Sede:
Bologna, 1988 -Date di esistenza:
- 22 febbraio 1988 -
Intestazioni:
- Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica, Bologna, (1988 - )
Descrizione:
L'Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica nasce a Bologna il 22 febbraio 1988, con «lo scopo di accertare la verità e quindi le responsabilità civili e penali della strage di Ustica, con tutte le iniziative possibili» (art. 3 dello statuto).All'origine della costituzione dell'ente è dunque la morte degli 81 passeggeri del Dc9 della compagnia aerea Itavia in volo da Bologna a Palermo e precipitato il 27 giugno 1980 nel mar Tirreno al largo dell'isola di Ustica.
Del "ritardo" intercorso tra la tragedia e la nascita dell'Associazione sono state fornite diverse interpretazioni: «I primi anni sono stati terribili, non riuscivo neanche a parlare della morte di mio fratello» (n.d.r. G. TURNATURI, Associati per amore. L'etica degli affetti e delle relazioni quotidiane, Milano, 1991, p. 28.), così Daria Bonfietti, fondatore e presidente dell'Associazione, sorella di Alberto, che come tutti gli altri familiari delle vittime, sovrastati e annichiliti dalla tragedia che li colpì, visse quei primi anni in un dimensione di dolore "contenuto", privato, silenzioso, quasi nel rispetto di quelle norme che nella nostra società prevedono dinanzi alla morte e alla malattia di «separarsi per un periodo di tempo - anch'esso definito - dal resto del mondo» (n.d.r. G. TURNATURI, Emozioni e azioni collettive, in Il dolore civile. La società dei cittadini dalla solidarietà all'autorganizzazione, a cura dell'Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica, Milano, 1993, pp. 37-46, in part. p. 44.).
Un timido tentativo - non riuscito - di dar vita ad un'associazione venne accennato, nei giorni immediatamente successivi al disastro, da Gianfranco Fontana, fratello del secondo pilota del Dc9, insieme a Giannina Giau, vedova di Alberto Bonfietti.
Ma la prima vera iniziativa legata alla salvaguardia della memoria delle vittime e alle richieste all'autorità governativa di fare di più e meglio nell'individuazione delle responsabilità del disastro aereo fu avviata solo a metà del 1986. La proposta fu avanzata in concomitanza pressappoco con la fine dei lavori della Commissione d'inchiesta tecnico-formale, istituita poche ore dopo la scomparsa del Dc9 dall'allora ministro dei Trasporti Rino Formica, e presieduta da Carlo Luzzatti, la quale, sebbene «avesse lasciato aperto un ventaglio di ipotesi sulle cause del disastro aereo, dopo aver escluso il cedimento strutturale e la collisione in volo» (n.d.r. Atti parlamentari, Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, legislatura XIII, Disegni di legge e relazioni. Documenti, Sciagura aerea del 27 giugno 1980 (strage di Ustica-DC9 I-tigi Itavia), Elaborato redatto dai senatori Vincenzo Ruggero Manca, Alfredo Mantica e dai deputati Vincenzo Fragalà e Marco Taradash, p. 385, consultabile on line all'indirizzo www.stragi80.it/documenti/comstragi/proposte/minoranza.pdf.), aveva mancato di accertare la reale dinamica dell'incidente. Lo scioglimento della Commissione ministeriale suscitò la reazione di alcuni esponenti del mondo politico e di numerose personalità, tra cui l'ex presidente della Corte costituzionale, Francesco Paolo Bonifacio, il vicepresidente del Senato, Adriano Ossicini, il senatore Pietro Scoppola, i deputati Antonio Giolitti (Partito socialista italiano), Pietro Ingrao (Partito comunista italiano) e Stefano Rodotà (Sinistra indipendente) e il sociologo Franco Ferrarotti, che il 27 giugno 1986 scrissero al presidente della Repubblica Francesco Cossiga organizzandosi, a partire dal 30 settembre successivo, in un "Comitato per la verità su Ustica".
Alla loro iniziativa seguì l'intervento di Daria Bonfietti, la quale, nell'appello del 30 luglio, indirizzato ai parenti delle vittime, invitò tutti a costituirsi parte civile per far fronte comune in una vicenda che fino ad allora aveva visto i familiari seguire da lontano e con rassegnato distacco le sorti di un'indagine giudiziaria che stagnava incerta e di un'inchiesta ministeriale che, come abbiamo visto, si rivelò dall'esito insoddisfacente.
