Città degli archivi

Provincia di Santa Caterina da Bologna

Denominazione parallela:

Provincia bononiensis Sanctae Catharinae

Sede:

Bologna, 1597 - 1946

Date di esistenza:

  • 1597 - 13 giugno 1946

Intestazioni:

  • Provincia bononiensis Sanctae Catharinae, Bologna, (1911 - 1946)
  • Provincia reformata bononiensis, Bologna, (1639 - 1899)
  • Custodia provinciae reformatae Bononiae, Bologna, (1597 - 1639)
  • Provincia di Santa Caterina da Bologna, Bologna, (1911 - 1946)
  • Provincia osservante riformata di Bologna, Bologna, (1639 - 1899)
  • Custodia della Riforma nella Provincia osservante di Bologna, Bologna, (1597 - 1639)

Altre denominazioni:

  • Provincia reformata bononiensis
  • Custodia provinciae reformatae Bononiae
  • Provincia osservante riformata di Bologna, 1639 - 10 agosto 1899
  • Custodia della Riforma nella Provincia osservante di Bologna, 1597 - 1639

Descrizione:

Il movimento dell'Osservanza francescana si propagò alla fine del sec. XIV in Umbria, per passare poi in Toscana e raggiungere anche Bologna per iniziativa di fra Giovanni da Stroncone che nel 1403 ottenne da papa Bonifacio IX di istituirvi dapprima un romitorio e poi, nel 1409, un convento. Contemporaneamente anche a Ferrara fu istituito un convento e da queste due città si propagò in tutta la regione emiliano romagnola il cosiddetto movimento dell'Osservanza e particolare importanza assunse, almeno inizialmente, il convento di S. Paolo in Monte detto dell'Osservanza.
Nel 1517 papa Leone X sancì la divisione tra il movimento degli Osservanti e quello dei Conventuali; successivamente all'interno della famiglia francescana Osservante si originò un nuovo movimento di rinnovamento spirituale che passò sotto il nome di Riforma, suggellato da concessioni pontifice relative all'assegnazione di conventi di maggiore ritiro tra il 1532 ed il 1596 sotto i pontificati di Clemente VII, Pio V, Gregorio XIII e Clemente VIII. Anche all'interno della Provincia osservante bolognese, i frati che intesero condurre una vita più ritirata e che quindi aderirono al movimento della Riforma - da qui il termine di 'stretta osservanza' comunemente denominata in seguito Osservante Riformata - nel 1597 furono riuniti nella cosiddetta Custodia riformata di Bologna alla quale furono assegnati dal 1597 al 1628 i conventi di S. Croce di Villa Verucchio (Rimini), della Ss. Annunziata di Cesena, di S. Paolo in Monte di Bologna, di S. Girolamo di Faenza, di S. Maria di Monte Oliveto di Castell'Arquato, di S. Bernardino di Borgonovo, di S. Niccolò di Ariano, di S. Maria di Campagna di Piacenza e di S. Maria delle Grazie di Imola; successivamente si aggiunsero quelli di S. Maria di Abrenunzio, di S. Antonio di Massalombarda, dei Ss. Francesco ed Anna di Medicina, di S. Cataldo di Modena e di S. Pietro d'Alcantara di Parma. Dunque, sebbene inizialmente i Riformati e gli Osservanti dipendessero ancora da un unico superiore provinciale, soltanto nel 1597 i Riformati ebbero il loro primo Custode e solo nel 1639 furono costituiti ufficialmente in Provincia autonoma, denominata Provincia osservante riformata di Bologna.
In seguito alle vicende legate prima all'invasione dell'esercito francese nel 1796 e poi alla soppressione napoleonica che portò alla chiusura nel 1810 di tutti i conventi, a Milano il 4 giugno 1808 fu celebrato un Capitolo straordinario, nel quale i Ministri provinciali delle Province osservanti di Milano, Brescia, Bologna, Novara e Venezia stabilirono l'unificazione di queste Province in una unica con il nome di Provincia Italica, e l'elezione per ogni Provincia di un Vicario provinciale soggetto al Ministro provinciale della nuova provincia. Alla neo costituita Provincia Italica furono annessi, sottraendoli così alla Provincia osservante riformata di Bologna, i conventi di