Denominazione:
Archivio fotografico dell'Unione donne in Italia (Udi) di BolognaTipologia:
fondoData:
[1940] - 2007 nov. 29Consistenza:
Scatole 17; Fotografie 3.364Descrizione:
Il fondo è costituito da materiale fotografico databile tra gli anni Quaranta del Novecento e i primi anni Duemila, raccolto e prodotto dall'Unione donne in Italia (Udi) di Bologna in particolare in relazione alle attività organizzate e sostenute dall'associazione nel corso degli anni, soprattutto a livello provinciale e locale.Si conservano fotografie che documentano:
- attività legate all'infanzia, tra queste: gestione di asili nido, scuole materne, colonie estive e doposcuola; organizzazione di eventi dedicati ai bambini, quali feste di Natale, Befane, feste di Carnevale, spettacoli teatrali, concorsi di bellezza; iniziative legate all'Associazione pionieri italiani (Api); mostre ed esposizioni;
- iniziative di solidarietà in particolare a favore di meno abbienti, di reduci, di carcerati, di anziani e di bambini, tra queste: distribuzione di pasti gratuiti; organizzazione di eventi benefici; raccolta di generi di prima necessità; iniziativa "I treni della felicità" portata avanti dalle sezioni bolognesi dell'Udi e del Partito comunista italiano (Pci), dal secondo dopoguerra fino ai primi anni Cinquanta del Novecento, a favore dei bambini provenienti da diverse zone di guerra, come Cassino, Napoli e la montagna bolognese;
- attività legate al periodico "Noi Donne", fondato nel 1944 e organo dell'Udi fino al 1990, tra queste: diffusione della rivista; iniziative organizzate in occasione della Giornata internazionale della donna come sfilate di carri allegorici, manifestazioni e il "Concorso delle edicole" (indetto ogni anno per premiare la migliore edicola decorata con i numeri della rivista); organizzazione di feste all'aperto; allestimento di stand e di mostre espositive con cui far conoscere le iniziative e le battaglie sostenute dal periodico e dall'Udi; organizzazione di tavole rotonde e di incontri sulla stampa e l'editoria femminili;
- attività legate alle relazioni internazionali, tra queste: visite ufficiali di delegazioni di funzionarie e di attiviste Udi a Berlino e nell'ex Unione sovietica; visite ufficiali di delegazioni, sovietiche e vietnamite a Bologna; iniziative di solidarietà sostenute nei primi anni Cinquanta del Novecento a favore dei bambini coreani; partecipazioni di delegazioni di funzionarie e di attiviste Udi a convegni e congressi internazionali; organizzazione di incontri per discutere di tematiche di interesse internazionale;
- iniziative in occasione della Giornata internazionale della donna (8 Marzo), tra queste: organizzazione di eventi presso le sedi dei diversi circoli Udi a Bologna e nella provincia; spettacoli teatrali; sfilate di carri allegorici; allestimento degli stand per la distribuzione della mimosa nelle piazze di Bologna e di altre località;
- iniziative legate al mondo del lavoro, tra queste: campagne fotografiche sul lavoro femminile; scioperi, solidarietà verso gli scioperanti e manifestazioni sull'occupazione, sulla formazione, sui diritti dei lavoratori e sulle pensioni organizzate, sostenute dall'Udi e/o alle quali l'associazione ha preso parte; organizzazione e partecipazione ad incontri, convegni e iniziative sul tema del lavoro;
- attività legate al tema dei servizi sociali, tra queste: istituzione di ambulatori medici di quartiere destinati in particolare a donne e a bambini; manifestazioni, convegni e incontri - svoltisi a Bologna e in altre città - organizzati dall'Udi e/o ai quali l'associazione ha preso parte (in particolare sul tema degli asilo nido e delle scuole materne);
- iniziative dedicate al tema della pace, tra queste: raccolta firme a sostegno di appelli di pace; manifestazioni, convegni e incontri per la pace, dedicati alle madri dei caduti della seconda guerra mondiale e contro la guerra nucleare, organizzati dall'Udi e/o ai quali l'associazione ha preso parte, svoltisi in particolare in occasione della Giornata internazionale della donna;
- congressi indetti dall'Udi a livello locale, provinciale e nazionale: 1° congresso del circolo Udi di Castel Maggiore; 2° congresso del circolo Udi di Borgo Panigale; 1°, 3°, 6°, 7°, 8°, 9° e 10° congresso dell'Udi di Bologna; 3°, 4°, 5°, 7°, 8° e 9° congresso dell'Udi nazionale;
- iniziative legate a temi come maternità, consultori e aborto, tra queste: convegni e seminari sul tema della maternità; manifestazioni e incontri a favore dell'istituzione di consultori; incontri e manifestazioni a favore della regolamentazione dell'aborto e, successivamente, contro l'abrogazione della legge sull'aborto (Legge 22 maggio 1978, n. 194);
- iniziative legate ai temi del divorzio e del diritto di famiglia, tra queste: incontri e manifestazioni per l'introduzione del divorzio nell'ordinamento giuridico italiano e, successivamente, contro l'abrogazione della legge sul divorzio (Legge Fortuna-Baslini del 1° maggio 1970); manifestazioni e raccolta firme a favore della riforma del diritto di famiglia (Legge 19 maggio 1975, n. 151);
- manifestazioni contro la violenza sulle donne, organizzate dall'Udi a livello provinciale, a Bologna, e a livello nazionale, a Roma;
- incontri, seminari, convegni e iniziative di varia natura, per lo più organizzate dall'Udi e/o alle quali l'associazione ha preso parte, a Bologna e in altre città italiane.
