Gerarchia:
Archivio di Jean Louis Protche » "Ferrovie pontificie"Denominazione:
"Ferrovie pontificie"Tipologia:
serieData:
1860 set. - 1876Consistenza:
6 fascc.Descrizione:
Studi, relazioni, progetti, riguardanti la costruzione di linee ferroviarie nell'ambito del territorio dello stato della Chiesa, pervenuti a Protche, o da lui stesso acquisiti nel corso dell'attività professionale svolta.Storia archivistica:
Note storico amministrativeLa costruzione di linee ferroviarie prese forma nell'allora Stato pontificio dopo la morte, nel 1846, del papa Gregorio XVI, che era fortemente contrario all'uso del mezzo ferroviario. Divenuto papa Pio IX, la segreteria di stato (cardinale Gizzi), con la notificazione del 7 novembre 1846, autorizzava la costruzione di tre linee ferroviarie:
1) Linea Roma-Frascati-Velletri-Ceprano(al confine col regno di Napoli) detta poi "Pio Latina";
2) Roma-Porto d'Anzio-Civitavecchia verso Ancona, via Terni-Spoleto-Foligno detta "Pio Centrale";
3) Ancona-Bologna e poi Bologna-Ferrara, fino al Po (confine dello Stato), detta "Pio Emilia".
Una linea Firenze-Roma fu invece oggetto di lunghe trattative, negoziazioni e convenzioni tra lo Stato pontificio e il Granducato di Toscana (la pubblicazione di Petitti del 1845 illustrava l'importanza storica, commerciale, turistica della linea Firenze-Roma-Napoli).
Da Firenze partirono le prime strade ferrate: si arrivò ad Empoli nel 1848, a Siena nel 1849, a Chiusi nel 1847 e a Orte - Roma il 10 marzo 1874.
Anche un giornale francese del 1847 esaltava le direttive illuminate e "amiche del progresso" di questo papa innovatore.
Nel 1855 iniziarono i lavori della Roma - Ancona - Bologna. Per accelerarne il compimento la linea fu divisa in tre sezioni affidate a tre ditte appaltatrici che avevano l'ordine di lavorare "contestualmente", ma con maggior forza nella sezione Roma - Foligno. La società più importante, incaricata dei lavori, fu la Casavaldès, che poi prese il nome di Société générale des chemins de fer romains, detta "Pio Centrale". Dopo molte discussioni, che comportarono l'analisi di diversi percorsi alternativi, a distanza di circa 10 anni (maggio 1856) la commissione pontificia approvò la costruzione delle tre linee. La «Società della strada ferrata Pio Latina», ebbe in concessione le linee Roma-Frascati e Roma-Ceprano. La «Società della strada ferrata Pio Centrale» prese in concessione la Roma-Civitavecchia e la linea Roma-Ancona ed ebbe poi la concessione anche della linea Ancona-Bologna e del suo prolungamento fino a Ferrara.
Nel 1860 le due società furono inglobate nella Società generale delle strade ferrate romane ma, con la riduzione del territorio dello Stato pontificio al solo Lazio (1859-60), buona parte della rete si trovò fuori dai confini di stato per cui il principale committente della Società divenne il Regno di Sardegna.
In seguito alla costituzione, nel 1861, del nuovo Regno d'Italia fu deciso, con legge n° 2279 del 14 maggio del 1865, un riordino complessivo della rete in concessione, affidandolo alla subentrante «Società per le strade ferrate romane» (di fatto una ricostituzione della precedente). L'atto di concessione relativo prevedeva il completamento delle tratte ancora incomplete e la costruzione e l'esercizio delle linee di collegamento tra Roma e Firenze con i porti principali di Genova, Livorno, Civitavecchia e Napoli. Inoltre veniva assegnato anche l'esercizio della linea Torino-Savona e la costruzione ed esercizio della Parma-La Spezia. Alla società vennero affidate in sostanza le principali linee ferroviarie della rete ligure e dell'Italia centrale ad eccezione delle linee adriatiche.
La rete delle nuove «Romane» risultò costituita, di massima, dalla fusione delle linee gestite dalle precedenti società esercenti la Roma-Ancona e la Roma-Napoli, dalla rete delle Strade Ferrate Livornesi, da quella della Centrale Toscana e delle linee Maremmane e da quella delle ferrovie da Roma, a Frascati, a Ceprano, a Civitavecchia, a Porto d'Anzio e a Bologna, per Foligno ed Ancona. Ebbe inoltre assegnata una sovvenzione annua di lire 13.250 per chilometro.
Il 25 marzo 1859 fu terminata la linea Roma-Civitavecchia, la cui stazione era fuori Porta Portese (era stato necessario costruire sul Tevere un gran ponte di ferro levatoio nella campata centrale, fabbricato in Inghilterra).
Il 29 dicembre 1862 fu inaugurata la Roma-Velletri ("Pio Latina") con stazione presso le Terme di Diocleziano. Nel 1862 si giunse a Ceprano.
Il nuovo governo completava i lavori iniziati da Pio IX e affrettava i collegamenti anche dalla parte della Toscana. Nel 1866 si aprì il ramo Terontola - Ellera C. - Perugia - Ponte San Giovanni. L'anno dopo gli italiani completarono il tragitto Civitavecchia - Pisa - Firenze, passando dal Chiarone. Tragitto che era lungo 42 km in più.
Criteri di ordinamento:
Nell'inventario realizzato da Gaspare Ungarelli e Albano Sorbelli, pubblicato nel 1909, era stata parzialmente raccolta sotto questa denominazione la documentazione riguardante le costruzioni ferroviarie realizzate nell'ambito del territorio dello stato della Chiesa.Tale documentazione aveva compreso, seppure in modo non coerente, anche alcuni lavori affidati alla società delle Strade ferrate lombardo venete e dell'Italia centrale di cui Protche era dipendente in qualità di ingegnere capo, in particolare per la linea da Bologna a Ferrara e a Pontelagoscuro.
L'organizzazione allora data alle carte presentava una suddivisione in parte, per così dire, per "ramo d'attività", in parte per argomento, per tipologia e per area geografica di riferimento, in questo caso per le attività insistenti entro i confini politici di uno stato.
Nell'attuale partizione dei nuclei documentari dell'archivio si è optato per inserire la documentazione prodotta ed acquisita nell'ambito dell'attività professionale svolta dall'ingegner Protche nella società Strade ferrate lombardo venete e dell'Italia centrale all'interno del nucleo documentario ad essa afferente. Si è invece conservata sotto la denominazione "Ferrovie pontificie", la documentazione inerente linee ferroviarie realizzate da altre società o imprese nello stato della Chiesa, presente nel fondo in qualità di documentazione acquisita per studio ed informazione.
Documentazione afferente a questi nuclei è poi stata rinvenuta anche all'interno della parte di archivio cosiddetta "non inventariata" e in stato di disordine archivistico, documenti che sono andati ad integrare i nuclei che descrivono le parti già note.
Si è comunque avuto cura di segnalare costantemente la provenienza dei documenti descritti.
Note:
L'intitolazione è stata desunta da Albano Sorbelli, "I manoscritti Protche", «L'Archiginnasio», IV (1909), pp. 177-196La documentazione è conservata da:
Redazione e revisione:
- Redatta in xDams , 18-03-2011 - 26/03/2012