Città degli archivi

Archivio della Deputazione di storia patria per le province di Romagna

Denominazione:

Archivio della Deputazione di storia patria per le province di Romagna

Tipologia:

fondo

Data:

1860 - 1992

Consistenza:

132 bb. (con 21 regg., 211 fascc., 1 vol., 3 mazzi, 8 bollettari)

Descrizione:

Si compone della documentazione prodotta dalla Deputazione di storia patria per le province di Romagna nello svolgimento delle proprie attività istituzionali.

Storia archivistica:

La storia dell'archivio della Deputazione di storia patria per le province di Romagna è strettamente connessa alle vicende relative all'attribuzione di una sede stabile, che interessarono l'ente per tutta la sua attività. Ancora ad oggi la Deputazione ha solamente una sede legale, mentre per le periodiche sedute ed assemblee è ospitata dall'Archivio di Stato di Bologna.
Al momento della sua istituzione il sodalizio non ebbe una sede propria e tenne le riunioni talvolta presso la Biblioteca comunale, che si trovava nel palazzo dell'Archiginnasio, talvolta nell'abitazione del presidente Giovanni Gozzadini. Dopo la morte del conte la Deputazione iniziò a riunirsi presso l'Archivio di Stato per concessione dell'allora direttore, nonché membro della stessa deputazione, Carlo Malagola. Lo stato delle cose cambiò col subentro alla presidenza di Giosue Carducci, il quale mosse ripetute richieste al Ministero della pubblica istruzione per ottenere «almeno qualche stanza […] tanto per le adunanze di soci, come per collocarvi i libri e i suoi atti e l'ufficio di segreteria» (n.d.r. Archivio della Deputazione di storia patria per le province di Romagna, Carteggio classificato, 1887-1888, Disposizioni di massima, b. 29, fasc. 29, richiesta per una residenza, 19 novembre 1988).
Nel 1888 il Ministero stanziò una somma di 300 lire affinché la Deputazione potesse prendere in affitto dei locali idonei, così l'anno successivo l'ente ebbe la sua prima sede al pian terreno del palazzo Boncompagni, di proprietà del principe di Piombino, sito in via del Monte 8 (n.d.r. Archivio della Deputazione di storia patria per le province di Romagna, Carteggio classificato, 1887-1888, Disposizioni di massima, b. 29, fasc. 29, comunicazione del Ministero dell'istruzione pubblica, 30 novembre 1988; 1888-1889, Disposizioni di massima, b. 30, fasc. 30, trasferimento a palazzo Boncompagni, 26 maggio 1989). Qui rimase fino al 1912, quando, a seguito della concessione del Comune, si trasferì al civico 4 di via del Piombo, presso Casa Carducci (n.d.r. Archivio della Deputazione di storia patria per le province di Romagna, Carteggio classificato, 1910-1911, Disposizioni di massima, b. 53, fasc. 52, "Pratiche con l'Amministrazione comunale al fine di ottenere un locale adatto per la Deputazione nella Casa Carducci"; «L'Archiginnasio», VII, 1912, p. 182). Per circa vent'anni la Regia Deputazione rimase presso gli appartamenti che alla morte di Carducci erano stati acquistati dalla regina Margherita con l'intento di farne dono al Comune di Bologna (n.d.r. «L'Archiginnasio», II, 1907, pp. 55-56), contemporaneamente alcune riunioni si tennero altresì presso la Direzione della biblioteca dell'Archiginnasio (n.d.r. Archivio della Deputazione di storia patria per le province di Romagna, Carteggio classificato, 1921-1922, Inviti e verbali, b. 64, fasc. 63).
Nel 1934 «la Biblioteca Carducci rivendicava quei locali, e la grande riforma di De Vecchi favorì il reperimento di una nuova sede, di cui si fece carico il Comune di Bologna, che offrì un bellissimo appartamento al primo piano di palazzo Malvasia, in via Zamboni 11 (n.d.r. negli anni in cui vi ebbe sede la Deputazione il numero civico era il 18; oggi invece è il civico 16), dove fu possibile sistemare la biblioteca della Deputazione, il deposito delle pubblicazioni, la segreteria, e disporre un'ampia sala per le adunanze» (n.d.r. G. Fasoli, Premessa del presidente, in La Deputazione di Storia Patria per le Province di Romagna: centoventicinque anni dalla fondazione, Bologna, presso la Deputazione di Storia Patria, 1989, p. 7).
«Nell'ottobre del 1944, essendo stato distrutto dai bombardamenti il palazzo in Sasso di proprietà del conte Malvasia, questi pregò [la Deputazione] di accogliere temporaneamente alcune persone della sua servitù che non gli era possibile collocare altrove» (n.d.r. Archivio della Deputazione di storia patria per le province di Romagna, Carteggio classificato, 1944-1945, Disposizioni di massima, b. 80, fasc. 86, «Corrispondenza per lo sgombero della sede»). In seguito, altri sfollati occuparono i locali ad uso dell'ente senza alcun preavviso, costringendo la Deputazione a trasferire parte del materiale bibliografico e dell'archivio in altra sede provvisoria» (n.d.r. Archivio della Deputazione di storia patria per le province di Romagna, Carteggio classificato, 1944-1945, Personale, b. 80, fasc. 86, relazione del segretario reggente la presidenza Fulvio Mascelli al commissario governativo Giuseppe Micheli, [07 nov. 1945)]. La situazione si aggravò ulteriormente nel 1951 quando una società privata acquistò palazzo Malvasia sfrattando il sodalizio dai locali di via Zamboni; «la biblioteca, l'archivio, il magazzino delle pubblicazioni vennero trasferiti parte in alcuni locali di via Schiavonia 1, parte all'Archiginnasio, parte all'Archivio di Stato» (n.d.r. G. Fasoli, Premessa del presidente, in La Deputazione di Storia Patria per le Province di Romagna: centoventicinque anni dalla fondazione, Bologna, presso la Deputazione di Storia Patria, 1989, p. 8) e si riprese l'abitudine di riunirsi presso l'Archivio di Stato (n.d.r. Archivio della Deputazione di storia patria per le province di Romagna, Carteggio classificato, 1951-1952, Documentazione varia, b. 81, fasc. 93).
