Città degli archivi

Archivio de La Famèja Bulgnèisa

Denominazione:

Archivio de La Famèja Bulgnèisa

Tipologia:

fondo

Data:

1926 giu. 15 - 1997 mar. 23

Note alla data:

con lacune dal 1935 al 1944, con docc. dal 1859 e fino al 2009

Consistenza:

38 voll., 87 bb. (con 32 regg., 598 fascc.)

Descrizione:

Si compone della documentazione prodotta dall'ente nel corso dell'attività condotta sia nel periodo compreso tra il 1926 e il 1935, sia a partire dal 1945 dopo la sua ricostituzione, e in particolare di:

- verbali e deliberazioni degli organi sociali;
- posizioni dei soci;
- corrispondenza ricevuta e spedita, coi relativi protocolli;
- documentazione inerente le manifestazioni organizzate per la valorizzazione del patrimonio storico-culturale bolognese;
- documentazione contabile.

Si compone inoltre di alcuni fondi di enti e di persona aggregati alla documentazione propria dell'ente.

Regole di accesso ed uso:
L'accesso all'archivio è regolato dall'art. 127, c. 1 del D.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio), secondo il quale la consultazione degli archivi o singoli documenti dichiarati di interesse storico particolarmente importante è garantita agli studiosi che ne facciano motivata richiesta tramite il soprintendente archivistico, secondo modalità concordate tra i privati (proprietari, possessori o detentori) e il soprintendente. Le relative spese sono a carico degli studiosi.

Storia archivistica:

La documentazione prodotta dalla Famèja Bulgnèisa nel periodo compreso tra la sua istituzione nel 1928 e la sospensione forzata delle attività nel 1935 presenta una modalità di organizzazione interna del tutto peculiare che la distingue notevolmente dalla documentazione prodotta successivamente al 1945, ossia nel corso della sua seconda fase d'attività a partire dalla ricostituzione postbellica.

Negli anni tra il 1928 (1926 se si considera anche il biennio di preparazione prima della fondazione ufficiale) e il 1935 il sodalizio ordinò il proprio archivio in serie di fascicoli di documentazione omogena, ossia di carte con identiche caratteristiche estrinseche ed espressione delle medesime attività. Si costituirono così serie quali ad esempio gli statuti, i verbali, i bilanci, i contributi sociali, le manifestazioni, i corrispondenti. Quest'ultima serie in particolare assunse poi la fisionomia tipica del carteggio "privato", vale a dire organizzato in tanti fascicoli quanti furono i soggetti con i quali l'associazione entrò in contatto. Si formarono parimenti pochi altri fascicoli concernenti singoli affari trattati con particolare rilievo (ad esempio la fusione delle corali cittadine, la conservazione del sodalizio, etc.).

L'imprevista sospensione delle attività nel 1935 a causa della politica di ostilità ai dialetti e alle società regionali condotta dal regime fascista interruppe la produzione documentaria e spezzò il fondo in due sezioni ben distinte. Alla ripresa nel 1945 la documentazione, infatti, non tornò a essere organizzata secondo le modalità in atto nel periodo prebellico. La condizione di estrema precarietà che caratterizzava tutti i settori della vita civile all'indomani del conflitto mondiale, unita alla consapevolezza delle difficoltà che l'ente avrebbe incontrato nella sua ricostituzione, spinse verosimilmente i responsabili della segreteria del sodalizio a ordinare i fascicoli non più in serie omogenee ma seconde partizioni cronologiche, ossia anno per anno.

Si ebbe così che, alla loro chiusura, i fascicoli delle riunioni dell'assemblea, delle manifestazioni, della contabilità e della corrispondenza furono conservati insieme per singoli anni (dal 1945 in avanti, fino al 1996), lasciando naturalmente da parte i registri di protocollo e i registri dei verbali degli organi direttivi. Oltre a ciò, a seguito della crescita degli scambi epistolari, la corrispondenza non fu più organizzata in fascicoli per mittente e destinatario ma per singolo anno solare.

Tale organizzazione dell'archivio, come già accennato, manifestava plasticamente il continuo crescere e il divenire - anno per anno - della vita del sodalizio, senza però svelarne appieno la varietà: la struttura cronologica prevaleva, infatti, sui singoli fascicoli, e questi, sebbene espressione di una ben determinata attività, non erano fisicamente aggregati insieme a formare delle serie.

Intorno alla metà degli anni Novanta del XX secolo, a seguito anche dell'elezione di un nuovo presidente, Giovanna Bonani, consapevole della ricchezza della documentazione prodotta nei cinquant'anni trascorsi dalla ricostituzione dell'ente, e particolarmente sensibile alle esigenze della ricerca esterna, l'archivio della Famèja Bulgnèisa cominciò ad assumere una propria fisionomia quale complesso di documentazione storica non più utile solamente all'attività amministrativa.