Si conservano inoltre:
- una raccolta di ritratti di personalità legate alla storia della Resistenza (partigiane e partigiani italiani, politici e partigiani albanesi) costituita probabilmente con finalità commemorative;
- ritratti, per lo più formato tessera, di funzionarie e di attiviste appartenenti all'Udi di Bologna e ad altri circoli Udi della provincia bolognese, presumibilmente fotografie consegnate dalle iscritte al momento del tesseramento.
La storia del fondo fotografico è strettamente legata alla costituzione dell'archivio Udi di Bologna nel suo complesso e, dunque, all'istituzione del Gruppo Archivio (n.d.r. Una delle articolazioni interne dell'associazione come da Statuto (Statuto Udi 2014, "Titolo II Scopo - finalità, ART. 2: [...] L'Udi - Unione Donne In Italia di Bologna si articola nei gruppi: Gruppo Giustizia e Gruppo Archivio con possibilità di attivare nuovi altri gruppi di lavoro, qualora si rendesse necessario."), di cui facevano parte Ermanna Zappaterra, Lucia Cenocchi, Ester Bellini, Silvana Martignani, Maria Angela Tedde, Rossana Bersani, Pina di Filippo, Magda Abbati, Mora Valli e Carmen Armaroli), avvenuta nel luglio 1987 allo scopo di intraprendere un intervento di ricognizione, di riordino e di descrizione dei complessi documentari conservati presso la sede dell'Udi di Bologna, similmente a quanto si stava compiendo anche a livello nazionale, allo scopo di ripercorrere le tappe della storia dell'associazione, di ricostruire le vicende legate all'emancipazione e alla liberazione femminile italiana, e di far conoscere il contributo dato dall'Udi alla crescita del movimento delle donne.
Sempre seguendo l'esempio dell'Udi Nazionale (n.d.r. L'associazione, a livello nazionale, già a partire dalla prima assemblea nazionale autoconvocata nell'ottobre 1982, nella persona di Luciana Viviani, aveva avanzato la proposta di istituire il Gruppo Archivio romano per "realizzare la continuità dell'Udi attraverso strumenti di comunicazione e di sviluppo della cultura del movimento delle donne; tra questi 'l'archivio', come materiale che l'Udi ha prodotto e produrrà; testimonianza della storia, canale di ricerca di identità e approfondimento delle proprie radici" ("Memoria" redatta dall'Udi nazionale, databile al 1988, conservata presso Archivio Udi di Bologna)) il Gruppo Archivio, successivamente alla sua costituzione, iniziò a muoversi in una duplice direzione, da un lato la ricognizione e l'organizzazione della documentazione già in possesso dell'associazione, dall'altro, il reperimento della documentazione mancante, attraverso la richiesta diretta rivolta a circoli della provincia bolognese e a singole attiviste, sempre sulle orme di quanto già fatto dal Gruppo Archivio nazionale, che aveva rivolto la sua richiesta anche dalle pagine del periodico "Noi Donne".
In una lettera spedita alla fine del 1987 alle donne dei circoli della provincia bolognese veniva quindi fatto invito a partecipare alla costruzione dell'archivio Udi di Bologna con queste parole:
"Care amiche,
è in corso all'Udi di Bologna un progetto molto interessante: raccogliere tutto il materiale che in questi anni è confluito nella ns/sede, nelle vostre case e nei circoli per dargli una sistemazione organica; costruire un archivio!
È importante per noi tutte, perché ci permetterebbe di ripercorrere le tappe della ns storia, di ricostruire l'intera vicenda della emancipazione e della liberazione femminile italiana, di offrire la possibilità anche a chi non ci conosce di verificare il contributo che la nostra Associazione ha dato alla crescita del movimento delle donne. [...]
Vorremmo che tutte insieme fossimo coinvolte in questo progetto e chiediamo il vostro aiuto.