S. Maria di Campagna di Piacenza, di S. Pietro d'Alcantara di Parma e di S. Bernardino di Borgonovo di Piacenza, perché "in ditione gallica", ovvero in territorio lombardo, dando vita, il 26 luglio 1808, alla cosiddetta "Custodia di Parma e Piacenza". Nel 1810, intanto, con il decreto di soppressione napoleonica furono chiusi anche questi conventi, ma i religiosi francescani, nonostante fossero stati privati dell'abito e confidando nell'aiuto della popolazione locale e soprattutto sui vescovi, si adoperarono segretamente per rientrare nei conventi perduti su tutto il territorio emiliano romagnolo, conventi che furono nuovamente ripristinati e recuperati - anche se non completamente - tra il 1816 e il 1819. Soltanto nel novembre 1821 fu ricomposta la Provincia Riformata di Bologna in due parti: Stato ecclesiastico (comprendente i territori di Bologna e Romagna) e Lombardia. La vicenda si chiuse definitivamente il 30 aprile 1822 con il decreto di Vincenzo da Massa, Vicario generale, che istituì la "instauratio ac redintegratio Provinciae bononiensis" allo stato antecedente il 1808.
La ricostituzione della Provincia bolognese osservante riformata subì una nuova battuta d'arresto con la soppressione degli ordini religiosi nel 1866-1867 da parte dello Stato italiano e dopo alcuni anni di incertezza l'Ordine dei frati minori riprese il proprio cammino fino all'unione dei frati minori con la bolla di papa Leone XIII Felicitate quadam del 4 ottobre 1897. Per volontà del Ministro generale Luigi Canali da Parma e con decreto di papa Leone XIII, infatti, le famiglie francescane dell'Osservanza, della Riforma, dei Discalciati e dei Recolletti formarono un'unica famiglia con il nome di Frati minori; anche a Bologna si procedette all'unione delle due Province, osservante e riformata, tra il 1898 e il 1899, con il nome di "Provincia bononiensis fratrum minorum". Questa unione ebbe vita fino al 1911, quando vennero nuovamente istituite due Province con il decreto generalizio del 28 aprile Sanctissimus che ripristinava per i Riformati la Provincia di S. Caterina e per gli Osservanti la Provincia del Ss. Redentore, sancita con il Motu proprio Quo magis di papa Pio X del 23 ottobre 1911.
In seguito al decreto Sanctissimus alla nuova Provincia di S. Caterina (ex Provincia riformata) furono assegnati i seguenti conventi: S. Paolo in Monte detto dell'Osservanza (Bologna), S. Croce (Bologna), S. Cataldo (Modena), S. Pietro d'Alcantara (Parma), S. Maria di Campagna (Piacenza), S. Bernardino di Borgonovo (Piacenza), S. Croce di Villa Verucchio (Rimini), S. Croce (Sogliano), S. Maria degli Angeli (Brisighella), S. Antonio (Cervia), S. Antonio di Predappio (Forlì), Ss. Annunziata detta dell'Osservanza (Cesena), S. Maria del Paradiso (Faenza), S. Maria delle Grazie detta dell'Osservanza di Imola.
Successivamente un secondo decreto generalizio del 15 maggio 1916 prescrisse l'assegnazione dei conventi di S. Croce (Sogliano) e di S. Maria degli Angeli (Brisighella) alla nuova Provincia del Ss. Redentore (ex Provincia osservante) in cambio dei conventi di S. Pietro d'Alcantara (Parma) e di S. Antonio (Massalombarda) consegnati precedentemente alla Provincia di S. Caterina.
Con il decreto generalizio Quam maximas del 13 giugno 1946, che metteva in esecuzione le disposizioni di papa Pio XII contenute nella lettera apostolica Quae paterna del 27 dicembre 1945, fu costituita la Provincia di Cristo Re dei frati minori dell'Emilia Romagna; la nuova Provincia era costituita dalla fusione delle due ex Province di S. Caterina e del Ss. Redentore e veniva a completare il piano di unione delle famiglie francescane degli Osservanti, Riformati, Alcantarini e Recolletti nell'unico Ordine dei frati minori decretato da papa Leone XIII nel 1897, poi fallito con la divisione del 1911.

