Città degli archivi

Accademia Clementina

Sede:

Bologna, 1710 - 1804

Date di esistenza:

  • 2 gennaio 1710 - 12 gennaio 1804

Intestazioni:

  • Accademia Clementina, Bologna, (1710 - 1804)

Descrizione:

La fondazione a Bologna dell'Accademia Clementina risale al 1710. Alla cerimonia d'inaugurazione del 2 gennaio 1710 nel palazzo del generale Luigi Ferdinando Marsili si situa per giusta convenzione la data d'inizio della vita dell'Accademia, la cui costituzione era stata approvata nel 1709 da papa Clemente XI, dal quale prese il nome.
In questo atto culminava un iter che aveva avuto un momento saliente già nel 1706, quando 34 artisti si erano riuniti e avevano presentato al Senato bolognese una petizione per poter fondare un'Accademia del disegno. L'ambizione di veder maggiormente considerato il valore dell'attività svolta si congiungeva al desiderio di sottrarsi all'imposizione fiscale pretesa dalla Corporazione cui fino ad allora erano stati affiliati e con l'aspirazione a dare anche a Bologna un'accademia per queste cose d'arte. L'istituto dell'accademia pareva rappresentare lo strumento appropriato per portare avanti le proprie rivendicazioni, sull'esempio, anche in seguito spesso richiamato, della romana Accademia del disegno (di San Luca).
Brillarono in questa fase, e si devono ricordare qui anche per il peso istituzionale che ebbero nella nascente e poi neonata Accademia: il cavalier Carlo Cignani, di notevoli reputazione e prestigio nella Bologna del tempo - il cui nome parve dunque a ragione adatto ad accreditare le richieste e il progetto che si presentavano al Senato bolognese e ne fecero il futuro principe dell'Accademia - anche in virtù dei cospicui addentellati romani che poteva vantare; il conte Pietro Ercole Fava; il conte Paolo Zani.
Fu tuttavia l'impegno del conte Luigi Ferdinando Marsili a ottenere l'approvazione del progetto e di una prima lista di quaranta accademici da parte del Senato bolognese: cose che condussero alla cerimonia d'apertura del gennaio 1710 a palazzo Marsili, mentre presto, nel 1712, l'Accademia ottenne l'uso di una parte di palazzo Poggi, peraltro sede dell'Istituto delle scienze e delle arti.
I primi statuti - che avranno vigenza in sostanza fino al 1745, quando l'Istituto e l'Accademia delle Scienze furono riformulati e potenziati da Benedetto XIV - furono elaborati già nel 1709 dal pittore e letterato Giampietro Zanotti - promotore, segretario e storico dell'Accademia Clementina - e approvati dal Senato. In essi si stabilivano le finalità e le caratteristiche istituzionali del sodalizio, frattanto posto sotto la protezione della beata - e, dal 1712, santa - Caterina de' Vigri. In analogia al tradizionale numero di quaranta membri del Senato bolognese, all'Accademia si determinava un numero di quaranta membri. Sotto l'autorità del Senato bolognese l'Accademia era complessivamente posta, sotto il profilo istituzionale e sotto quello finanziario. Maggiore flessibilità era riservata alle nomine interne.
L'Accademia avrebbe avuto un principe (sarebbe stato Cignani, fino alla morte, come detto), più tardi da estrarre a sorte annualmente. Al principe sarebbe spettata la nomina di un viceprincipe e di otto direttori (quattro per la pittura e la scultura e quattro per l'architettura e per i pittori di quadratura o scenografia), il cui incarico sarebbe stato sottoposto a votazione. Gli incarichi avevano durata annuale. La ricerca e la tutela del prestigio dell'Accademia avrebbero condotto a nomine di accademici - e, di più, di accademici d'onore - attente agli equilibri della società aristocratica e senatoria bolognese e degli orizzonti politici più vasti in cui questa si inseriva, e a un'accurata politica di acquisizione di lasciti e donazioni destinata all'assegnazione di premi, come di seguito si dirà. Dal 1727, infatti, ebbe avvio la consegna annuale di premi da parte dell'Accademia.