Ci occorre la vostra singola memoria storica, per rendere vitale l'archivio [...]
Vorremmo però invitarvi ad uno sforzo ulteriore [...] sarebbe importante che ci inviaste o ci portaste, nella nostra sede in via Zamboni, qualunque cosa che riguardi l'Udi e che conservate, in casa o nel circolo: ricevute di contributi, volantini, giornali, manifesti, comunicati, note spese ..., ci interessa tutto, perché tutto ha importanza per ricostruire la nostra storia [...]".
(n.d.r. Lettera inviata ai circoli e alle singole attiviste alla fine del 1987, firmata da Ermanna Zappaterra, Graziella Zavatti del Gruppo Archivio e da Rita Grasso del Gruppo regionale DDD, conservata presso l'Archivio Udi di Bologna).
Attraverso elenchi dattiloscritti piuttosto dettagliati (n.d.r. Conservati presso l'Archivio Udi di Bologna) è possibile risalire alla consistenza e al tipo di documentazione conservata presso la sede dell'Udi di Bologna all'inizio del lavoro di recupero del Gruppo Archivio, mentre relativamente al patrimonio fotografico si fa generica menzione solo nella premessa di una proposta d'intervento archivistico per il 1990, dove si segnala in modo generico che fanno parte dell'archivio anche un centinaio di manifesti e due contenitori di fotografie, delle quali non viene accennata però nè la consistenza nè la tipologia.
Consultando però gli elenchi relativi ai documenti, dai quali si desume che la documentazione originariamente conservata era prevalentemente inerente alle questioni oggetto di iniziativa politica dell'associazione, quali "occupazione femminile", "maternità e sessualità", "diritto di famiglia", "servizi sociali", soprattutto in riferimento agli anni Settanta e primi Ottanta del Novecento, e analizzando direttamente il materiale fotografico, in particolar modo quello ancora conservato all'interno delle originali unità di conservazione (buste di carta intestate a studi fotografici recanti iscrizioni manoscritte originali relative a eventi documentati e datazioni) è possibile ipotizzare che le fotografie originariamente conservate dall'Udi Bologna fossero quelle derivanti da commissioni a fotografi professionisti e studi fotografici, finalizzate a documentare le attività e le iniziative organizzate dall'associazione e alle quali questa aveva preso parte tra gli anni Sessanta e Settanta del Novecento. A conferma di ciò si prenda in considerazione il fatto che la documentazione in questione sembra essere quella che negli anni ha mantenuto l'originaria fisionomia, in particolare di servizio fotografico, e l'originario ordinamento cronologico corrispondente alla sua sedimentazione.
Per quanto riguarda le fotografie con datazione anteriore, queste, pur presentandosi dal punto di vista tematico piuttosto uniformi e pertinenti nel documentare l'attività dell'associazione, mostrano nel complesso una varietà di formati (anche tipici della fotografia amatoriale e di uso privato), di responsabilità autoriali e di iscrizioni originali sui versi, tali da far supporre si tratti per lo più di documentazione proveniente da diversi circoli della periferia e della provincia bolognese (n.d.r. Soprattutto a seguito della riorganizzazione dell'associazione, avvenuta nel 1982, quando, mutata l'articolazione capillare centralizzata, seguì anche la chiusura della maggior parte dei circoli locali cittadini), nonché da singole attiviste Udi.
Per quanto riguarda, infine, i materiali fotografici con datazione a partire dagli anni Ottanta del Novecento, sono da considerarsi in parte frutto di commissioni a studi fotografici e in parte realizzati dalle attiviste stesse per l'associazione, al comune scopo di documentare le attività e le iniziative sostenute dall'Udi, a Bologna e in altre città italiane.
Proprietà dell'Unione donne in Italia (Udi) di Bologna, via Castiglione, 24 - 40124 Bologna.
Regole di accesso ed uso:
Fatte salve le norme di legge sulla consultabilità, per le modalità di accesso, consultazione e l'eventuale utilizzo del materiale si contatti la dottoressa Eloisa Betti (eloisabetti@gmail.com), responsabile scientifica degli archivi dell'Udi di Bologna.