Pochi anni dopo, nel 1954, la Deputazione venne sfrattata anche dai locali di via Schiavonia 1, così furono riprese le trattative affinché il Comune provvedesse per una nuova sede. Intanto i volumi pubblicati vennero immagazzinati in un piccolo locale dell'Archiginnasio, mentre l'archivio e la biblioteca vennero collocati in alcune stanze al secondo piano della Biblioteca della Facoltà di Lettere in via Zamboni, al civico 27/29» (n.d.r. G. Fasoli, Premessa del presidente, in La Deputazione di Storia Patria per le Province di Romagna: centoventicinque anni dalla fondazione, Bologna, presso la Deputazione di Storia Patria, 1989, p. 8); invece i mobili ed altri materiali furono provvisoriamente ricoverati presso l'Archivio di Stato. Qui si tennero inoltre le adunanze generali mentre il Consiglio direttivo iniziò a riunirsi presso l'Università, nella sala riservata al preside della Facoltà di Legge; infine la segreteria funzionò nell'ufficio personale dell'allora segretario Guido Achille Mansuelli, presso la Soprintendenza alle Antichità (n.d.r. Archivio della Deputazione di storia patria per le province di Romagna, Carteggio classificato, 1954-1955, Documentazione varia, b. 84, fasc. 96, «Relazione dell'attività della Deputazione per l'anno 1953-1954»).
Nel 1971, come si evince dalle relazioni annuali redatte dal segretario Giuseppe Plessi, nonché dalla carta intestata della Deputazione che riporta come indirizzo semplicemente un numero di casella postale, il problema della sede risultava essere ancora insoluto. I beni mobili dell'ente continuarono a restare in deposito presso vari istituti (n.d.r. nello specifico presso l'Archivio di Stato, la Biblioteca comunale, l'Istituto di Discipline storiche e giuridiche dell'Università e la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università, cfr. Archivio della Deputazione di storia patria per le province di Romagna, Carteggio classificato, 1972, Amministrazione, b. 102, fasc. 113, «Inventario degli oggetti mobili della Deputazione», s.d.), e la segreteria venne spostata presso Istituto di Discipline storiche e giuridiche dell'Università.
Presumibilmente nel 1972, sotto la direzione di Gina Fasoli e con il coordinamento di Plessi, fu intrapresa un'opera di riordinamento complessivo dell'archivio (n.d.r. con la collaborazione di Santa Frescura-Nepoti, Roberta Lucchesini, Giovanna Morelli, Silvia Neri e Maria Gioia Tavoni, cfr. Archivio della Deputazione di storia patria per le province di Romagna, Carteggio classificato, 1972, Amministrazione, b. 102, fasc. 113, «Relazione della segreteria per l'anno accademico 1972», s.d.) nell'ambito della quale si effettuò il trasferimento «delle buste del vecchio archivio della Deputazione da un ripostiglio dell'Archiginnasio, dove giacevano ormai dimenticate, ai sotterranei della Facoltà di Lettere» dove furono riunite «alla residua parte dell'archivio stesso» (n.d.r. Archivio della Deputazione di storia patria per le province di Romagna, Carteggio classificato, 1973, Amministrazione, b. 103, fasc. 114, relazione sul bilancio dell'anno 1973, s.d.). I lavori di riordinamento e condizionamento, che proseguirono per alcuni (n.d.r. si apprende dai documenti conservati nell'archivio della Deputazione che nel 1976 i lavori di riordinamento, schedatura e inventariazione dell'archivio fossero ancora in atto, sempre diretti da Plessi con la collaborazione di Silvia Neri), diedero anche modo di allestire un'ampia scaffalatura nei locali sottostanti la biblioteca della Facoltà di Lettere, che intanto si era trasferita in via Zamboni 36, così da iniziarvi a collocare il materiale archivistico e bibliotecario che veniva progressivamente trattato; la restante parte dell'archivio rimase invece presso l'Archivio di Stato, in attesa di essere riordinata (n.d.r. Archivio della Deputazione di storia patria per le province di Romagna, Carteggio classificato, 1973, Amministrazione, b. 103, fasc. 114, «Relazione della segreteria per l'anno accademico 1973», s.d.).
Nelle sue relazioni, Plessi sottolinea come a ragione dei numerosi spostamenti di sede della Deputazione, con conseguente trasloco del materia documentario, si fosse inevitabilmente creato un «grave disordine» delle carte (n.d.r. Archivio della Deputazione di storia patria per le province di Romagna, Carteggio classificato, 1976, Disposizioni di massima, b. 106, fasc. 117, «Relazione della segreteria per l'anno accademico 1976», s.d.), tant'è che ancora nel 1989, nonostante l'intervento ricognitivo di Plessi, Gina Fasoli denuncia il non reperimento del carteggio relativo agli anni 1940-1952 (n.d.r. G. Fasoli, Premessa del presidente, in La Deputazione di Storia Patria per le Province di Romagna: centoventicinque anni dalla fondazione, Bologna, presso la Deputazione di Storia Patria, 1989, p. 9).
Dallo studio del carteggio si è potuto altresì comprendere che, probabilmente per sopperire ai disagi occorsi dal non avere una sede amministrativa nello stesso luogo dove veniva custodito il complesso documentario, l'archivio corrente dell'ente venne spesso trattenuto presso l'ufficio di lavoro del presidente o del segretario della Deputazione. Quest'uso ha portato ad occasionali commistioni documentarie, non a caso durante i lavori di schedatura e inventariazione si è potuta accertare la presenza di documentazione non prodotta direttamente dall'ente, per quanto ad esso connessa (n.d.r. Archivio della Deputazione di storia patria per le province di Romagna, Carteggio classificato, 1882-1883, Affari gestiti da Edoardo Brizio, b. 24, fasc. 24; Archivio della Deputazione di storia patria per le province di Romagna, Schedari dei soci, schedario della sezione bolognese dell'Istituto nazionale di Studi romani, 1939), così come di alcuni lacerti di altro archivio (n.d.r. Archivio della Deputazione di storia patria per le province di Romagna, Archivio del Centro emiliano romagnolo di studi sulla Venezia Giulia e Dalmazia).