All'interno del Comitato per la verità su Ustica confluirono così, oltre a quelle dei primi sette firmatari dell'appello, numerose adesioni sia "esterne", quali le sigle sindacali Confederazione generale italiana del lavoro (Cgil), Confederazione italiana sindacati dei lavoratori (Cisl) e Unione italiana del lavoro (Uil), le Associazioni cristiane lavoratori italiani (Acli), il Consiglio provinciale di Bologna, e nomi della politica nazionale come Ottaviano Del Turco, Tina Anselmi, Franco Marini e Romeo Ferrucci, esponente dell'Associazione italiana giuristi democratici (presso il quale il gruppo dei promotori del Comitato ebbe sede almeno per tutto il 1987), sia da parte degli stessi familiari, i quali, in una lettera aperta al presidente della Repubblica del 27 settembre 1986, si espressero, per la prima volta tutti insieme, «perché luce piena sia fatta su quanto è accaduto ad Ustica, così che emerga finalmente una sola verità, senza ombre, senza patteggiamenti, senza tortuosi e indecenti compromessi» (n.d.r. ISTITUTO STORICO PARRI EMILIA-ROMAGNA, Archivio di Daria Bonfietti, Carteggio, b. 1, 1. 1986, Daria Bonfietti ai signori eredi, Bologna, 30 luglio 1986.).
Raccolte progressivamente le adesioni dei «familiari delle vittime senza limiti rispetto al grado di parentela» (art. 7 dello statuto), l'Associazione ha oggi sede a Bologna in via Polese 22.
Secondo lo statuto gli organi dell'Associazione sono l'Assemblea degli associati, che si riunisce annualmente il 21 giugno, e il Consiglio direttivo, composto al massimo di 10 membri, che resta in carica per la durata di un anno e viene eletto dall'Assemblea degli associati. Il Consiglio direttivo elegge il presidente, il vicepresidente e l'amministratore.
Dalla fondazione dell'ente, la carica di presidente è sempre stata ricoperta da Daria Bonfietti.
Oggi l'Associazione è centro di promozione di numerose iniziative tese da un lato naturalmente alla commemorazione dell'anniversario della strage, e dall'altro a creare nella società civile e nell'opinione pubblica un circuito di partecipazione intorno ai motivi fatti propri dal nuovo associazionismo di tipo familiare, vale a dire giustizia e dignità, connaturando, dunque, la propria attività all'insegna del binomio memoria-verità.
Tra le azioni promosse dall'Associazione la più significativa è certamente la propria costituzione in parte civile all'interno del procedimento processuale penale per il disastro aereo di Ustica, azione che lega intrinsecamente la storia dell'inchiesta giudiziaria a quella dell'ente, che attraverso i propri legali e consulenti tecnici di parte ha attivamente partecipato alle diverse fasi del processo, dall'istruttoria al dibattimento in aula nei diversi gradi di giudizio.
Gli organi dell'Associazione sono:
- l'Assemblea degli associati. Per assumere la qualifica di associato occorre sottoscrivere la scheda di adesione ed essere familiare delle vittime della strage senza limiti rispetto al grado di parentela;
- il Consiglio direttivo, composto al massimo di dieci membri, individuati sulla base della dislocazione territoriale degli associati. Il Consiglio direttivo resta in carica per la durata di un anno e viene eletto dall'Assemblea degli associati, che si effettua annualmente il 21 giugno presso la sede di Bologna. Il Consiglio direttivo elegge il presidente, il vice presidente e l'amministratore (cfr. artt. 6-7 dello statuto).
Secondo l'art. 3 dello statuto l'Associazione si prefigge lo scopo di accertare la verità e quindi le responsabilità civili e penali della strage di Ustica, con tutte le iniziative possibili.
Tipologia:
- altro
Note:
Scheda descrittiva a cura di cura di Lorenza Iannacci e Salvatore Alongi redatta nel 2012 nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi", promosso dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.Fonti bibliografiche:
- Ustica. La via dell'ombra, a cura di F. CARDINI, Roma, Sapere 2000, 1990;
- Il dolore civile. La società dei cittadini dalla solidarietà all'autorganizzazione, a cura dell'ASSOCIAZIONE PARENTI DELLE VITTIME DELLA STRAGE DI USTICA, Milano, Guerrini, 1993;
- A. BENETTI, Il caso Ustica, in P. BOLLINI - C. ROSSI, I giorni della strage. Materiali di documentazione sulla strage alla stazione di Bologna e sulla strategia della tensione, San Lazzaro di Savena, Clio, 1994;
- D. LUCCA - P. MIGGIANO - A. PURGATORI, A un passo dalla guerra, Milano, Sperling & Kupfer, 1995;
- D. BIACCHESI - F. COLARIETI, Punto Condor. Ustica: il processo, Bologna, Pendragon, 2002;
- E. AMELIO - A. BENEDETTI, IH870. Il volo spezzato. Strage di Ustica: le storie, i misteri, i depistaggi, il processo, Roma, Editori riuniti, 2005.
Fonti online:
- http://www.stragi80.it/ (consultato il 6 maggio 2012);
- http://www.comune.bologna.it/iperbole/ustica/ (consultato il 6 maggio 2012);
- http://www.museomemoriaustica.it/ (consultato il 6 maggio 2012).
Collegamenti:
Complessi archivistici:
- Archivio audiovisivo dell'Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica , [1986 set. 30] - 2010 (fondo)
- Archivio dell'Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica , 1988 feb. 22 - 2016 dic. 22 (fondo)
- Archivio sonoro dell'Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica , 1980 giu. 27 - 1998 mar. 20 (fondo)
- Redatta in xDams , 11/02/2012 - 09/07/2013