Storia archivistica:
Un primo intervento organico sul fondo fotografico, già più volte auspicato dal Gruppo Archivio in numerose memorie e piani di lavoro, si ha a seguito dell'allestimento della mostra "Una, tante. I volti e le storie di donne dal 1945 alla fine degli anni '70", curata nel 1992 dal Gruppo Archivio Udi di Bologna e della pubblicazione del relativo catalogo (n.d.r. Gruppo Archivio Udi Bologna (a cura di), "Una, tante. I volti e le storie di donne dal 1945 alla fine degli anni '70", Bologna, Tipografia Roncagli, 1992).In quest'occasione, fortemente voluta dalle attiviste dell'associazione come ideale compimento e presentazione del lavoro del Gruppo Archivio (n.d.r. In data 5 giugno 1991 la Soprintendenza archivistica per l'Emilia Romagna aveva dichiarato l'archivio dell'Udi di Bologna "di notevole interesse storico", a seguito della visita allo stesso condotta dalla dott.ssa Elisabetta Arioti) e come iniziativa attraverso la quale far conoscere anche i volti e le storie delle donne protagoniste dell'associazione, si era già posta infatti la necessità, non trascurabile al fine della scelta delle fotografie da esporre, di affrontare un primo lavoro di ricognizione e schedatura dei materiali. Successivamente, nel corso degli anni Novanta del Novecento, il fondo fotografico è stato dunque oggetto di un intervento di catalogazione ad opera della dott.ssa Magda Abbati (n.d.r. Per questo e per i successivi riferimenti si faccia riferimento a Unione Donne Italiane - Gruppo Archivio di Bologna. Archivio fotografico. Inventario a cura di Magda Abbati. Relazione introduttiva. Dicembre 1999).
La catalogazione ha interessato circa 2.500 positivi delle oltre tremila fotografie presenti nell'archivio. Sono infatti stati esclusi dalla descrizione i negativi e i provini a contatto, talvolta presenti in relazione ad alcune delle fotografie catalogate; non sono rientrati nella catalogazione anche alcuni positivi: necessariamente quelli con datazione successiva alla data dell'intervento, ma anche stampe facenti parte di servizi fotografici descritti, presumibilmente ritrovate in anni successivi, e stampe a colori risalenti agli anni Ottanta e Novanta del Novecento, forse acquisite a catalogazione terminata.
Durante l'intervento della dott.ssa Abbati le fotografie si trovavano conservate in dieci faldoni e un fascicolo, ovvero come le attiviste del Gruppo Archivio le avevano organizzate dopo il lavoro di ricognizione e di identificazione da loro condotto sul materiale fotografico. A seguito di questo sul verso della maggior parte delle fotografie erano state apposte iscrizioni, a penna o lapis, recanti datazioni, soggetti ed eventi documentati e, talvolta, nominativi delle persone ritratte. Per ogni fotografia era poi stata compilata una scheda cartacea (n.d.r. Scheda descrittiva di livello inventariale nella quale sono stati rilevati: data (effettiva o attribuita con intervallo); soggetto (avvenimento o la situazione ritratta); luogo dello scatto; persone identificate; responsabilità autoriali; dimensione; tecnica; eventuali note) elaborata dalla dott.ssa Abbati e a ciascun documento era stato assegnato un numero di catalogo progressivo, poi riportato sul verso.
Successivamente ha preso avvio l'intervento di catalogazione vero e proprio e, sulla base delle schede cartacee, sono stati impostati i record descrittivi di rilevazione ai quali è stata associata la numerazione progressiva già assegnata alle singole fotografie, utilizzando il software FileMaker Pro 3.0. Al termine della catalogazione sono stati prodotti uno strumento informatizzato, attualmente non reperibile, e due strumenti di corredo: la stampa completa dei record secondo la numerazione progressiva del numero di inventario da 1 a 2.523 (n.d.r. Dei cinque volumi che costituivano l'elenco, sono rimasti solo il n. 3 (fotografie nn. 1.001-1.500) e il n. 5 (fotografie nn. 2.001-2.523)) e la stampa dell'elenco dei soggetti delle fotografie in ordine alfabetico, con l'indicazione della data e del numero progressivo.
L'intervento della dott.ssa Abbati non prevedeva un riordino dei materiali, così come ha escluso la possibilità di una riorganizzazione degli stessi. Si può dunque ipotizzare che, almeno in una certa misura, l'ordine progressivo delle fotografie così descritte sia da considerarsi traccia dell'originale sedimentazione della documentazione prodotta e raccolta dall'Udi di Bologna. Secondo questo numero progressivo di inventario, risulta evidente che la documentazione continuava a presentarsi, al termine del lavoro di catalogazione, in parte organizzata su base tematica (fotografie databili dalla seconda metà degli anni Quaranta fino all'inizio degli anni Sessanta del Novecento) e in parte su base cronologica (fotografie databili dai primi anni Sessanta fino alla fine degli anni Settanta del Novecento), secondo le diverse modalità di acquisizione e le differenti provenienze dei materiali.
Alla fine degli anni Novanta del Novecento si ipotizza dunque che la documentazione si potesse presentare organizzata in dieci faldoni (bb. "1-10"), all'interno dei quali le fotografie erano conservate in buste di carta originali e non, sulle quali erano indicati i numeri di inventario delle fotografie e il numero del faldone. In alcuni casi le buste contenenti servizi fotografici o fotografie di soggetto affine erano suddivise al loro interno in buste di carta e camicie su base tematica e cronologica.