Nel 2000, sotto la presidenza di Giancarlo Susini, la Deputazione di storia patria per le province di Romagna ha stipulato una convenzione con la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, con la quale stabiliva il trasferimento del patrimonio archivistico e bibliografico dell'ente presso l'Oratorio di San Filippo Neri, di proprietà della Fondazione, sito al civico 5 di via Manzoni. Questo accordo fra la Deputazione e la Fondazione del Monte nasceva dall'intento di tutelare sia il patrimonio bibliografico dell'ente, costituito da oltre 40.000 volumi, sia quello archivistico, dato che la Deputazione continua a non avere una sede propria dove poter conservare la sua biblioteca e il suo archivio. Al momento di avviare i lavori del presente intervento di inventariazione e riordino, l'archivio della Deputazione di storia patria per le province di Romagna è stato trasferito presso la sede della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna in via delle Donzelle 2.
Durante una una prima ricognizione si è appurato che l'archivio si presentava articolato in serie disomogenee sia per consistenza, sia per ambito cronologico e sia per trattamento archivistico. È apparso subito evidente che la maggior parte della documentazione era rappresentata dalla serie del carteggio classificato, conservatosi dal 1860, anno di fondazione dell'ente, sino al 1992; questo era ordinato per anno accademico (n.d.r. l'anno accademico della Deputazione andava dall'1 novembre al 30 ottobre, a partire dal 1968 l'anno accademico coincise con l'anno solare) e condizionato in circa centoventi unità di conservazione, gran parte delle quali risalenti presumibilmente agli anni Settanta. La restante parte del complesso archivistico, era costituita da circa cinquanta fascicoli nominativi, non condizionati in buste, e contenenti manoscritti di studi storici (n.d.r. si è appurato in seguito che si trattava degli studi fatti dai soci della Deputazione e proposti per la pubblicazione all'interno delle collane editoriali dell'ente), da pochi registri di protocollo, da alcuni bollettari, da quaderni di appunti per la stesura dei verbali e da tre schedari nominativi dei soci.
Dallo stato di conservazione delle serie risultava evidente che il carteggio classificato fosse stato considerato dal soggetto produttore il nucleo principale del suo archivio, mentre le altre serie, fatta eccezione per quella che raccoglievano alcuni testi manoscritti degli studi storici dei soci della Deputazione, sembrerebbero essersi sedimentate in maniera casuale e non per scelta consapevole. Si trattava infatti di nuclei costituiti da quantitativi esigui di documentazione, riguardanti solo pochi anni di attività rispetto alla vita dell'ente, che possono quindi essere definiti residuali.
Per quanto riguarda il carteggio, dopo una prima ricognizione, si è rilevata la presenza di lacune parziali, talvolta di considerevole consistenza, relativamente gli anni ‘20 e ‘40 del Novecento. Con molta probabilità la ragione di tali vuoti documentari, concentrati particolarmente in alcuni anni dell'intervallo segnalato (n.d.r. si prenda ad esempio l'esigua consistenza dei fascicoli 66-69, 79, 83-92), è riconducibile alle vicende che, come descritto sopra, costrinsero la Deputazione ad un continuo cambio di sede. Tali accadimenti, oltre che al documentato smembramento dell'archivio e del patrimonio librario presso varie sedi, è presumibile che abbia avuto come estrema conseguenza la dispersione e la perdita di porzioni degli stessi. Differente è l'ipotesi che si avanza per motivare l'esiguo numero di documenti conservatisi per gli anni che intercorrono fra il 1941 ed il 1945; questo è infatti da attribuirsi, verosimilmente, alla diminuita attività dell'ente durante il periodo del secondo conflitto mondiale (n.d.r. G. Fasoli, Premessa del presidente, in La Deputazione di Storia Patria per le Province di Romagna: centoventicinque anni dalla fondazione, Bologna, presso la Deputazione di Storia Patria, 1989, p. 6).
Inoltre si è potuta constatare la presenza di due contenitori di foggia ottocententesca, riportanti diversa segnatura rispetto al resto dell'archivio, nonché di una cartella con etichetta riportante la dicitura "Centro emiliano romagnolo di studi sulla Venezia Giulia e Dalmazia". Le due buste contenevano parte dell'archivio personale di Michelangelo Gualandi, da lui stesso donate alla Deputazione nel 1885 (n.d.r. Archivio della Deputazione di storia patria per le province di Romagna, Carteggio classificato, 1885-1886, Memorie e monumenti storici pubblicati dalla Deputazione non che doni fatti alla Deputazione suddetta, b. 27, fasc. 27, atto di donazione di Michelangelo Gualandi, 6 dic. 1885); mentre la cartella conteneva documentazione parzialmente fascicolata relativa alla costituzione di un centro studi sulla Venezia Giulia e la Dalmazia in Emilia-Romagna. Quest'ultima si trovava nell'archivio della Deputazione probabilmente per cause accidentali, in quanto l'allora presidente dell'ente Giovanni De Vergottini e il segretario Giorgio Cencetti ricoprirono le medesime cariche all'interno del Centro studi; è verosimile che uno dei due abbia conservato i detti documenti nello stesso ufficio in cui era uso tenere il carteggio corrente della Deputazione.


Carteggio classificato
Quella del carteggio classificato, per consistenza e contenuto, risulta essere la serie preponderante dell'archivio della Deputazione di storia patria per le province di Romagna. I documenti del carteggio sono stati organizzati dal soggetto produttore secondo un piano di classificazione a due livelli (n.d.r. solo per un breve lasso di tempo verrà aggiunto al titolario un terzo livello e comunque solo per un numero ridotto di voci) pensato per accogliere tutta la documentazione che la Deputazione avrebbe potuto produrre o ricevere nell'esercizio delle sue funzioni, sia in rapporto agli organi interni ed ai membri della stessa, sia in rapporto alle altre due deputazioni dell'Emilia. Infatti, nel corso degli anni, il titolario, pur senza subire radicali cambiamenti, è stato più volte aggiornato o implementato, rispecchiando sempre in maniera fedele le attività dell'ente. Nello specifico la documentazione veniva ordinata e fascicolata per anno accademico (n.d.r. l'anno accademico della Deputazione andava dall'1 novembre al 30 ottobre, a partire dal 1968 l'anno accademico coincise con l'anno solare); al suo interno il fascicolo annuale era suddiviso in sottofascicoli corrispondenti ai titoli del piano di classificazione, a loro volta organizzati in inserti corrispondenti alle rubriche. I documenti erano inoltre protocollati per anno solare.