Quanto agli statuti, invece, di cui abbiamo detto, sarebbero stati riformati nel 1776. Più esattamente, si deve dire che nel 1766 il progetto di nuovi statuti aveva ottenuto una prima approvazione da parte dell'Assunteria d'Istituto, rendendo meglio strutturata la vita dell'Accademia e indicando una procedura più accurata per scegliere i nomi dei nuovi membri da proporre al Senato e stabilendo che da allora il principe non dovesse più essere designato a sorte ma venir eletto.
Ancora nel 1767 e nel 1768 si ebbero più lievi modifiche agli statuti, e una più vasta discussione sfociò in nuove variazioni nel 1786, in statuti che sarebbero stati nella sostanza sussunti in quelli del 1789. Tra il 1786 ed il 1789, ancora, si discusse del ruolo del segretario, delicata figura attraverso la quale l'Assunteria d'Istituto trasmetteva il proprio volere all'Accademia e interveniva nella sua vita, in modo diversamente apprezzato a seconda delle circostanze.
Negli stessi anni si avviò la pratica dei concorsi annuali e dell'assegnazione di premi. Già dal 1743 aveva luogo l'assegnazione del premio Fiori, dovuto alla munificenza di Marcantonio Fiori, per i dodici allievi che si erano distinti per merito, assiduità e zelo. A questo si affiancava il premio Marsili Aldrovandi, istituito nel 1727 dal generale Marsili sul modello dei concorsi dell'Accademia di San Luca e arricchito nel 1754 dall'eredità Aldrovandi, destinato agli studenti delle scuole di figura, di scultura e architettura. Si rimarchi che fu per interessamento del bolognese Benedetto XIV che l'ente ottenne tale eredità. Dal 1787 si sarebbe aggiunta l'assegnazione del premio Curlandese, dovuto alla magnificenza di Pietro Büschen, duca di Curlandia e Semigallia, accademico d'onore dal 1785. Proprio traendo spunto dai premi si deve accennare alla gestione finanziaria delle risorse dell'ente, che usualmente si serviva degli istituti del credito bolognesi come il Monte di Pietà, sotto la vigilanza, come detto, dell'Assunteria d'Istituto.
Già dai primi decenni, poi, si instaurarono i rapporti istituzionali e personali degli accademici con istituzioni analoghe: si trattò soprattutto della romana Accademia di San Luca, dell'Accademia delle belle arti di Firenze, dell'Accademia di Brera a Milano (in particolare negli anni della presenza francese a Bologna, come si dirà), dell'Accademia di Verona, di quella di Parma e di quella di Venezia. Tali legami culturali e istituzionali si concretizzavano, talvolta, nella reciproca aggregazione di membri delle accademie.
Quanto all'ordinamento degli insegnamenti e al modo in cui questo variò nei decenni che stiamo esaminando, risale al 1759 l'apertura delle Scuole delle statue. Nel 1760 sopravvenne un nuovo ordinamento didattico, redatto dal segretario Gregorio Casali ("Direzione et ordine dell'Accademia Clementina"), mentre nello stesso anno si aprì la Scuola estiva del nudo.
Dopo gli anni della temperie francese avviatasi nel 1796, in cui l'Accademia avrebbe svolto un attivo compito di tutela del patrimonio artistico bolognese, si sarebbe aperta una nuova fase con la progressiva esautorazione dell'ente a favore della nuova Accademia nazionale di belle arti in Bologna, la cui costituzione era stata decretata con legge della Repubblica italiana dell'8 settembre 1802. Sebbene nessun ordine governativo fosse intervenuto a scioglierla o sopprimerla, la Clementina cessò di funzionare il 12 gennaio 1804, quando l'ultimo segretario Vincenzo Martinelli pose termine alla compilazione degli atti accademici.

