprova di una attività scarsa, di una organizzazione interna ancora abbastanza carente e di un ruolo sul territorio molto diverso da quello destinato a essere preponderante. Le poche carte pervenute parlano chiaramente di un ente con scarsa attività. Il materiale sopravvissuto ha la natura di carteggi, corrispondenze ufficiali, documenti amministrativi e rassegne stampe, tutti peraltro ammassatisi in maniera informe e senza particolare criterio.
Solo a partire dal 1976, progressivamente, le carte esplodono, sia numericamente che a livello di varietà, testimoniando una sempre crescente vitalità dell'associazione . In parallelo, si accrebbe la consapevolezza del valore intrinseco all'archivio, che a partire dagli anni Ottanta assunse alcune caratteristiche di ordine abbastanza evidenti, quantomeno nella parte prettamente amministrativa.
Si sono andati invece accumulando alquanto caoticamente e rapsodicamente i documenti incentrati sulla produzione bibliografica e sugli aspetti scientifici della vita istituzionale, unitamente a una ancora ridotta, ma sempre crescente, serie di donazioni fatte da privati: su questa parte dell'archivio si è dovuto intervenire più pesantemente, andando a ricercare i nessi causali tra i fascicoli e le buste conservati senza un preciso criterio. Il risultato, oggi, è quello di una impostazione sostanziale dell'archivio essenzialmente bipartita, in cui ad un fronte amministrativo si contrappone dunque un fronte più prettamente scientifico.
Nel primo caso, si parla di serie che interessano l'amministrazione, la corrispondenza, la gestione economica dell'Isrebo e sulle quali la mano dell'archivista è dovuta intervenire meno decisamente. Nel secondo caso, invece, il riordino è stato più netto.
A complicare una già intrinsecamente confusa storia dell'archivio, nel tempo si sono susseguiti i due cambi di sede dell'Isrebo, da Galleria del Leone 2 (sede di fondazione) a via Castiglione 25 (nel 1981), per poi passare all'attuale via S. Isaia (2005); situazione che non ha certo giovato alla conservazione delle carte, già carente dal punto di vista dell'ordine e aggravata dal problema (mai venuto meno) della mancanza di spazi sufficienti.
Anche la situazione attuale si è dimostrata insufficiente, sotto il profilo degli ambienti di lavoro e delle possibilità di conservazione dei documenti: a oggi l'archivio si trova frammentato fisicamente, a causa della ridotta disponibilità di spazi.
La Provincia di Bologna si è offerta per custodire circa metà dei documenti dell'associazione nel proprio Archivio storico.
Al momento della partizione delle carte, si è deciso di operare secondo un macro-criterio di selezione, facente capo all'intrinseca bipartizione dell'archivio, già precedentemente evidenziata: nell'immediata disponibilità dell'istituto sono rimaste così le serie formate dai materiali di più rilevante carattere storico e scientifico, mentre presso l'Archivio provinciale sono confluite le carte dettaglianti la vita organizzativa, amministrativa e gestionale dell'Isrebo (con la sola, notabile eccezione della busta riguardante l'atto di fondazione e gli statuti dell'istituto, valutata come troppo significativa per essere allontanata fisicamente).
Per quanto riguarda l'ordine specifico dato alle carte, si è proceduto quindi secondo criteri scientifici e logici, cercando di lasciare, ove possibile, quei pochi nessi preesistenti nella documentazione. Durante l'operazione, è emersa evidente la mancanza di elementi indicanti precedenti lavori di riordino (la qual cosa è stata rafforzata dalle interviste condotte con i collaboratori storici dell'Isrebo); inoltre, cosa assai più rilevante, erano praticamente del tutto assenti strumenti di corredo. D'altronde, non è stato possibile identificare dei sistemi di classificazione o di archiviazione pregressi (con la parziale eccezione della serie Corrispondenza, nella quale si rilevano diversi tentativi di mantenere una sorta di ordine, ma senza mai addivenire ad una continuità).
Redazione inventario:
Inventario a cura di Miles Nerini redatto nel 2012-2013 nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi", promosso dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.
Criteri di ordinamento:
Si è dovuto operare un riordinamento abbastanza massiccio, creando sezioni ad hoc costruite tematicamente, poggiandosi solo minimamente sulla struttura trasmessa.Le macro-divisioni operate sono tese ad evidenziare i vari aspetti della vita ordinaria dell'associazione, distinguendo l'aspetto amministrativo dalla produzione scientifica, variamente dispiegata nei campi della didattica e della ricerca.
All'interno delle sezioni, si é cercato di dare un ordine logico alla successione delle serie ed all'interno delle serie stesse si é optato il più possibile per criteri cronologici.
Il lavoro è stato effettuato a partire da una ricognizione piuttosto approfondita, dal momento che la dispersione delle carte, dovute alla loro conservazione in una situazione non ottimale, non permetteva altro approccio. Si è trattato quindi di un primo confronto coi docc. già piuttosto approfondito, che ha permesso di impostare anche il successivo ricondizionamento (non possibile, anche se forse auspicabile, sull'interezza delle carte). A quest'ultimo si è proceduto mantenendo tendenzialmente le camicie originarie dei fascc. ed andando ad integrare con nuove buste le mancanze dovute alla nuova disposizione dei docc. In conseguenza di ciò, si è anche provveduto a uniformare quanto più possibile la sezione Documentazione istituzionale (questo aspetto è stato anche influenzato dalle comprensibili richieste in proposito del soggetto produttore stesso).
In un secondo momento, si è provveduto allo scarto del materiale ritenuto eliminabile, operando sulla semplice e precisa regola di operare solo sul materiale conservato in duplice (o, talvolta, triplice e oltre) copia, ovviamente andando a privilegiare la conservazione degli originali, qualore fossero identificabili. Alla fine dell'opera, lo scarto assommava a circa 2 m lineari di docc.
Infine, si è passato alla schedatura vera e propria, condotta fino al livello dell'unità archivistica.
Lungo tutto il percorso, si sono andate definendo alcune criticità abbastanza evidenti, connesse alla mancanza di un criterio nell'accumulo e nella conservazione del materiale: si è dovuto far fronte ad una sostanziale dispersione del materiale, anche di quello strettamente connesso, fatte salve poche, fortunate eccezioni (corrispondenza, contabilità). Il confronto coi responsabili dell'Isrebo ha portato quindi alla scelta di intervenire anche significativamente, non tanto per quanto riguarda le singole unità archivistiche, quanto per la creazione della struttura dell'albero: solo poche serie (quasi tutte, all'interno della sezione Documentazione istituzionale) sono il prodotto di una precedente aggregazione.
Ovviamente, questa "libertà", se da un lato ha comportato grosse riflessioni e numerosi ripensamenti in corso d'opera, dall'altro garantisce forse, ora, una immediata visibilità dell'eterogeneità del fondo.
Nel complesso, dovendo affrontare un archivio non chiaramente scindibile tra parte corrente e parte storica, è stato necessario stabilire un termine ante quam, proprio per venire incontro alle esigenze dell'Isrebo (che necessita di un diretto accesso al alcune carte, spesso nominalmente afferibili alle serie più disparate). Si è preso dunque come termine ultimo generale il 2008, ma all'interno delle varie serie si è mantenuta una certa flessibilità, terminando spesso la descrizione ad una data precedente, interpretando così il nesso tra le carte il più a fondo possibile e piegandosi nel contempo ai bisogni d'uso, evitando di trasmettere situazioni visibilmente "irrisolte".
La documentazione è conservata da:
La documentazione è stata prodotta da:
Redazione e revisione:
- Redatta in xDams , 28/04/2010 - 05/07/2014