1860-1918
Il primo piano di classificazione, predisposto nel 1860 dal soggetto produttore e applicato con continuità sino al 1918, era articolato in sei voci principali, dette titoli, alcune delle quali erano ulteriormente ripartite in voci di secondo livello, dette rubriche (n.d.r. tutti i titolari adottati sono stati ricostruiti attraverso le diciture originali riportate sulle camice dei fascicoli, dei sottofascicoli e degli inserti).
Il titolario adottato dal 1860 al 1918 risulta essere il seguente:

Titolo I - Disposizioni di massima

Titolo II - Personale
Rubrica 1ª - Cariche impiegati ed inserimenti
Rubrica 2ª - Membri attivi
Rubrica 3ª - Soci corrispondenti della Deputazione locale
Rubrica 4ª - Sotto Sezioni a Massa, Reggio e Piacenza

Titolo III - Verbali delle sedute ordinarie e straordinarie tenute dalle diverse Deputazioni
Rubrica 1ª - Verbali delle tornate tenute dalla Deputazione per le provincie di Romagna
Rubrica 2ª - Verbali delle sedute della Deputazione per le provincie modenesi (n.d.r. dal 1865 questa rubrica non è più presente)
Rubrica 3ª - Verbali delle sedute della Deputazione per le provincie parmensi (n.d.r. dal 1865 questa rubrica non è più presente)
Rubrica 4ª - Verbali delle sedute generali e delle sedute straordinarie delle Deputazioni dell'Emilia e carteggio relativo

Titolo IV - Memorie edite od inedite dei membri o soci corrispondenti delle Deputazioni dell'Emilia e doni d'estranei alla Deputazione
Rubrica 1ª -Memorie o proposte di memorie da leggersi dai membri o soci corrispondenti nelle ordinarie tornate della deputazione locale.
Rubrica 2ª - Doni di memorie attinenti agli studi prefissi dalle Deputazioni (n.d.r. dal 1864, Atti e memorie pubblicate dalla Deputazione)

Titolo V - Contabilità e spese

Titolo VI - Miscellanea

1919-1951
Nel 1919, in continuità con i principi che avevano ispirato il primo piano di classificazione, questo venne ampliato nelle sue articolazioni di secondo livello e vennero introdotte anche delle sottopartizioni di terzo livello.
Per gli anni che vanno dal 1919 al 1929 la documentazione evidenzia un uso discontinuo del titolario, ma non è stato possibile comprendere se tale stato di fatto sia da attribuirsi a scelte o necessità del soggetto produttore, o se sia stata la conseguenza delle dispersioni documentarie che hanno interessato particolarmente questo decennio. Verosimilmente molti fascicoli annuali di questa decade hanno subito vari interventi di riordino o di recupero, palesati da alcune tracce quali l'uso di materiali di condizionamento disomogenei e spesso di riuso[[note:note:per creare i sottofascicoli spesso sono state utilizzate camice di riuso]], la presenza di grafie ed inchiostri differenti per le intestazioni apposte sulle coperte. Inoltre molti dei documenti, poi ricondotti nei fascicoli, sono stati rinvenuti durante il presente riordino all'interno di mazzi non ordinati. Più precisamente, la documentazione relativa ad un intervallo cronologico di circa trent'anni, dagli anni '20 agli anni '50 del Novecento, si trovava in un generale stato di disordine, a volte raggruppata in mazzi per anno, sia accademico che solare, a volte raggruppata per più anni insieme senza distinzione alcuna. Tutti questi elementi, insieme alla travagliata storia archivistica del fondo della Deputazione, fanno propendere verso l'idea che questo differente trattamento archivistico non sia dovuto ad una scelta volontaria del soggetto produttore, bensì che sia stato l'esito di varie contingenze che hanno alterato l'ordine originario, generando una differente modalità di sedimentazione.
A partire dal 1930, per circa un decennio, si può rilevare una progressiva disapplicazione sia del piano di classificazione sia della prassi della protocollazione che rimane limitata a una parte dei documenti, inseriti nel sottofascicolo denominato appunto "Protocollo" (n.d.r. Esempio (anno 1931-1932): - "PROTOCOLLO" con gli inserti "Membri emeriti e soci (nomine)" (Titolo II, sezione 1ª, 2ª, 3ª), "Invio di pubblicazioni" (Titolo IV, sezione 2ª), "Cambi e proposte di cambi" (Titolo IV, sezione 3ª), "Doni pervenuti" (Titolo IV, sezione 4ª), "Assegni straordinari" (Titolo V, sezione 4ª), "Abbonamenti agli Atti e memorie (vol. XXI e XXII)" (Titolo V, sezione 5ª), "Acquisti e vendite" (Titolo V, sezione 6ª), "Denominazione di strade. Congressi, onoranze, inviti. Richiesta di informazioni, dati, etc." (Titolo VI - a, b, c, d, e); - "ELENCO SOCI"; - "RISERVATE AL SEGRETARIO";- "SEDUTE DEL CONSIGLIO DIRETTIVO"; - "COMUNICAZIONI PER PROSSIME TORNATE"; - "STAMPA DEGLI ATTI E MEMORIE";- "TORNATA 1ª; TORNATA 2ª; TORNATA 3ª; TORNATA 4ª; TORNATA 5ª; TORNATA 6ª; TORNATA 7ª"), all'interno del quale gli inserti ricalcavano la struttura del titolario vigente; gli altri sottofascicoli, invece, pur avendo denominazioni già utilizzate negli anni precedenti per gli inserti, resteranno esclusi dalla pratica di classificazione.
Gli anni accademici 1941-1942 e 1942-1943 mostravano il progressivo recupero del piano di classificazione, ma non è possibile comprendere con esattezza se questa modalità di archiviazione fu applicata anche dopo e in che misura, visto che la documentazione relativa agli anni dal 1944 al 1951 si trovava in stato di disordine, raccolta in mazzi, raramente fascicolata.
Il titolario adottato dal 1860 al 1918 risulta essere il seguente:

Titolo I - Disposizioni di Massima

Titolo II - Personale
Sezione 1ª - a) Cariche; b) Impiegati ed inservienti
Sezione 2ª - Membri emeriti ed attivi (n.d.r. dal 1938-1939 "Membri e soci")
Sezione 3ª - Soci corrispondenti
Sezione 4ª - Membri di altre Deputazioni (n.d.r. dal 1938-1939 "Sezioni di Modena, Parma, Ferrara")
Sezione 5ª - Membri e soci di altre Deputazioni (n.d.r. dal 1938-1939)

Titolo III - Inviti e verbali
Sezione 1ª - a) Inviti alle adunanze di Consiglio; b) Inviti alle tornate di Deputazione; c) Inviti alle adunanze generali (n.d.r. dal 1938-1939)
Sezione 2ª - Verbali delle adunanze dei Consigli Direttivo e Amministrativo / Verbali dei Consigli (n.d.r. dal 1940-1941 "Verbali della Deputazione e delle Sezioni)
Sezione 3ª - Verbali della Deputazione

Titolo IV - Doni e cambi, pubblicazione degli Atti e Memorie
Sezione 1ª - Memorie e proposte di Memorie da leggersi
Sezione 2ª - Invio di pubblicazioni a) Atti e Memorie; b) Documenti e Studi; c) Rotuli dello Studio bolognese; d) Pubblicazioni varie. Estratti
Sezione 3ª - Cambi. Proposte di cambi
Sezione 4ª - Doni pervenuti alla Deputazione

Titolo V - Contabilità
Sezione 1ª - Conto preventivo
Sezione 2ª - Conto consuntivo
Sezione 3ª - Assegno governativo
Sezione 4ª - Assegni straordinari a) Cassa di Risparmio di Bologna; b) Deputazione Provinciale di Bologna; c) Deputazione Provinciale di Forlì; d) Deputazione Provinciale di Ravenna; e) Municipio di Bologna; f) Enti diversi
Sezione 5ª - Abbonamenti
Sezione 6ª - Acquisti e vendite
Sezione 7ª - Stampa di pubblicazioni. Stabilimenti poligrafici
Sezione 8ª - Franchigia postale e telegrafica

Titolo VI - Miscellanea. Varie (n.d.r. questa voce sarà progressivamente implementata fino ad avere le seguenti partizioni interne: a) premi e concorsi; b) proposte di abbonamento e acquisto di altre pubblicazioni; c) toponomastica / denominazioni di strade; d) congressi, onoranze, inviti; e) richieste di informazioni / notizie bibliografiche / informazioni e statistiche)

1952-1975
A partire dal 1952 la documentazione, si presenta nuovamente ordinata secondo la prassi adottata originariamente dalla Deputazione; il fascicolo annuale è quindi articolato in sottofascicoli corrispondenti ai titoli del primo livello del piano di classificazione.
Ad una prima analisi dei documenti è risultato subito evidente l'applicazione di un nuovo titolario, sempre a due livelli, ma formato non più da sei titoli bensì da cinque. Dopo uno spoglio più approfondito è stato riscontrato che molte unità documentarie riportavano a margine la classificazione, apposta con inchiostro differente e successivo rispetto a quello utilizzato negli anni '50, nonché alcune discrepanze fra la classifica applicata e il contenuto del documento. È stato quindi necessario operare uno studio maggiormente dettagliato e minuto del carteggio, per potere comprendere se si trattasse di una sedimentazione coeva al periodo di produzione o se fosse l'esito di un successivo intervento di riordino.
Dai documenti conservati nel carteggio è stato possibile apprendere che agli inizi degli anni '70, sotto la direzione di Fasoli, con il coordinamento di Plessi, furono intrapresi dei lavori di riordinamento dell'archivio dell'ente (n.d.r. con la collaborazione di Santa Frescura-Nepoti, Roberta Lucchesini, Giovanna Morelli, Silvia Neri e Maria Gioia Tavoni, cfr. Archivio della Deputazione di storia patria per le province di Romagna, Carteggio classificato, 1972, Amministrazione, b. 102, fasc. 113, "Relazione della segreteria per l'anno accademico 1972", s.d.) e che questi proseguirono per parecchi anni. Lo scopo primario dell'intervento fu concentrare in un solo luogo le varie porzioni dell'archivio, le quali si trovavano dislocate in altrettanti luoghi, spesso non pertinenti. Durante la presidenza Fasoli, l'archivio si presentava infatti smembrato e disordinato, sia a causa dei numerosi traslochi operati dalla Deputazione fin dal principio della sua attività, sia in conseguenza delle precauzioni attuate frettolosamente durante il secondo conflitto mondiale per tutelare il patrimonio archivistico cittadino (n.d.r. Archivio della Deputazione di storia patria per le province di Romagna, Carteggio classificato, 1973, Amministrazione, b. 103, fasc. 114, breve relazione sul bilancio dell'anno 1973, s.d.).
Durante quest'opera di recupero non fu reperito il nucleo di carteggio relativo agli anni '40, precisamente fu segnalata l'assenza dei documenti compresi fra il 1940 e il 1952 (n.d.r. G. Fasoli, Premessa del presidente, in La Deputazione di Storia Patria per le Province di Romagna: centoventicinque anni dalla fondazione, Bologna, presso la Deputazione di Storia Patria, 1989, p. 9); la restante parte invece, man mano che veniva riordinata e condizionata, fu trasportata in via Zamboni 36, nei locali sottostanti alla biblioteca della Facoltà di Lettere (n.d.r. Archivio della Deputazione di storia patria per le province di Romagna, Carteggio classificato, 1973, Amministrazione, b. 103, fasc. 114, relazione della segreteria per l'anno accademico 1973, s.d.). In particolar modo, leggendo la relazione che Plessi redige relativamente all'operato della Deputazione per il decennio 1966-1976, si apprende che durante i lavori di riordino non solo Plessi ebbe modo di ricostruire i due titolari di classificazione vigenti negli anni precedenti, ma che ne elaborò «un terzo che, senza discostarsi dalla struttura dei precedenti, rispondesse con opportune interpolazioni di titoli e rubriche alle esigenze attuali» (n.d.r. Archivio della Deputazione di storia patria per le province di Romagna, Carteggio classificato, relazione della segreteria per l'anno accademico 1973, s.d.; cfr. 1976, Disposizioni di massima, b. 106, fasc. 117, relazione della segreteria per l'anno accademico 1976, s.d.).
Sappiamo dunque con certezza che il terzo piano di classificazione fu formulato da Plessi prima del 1966 e non dopo il 1976, eppure lo si trova applicato con continuità a partire dall'anno accademico 1951-1952, senza alcuna variazione fino al 1992 (n.d.r. estremo cronologico della documentazione interessata dal presente intervento di inventariazione e riordino). È verosimile supporre che Plessi, insieme al suo gruppo di lavoro, abbia scelto di riordinare l'ultima porzione del carteggio recuperato (n.d.r. tenendo in considerazione la lacuna del decennio degli anni Quaranta), a partire dal 1951-1952, applicando a ritroso il nuovo titolario da lui stesso formulato. Ad avvalorare questa ipotesi l'utilizzo di buste e cartelle dello stesso tipo dal 1951 fino a tutti gli anni Ottanta, nonché le diciture sul dorso delle buste e sulle camicie dei sottofascicoli, oltre che le classifiche a margine dei documenti, scritte tutte con la stessa grafia e verosimilmente dalla stessa mano.
Va segnalato inoltre che nel 1968 l'ente decise di far coincidere l'anno accademico con l'anno solare (n.d.r. questo per agevolare l'amministrazione contabile, dato che l'anno finanziario iniziava il primo gennaio per concludersi il 31 dicembre; cfr. Statuto della Deputazione di storia patria per le provincie di Romagna, con sede in Bologna, 29 novembre 1970) e quindi, da quella data, i fascicoli annuali furono organizzati secondo il nuovo intervallo 1 gennaio-31 dicembre.
Il titolario applicato per riordinare la documentazione dal 1852 al 1975 risulta essere lo stesso adottato dal 1976 al 1992.

