Città degli archivi

Associazione costituzionale delle Romagne

Sede:

Bologna, 1876 - 1889

Date di esistenza:

  • 10 settembre 1876 - 14 luglio 1889

Intestazioni:

  • Associazione costituzionale delle Romagne, Bologna, (1876 - 1889)

Descrizione:

In seguito alle elezioni politiche del 18 marzo 1876 che decretarono l'avvento della Sinistra alla guida del governo italiano, la Destra si vide costretta a ripensare e riorganizzare il proprio assetto e ruolo politici: "Per dare un assetto più organico e disciplinato alle varie forze del partito moderato, fu fondata in Roma l'Associazione costituzionale centrale alla quale dovevano fare capo le varie società, omonime, che si erano già costituite in alcune città e quelle che, su questo stesso schema, sarebbero via via sorte" (n.d.r. M.P. Cuccoli, L'Associazione costituzionale delle Romagne, «Atti e memorie della R. Deputazione di storia patria per le provincie di Romagna», n.s., a. XXV-XXVI, 1974-1975, p. 266.). Tra i promotori dell'Associazione costituzionale centrale vi fu Marco Minghetti, che fu anche il promotore e poi presidente dell'Associazione costituzionale delle Romagne a Bologna.
Inizialmente fu creato il Comitato promotore, ovvero un comitato provvisorio costituito per la creazione dell'Associazione costituzionale e per la gestione dell'amministrazione fino alla elezione ufficiale del Consiglio direttivo, avvenuta nell'Assemblea generale del 10 settembre 1876. Il primo documento ufficiale, dunque, è il manifesto programmatico del 29 agosto 1876, dove si dichiara la linea politica fedele alla monarchia costituzionale, con l'intento principale "di discutere i problemi più importanti di politica e di amministrazione", di "adoperarsi per la diffusione dei suoi principii e per le elezioni in quei modi che saranno indicati da associazioni o comitati locali aderenti al programma" (n.d.r. Cfr. BIBLIOTECA COMUNALE DELL'ARCHIGINNASIO DI BOLOGNA, Archivio dell'Associazione costituzionale delle Romagne, b. 1, fasc. 1.). Il documento fu sottoscritto da Marco Minghetti, Giovanni Battista Ercolani, Pellegrino Carpi, Luigi D'Apel, Alberto Dallolio, Giovanni Codronchi Argeli, Alessandro Guiccioli, Eugenio Bonvicini, Cesare Rasponi, Ruggero Baldini, Tommaso Gessi, Giovanni Revedin, Giovanni Guarini, Pietro Pasolini Zanelli; tali sottoscrittori formarono il Comitato promotore.
Le linee programmatiche dell'Associazione costituzionale furono delineate più dettagliatamente con la redazione dello statuto, che vide due sole redazioni: la prima stampata nel 1877 e la seconda nel 1880. Se nell'art. 2 si dichiara lo scopo: "Raccogliere tutte le forze del partito liberale moderato della città e provincia di Bologna e della Romagna e di farsi centro di studi, d'azione e d'influenza per il mantenimento delle nostre istituzioni monarchico-costituzionali"; con l'art. 3 si individua il campo d'azione: "L'Associazione discute ed esprime il proprio voto in ordine alle principali questioni amministrative e politiche d'interesse tanto locale che generale; cura la maggior diffusione dei proprii principii con quei mezzi legali che a seconda delle circostanze le sembreranno più opportuni; si adopera ad esercitare la propria influenza nelle elezioni della provincia bolognese e di Romagna, mettendosi d'accordo con associazioni o comitati locali, promuovendone eziandio la costituzione e costituendosi all'uopo in circolo elettorale" (n.d.r. Ibidem, b. 1, fasc. 2.).
Per attuare finalità e scopi, l'Associazione costituzionale venne governata da un Consiglio direttivo che costituiva un vero e proprio organo deliberativo. Al Consiglio direttivo - le cui cariche interne (presidenza, vice presidenza, segreteria, questura, economato) venivano definite e assegnate durante l'Assemblea generale - spetta l'indizione dell'Assemblea generale e la rappresentanza in nome dell'Associazione in occasione di eventi e iniziative pubbliche e ufficiali; inoltre, per l'art. 11 dello statuto, il Consiglio direttivo "delibera collegialmente ed a maggioranza assoluta di voti intorno a tutto ciò che concerne la direzione ed amministrazione dell'Associazione". Le assemble o adunanze generali venivano indette, senza una cadenza definita, dietro convocazione della presidenza, per deliberazione del Consiglio direttivo o per domanda di almeno un decimo dei soci. Inizialmente l'Associazione non aveva una propria sede, pertanto le adunanze si tenevano nei locali di palazzo Pizzardi in via Farini, dell'ex biblioteca di S. Lucia, del liceo Rossini, poi a palazzo Minghetti e infine a palazzo Montanari. All'Assemblea generale era anche demandata la funzione di nominare speciali e particolari commissioni di studio incaricate di occuparsi di problematiche e questioni di natura sociale, politica e amministrativa: per la redazione di una bibliografia circa il decentramento amministrativo, per la diffusione dei principi dell'Associazione costituzionale, per la responsabilità dei pubblici funzionari, per l'organizzazione di società di patrocinio per i poveri, per il progetto di riforma della legge comunale e provinciale, per il progetto di riforma della legge elettorale, per il progetto di riforma della legge sui dazi consumo, per la pubblica sicurezza, per il riconoscimento giuridico delle società di mutuo soccorso, per gli interessi delle classi operaie. Altre speciali commissioni istituite sono quelle con compiti di natura, per così dire, amministrativa: la redazione dello statuto dell'Associazione, la raccolta di sottoscrizioni per la campagna elettorale e il reclutamento di soci.
A partire dal 1882, con la riforma elettorale che prevedeva un sostanziale allargamento della base elettorale, gran parte dell'attività dell'Associazione fu assorbita dall'organizzazione delle elezioni amministrative e politiche, gestita direttamente dal Comitato elettorale locale, pre-esistente all'Associazione costituzionale e presieduto ininterrottamente da Giovanni Malvezzi dal 1876 al 1889. In occasione delle elezioni amministrative - per il rinnovo del consiglio comunale e provinciale -, e delle elezioni politiche - in particolare per le legislature 14, 15 e 16 -, il Comitato elettorale procedeva alla formazione di liste concordate con altre forze politiche o, in assenza di accordi, alla formazione di una propria lista di candidati. Funzioni e competenze del Comitato elettorale erano, pertanto, la gestione della presentazione delle liste, della propaganda elettorale, della vigilanza dei seggi elettorali, ma anche il coordinamento dei sub comitati elettorali e delle commissioni parrocchiali.
Con la morte di Marco Minghetti, avvenuta il 10 dicembre 1886, la presidenza dell'Associazione passò a Giovanni Codronchi, che precedentemente era successo nella carica di vice presidente a Gualtiero Sacchetti. Con la presidenza e la linea politica di Codronchi l'Associazione costituzionale vide scemare le proprie attività tanto del Comitato elettorale quanto delle commissioni di studio, dal momento che Codronchi si allontanò dalle posizioni minghettiane, per abbracciare e approvare quelle del governo Crispi; ne è testimonianza l'allontanamento dalle posizioni delle associazioni costituzionali consorelle, con la rinuncia a partecipare al 2° congresso delle Unioni liberali monarchiche da tenersi a Roma nel 1888, in aperto contrasto con Ruggero Bonghi. A questa mutata condotta politica, che portò la disaffezione di aderenti fedeli alla tradizione minghettiana, si devono aggiungere anche e soprattutto evidenti difficoltà finanziarie dell'Associazione. A seguito della nomina a prefetto di Napoli in data 27 dicembre 1888, Codronchi rassegnò le proprie dimissioni dalla carica di presidente e il 14 luglio 1889 l'Assemblea generale deliberò lo scioglimento dell'Associazione e la consegna della bandiera al socio Ludovico Berti. Un'ultima adunanza, a ranghi ristretti, fu convocata il 17 maggio 1891 per l'estrazione a sorte del ritratto di Marco Minghetti, commissionato nel 1880 da alcuni soci, previa sottoscrizione forzata tra i soci della disciolta Associazione, in modo da potere saldare il passivo della stessa.