L'Accademia Clementina era guidata da un principe estratto a sorte annualmente tra gli appartanenti al corpo accademico, formato da quaranta membri. Al principe spettava la nomina di un viceprincipe e di otto direttori (quattro per la pittura e la scultura e quattro per l'architettura e per i pittori di quadratura o scenografia), il cui incarico era sottoposto alla votazione del corpo accademico. Gli incarichi avevano durata annuale. L'Accademia era sottoposta al controllo dell'Assunteria dell'Istituto, una particolare commissione del Senato bolognese, preposta alla sorveglianza del buon funzionamento anche dell'Istituto delle scienze e delle arti.

Compito primario dell'Accademia Clementina fu l'insegnamento. Dal momento della sua costituzione essa si configurò infatti come scuola d'arte, incentrata sul disegno del nudo e dotata di un ricco corredo di materiale didattico.
L'Accademia costituì inoltre un'associazione di artisti, ricoprendo importanti funzioni pubbliche accanto ad altre istituzioni cittadine. Infine esercitò anche attività di raccolta, conservazione e tutela del patrimonio artistico, in particolar modo verso la fine del XVIII secolo.

Legislazione
Bolla di papa Clemente XI per la conferma degli statuti dell'ente, in data 8 ottobre 1711.

Tipologia:

  • ente di istruzione e ricerca

Note:

Scheda descrittiva a cura di Orietta Filippini redatta nel 2012 nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi" promosso dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e dalla Fondazione Cassa di risparmio in Bologna.

Fonti archivistiche:

- ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI BOLOGNA, Accademia Clementina, Atti dell'Accademia Clementina, voll. 1-4;

Fonti bibliografiche:

- G. ZANOTTI, Storia dell'Accademia Clementina di Bologna aggregata all'Instituto delle Scienze e dell'Arti, Bologna, Lelio dalla Volpe, 1739, 2 voll. (Sala Bolognese, A. Forni, 1977, ripr. facs. dell'ed. Bologna, 1739);

- G. ZANOTTI, Instruzioni e avvertimenti a chi viene aggregato all'Accademia Clementina come uno de' quaranta, Bologna, Lelio della Volpe, 1749;

- A. EMILIANI, L'opera dell'Accademia Clementina per il patrimonio artistico e la formazione della Pinacoteca Nazionale di Bologna, in «Atti e memorie della Accademia Clementina di Bologna», X (1971), pp. VII-XXIV;

- S. ZAMBONI, L'Accademia Clementina di Bologna (nota introduttiva al catalogo della mostra per la manifestazione inaugurale 1970), in «Atti e memorie della Accademia Clementina di Bologna», XI (1974), pp. 47-49;

- Commentario alla "Storia dell'Accademia Clementina" di G. P. Zanotti (1739). Indice analitico e trascrizione delle postille inedite, a cura di A. OTTANI CAVINA - R. ROLI, saggio introduttivo di R. ROLI, presentazione di L. ANCESCHI, in «Atti e memorie della Accademia Clementina di Bologna», XII (1977);

- S. ZAMBONI, La mostra dell'Accademia Clementina (1710-1803), in «Atti e memorie della Accademia Clementina di Bologna», XIV (1981), pp. 25-32;

- E. ANGELERI, Origini dell'Accademia Clementina, in «Atti e memorie della Accademia Clementina di Bologna», XVIII (1985), pp. 42-64;

- E. ANGELERI, L'Accademia Clementina di Bologna: struttura e funzioni, in «Atti e memorie della Accademia Clementina di Bologna», XIX (1986), pp. 63-104;

- F. FARNETI, I maestri dell'Accademia Clementina (1710-1803), in «Accademia Clementina. Atti e memorie», n.s. XXIII (1988), pp. 103-105;

- A. W. A. BOSCHLOO, L'Accademia Clementina e la preoccupazione del passato, Bologna, Nuova alfa editoriale, 1989;

- L. FRANCHI, Dall'Accademia Clementina all'Accademia di Belle Arti, in I padroni della villa. La famiglia Aldrovandi Marescotti del Settecento. Catalogo della mostra, Bologna, Villa Aldrovandi Mazzacorati, 15-31 ottobre 1994, a cura di M. CALORE, Bologna, Tipografia Modena, 1994, pp. 90-93;

- G. CAMMAROTA, L'Accademia Clementina, in Percorsi di carta. I luoghi dei libri e dei documenti dalle accademie al computer, a cura di A. VARNI, Bologna, Pàtron, 1995, pp. 107-116;

- M. L. GIUMANINI, I trattati d'alleanza dell'Accademia Clementina di Bologna, in «Accademia Clementina. Atti e memorie», n.s. XXXVIII-XXXIX (1998-1999), pp. 193-205;

- M. L. GIUMANINI, Catalogo degli accademici d'onore nell'Accademia Clementina (1710-1803), in «Accademia Clementina. Atti e memorie», n.s. XXXVIII-XXXIX (1998-1999), pp. 207-212;

- M. L. GIUMANINI, I premi Marsili Aldrovandi (1727-1803), Bologna, Clueb, 2000;

- S. BENASSI, L'Accademia Clementina. La funzione pubblica, l'ideologia estetica, Bologna, Minerva, 2004.
Complessi archivistici: Redazione e revisione:
  • Redatta in xDams , 14/07/2012 - 09/07/2013