1976- 1992
La serie del carteggio riprende ad essere organizzata con regolarità e coerenza secondo il piano di classificazione vigente.
Il titolario adottato dal 1876 al 1992 risulta essere il seguente:

Titolo I - Disposizioni di Massima
Rubrica 1ª - Statuto
Rubrica 2ª - Regolamenti
Rubrica 3ª - Rapporti con il Ministero della pubblica Istruzione
Rubrica 4ª - Rapporti con le altre Deputazioni
Rubrica 5ª - Rapporti con Società storiche e culturali
Rubrica 6ª - Rapporti con altri Enti e Istituzioni
Rubrica 7ª - Sede

Titolo II - Organico della Deputazione
Rubrica 1ª - Soci emeriti
Rubrica 2ª - Soci effettivi
Rubrica 3ª - Soci corrispondenti
Rubrica 4ª - Soci di altre Deputazioni
Rubrica 5ª - Consiglio
Rubrica 6ª - Presidente
Rubrica 7ª - Vicepresidenti
Rubrica 8ª - Consiglieri
Rubrica 9ª - Segretario
Rubrica 10ª - Tesoriere
Rubrica 11ª - Revisori dei conti
Rubrica 12ª - Personale subalterno
Rubrica 13ª - Varie
Rubrica 14ª - Organico

Titolo III - Attività sociale e scientifica
Rubrica 1ª - Assemblee dei soci emeriti ed effettivi
Rubrica 2ª - Assemblee generali
Rubrica 3ª - Tornate accademiche
Rubrica 4ª - Riunioni del Consiglio direttivo
Rubrica 5ª - Relazioni periodiche
Rubrica 6ª - Partecipazioni a congressi e manifestazioni culturali
Rubrica 7ª - Toponomastica
Rubrica 8ª - Interventi e iniziative
Rubrica 9ª - Eco della stampa

Titolo IV - Pubblicazioni
Rubrica 1ª - Carteggio con gli autori
Rubrica 2ª - Redazione
Rubrica 3ª - Tipografia
Rubrica 4ª - Libreria concessionaria
Rubrica 5ª - Cambi
Rubrica 6ª - Doni
Rubrica 7ª - Abbonamenti
Rubrica 8ª - Acquisti e vendite
Rubrica 9ª - Giacenze

Titolo V - Amministrazione
Rubrica 1ª - Inventario dei mobili
Rubrica 2ª - Bilancio preventivo e piano di lavoro
Rubrica 3ª - Bilancio consuntivo
Rubrica 4ª - Conto corrente postale
Rubrica 5ª - Tesoreria
Rubrica 6ª - Contributi del Ministero della Pubblica Istruzione
Rubrica 7ª - Contributi dell'Ente Cellulosa
Rubrica 8ª - Contributi di altri Enti privati
Rubrica 9ª - Spese

Redazione inventario:
Inventario a cura di Paola Infantino redatto nel 2017 nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi", promosso dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.

