Città degli archivi

Archivio di Giuseppe e Angelo Ferlini

Denominazione:

Archivio di Giuseppe e Angelo Ferlini

Tipologia:

fondo

Data:

1781 - 1981

Note alla data:

con un doc. del sec. XV.

Consistenza:

9 bb. (con 61 fascc., 12 voll.)

Descrizione:

Il fondo è il risultato di sedimentazioni di documentazione di diversi soggetti produttori avvenute tra la fine del XVIII sec. e il 1981. Comprende, infatti, le carte dell'attività personale e professionale di Giuseppe Ferlini (1797-1870); le carte dell'attività personale e professionale di suo fratello Angelo (1789-1875); le carte di Clitemnestra Ferlini (1862-1940) e di suo marito Antonio Boldrini, per la sola parte relativa allo studio e alla valorizzazione della figura di Giuseppe Ferlini; e, infine, le carte di Walter Boldrini, per la sola parte relativa alla pubblicazione di un volume che ripercorresse la biografia di Giuseppe Ferlini.

Storia archivistica:

La sedimentazione della documentazione che compone il fondo è stata caratterizzata da vicende legate a operazioni di alcuni membri della famiglia Ferlini-Boldrini che hanno condotto sulla documentazione interventi di ordinamento e conservazione finalizzati a specifici interessi.

In particolare Clitemnestra, figlia di Giuseppe Ferlini, insieme al marito Antonio Boldrini, conservò docc. e oggetti del padre, allestendo nella casa di famiglia una mostra permanente di cimeli esotici e reperti archeologici, ma anche di alcune delle carte di Giuseppe Ferlini che furono in parte esposte in una parete di casa (n.d.r. Cfr. la fig. 7 riprodotta nel volume Giuseppe Ferlini, Nell'interno dell'Affrica 1829-1825, a cura di Walter Boldrini, Bologna, Ponte Nuovo, 1981, dove la didascalia recita: "Alla parete in angolo si vedono appesi in mostra alcuni dei fascicoli delle 'Carte Giuseppe Ferlini'".). A tale scopo è da imputare una sorta di ordinamento e condizionamento del materiale documentario, con la costituzione di volumi di documenti rilegati, con frontespizi finemente disegnati e decorati, con la finalità di rendere fruibili al visitatore i docc. più interessanti (n.d.r. I volumi sono conservati alle seguenti e attuali posizioni: 4, 5, 6, 7, 9, 11, 13, 15, 17, 19, 20, 23, 24, 52.). Clitemnestra Ferlini, oltre alla rilegatura, procedette anche ad una sommaria elencazione dei docc. conservati attraverso una semplice segnatura progressiva con rimandi numerici, come risulta dal repertorio il cui titolo è assai significativo: "Elenco dei manoscritti del dottor Giuseppe Ferlini e opuscoli a stampa relativi a suoi viaggi e scoperte non che di una raccolta di corrispondenza a lui diretta da scienziati autorità ed amici, esistenti tutt'ora in casa della figlia Clitemnestra Ferlini in Boldrini".

Un secondo intervento sulle carte del padre è stato condotto tra la fine del sec. XIX fino al 1913, quando, insieme al marito Antonio Boldrini, Clitemnestra cercò di valorizzare degnamente la figura del padre nella città di Bologna attraverso il riconoscimento della effettiva donazione fatta al Museo civico archeologico di Bologna da parte del padre e poi di vendere ai musei di Berlino e di Monaco la parte rimanente di oggetti provenienti dalla piramide di Meroe; tali vicende hanno portato, infatti, al condizionamento in medesimi fascicoli di documenti del padre insieme a documenti e carte dei due coniugi.