Prima della costituzione ufficiale dell'Associazione fu creato un Comitato promotore ovvero un comitato provvisorio per la creazione dell'Associazione costituzionale delle Romagne fino alla elezione ufficiale del Consiglio direttivo.
Il Consiglio direttivo costituiva un vero e proprio organo deliberativo e amministrativo dal momento che per l'articolo 11 dello statuto "delibera collegialmente ed a maggioranza assoluta di voti intorno a tutto ciò che concerne la direzione ed amministrazione dell'Associazione"; il Consiglio era costituito internamente dalle cariche di presidenza, vice presidenza, segreteria, questura e economato: tali cariche venivano definite e assegnate durante l'Assemblea generale dei soci cui spettava l'indizione dell'Assemblea generale dei soci e la rappresentanza in nome dell'Associazione in occasione di eventi e iniziative pubbliche e ufficiali.
Le assemble o adunanze dei generali soci venivano indette, senza una cadenza definita, dietro convocazione della presidenza, per deliberazione del Consiglio direttivo o per domanda di almeno un decimo dei soci. I soci si dividevano in soci effettivi e aggregati: i primi, dovevano essere maggiorenni, cooperare ai fini dell'Associazione e pagare un contributo di iscrizione; i secondi non pagavano il contributo e, pur essendo equiparati ai soci effettivi, non partecipavano all'attività deliberativa nelle nomine del consiglio direttivo, nella ratifica del bilancio, nella variazione dello statuto e nello scioglimento dell'Associazione.
All'Assemblea generale dei soci era anche demandata la funzione di nominare speciali e particolari commissioni di studio incaricate di occuparsi di problematiche e questioni di natura sociale, politica e amministrativa a livello locale e nazionale ma anche di nominare speciali commissioni istituite per la raccolta di sottoscrizioni per la campagna elettorale e per il reclutamento di soci.
All'interno dell'Associazione costituzionale operò anche il Comitato elettorale locale, un'istituzione pre-esistente all'Associazione costituzionale, che si occupò di organizzare la linea e la condotta dell'Associazione costituzionale in occasione delle elezioni amministrative e politiche.