La struttura di governo dalle origini fino al 1946 si connota attraverso linee istituzionali sostanzialmente lineari nel tempo; le motivazioni sono da ricercarsi nel fatto che la Provincia è un'entità religiosa soggetta innanzi tutto alle costituzioni generali proprie dell'Ordine dei frati minori e, in particolare, alle ordinazioni e direttive emanate dalla Curia generale cui la Provincia bolognese, come tutte le altre a livello nazionale e internazionale, è soggetta.
Pertanto non presentando cambiamenti di natura istituzionale e amministrativa sostanziali e avendo mantenuto inalterate nel tempo non solo le modalità e le strutture di governo, ma anche i rapporti e le dinamiche con le comunità conventuali (conventi e case filiali) facenti parte della Provincia, è possibile delineare genericamente le seguenti strutture di governo:
- relativamente alle strutture di governo, la Curia provinciale è sempre stata presieduta dal Ministro provinciale e dal Definitorio provinciale, una sorta di consiglio ristretto di religiosi (n.d.r. Durante il periodo della Custodia da un Custode provinciale e da un Definitorio custodiale.), cui spettavano la direzione spirituale e amministrativa dei religiosi e delle comunità conventuali;
- relativamente alle modalità, alla nomina e all'elezione degli organi deliberativi della Provincia non si registrano significative modificazioni, essendo i religiosi chiamati a ricoprire quei ruoli (Ministro provinciale e Definitorio provinciale) eletti ogni tre anni attraverso il Capitolo provinciale, una sorta di assemblea composta da soli religiosi aventi diritto e votati dall'intera famiglia religiosa della Provincia, ed essendo tali nomine ratificate e convalidate successivamente dalla Curia generale dell'Ordine dei frati minori di Roma;
- relativamente ai rapporti con i conventi - facenti capo alla Provincia e non costituendo entità autonome dal punto di vista civile e canonico -, al Ministro e al Definitorio provinciali spettava il compito della loro composizione, in particolare quello delle famiglie conventuali, con la nomina dei superiori del convento - denominati Guardiani - e lo spostamento o la conferma dei religiosi presso le diverse comunità conventuali, nonché la direzione e la formazione degli stessi religiosi;
- relativamente alla gestione delle varie attività amministrative e spirituali della Provincia, il Ministro e il Definitorio provinciali provedevano all'istituzione di uffici e commissioni provinciali con il compito di organizzare e presiedere le attività economiche e amministrative, le attività liturgiche (aggiornamento e regolamentazione degli usi e degli strumenti liturgici), le attività apostoliche (missioni al popolo, parrocchie), le attività formative (religiose e scolastiche), le attività culturali (biblioteche, archivi, opere d'arte), le attività missionarie.

L'ente, secondo lo spirito e le finalità di san Francesco di Assisi, ha svolto attività prevalentemente diretta a scopi di religione e di culto, secondo le norme di diritto canonico e delle costituzioni generali proprie dell'Ordine dei frati minori, regolamentando e disciplinando i religiosi della propria giurisdizione in ambiti particolari quali:
- la formazione dei religiosi, ovvero l'iter che comincia dalla richiesta di entrata nell'Ordine, alla vestizione dell'abito fino alla ordinazione sacerdotale, attraverso l'istituzione di noviziati, studentati e professòri;
- l'attività apostolica, attraverso le missioni al popolo, la pastorale ospedaliera, la gestione e la cura delle parrocchie affidate dalle diocesi delle varie città dell'Emilia Romagna ai singoli conventi;
- l'attività di evangelizzazione, con l'invio di religiosi in varie terre e regioni del mondo (tra gli altri in Marocco, Argentina, Giappone, Papua Nuova Guinea, Cina);
- l'attività culturale, con la promozione e pubblicazione di studi di natura storica e teologica ad opera di religiosi della Provincia.