Nel 1995, in concomitanza con i lavori di ristrutturazione cui fu sottoposto l'edificio sede dell'ente, la documentazione conservata nel corso degli anni in un locale di deposito ricavato nel controsoffitto della segreteria amministrativa, fu così trasferita in una cantina dello stabile, allestita con scaffalature metalliche, e resa per la prima volta accessibile al pubblico dei ricercatori.

Un primo intervento di descrizione archivistica fu avviato nel 1997, con finanziamento della Provincia di Bologna, a cura di Armando Antonelli, che predispose un inventario dattiloscritto a uso interno della documentazione più antica prodotta dall'ente, riferibile al suo primo periodo di attività, compreso dunque tra il 1926 e il 1935.

Nel 2000 la documentazione interessata dall'intervento di descrizione fu trasferita dai locali di deposito della cantina al primo piano dell'edificio sede dell'ente, e collocata in un armadio ligneo nell'ampio ingresso di rappresentanza.

Nel 2008, con finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, ebbero inizio, a cura da Francesca Florimbii, i lavori di ricognizione e schedatura della parte moderna del fondo, vale a dire della documentazione prodotta dopo la ricostituzione dell'ente a partire dal 1945 e fino al 1996.

Nel 2010 tutta la documentazione riconducibile all'archivio storico della Famèja Bulgnèisa (1926 - 1996), insieme ai numerosi fondi aggregati, fu infine trasferita nella nuova sede predisposta per l'archivio storico, in un locale al primo piano dell'edificio sede dell'ente, inaugurata il 23 settembre dello stesso anno.

Con provvedimento della Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici dell'Emilia-Romagna n. 22 del 22 novembre 2011 l'archivio è stato dichiarato di interesse storico particolarmente importante.

Redazione inventario:
Inventario a cura di Francesca Florimbii e Salvatore Alongi, redatto tra il 2008 e il 2012 nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi" promosso dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna. In particolare a Francesca Florimbii si deve la schedatura (2008-2010), mentre a Salvatore Alongi il riordinamento (2011-2012).

Criteri di ordinamento:

Nel corso del presente intervento di riordinamento e inventariazione è stata conservata la suddivisione esistente tra la documentazione prodotta dall'ente nel corso della sua prima fase di attività, compresa dunque tra il 1926 e il 1935, e la documentazione espressione della fase d'attività successiva alla sua ricostituzione nel 1945. La scelta di articolare il fondo in due distinte sezioni, corrispondenti alla parte antica la prima (costituita di serie di documentazione omogenea), alla parte più recente la seconda (originariamente ordinata in partizioni cronologiche), è stata suggerita dalla necessità di conservare la testimonianza della frattura esistente tra le due diverse modalità di organizzazione della documentazione, e dall'opportunità di evidenziare allo stesso tempo le peculiari caratteristiche della sedimentazione delle carte nelle due diverse fasi di gestione. Pertanto il fondo è stato articolato nelle seguenti sezioni: - La Famèja Bulgnèisa 1926 - 1935; - La Famèja Bulgnèisa 1945 - . Per una più specifica analisi dei criteri di ordinamento delle due sezioni si rimanda alle relative schede descrittive.

Note:

Documentazione collegata:
Presso l'Archivio storico de La Famèja Bulgnèisa sono conservati i seguenti fondi personali:
- Angelo Boriani;
- Giuseppe e Angelo Ferlini;
- Ernesto Mattioli;
- Gaetano Marchetti;
- Carlo Musi;
- Angelo Raule;
- Sebastiano Sani.
Sempre presso l'Archivio storico de La Famèja Bulgnèisa si trova in deposito il fondo della Società di mutuo soccorso fra i salsamentari e industrie affini in Bologna.
Presso l'Archivio storico de La Famèja Bulgnèisa è conservato un nucleo di documentazione sonora costituito di 151 audiocassette, prodotte nel corso degli anni Novanta del Ventesimo secolo, contenenti la registrazione di iniziative organizzate dall'ente, canzoni dialettali e vari contributi musicali.

La documentazione è conservata da:


La documentazione è stata prodotta da:


Redazione e revisione:

  • Redatta in xDams , 31/10/2008 - 27/06/2014

Bibliografia:

  • FERDINANDO PANIGONI, Bologna. La Famèja bulgnèisa nel venticinquesimo della fondazione. 1928-1953, Bologna, 1953. , pp. 179-182.
  • MARIO MARAGI, La Famèja bulgnèisa. Annali di mezzo secolo, 1928-1977, Bologna, 1978.
  • GIOVANNA BONANI - MARCO POLI, Da 75 anni per Bologna. La Famèja bulgnèisa. 1928-2003, Bologna: Costa editore, 2003.