L'Associazione costituzionale delle Romagne esercitò la propria attività in occasione delle elezioni amministrative (Bologna, Imola e Ravenna) e delle elezioni politiche, procedendo alla formazione di liste concordate con altre forze politiche o alla formazione di una propria lista di candidati e in particolare si occupò di:
- coagulare le forze del partito liberale moderato della città e provincia di Bologna e della Romagna;
- farsi centro di studi, d'azione e d'influenza per il mantenimento delle istituzioni monarchico-costituzionali;
- discutere le questioni amministrative e politiche d'interesse tanto locale che generale;
- esercitare la propria influenza nelle elezioni politiche e amministrative locali e nazionali della provincia bolognese e nella Romagna.

Tipologia:

  • altro

Note:

Scheda descrittiva a cura di Riccardo Pedrini redatta nel 2012 nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi", promosso dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e dalla Fondazione Cassa di risparmio in Bologna.


Fonti archivistiche:

- BIBLIOTECA COMUNALE DELL'ARCHIGINNASIO DI BOLOGNA [d'ora in avanti BCA], Archivio dell'Associazione costituzionale delle Romagne, Statuti e organigrammi.

- BCA, Archivio di Marco Minghetti, Associazione costituzionale delle Romagne.


Fonti bibliografiche:

- P. L. BALLINI, Le elezioni politiche nel Regno d'Italia: una bibliografia, «Quaderni dell'osservatorio elettorale», nov. 1999, 41, pp. 51-113;

- A. BERSELLI, Primi decenni dopo l'Unità, in Storia dell'Emilia Romagna, Bologna, Bononia University Press, 1980, vol. III, pp. 257-304;

- A. BIGNARDI, Dizionario biografico dei liberali bolognesi (1860/1914), Bologna, Bandiera, 1956;

- M. P. CUCCOLI, L'Associazione costituzionale delle Romagne: Marco Minghetti e gli amici romagnoli, «Studi romagnoli», 1974, XXV, pp. 335-356;

- M. P. CUCCOLI, L'Associazione costituzionale delle Romagne, «Atti e memorie della regia Deputazione di storia patria per le provincie di Romagna», n.s., XXV-XXVI, 1974-1975, pp. 265-332;

- M. FANTI, Consistenza e condizioni attuali delle raccolte manoscritte della biblioteca comunale dell'Archiginnasio, «L'Archiginnasio», 1979, LXXIV, pp. 7-38;

- A. MANFRON, I fondi manoscritti, in Biblioteca comunale dell'Archiginnasio. Bologna, Fiesole, Cardini, 2001, pp. 67-89;

- F. MANCINI, Consistenza e stato attuale dei manoscritti della biblioteca comunale dell'Archiginnasio, «L'Archiginnasio», 1951-1952, XLVI-XLVII, pp. 25-65;

- U. MARCELLI, Inventario degli appunti e documenti vari manoscritti di Marco Minghetti, «L'Archiginnasio», 1985, LXXX, pp. 37-263;

- U. MARCELLI, Inventario dei documenti vari a stampa e dei libri ed opuscoli di Marco Minghetti conservati fra le sue carte, «L'Archiginnasio», 1995, XC, pp. 165-408;

- V. RONCUZZI ROVERSI MONACO, Il bombardamento sull'Archiginnasio: vicissitudini dell'edificio storico e del patrimonio librario, in Delenda Bononia: immagini dei bombardamenti, Bologna, Patron, [1995], pp. 120-144;

- A. SERRA ZANETTI, Le raccolte manoscritte della biblioteca comunale dell'Archiginnasio: origine, vicende, sviluppi, «L'Archiginnasio», 1951-1952, XLVI-XLVII, pp. 1-24;

- A. SORBELLI, Relazione del bibliotecario all'onorevole podestà, «L'Archiginnasio», 1938, XXXIII, 4-6, pp. 173-222;

- Clero e partiti a Bologna dopo l'Unità, con prefazione di U. MARCELLI, Bologna, Sezione arti grafiche Istituto Aldini-Valeriani, 1968;

- L'Emilia Romagna in Parlamento (1861-1919), a cura di M. S. PIRETTI - G. GUIDI, Bologna, Centro ricerche storia politica, 1992, voll. 2;

- Inventario dell'archivio storico dell'Accademia nazionale di agricultura, a cura di A. CAMPANINI, Bologna, s.e., 2001.
Complessi archivistici: Redazione e revisione:
  • Redatta in xDams , 31/01/2012 - 22/11/2021