Criteri di ordinamento:

Al momento di avviare i lavori del presente intervento di inventariazione e riordino, l'archivio della Deputazione di storia patria per le province di Romagna era conservato presso la sede della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna in via delle Donzelle 2, dove, a seguito di ricognizione approfondita, si è potuto ricostruirne la struttura ai fini di restituirla nell'inventario.
È subito risultato evidente che la maggior parte della documentazione fosse rappresentata dalla serie del carteggio classificato (n.d.r. circa 120 unità di conservazione), conservato in gran parte in buste verosimilmente degli anni Settanta, mentre una porzione minore dello stesso si trovava all'interno di buste prive di segnatura o etichetta, oppure inserita in altro tipo di contenitore ed ancora raccolta in mazzi non condizionati. Il resto dell'archivio era formato da circa cinquanta fascicoli nominativi, contenenti manoscritti di studi storici, non condizionati in buste (n.d.r. si tratta degli studi fatti dai soci della Deputazione e proposti per la pubblicazione all'interno delle collane editoriali dell'ente), da pochi registri di protocollo, da alcuni bollettari, quaderni di appunti per la stesura dei verbali e da tre schedari dei soci. Inoltre si è potuta constatare la presenza di due contenitori di foggia ottocententesca, riportanti diversa segnatura rispetto al resto dell'archivio, e di una cartella con etichetta riportante la dicitura «Centro emiliano romagnolo di studi sulla Venezia Giulia e Dalmazia». Le due buste contenevano parte dell'archivio personale di Michelangelo Gualandi, da lui stesso donate alla Deputazione nel 1885 (n.d.r. Archivio della Deputazione di storia patria per le province di Romagna, Carteggio classificato, 1885-1886, Personale, b. 27, fasc. 27, atto di donazione di Michelangelo Gualandi, 6 dic. 1885) mentre la cartella conteneva documentazione parzialmente fascicolata relativa alla costituzione di un centro studi sulla Venezia Giulia e la Dalmazia in Emilia Romagna.
Si è dunque proceduto con il riordino dell'archivio, adottando criteri pertinenti al diverso stato di conservazione delle serie.
- Carteggio classificato
Il carteggio classificato, per gli anni che andavano dal 1860 al 1920, si trovava ordinato e fascicolato per anno accademico (n.d.r. l'anno accademico della Deputazione andava dall'1 novembre al 30 ottobre, a partire dal 1968 l'anno accademico coincise con l'anno solare), ci si dunque è limitati a prendere atto dell'ordine originario esistente, costituito da fascicoli annuali organizzati in sottofascicoli (aventi tutti le coperte originali) corrispondenti al primo livello del titolario; solo in poche occorrenze è stato necessario ricostituire l'ordine che a volte risultava minimamente alterato.
Diverso è stato invece l'intervento per gli anni dal 1921 al 1951, infatti la documentazione conservata all'interno delle buste si trovava in uno stato di notevole disordine e spesso in mazzi, oltre ad essere presente numerosi documenti sciolti fuori busta. Innanzi tutto, è stata constatata la presenza di tracce di precedenti riordini, quali l'utilizzo di saltuarie coperte di riuso, differenti mani ed inchiostri per le scritture sulle coperte, varie e discontinue modalità di organizzazione della documentazione dentro il fascicolo annuale; si è quindi scelto di ricondurre sia i documenti sciolti sia i sotto fascicoli rinvenuti fuori posto assecondando di volta in volta l'ultimo ordinamento storicizzatosi nel carteggio. Nello specifico, quando i fascicoli annuali già esistenti si presentavano variamente strutturati rispetto al titolario in uso, ossia con evidenti interpolazioni di unità archivistiche successivamente costituite, segno che erano stati oggetto di precedenti interventi di riordino, si è scelto di non alterare tale struttura oramai storicizzata. Al fine di preservare il più possibile tale sedimentazione e al contempo di lasciare traccia di quanto materiale fosse sfuggito ai precedenti riordini, si è quindi scelto di ricondurre i documenti non direttamente nei sottofascicoli esistenti (n.d.r. molti dei quali, a ulteriore riprova di interventi posteriori alla costituzione dell'archivio, duplicavano fisicamente le partizioni logiche del titolario), bensì aggiungendo nel fascicolo pertinente un sottofascicolo riportante la dicitura "Documentazione varia" (n.d.r. Come esempio vedi fascicolo 1938 - 1939).
Quando invece il fascicolo annuale è stato ricostituito interamente ex novo con i documenti rivenuti all'interno dei mazzi, si è scelto di organizzarlo in sottofascicoli che riecheggiassero la struttura dell'ultimo titolario in vigore, anche in accordo alla classificazione che si è riscontrato essere stata applicata saltuariamente nel trentennio in questione (n.d.r. Come esempio vedi fascicolo 1944 - 1945).
In tutti i casi è stata rispettata la scansione cronologica del fascicolo annuale, secondo l'anno accademico della Deputazione, che andò da novembre ad ottobre fino al 1968 compreso, per poi coincidere con l'anno solare (n.d.r. l'unica eccezione è data dal fascicolo relativo al 1921: questo è stato rinvenuto organizzato in un unico sottofascicolo, con intervallo coincidente all'anno solare, denominato "Protocollo"; riscontrando la scelta del soggetto produttore di operare a suo tempo in tal modo, si è scelto di non alterarne la partizione cronologica oramai storicizzata).
Infine, per gli anni dal 1952 al 1992, si è proceduto come per il primo segmento del carteggio, operando quindi solo minimi interventi di integrazione, riordino o nuovo condizionamento, dato che la documentazione si presentava ordinata secondo il titolario allora vigente.
- Protocollo
Nonostante fosse prassi della Deputazione protocollare i documenti in entrata e in uscita, archiviati poi nel carteggio classificato, sono stati rinvenuti solamente nove registri di protocollo, per lo più relativi agli anni ‘30 del Novecento. Questi sono stati raccolti in una busta a costituire la serie dei protocolli.
- Annotazioni preliminari per la stesura dei verbali