E' possibile infatti rilevare il tentativo da parte del Gruppo Archivio, precedente o successivo all'intervento di catalogazione, di organizzare la documentazione in raggruppamenti tematici, dall'analisi delle unità di condizionamento che possono con certezza essere definite originali, come ad esempio le buste intestate agli studi fotografici, unitamente all'analisi di altre unità di condizionamento (camicie e buste di carta). Resta traccia di questo lavoro in superstiti buste di carta su cui compaiono iscrizioni manoscritte quali "Gruppo n. 5 Conquiste sociali", "Gruppo n. 8 Pace", "Gruppo n. 10 Emancipazione", "Gruppo n. 11 Violenza sessuale", "Gruppo n. 12 Diritto di Famiglia" e "Gruppo n. 13 Aborto". A queste si aggiungono alcune camicie di carta bianche collegate ad un'iniziativa svoltasi a Bologna nell'autunno 1990 (n.d.r. Iscrizione a stampa sulle camicie di carta Incontri su: scambi di esperienze e vissuti di donne dentro e fuori i servizi sociosanitari: visibilità, valorizzazione, trasmissione dei saperi femminili. Gruppi promotori: Coordinamento donne maternità D'Azeglio. Gruppo donne consultorio Marsala. Gruppo donne dolci. Unione donne italiane. Bologna. 29 settembre 1990. 13 ottobre 1990. 27 ottobre 1990. c/o Udi via Castiglione 26) sulle quali sono presenti iscrizioni manoscritte quali "Pace anni 40", "Pace anni 50", "Pace anni 60", "Pace anni 70", "Aborto 1970", "Parità ed emancipazione anni 60", "Violenza anni 80", "Diritto di famiglia anni 70" e all'interno delle quali sono presenti elenchi manoscritti delle fotografie in esse conservate.
Dal giugno 1991 l'archivio dell'Udi Bologna era conservato presso la sede di via De' Falegnami 3/C a Bologna; nel febbraio 2010, la documentazione fotografica è stata trasferita, unitamente ai fondi Unione donne in Italia (Udi) di Bologna e Unione donne in Italia (Udi) Comitato regionale Emilia-Romagna, nell'attuale sede dell'associazione in via Castiglione 24, a seguito dell'ultimo trasloco dell'Udi di Bologna dai locali di via Castiglione 26.
Nel 2013 ha preso avvio un intervento, poi interrotto, di ricondizionamento e riordino della documentazione, presumibilmente su base tematica. Solo una parte della documentazione è stata parzialmente ricondizionata con materiali certificati per la conservazione fotografica e le fotografie, estratte dai faldoni e dalle buste (originali e non), sono state inserite a piccoli gruppi in buste di polipropilene in base ai soggetti rappresentati. Il legame con l'unità di conservazione precedente (bb. "1-10") è stato in parte preservato tramite indicazioni manoscritte su cartoncino relative alle buste di provenienza.
Precedentemente all'attuale intervento di riordinamento e descrizione, il fondo è stato dunque oggetto di una catalogazione, condotta negli anni Novanta del Novecento e di un parziale ricondizionamento e ordinamento nel primo decennio degli anni Duemila.
A seguito di questi interventi la documentazione, si presentava organizzata come segue:
- 6 raccoglitori ad anelli, contenenti un numero variabile di fotografie di soggetto eterogeneo databili dagli anni Quaranta ai primi anni Sessanta del Novecento;
- faldone con etichetta "Foto A", contenente: due buste di carta originali vuote "Gruppo n. 13 Aborto" e "Gruppo n. 5 Conquiste sociali"; fotografie che non presentavano numero di catalogo sul verso, raccolte in servizi fotografici all'interno di buste originali intestate a studi fotografici, ordinate cronologicamente, risalenti agli anni Sessanta e Settanta del Novecento e relative in particolare ad iniziative sul tema dell'emancipazione, l'aborto e i servizi sociali;
- faldone con etichetta "Foto B", contenente: busta di carta originale "Gruppo n. 10 Emancipazione" e camicia di cartaa originale "Parità ed emancipazione anni 60", entrambe vuote; una camicia di carta recante l'iscrizione "Foto cartellone" contenente alcune fotografie di soggetto eterogeneo; fotografie che non presentavano numero di catalogo sul verso, raccolte in servizi fotografici all'interno di buste originali intestate a studi fotografici, ordinate cronologicamente, risalenti agli anni Sessanta del Novecento e relative in particolare ad iniziative sul tema dell'emancipazione;
- faldone con etichetta "Foto C" e iscrizione "Foto recenti", contenente: 4 Cd-R; fotografie di soggetto eterogeneo, non catalogate, raccolte in album o servizi fotografici e risalenti in particolare ai primi anni Duemila;
