Sede:
Bologna, 1796 - 1815Date di esistenza:
- 1796 - 1815
Intestazioni:
- Guardia nazionale di Bologna, Bologna, (1797 - 1815)
- Guardia civica di Bologna, Bologna, (1796 - 1797)
Altre denominazioni:
- Guardia civica di Bologna, giugno 1796 - febbraio 1797
Descrizione:
In seguito all'ingresso delle truppe napoleoniche a Bologna, avvenuto nel giugno 1796, tra i primi provvedimenti assunti dal Senato, organo di governo della città, vi fu l'introduzione di una Guardia nazionale che fungesse da milizia cittadina. Con decreto del 3 ottobre 1796 il Senato di Bologna, infatti, ordinò la coscrizione forzata di tutti i cittadini di Bologna aventi un'età compresa fra i 18 e i 55 anni. Si comandò dunque ai parroci di effettuare una ricerca sui registri parrocchiali in modo da avere un quadro degli uomini soggetti alla coscrizione.Il 21 ottobre successivo il Senato emanò un decreto concernente i requisiti per l'esenzione dal servizio nella Guardia: in base a tale decreto erano dispensati tutti coloro che oltrepassavano i 50 anni di età, gli ecclesiastici, i funzionari pubblici, i pregiudicati, le persone in condizione servile, gli infermi nonché coloro che servivano regolarmente nell'esercito. Secondo lo stesso regolamento fu nominato comandante in capo di questa Guardia provvisoria Giambattista Guastavillani. Il 23 dicembre dello stesso anno furono promulgate delle "ordinanze provvisionali per la Guardia civica", nelle quali, dopo aver stabilito che la Guardia era tenuta a prestare servizio sia in città che in campagna, si riportavano per lo più norme generali per la punizione di reati o atti di indisciplina e insubordinazione.
La Guardia divenne Nazionale in seguito alla costituzione, nel febbraio 1797, della Repubblica Cispadana (con capitale Bologna). La città venne divisa in quattro cantoni, denominati S. Giacomo, S. Francesco, S. Maria Maggiore e S. Domenico, a ciascuno dei quali furono assegnati due battaglioni.
Il 18 giugno 1797 furono resi noti i nomi dei componenti il Consiglio amministrativo della Guardia nazionale bolognese, mediante comunicazione dello stesso Consiglio; poco più tardi, probabilmente nel luglio 1797, si notificò la costituzione dei Consigli di disciplina dei quattro cantoni in cui era suddivisa la città (a tale ripartizione infatti faceva riferimento la Guardia, anche per lo svolgimento del servizio).
Nel luglio 1797 Bologna e il suo territorio entrarono a far parte della Repubblica Cisalpina, con capitale Milano. Il 2 agosto fu emanato un Piano per la Guardia nazionale di Bologna: in base a tale Piano la Guardia, agli ordini di un comandante generale, doveva essere composta da otto battaglioni, due per ogni cantone; ciascun battaglione comprendeva sei compagnie di cui una di granatieri, una di cacciatori e sei del centro.
Nel giugno 1799 Bologna assistette al ritorno delle truppe austriache ma l'anno successivo, in seguito alla battaglia di Marengo, i francesi ripresero possesso della città (giugno 1800): allo stato attuale delle conoscenze non è possibile dire se durante questo periodo la Guardia abbia continuato ad essere attiva o meno e, se sì, secondo quale ordinamento; d'altra parte nella documentazione conservatasi si riscontra una sostanziale continuità, per cui si è scelto di considerare come un unico ente la Guardia che ha operato prima e dopo questa breve cesura, non disponendo di elementi sufficienti per decidere in altro senso.
Nel febbraio 1801 fu emanato il Codice organico della Guardia nazionale di Bologna, con allegato Piano: la Guardia fu così divisa in due mezze brigate, una denominata Libertà e l'altra Eguaglianza; a ciascuna di esse facevano capo tre battaglioni, ognuno dei quali comprendeva otto compagnie (una di granatieri, sei di fucilieri, una di cacciatori).
Il 21 aprile 1801 fu emanata una legge per la riorganizzazione della Guardia nazionale dei territori della Repubblica cisalpina e alcuni anni dopo, l'8 aprile 1814, fu emesso un nuovo Piano e regolamento per la Guardia nazionale del dipartimento del Reno: in base a questo piano i componenti la Guardia dovevano essere divisi in sei reggimenti, due del comune di Bologna e quattro del territorio del dipartimento, che veniva diviso in quattro cantoni militari.
Non si hanno notizie certe, finora, circa lo scioglimento della Guardia: è molto probabile, comunque, che sia avvenuto nel 1815 con la restaurazione del potere pontificio.
Il 2 agosto 1797 fu emanato un Piano per la Guardia nazionale di Bologna, per il quale:
- la Guardia, agli ordini di un comandante generale, doveva essere composta da otto battaglioni, due per ogni cantone; ciascun battaglione comprendeva sei compagnie di cui una di granatieri, una di cacciatori e sei del centro;
- presso la Guardia era attivo un Consiglio amministrativo che attendeva alla percezione delle somme provenienti dalla tassazione imposta per le esenzioni o assenze dal servizio, ordinava le spese e i pagamenti necessari, determinava il numero degli impiegati al servizio della Guardia e ne fissava gli stipendi, decideva sulla tassa che gli esentati o assenti dal servizio erano tenuti a pagare;
- per la gestione della contabilità esistevano una cassa generale e otto casse particolari, gestite la prima dallo Stato maggiore e le altre dai capi battaglione;
- vi erano, inoltre, due consigli di disciplina, uno di stato maggiore generale, chiamato superiore, e l'altro dei cantoni: il primo giudicava le trasgressioni dello stato maggiore e dei capi battaglione e il secondo quelle della truppa; il consiglio superiore era composto da 10 membri e quello di cantone da 16. In entrambi i casi i membri erano nominati dal comandante generale della Guardia e venivano rinnovati per metà ogni due mesi; il giudizio dei consigli era inappellabile.