Fra il materiare dell'archivio della Deputazione sono stati rinvenuti alcuni registri e quaderni all'interno dei quali i segretari prendevano appunti sia durante le tornate accademiche che durante le assemblee dei consigli. Tali appunti, verosimilmente, servivamo a integrare o a redigere, in un secondo tempo, le minute vere e proprie dei verbali, le quali invece venivano metodicamente archiviate all'interno del carteggio classificato. I pochi quaderni e registri presenti nell'archivio costituiscono materiale che si può definire residuale, a ragione sia dell'assenza di un qualsivoglia trattamento archivistico che li riguardi, sia per la sporadicità con cui furono conservati; si ritiene quindi che siano stati trasmessi senza una scelta consapevole o volontaria del soggetto produttore.
Per il loro valore di testimonianza delle modalità di verbalizzazione adottate dall'ente, si è scelto di costituire una serie formata dai detti quaderni e registri ai quali si è inoltre provveduto ad ordinarli cronologicamente.
- Schedari dei soci
La serie è stata costituita raccogliendo tre schedari rinvenuti all'interno di una cassettina. Due di questi sono dattiloscritti, con notazioni a margine apposte a mano, e compilati su schedine ricavate da carta di reimpiego, mentre il terzo, redatto interamente a mano, utilizza schede prestampate per l'uso specifico.
Quest'ultimo, ad un attento esame è risultato essere lo schedario dei soci della sezione emiliana dell'Istituto nazionale di studi romani; presumibilmente esso è confluito nell'archivio della Deputazione per cause accidentali. Infatti la sezione, inaugurata nel 1940 e che ebbe sede a Bologna, non solo condivise con la Deputazione il medesimo presidente, Pericle Ducati, ma fu per qualche tempo ospitata fisicamente presso gli uffici dell'ente (n.d.r. cfr. Carla Lodolini Tupputi, L'Archivio storico dell'Istituto nazionale di studi romani. Le Sezioni (1933-1971), in «Studi romani», 1996, a. XLIV, nn.3-4, pp. 517-538). È verosimile ritenere che tale commistione sia avvenuta perché Ducati conservava il detto schedario nello stesso ufficio in cui era uso tenere il carteggio corrente della Deputazione.
- Testi proposti dai soci per la pubblicazione
La serie contiene i manoscritti originali, a volte corredati di revisioni a margine, degli studi proposti dai soci della Deputazione per essere pubblicati all'interno delle tre collane curate ed edite dalla Deputazione di storia patria per le province di Romagna.
Nel riordino si è rispettata la prassi archivistica adottata dal soggetto produttore, mantenendo quindi i fascicoli nominativi per autore, ordinandoli alfabeticamente. Per gli anni che vanno dal 1861 al 1883 è possibile trovare del materiale analogo, ordinato in inserti, all'interno dei sottofascicoli annuali corrispondenti al titolo IV (n.d.r. Memorie edite od inedite dei membri o soci corrispondenti delle Deputazioni dell'Emilia e doni d'estranei alla Deputazione).
- Gestione dei cambi, doni e vendite delle pubblicazioni con altre deputazioni o istituti
La serie è stata costituita raccogliendo i registri rinvenuti sui quali venivano annotate le librerie e gli istituti storico-scientifci con i quali la Deputazione intratteneva un rapporto di reciproco scambio delle pubblicazioni prodotte, o di vendita delle stesse; inoltre è stato incluso un bollettario che conservava ancora le matrici di ricevute delle quote di associazione, abbonamenti e vendite.
- Contabilità
La serie è stata costituita raccogliendo materiale residuale e parziale relativo alla contabilità della Deputazione, quali bollettari e un registro contabile. Usualmente questo tipo di documentazione, fatta eccezione del libro mastro, viene eliminata una volta che ha esaurito la validità giuridico-amministrativa; in questo caso si è scelto di conservare tutti i bollettari rinvenuti poiché rappresentano l'unica testimonianza delle modalità di gestione del patrimonio da parte dell'ente, mancando la documentazione contabile sintetica.
- Carte di Michelangelo Gualandi
Le sedici unità archivistiche, rinvenute in due contenitori originali che all'esterno riportavano la segnatura 12 e 14, sono risultate appartenere originariamente ad un più ampio archivio privato prodotto da Michelangelo Gualandi, socio della Deputazione dal 1860. Nel 1885 Gualandi decise di donare al sodalizio di cui faceva parte alcuni documenti riguardanti la sua attività di storico, erudito, appassionato di archivi e collezionista d'arte, operando una selezione fra le proprie carte personali (n.d.r. Archivio della Deputazione di storia patria per le province di Romagna, Carteggio classificato, 1885-1886, Memorie e monumenti storici pubblicati dalla Deputazione non che doni fatti alla Deputazione suddetta, b. 27, fasc. 27, atto di donazione di Michelangelo Gualandi, 6 dic. 1885). Per tanto, appartenendo ad un altro soggetto produttore, i documenti costituiscono la serie unica del fondo di persona che si è deciso di denominare "Carte di Michelangelo Gualandi".
La documentazione non ha necessitato di alcun intervento di riordinamento, essendo stata già attentamente organizzata dal soggetto produttore che durante l'opera di estrapolazione del materiale, da lui debitamente condizionato, aveva provveduto ad attribuire una nuova segnatura ai fascicoli e talvolta anche alle unità documentarie.
- Archivio del Centro emiliano romagnolo di studi sulla Venezia Giulia e Dalmazia
I tredici fascicoli, rinvenuti all'interno di una cartella, sono da attribuirsi con certezza ad altro soggetto produttore rispetto alla Deputazione. I documenti che vi sono contenuti riguardano soprattutto gli atti costitutivi la creazione a Bologna di un centro studi sulla Venezia Giulia e la Dalmazia. Si è dunque scelto di intenderli come fondo di ente al quale è stata attribuita la denominazione originale, riportata sulla cartella, "Centro emiliano romagnolo di studi sulla Venezia Giulia e Dalmazia". Il fondo, che copre il breve arco temporale che va dal 1953 al 1955, presumibilmente si trovava nell'archivio della Deputazione per cause accidentali; infatti proprio in quegli anni l'allora presidente dell'ente Giovanni De Vergottini e il segretario Giorgio Cencetti ricoprirono le medesime cariche all'interno del Centro studi: è verosimile ritenere che uno dei due abbia conservato i detti documenti nello stesso ufficio in cui era uso tenere il carteggio corrente della Deputazione.
Non è stato necessario alcun intervento di riordinamento, inoltre i fascicoli hanno le denominazioni originali.

La documentazione è conservata da:


La documentazione è stata prodotta da:


Redazione e revisione:

  • Redatta in xDams , 14/10/2015 - 25/01/2019