Gerarchia:
Archivio sonoro dell'Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica » Conversazioni telefoniche e comunicazioni radio » Cockpit voice recorder (Cvr)Denominazione:
Cockpit voice recorder (Cvr)Tipologia:
sottoserieData:
1980 giu. 27Note alla data:
documenti riprodotti in formato digitale nel 2011.Consistenza:
files 3Descrizione:
Si compone delle registrazioni, su tre canali autonomi, delle voci del pilota del Dc9 Itavia IH 870, il comandante Domenico Gatti, del navigatore e dei rumori ambientali della cabina, relative all'ultima mezz'ora precedente il disastro, compresa dunque tra le ore 18:30 e le ore 18:57 zulu del 27 giugno 1980.Storia archivistica:
Tra i pezzi del relitto del Dc9, recuperati nel corso delle attività condotte tra il 10 giugno e il 2 luglio 1987 dal sottomarino Nautile dell'Institut français de recherche pour l'exploitation de la mer (Ifremer), figurò anche il Cockpit voice recorder (Cvr) o "scatola nera", ovvero il registratore di suoni presente in cabina di pilotaggio.Il registratore dell'aeromobile del tipo recuperato consisteva in un apparecchio con quattro piste di scorrimento con quattro testine di registrazione autonome. Queste registravano le voci del pilota, del copilota, del navigatore e i rumori ambientali della cabina.
Sebbene il registratore fosse continuamente in funzione sono pervenuti solamente gli ultimi trenta minuti di registrazione poichè il meccanismo di funzionamento prevedeva che al termine di ogni mezz'ora il nastro venisse cancellato automaticamente e nuovamente sovrascritto per consentirne un ulteriore utilizzo.
Nel 1989 il giudice istruttore (gi) Vittorio Bucarelli incaricò il collegio di esperti coordinato da Massimo Blasi di eseguire sul Cvr una perizia fonica, per la precisa individuazione del fonema "Gua", rilevabile dalla registrazione del Cvr, e una perizia acustica, al fine di individuare con certezza l'origine (e quindi la compatibilità con le diverse ipotesi causali prospettate) dei rumori registrati nella parte terminale del nastro.
Nell'ottobre 1990, a seguito delle discussioni sorte sui significati dati a rumori o impulsi di rumore registrati nella parte finale del nastro del Cvr, il gi decise una nuova perizia acustica da affidare ai consulenti tecnici d'ufficio (ctu) Giovanni Ibba e Andrea Paoloni con i seguenti precisi quesiti: accertare, con particolare riguardo alla parte finale del nastro magnetico in cui è stata evidenziata da precedenti indagini peritali la presenza di alcuni impulsi di rumore tra loro ravvicinati, la natura e l'attribuzione dei suddetti impulsi; e, qualora uno, o anche più, di tali impulsi fosse riconducibile a quello del rumore generato da uno scoppio, riferire se quest'ultimo fosse stato determinato da un ordigno esploso all'interno o all'esterno dell'aeromobile.
Tenuto conto inoltre delle discussioni generate dalla interpretazione del collegio Blasi al riguardo dell'ultimo monosillabo rimasto registrato sul Cvr e da chi esso fosse stato pronunciato, sempre nell'ottobre 1990 il gi dispose una nuova perizia fonica, affidando l'incarico al collegio Ibba-Paoloni e chiedendo di riferire sull'interpretazione fonetica del monosillabo registrato sul nastro magnetico del Cvr e percepibile all'ascolto immediatamente prima dell'arresto di quest'ultimo. I periti avrebbero poi dovuto accertare se il frammento di parola era da attribuire al pilota o al copilota presenti nella cabina di pilotaggio del Dc9. Dal monosillabo si chiese di estendere l'esame e l'interpretazione alle parole e ai rumori registrati precedentemente all'ultimo fonema.
I consulenti Ibba e Paoloni provvidero inoltre a riversare il contenuto del Cvr su un ulteriore nastro analogico, fornendone copia a Gian Piero Benedetti, nominato consulente tecnico di parte lesa (cpt) nella perizia acustica e fonetica. In quella occasione fu effettuata anche un'operazione di equalizzazione sul materiale originale presso la Fondazione Ugo Bordoni.
Nel 2011 Benedetti ha tratto files digitali dai nastri analogici donandone copia all'Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica.
Nella sentenza-ordinanza del 31 agosto 1999, il gi Rosario Priore ricostruisce in questi termini la rilevanza rivestita dal reperto nel corso delle indagini: «Vi era una remota speranza che esso potesse ancora fornire - come in realtà si è almeno parzialmente verificato - quanto registrato all'interno dell'aereo prima durante e dopo l'incidente. Le indicazioni ottenute da tale strumento sono state fra quelle più importanti e preziose, tali che il recupero di tale reperto da solo ha ampiamente giustificato tutta l'operazione di recupero. Si pensi infatti che è stato possibile escludere definitivamente l'ipotesi, sia pure remota, del cedimento strutturale; si è determinato con sufficiente approssimazione l'istante dell'incidente; si è scoperto che a bordo a seguito dell'incidente improvviso si è verificato un black out elettrico; si è determinato che a bordo tutto era regolare fino al momento dell'incidente; è stato possibile effettuare una analisi acustica dei rumori che precedono il black out elettrico; etc.)».
La documentazione è conservata da:
Persone:
Enti:
- Società di navigazione aerea Itavia
Redazione e revisione:
- Redatta in xDams , 27/09/2011 - 25/11/2011