Nel febbraio 1801 fu emanato il Codice organico della Guardia nazionale di Bologna, per il quale:
- la Guardia fu divisa in due mezze brigate, una denominata Libertà e l'altra Eguaglianza; a ciascuna di esse facevano capo tre battaglioni, ognuno dei quali comprendeva otto compagnie (una di granatieri, sei di fucilieri, una di cacciatori);
- facevano inoltre parte della Guardia i seguenti corpi: pompieri, cacciatori a cavallo e artiglieri. Le brigate e i corpi eranno subordinati al comandante della Guardia: il comando era affidato alternativamente ai due capi brigata (sei mesi per ciascuno);
- agli ordini del comandante c'era anche un Bureau generale per la direzione della Guardia che si divideva in tre sezioni: cancelleria, ordini e rapporti, carteggio;
- ogni anno le compagnie eleggevano i loro capitani, tenenti e sottotenenti; il capitano sceglieva i bassi ufficiali; gli ufficiali eleggevano il capo battaglione. Questi ultimi, infine, proponevano due individui tra i quali l'amministrazione dipartimentale avrebbe nominato il capo di brigata;
- erano attivi, inoltre, un Consiglio di sanità ed un Consiglio generale. Il Consiglio di sanità era composto di sette medici, eletti dal Consiglio generale, e presieduto dal comandante generale; esaminava le istanze presentate da coloro che richiedevano di essere esentati dal servizio per motivi di salute e i suoi membri venivano rinnovati di anno in anno. Il Consiglio generale, composto da un delegato dell'amministrazione dipartimentale e da venti membri nominati dal comandante generale, era diviso in tre sezioni: disciplina, con il compito di giudicare le trasgressioni e comminare le pene previste; multe, con il compito di ricevere i rapporti degli assenti dal servizio e determinare l'entità delle multe da pagare; economia, cui spettava di conservare gli effetti della Guardia, riscuotere le tasse, ricevere le richieste di esonero dal servizio o dalla tassazione. Il Consiglio generale, inoltre, teneva la contabilità e conservava l'archivio generale della Guardia.
Corpo ausiliario, di cui si serviva la Polizia, composto da tutti i cittadini abili (dai 18 ai 50 anni), aveva come compito principale quello di mantenere l'ordine e la tranquillità pubblica, agli ordini dell'autorità politica locale.
Legislazione
- legge n. 87 del 17 settembre 1802, relativa alla sua disciplina e organizzazione dell'ente;
- decreto n. 109 del 30 ottobre 1802, relativo al regolamento dell'ente;
- decreto n. 127 del 6 ottobre 1805, relativo alla organizzazione e al regolamento dell'ente.
Tipologia:
- altro
Note:
Scheda descrittiva a cura di Stefania Di Primio redatta nel 2012 nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi", promosso dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e dalla Fondazione Cassa di risparmio in Bologna.Fonti bibliografiche:
- R. ARTESI, La Guardia nazionale a Milano e in Italia 1796-1877, Milano, R.A.R.A., 1993;
- B. CARPANELLI, L'archivio municipale di Bologna, Bologna, Mareggiani, 1917;
- G. CAVAZZA, Bologna dall'età napoleonica al primo Novecento, s.l., Alfa, 1978;
- Cittadini in armi. La Guardia nazionale a Bologna tra feste e rivoluzioni 1796-1861, a cura del Museo civico del Risorgimento, Bologna, Tipografia moderna, 1993;
- F. DELLA PERUTA, Esercito e società nell'Italia napoleonica: dalla Cisalpina al Regno d'Italia, Milano, Franco Angeli, 1988;
- R. DONDARINI, Breve storia di Bologna, Pisa, Pacini, 2007;
- I "Giacobini" nelle legazioni: anni napoleonici a Bologna e Ravenna. Atti dei convegni di studi svoltisi a Bologna il 13-15 novembre e a Ravenna il 21-22 novembre 1996, s.l., Costa, 1996;
- L'Italia nell'età napoleonica. Atti del 58º congresso di storia del Risorgimento italiano, Milano 2-5 ottobre 1996, Roma, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 1997;
- A. VARNI, Bologna napoleonica: potere e società dalla Repubblica cisalpina al Regno d'Italia 1800-1806, Bologna, M. Boni, 1973;
- A. VARNI, Il periodo napoleonico, in Storia illustrata di Bologna, Milano, Nuova editoriale Aiep, 1989, 18/II;
- Codice organico della Guardia nazionale di Bologna, Bologna, Sassi, s.d.;
- Piano della Guardia nazionale di Bologna, Bologna, Sassi, 1797;
Complessi archivistici:
- Archivio della Guardia nazionale di Bologna 1796-1815 , [fine sec. XVIII - primo quarto sec. XIX] (fondo)
- Redatta in xDams , 21/10/2012 - 09/07/2013