Legislazione
- bolla di papa Leone XIII, "Felicitate quadam", relativa all'unione delle famiglie francescane in un unico movimento denominato Ordine dei frati minori, promulgata il 4 ottobre 1897;
- decreto di Luigi Lauer, Ministro generale dei frati minori, relativo alla fusione delle Provincie bolognesi osservante e riformata in una unica Provincia, denominata Provincia di Bologna (Provincia bononiensis) promulgato il 10 agosto 1899;
- decreto generalizio, "Sanctissimus", promulgato il 28 aprile 1911, relativo alla divisione di alcune Provincie, tra cui la Provincia bononiensis, che si dividerà in Provincia bononiensis Sanctissimi Redemptoris e Provincia bononiensis Sanctae Catharinae;
- riconoscimento della personalità giuridica della Provincia di S. Caterina con il regio decreto del 15 settembre 1932, n. 1352, in seguito al concordato tra Santa Sede e stato italiano nel 1929;
- decreto di Valentino Schaaf, Ministro generale dei frati minori, "Quam maximas", relativo alla unione delle Provincie di S. Caterina e del Ss. Redentore in una unica Provincia denominata "Provincia bononiensis a Christo rege", promulgato il 13 giugno 1946.

Tipologia:

  • ente e associazione della chiesa cattolica

Note:

Scheda descrittiva a cura di Riccardo Pedrini redatta nel 2012 nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi", promosso dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e dalla Fondazione Cassa di risparmio in Bologna.

Fonti archivistiche:

- ARCHIVIO STORICO DELLA PROVINCIA DI CRISTO RE DEI FRATI MINORI DELL'EMILIA ROMAGNA, Archivio della Provincia osservante riformata di Bologna, "Memorie della Custodia e poi Provincia Riformata di Bologna ora ritornata interinalmente Custodia Riformata nelli stati di Parma e Modena da me fra Giuseppe di Piacenza nel convento di S. Cataldo presso Modena raccolte l'anno 1818 da manoscritti ivi esistenti in parte ed in parte dall'opera del M.R.P. Flaminio da Parma minore osservante prese", b. 97, fasc. 7.

Fonti bibliografiche:

- FERNANDO DA BOLOGNA, Memorie istoriche della Provincia de' minori osservanti detta di Bologna, Bologna, 1717 (in particolare pp. 7-9);

- FLAMINIO DA PARMA, Memorie istoriche delle chiese, e dei conventi dei frati minori dell'Osservante, e Riformata Provincia di Bologna, tt. I-III, Parma, 1760-1761 (in particolare il vol. III);

- H. HOLZAPFEL, Manuale historiae Ordinis fratrum minorum, Friburgo, 1909 (in particolare pp. 303-311);

- La Provincia minoritica di S. Caterina da Bologna. Prospetto storico degli anni 1911-1946, S.A.F.O., Bologna, 1946;

- Atti ufficiali della Provincia riformata francescana di Bologna, a cura di S. CELLI, D. GUIDARINI, G. MONTORSI, voll. I-II, Edizioni francescane, Bologna, 1993;

- R. ZAVALLONI, Provincia di "Cristo Re". Frati minori dell'Emilia-Romagna nel 50° anno di vita, Porziuncola, Assisi, 1996 (in particolare pp. 1-54);

- L. DIMA, La Custodia dei frati minori osservanti riformati di Bologna (1597-1639). Tesi di laurea in Storia della Chiesa, Università degli studi di Bologna, Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di laurea in Cultura e memoria storica, anno accademico 2003-2004.
Complessi archivistici: Redazione e revisione:
  • Redatta in xDams , 14/02/2012 - 10/02/2015