- faldone con etichetta "Foto D" e iscrizione "Dal 1945 x argomenti", contenente: buste di carta originale "Gruppo n. 8 Pace", "Gruppo n. 11 Violenza Sessuale", "Gruppo n. 12 Diritto di famiglia" e camicie di carta originali "Pace anni 40", "Pace anni 50", "Pace anni 60", "Violenza anni 80", talvolta contenenti fotografie di soggetto pertinente alla titolazione; fotografie che per lo più non presentavano numero di catalogo sul verso, raccolte in servizi fotografici all'interno di buste originali intestate a studi fotografici, ordinate cronologicamente, risalenti agli anni Sessanta e Settanta del Novecento e relative in particolare ad iniziative sul tema della pace e del diritto di famiglia;
- 4 faldoni identificati, rispettivamente, dalle iscrizioni "639 - 1.029", "1.030 - 1.579", "1.580 - 2.014" e "2.015 - 2.523", contenenti fotografie recanti sul verso numeri di catalogo pertinenti alle titolazioni delle unità di conservazione, di soggetto eterogeneo, risalenti agli anni Sessanta e Settanta del Novecento, talvolta suddivise in buste di carta originali e non, sulle quali erano indicati i numeri di inventario delle fotografie e il faldone originale d'appartenenza;
- faldone con iscrizione "70. Provini e Negativi", contenente in particolare negativi e provini a contatto non catalogati, risalenti agli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento e conservati in buste per lo più prive di indicazioni circa il contenuto;
- 1 album con copertina in simil pelle, contenente fotografie relative alla visita di una delegazione vietnamita a Bologna svoltasi il 15 marzo 1969;
- 3 camicie di carta contenenti fotografie prive di numero di catalogo sul verso e fotografie con numero di catalogo sul verso, presumibilmente non ricondotte ai faldoni di provenienza dopo la consultazione.
Criteri di ordinamento:
A seguito della ricognizione dei materiali che costituiscono il fondo e di uno approfondito studio dei precedenti interventi sulla documentazione, si è ritenuto di non considerare l'intervento di cui la documentazione è stata solo parzialmente oggetto nel 2013, in ragione dell'impossibilità di ricostruirne pienamente le finalità e la ratio, essendo stato interrotto.Si è pertanto deciso di ripristinare l'organizzazione dei materiali così come si è accertato potesse presentarsi alla fine degli anni Novanta del Novecento e, dunque, al termine della catalogazione della dott.ssa Abbati. Questo intervento infatti non aveva previsto un riordino dei materiali, preferendo mantenere quello che, almeno in una certa misura, si può ipotizzare potesse essere l'originale sedimentazione della documentazione prodotta e raccolta dall'Udi Bologna e la successiva organizzazione data alla stessa dal Gruppo Archivio, a seguito del lavoro di identificazione e datazione delle singole fotografie, preliminare alla catalogazione, secondo le diverse modalità di acquisizione e le differenti provenienze dei materiali.
L'attuale intervento ha pertanto dapprima preso in considerazione le unità di conservazione che ancora potevano essere messe in relazione con la suddetta organizzazione, ovvero i quattro faldoni sui quali erano riportati i numeri di catalogo. Confrontando questi ultimi e quelli riportati sulle buste di carta, con quelli presenti sui versi delle fotografie ancora qui conservate, è stato possibile individuare le fotografie estratte e trasferite nei sei raccoglitori ad anelli nel corso dell'intervento del 2013.
Si è dunque proceduto, da un lato, al riordino e all'identificazione dei servizi fotografici e delle serie tematiche originali all'interno dei faldoni, grazie anche alle iscrizioni presenti sulle buste di carta; dall'altro, al prelievo delle fotografie conservate nei sei raccoglitori e alla loro ricollocazione nei faldoni e nelle buste di carta da cui erano state estratte, riconducendo nella maggioranza dei casi le singole fotografie ai servizi fotografici di provenienza.
L'intervento è proseguito con i quattro faldoni individuati dalle iscrizioni "Foto A", "Foto B", "Foto C"/"Foto recenti" e "Foto D"/"Dal 1945 x argomenti", a partire da quest'ultimo poiché, a dispetto dell'ampio arco cronologico riportato nella titolazione, le fotografie in esso contenute erano soprattutto riferibili agli anni Sessanta e Settanta del Novecento e potevano quindi in parte completare i servizi fotografici già precedentemente individuati. Successivamente, sempre per una questione di datazione, sono state riaccorpate in servizi fotografici, in parte ricondotte a servizi fotografici già individuati e ordinate cronologicamente, le fotografie dei faldoni "Foto A" e "Foto B".