Un terzo intervento di ordinamento è stato condotto dal nipote Walter Boldrini, intorno al 1960, quando decise di pubblicare le memorie autobiografiche del nonno Giuseppe, insieme a una documentata introduzione biografica, bibliografica e fotografica. A tale scopo, Walter Boldrini procedette allo studio e all'ordinamento dell'intero fondo, che oltre alla documentazione del nonno comprendeva documentazione dei genitori, Clitemnestra Ferlini e Antonio Boldrini, relativa unicamente alla gestione delle carte di Giuseppe Ferlini (n.d.r. Non si conservano, infatti, docc. e cc. propriamente personali dei due coniugi.), ma anche la documentazione di Angelo Ferlini, fratello di Giuseppe e zio di Clitemnestra, che nell'introduzione del volume è denominata con la dicitura "Carte Angelo Ferlini". L'intervento fu condotto dapprima con la redazione di un elenco di consistenza e poi con l'adozione di una nuova segnatura dei singoli pezzi, contrassegnando molti dei fascc. con la segnatura "Carte Giuseppe Ferlini" seguita da un numero progressivo. Proprio nel volume pubblicato nel 1981, Walter Boldrini descrive l'assetto dato alla documentazione: "Carte Giuseppe Ferlini. Sotto questo nome è raccolto un gruppo di 15 fascicoli che contengono manoscritti, lettere, minute, appunti (quasi tutti di mano del Ferlini), certificati, attestati, passaporti e documenti vari, lettere di diversi corrispondenti tra i quali Migliarini, Rosellini, Ungarelli, Orcurti; oltre a 14 articoli ricopiati da gazzette di Bologna, Milano, Roma, Perugia, Venezia, Londra, che li pubblicarono negli anni 1837, 1838, 1841; e ritagli di giornali, prevalentemente di Torino, che si interessarono nel 1864 del metodo di conservazione delle carni proposto dal Ferlini, e di alcuni di Bologna contenenti notizie locali a suo riguardo. Alle cosiddette 'Carte Giuseppe Ferlini' possono essere aggregate come appendice le lettere indirizzate alla figlia del Ferlini, Clitemnestra, e ai suoi familiari, da Georg Möller (1911-12-13), Adolfo Albertazzi (1920-21), Giulio Belvederi (1921), Pericle Ducati (1936-37-40)" (n.d.r. Giuseppe Ferlini, Nell'interno dell'Affrica 1829-1835, a cura di Walter Boldrini, Bologna, Ponte Nuovo, 1981, p. 256.).

Un quarto ed ultimo intervento è stato effettuato nel 1981 quando Walter Boldrini, al momento della donazione del fondo alla Famèja bulgnèisa, ha voluto donare anche la documentazione da lui prodotta e utilizzata per la pubblicazione del volume "Nell'interno dell'Affrica 1829-1835".

Il fondo è stato donato alla Famèja bulgnèisa da Walter Boldrini nel 1990.

Redazione inventario:
Inventario a cura di Riccardo Pedrini redatto nel 2011 nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi", promosso dalla Fondazione Cassa di risparmio in Bologna e dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.

Criteri di ordinamento:

L'intervento di riordino ha avuto avvio tra il 2006 e il 2008 quando si procedette alla ricognizione sommaria del fondo da parte di Armando Antonelli; successivamente tra il novembre 2010 e il gennaio 2011 si procedette all'ordinamento e all'inventariazione della documentazione da parte di Riccardo Pedrini. L'ordinamento ha tenuto conto della natura composita del fondo, attraverso, innanzitutto, l'individuazione di nuclei documentari corrispondenti a soggetti produttori diversi: Giuseppe Ferlini, Angelo Ferlini, Clitemnestra Ferlini e Antonio Boldrini, Walter Boldrini. Successivamente, per ogni nucleo documentario, sono state delineate alcune serie archivistiche: corrispondenza, scritti e pubblicazioni, materiali di lavoro, diplomi e riconoscimenti, memorie e carte personali. Relativamente a interventi di ordinamento precedenti, è bene ricordare come questi possano essere ricercati unicamente per il subfondo Giuseppe Ferlini, per il quale prima Clitemnestra Ferlini e poi Walter Boldrini hanno operato con fini e scopi differenti: la prima, figlia di Giuseppe Ferlini, procedette alla creazione di volumi contenenti documenti rilegati con la finalità di una esposizione museale nella propria abitazione, dotando ogni pezzo di una numerazione progressiva; mentre il secondo procedette ad ordinare la documentazione (dotandola di segnature archivistiche: "Carte Giuseppe Ferlini" cui segue una numerazione progressiva da 1 a 16) con la finalità di pubblicare le memorie autobiografiche del bisnonno. Purtroppo ambedue gli interventi si sono rivelati assai invasivi: ad esempio, nel primo caso Clitemnestra ha fatto rilegare in un unico volume parte della corrispondenza del padre insieme alla propria e a quella del marito, mentre Walter Boldrini ha proceduto ad un ordinamento che non teneva conto dei diversi soggetti produttori, implementando la documentazione originaria con note, appunti e interventi personali. Per tali ragioni si è creduto opportuno in primo luogo, ove possibile, di restituire l'originaria sedimentazione, e in secondo luogo di non procedere ad alcun intervento sulla documentazione contenuta all'interno dei 15 fascicoli citati e classificati nell'introduzione del volume curato da Walter Boldrini, dal momento che un eventuale smembramento dei documenti avrebbe reso assai difficoltoso il loro reperimento. Per gli altri nuclei documentari (Angelo Ferlini, Clitemnestra Ferlini e il marito Antonio Boldrini, Walter Boldrini), non si riscontra, al contrario, alcun intervento di ordinamento originario.
Sulla documentazione dell'intero fondo è stata adottata una numerazione continua sia per le unità di condizionamento (nn. 1-9 buste) che per le unità archivistiche e documentarie (nn. 1-72, tra fascicoli e volumi).

La documentazione è conservata da:


La documentazione è stata prodotta da:


Redazione e revisione:

  • Redatta in xDams , 14/10/2008 - 27/06/2014