Anche in questi casi, sulle buste erano talvolta indicati i numeri di catalogo delle fotografie in essi originariamente inserite e si è pertanto proceduto al recupero delle fotografie con numero di catalogo pertinente spostate nei raccoglitori ad anelli.
Alla fine di queste operazioni la documentazione relativa agli anni Sessanta e Settanta del Novecento si presenta organizzata per lo più in servizi fotografici ordinati cronologicamente, ovvero secondo l'ipotizzato criterio originale di sedimentazione.
La ricognizione dei materiali aveva rilevato, nel faldone con iscrizione "70. Provini e Negativi", la presenza di negativi e provini a contatto risalenti in particolare agli anni Cinquanta del Novecento, ma anche di stampe relative agli anni Ottanta e Novanta del Novecento, in parte già organizzate in servizi fotografici presumibilmente conservate con i negativi e i provini perché esclusi dall'intervento di catalogazione. Nel faldone "Foto C"/"Foto recenti" erano conservate invece fotografie relative agli anni Novanta e ai primi Duemila, già parzialmente organizzate in servizi fotografici e serie tematiche.
Terminata così l'organizzazione della documentazione dagli anni Sessanta ai primi anni Duemila in servizi fotografici (identificati principalmente sulla base di iscrizioni originali, datazioni e timbri relativi alle responsabilità autoriali) e serie tematiche, le diverse unità archivistiche e le eventuali unità documentarie sono state ordinate cronologicamente.
Si è poi proceduto a fare lo stesso con la restante documentazione relativa agli anni Quaranta e agli anni Cinquanta del Novecento, per lo più conservata nei sei raccoglitori ad anelli e rinvenuta nelle precedenti operazioni di riordino tra il materiale fotografico di anni successivi. La ricognizione sulle fotografie aveva già rilevato una certa eterogenità di soggetti e varietà di formati, da attribuirsi probabilmente anche alle diverse provenienze di tali materiali, in questo caso talvolta pervenuti a seguito di richieste del Gruppo Archivio alle attiviste e a seguito della chiusura dei circoli Udi locali, che depositarono parte della loro documentazione presso l'Udi Bologna per evitarne la dispersione. Per prima cosa si è proceduto all'individuazione dei possibili servizi fotografici, attraverso i timbri e le iscrizioni sul verso delle fotografie, poiché raramente la documentazione si presentava conservata in buste di carta con indicazioni circa il contenuto (fotografie realizzate dal 1947 fino alla fine degli anni Cinquanta del Novecento). Anche in questo caso i servizi fotografici individuati sono stati ordinati cronologicamente e, quando possibile, sono stati ricondotti alle stampe dei servizi fotografici anche i negativi e i provini a contatto corrispondenti, conservati nel faldone "70. Provini e negativi". Ciò che non è stato possibile ricondurre a servizi fotografici è stato infine descritto come unità documentaria o come serie tematica, nel caso in cui fosse evidente che nella raccolta dei materiali a prevalere fosse stata la volontà di documentare il tipo di iniziativa o attività, più che il singolo evento oppure quando risultava impossibile identificare con precisione gli eventi documentati.
Si fa notare che la documentazione relativa agli anni Quaranta e Cinquanta del Novecento, seppur diversamente sedimentata, è stata comunque ordinata cronologicamente.
La documentazione ora confluita nella serie Ritratti, infine, si presentava conservata all'interno di uno dei raccoglitori ad anelli, dove era stata spostata nel corso dell'intervento di riordino del 2013, ancora inserita nella busta di carta originale recante l'iscrizione "Ritratti". Trattandosi di documentazione per certi versi differente rispetto all'altra, sia per provenienza sia per modalità e finalità di acquisizione, si è proceduto a descriverla autonomamente.
Al termine di questo riordino, necessario al ripristino dell'originale sedimentazione della documentazione (soprattutto per quanto riguarda la documentazione frutto di commissioni a studi fotografici dai primi anni Sessanta fino alla fine degli anni Settanta del Novecento) si propone un'organizzazione della documentazione su base tematica, al fine di ricostruire e completare l'organizzazione che il Gruppo Archivio aveva iniziato a dare alla documentazione e di cui è rimasta traccia sulle buste di carta e sulle camicie rinvenute, recanti iscrizioni quali ad esempio "Pace", "Emancipazione", "Aborto", "Violenza sessuale", "Conquiste sociali", "Diritto di famiglia", "Parità ed emancipazione", talvolta accompagnate da indicazioni cronologiche di massima come "anni 40", "anni 60", "anni 70".
Queste unità di conservazione in fase di ricognizione sono state rinvenute per lo più vuote, ma nei casi in cui al loro interno vi fossero ancora conservate fotografie, queste non solo risultavano pertinenti alla titolazione, ma confermavano la volontà di suddividere la documentazione, comunque ordinata cronologicamente, secondo "temi" o "parole chiave" capaci di richiamare in modo significativo le funzioni e le attività dell'Udi.
Al termine dell’identificazione e del riordino dei materiali conservati, si è quindi deciso di organizzare la documentazione fotografica nelle seguenti serie:
- Infanzia
- Solidarietà
- "Noi Donne"
- Relazioni internazionali
- 8 Marzo (Giornata internazionale della donna)
- Lavoro
- Servizi sociali
- Pace
- Congressi
- Maternità, consultori e aborto
- Divorzio e diritto di famiglia
- Violenza
- Incontri, seminari, convegni e iniziative
- Varie
- "Ritratti"
All'interno di ciascuna serie, la documentazione descritta (unità archivistiche e unità documentarie) è stata ordinata cronologicamente.
Si è ritenuto opportuno mantenere l'organizzazione impostata dal Gruppo Archivio, anche se alcuni dei "temi" da questo individuati sono stati talvolta ridefiniti di concerto con l'associazione in modo da renderli più pertinenti come denominazioni, tenendo conto anche di quanto fatto negli archivi dell'associazione a livello nazionale, regionale e provinciale.
Relativamente alle serie Infanzia e Lavoro si è prevista un'ulteriore organizzazione in sottoserie come segue:
Infanzia:
- Asili nido e scuole materne
- Colonie e doposcuola
- Eventi ed iniziative
Lavoro:
- Donne e lavoro
- Scioperi, assemblee e manifestazioni
- Incontri, convegni e iniziative
Il materiale così organizzato è stato oggetto di descrizione analitica e inventariazione sulla piattaforma xDams, nell'ambito del progetto Una città per gli archivi.
Si segnala che la quasi totalità delle stampe fotografiche riportava sul verso iscrizioni manoscritte - in particolare identificazione dei soggetti e datazione - ad opera delle attiviste del Gruppo Archivio. Per quanto riguarda l'identificazione dei soggetti, nei casi in cui è stata confermata o ritenuta verosimile, è stata riportata come titolo proprio nelle diverse schede; diversamente l'identificazione ad opera del Gruppo Archivio è stata riportata solo come iscrizione presente sulla documentazione. In relazione alla datazione, nei casi in cui è stata ritenuta pertinente o verosimile, è stata riportata come datazione, per quanto attribuita, nelle diverse schede; diversamente la datazione rilevata dal Gruppo Archivio è stata riportata solo come iscrizione presente sulla documentazione.
Alla fine dell'intervento sul verso di ciascuna fotografia è stato riportato, in basso a destra, un nuovo numero d'inventario univoco, preceduto dalla sigla "FUB." (n.d.r. I numeri di inventario assegnati alle stampe nel corso dell'Intervento di catalogazione degli anni Novanta del Novecento sono stati riportati in ciascuna scheda descrittiva a livello pertinente); nelle buste in polipropilene dove sono conservate le fotografie, sono stati inseriti cartoncini che riportano il titolo proprio o attribuito dell'unità archivistica o documentarie, la datazione certa o attribuita e i numeri/il numero di inventario assegnato alla documentazione. Su ciascuna scatola, infine, è stata apposta un'etichetta esplicativa il contenuto.
Inventario a cura di Marta Magrinelli redatto nel 2017-2018 nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi", promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.
Note:
Stato di conservazione:La documentazione mostra nel complesso uno stato di conservazione discreto. Le stampe fotografiche presentano in generale danneggiamenti di tipo meccanico, quali piegature, sgualciture e, solo a carico di alcuni esemplari, strappi, lacerazioni e lacune; i negativi su pellicola mostrano un buono stato di conservazione.
Nel corso dell'attuale intervento i diversi fototipi (negativi su pellicola, stampe gelatina bromuro d'argento su carta, stampe a sviluppo cromogeno su carta) sono stati sottoposti a depolveratura per mezzo di pennelli speciali a setole morbide e le originali unità di conservazione sono state sostituite; le fotografie sono quindi state ricondizionate con materiali idonei e provvisti di certificazione Pat per la conservazione fotografica: camicie di carta permanente a riserva alcalina, buste in polipropilene di diverso formato e scatole in cartone microonda Canson con meccanismo ad anelli.
La documentazione è conservata da:
La documentazione è stata prodotta da:
Redazione e revisione:
- Redatta in xDams , 08/12/2016 - 20/12/2018
Bibliografia:
- Unione donne italiane di Bologna (Udi), Donne in cammino. Parole e gesti, interviste e racconti, Bologna: Edizioni Ruggero, 1998.
- Gruppo Archivio Udi di Bologna, Una tante. I volti e le storie di donne dal 1945 alla fine degli anni '70, Bologna: Tipografia Roncagli, 1992.