Città degli archivi

Casa Lyda Borelli per artisti e operatori dello spettacolo

Sede:

Bologna, 1917 - 2005

Date di esistenza:

  • 1917 - 2005

Intestazioni:

  • Casa Lyda Borelli per artisti e operatori dello spettacolo, Bologna, (1982 - 2005)
  • Casa di riposo Lyda Borelli per artisti drammatici, Bologna, (1962- 1982)
  • Casa di riposo per gli artisti drammatici, Bologna, (1946 - 1962)
  • Casa di riposo Margherita di Savoia per gli artisti drammatici, Bologna, (1917 - 1946)

Altre denominazioni:

  • Casa di riposo Lyda Borelli per artisti drammatici, 1962 - 1982
  • Casa di riposo per gli artisti drammatici, 1946 - 1962
  • Casa di riposo Margherita di Savoia per gli artisti drammatici, 1917 - 1946

Descrizione:

1. Il sogno di Re Riccardi, l'istituzione e i primi anni.

La Casa Lyda Borelli per artisti e operatori dello spettacoli nasce da un progetto dell'impresario teatrale Adolfo Re Riccardi che, all'inizio del Novecento, inizia ad interessarsi alla realizzazione di una casa di riposo per artisti drammatici, prendendo come modello le "Maisons de rétrâite francesi" e la Casa di riposo per musicisti Giuseppe Verdi (n.d.r. La Casa di riposo Giuseppe Verdi fu fondata a Milano per iniziativa privata dello stesso Verdi ed eretta Ente morale con r.d. del 31 dicembre 1899, n. 384.).

Re Riccardi individua in Bologna il luogo ideale per l'edificazione della Casa in virtù della tradizione teatrale della città e della sua posizione geografica strategica (n.d.r. Un interessante antecedente al progetto di Re Riccardi è costituito dalla Casa di riposo per vecchi artisti drammatici e collegio-convitto per figli d'artisti ideata proprio a Bologna intorno al 1880 da Adriano Pagani. Le adesioni iniziali a questa iniziativa furono molteplici, tanto che si arrivò alla costituzione di un comitato, presieduto da scrittori e commediografi bolognesi, tra cui Francesco Albergati, Francesco Cavazza e Alfredo Testoni. Tale comitato, che aveva la funzione di vagliare le reali possibilità di realizzazione del progetto, prese subito atto dell'insufficienza delle basi finanziarie disponibili e fu costretto a respingerne la realizzazione. Pagani non accettò la decisione e cercò di provvedere di propria iniziativa, accogliendo in casa propria il vecchio comico Guglielmo Gherardi e istituendo un collegio nel quale erano ospitati otto fanciulli. I fondi si rivelarono in effetti insufficienti e l'intera iniziativa decadde.); nel maggio del 1904 viene formata una commissione, all'interno dell'esistente Società di previdenza "Tommaso Salvini" fra gli artisti drammatici (n.d.r. La Società di previdenza "Tommaso Salvini" era stata eretta ente morale con r.d. del 25 maggio 1895, n. 114 con lo scopo di provvedere al sostentamento degli artisti drammatici, ma l'iniziativa si era rivelata un fallimento.) che sovrintenda alla raccolta dei fondi, ma tante si rivelano le difficoltà nel reperimento dei finanziamenti necessari all'avvio del progetto, alle quali si sommano le resistenze e ostilità degli stessi colleghi.

Nonostante ciò, l'atto costitutivo dell'istituzione viene emanato con r.d.lgt. del 15 febbraio 1917, n. 425: con esso la Casa di riposo Margherita di Savoia per gli artisti drammatici viene eretta Ente morale, con configurazione di Istituto di pubblica assistenza e beneficenza (Ipab), sede legale a Roma in viale Lungotevere Mellini, n. 10 e dunque sottoposta all'autorità tutoria della Prefettura di Roma, alla quale vengono inviati per l'approvazione i bilanci annuali e le deliberazioni. Le finalità dell'ente si configurano come propriamente assistenziali nei confronti degli artisti non più in grado di provvedere autonomamente al proprio sostentamento, come recita l'art. 2 dello statuto dell'ente.

La messa in opera del progetto, tuttavia, subisce un forte ed inevitabile rallentamento dovuto al primo conflitto bellico. Superata la crisi economica, l'interessamento diretto di Benito Mussolini ed in generale l'appoggio del regime fascista contribuiscono alla realizzazione materiale della Casa: il Ministero della cultura popolare e il Ministero dell'educazione nazionale stanziano sussidi e contributi statali a favore della Casa, cui farà seguito un'ampia oblazione popolare da parte di attori, capocomici, autori e singole personalità del mondo della politica e dello spettacolo.

Allo stesso tempo si concludono le trattative con il Comune di Bologna, che il 24 luglio 1929 dona il terreno, già lasciato in eredità dai conti Avogli-Trotti e annesso al parco di Villa delle Rose, su cui sorge ancora oggi la Casa. La progettazione dell'edificio viene affidata all'architetto Mario Zeccoli e all'ingegner Giuseppe Guidicini, e i lavori di edificazione vengono avviati lo stesso anno. Il 27 ottobre 1929, infatti, viene celebrata la posa della prima pietra alla presenza di Giuseppe Bottai, ministro delle Corporazioni.

La Casa di riposo Margherita di Savoia per gli artisti drammatici è inaugurata il 28 ottobre 1931, alla presenza del ministro Giuseppe Bottai, del critico Sabatino Lopez, in rappresentanza della Società italiana degli autori ed editori (Siae), e di Alfredo De Sanctis, in rappresentanza dei capocomici. Da questo momento Adolfo Re Riccardi viene ufficialmente nominato primo presidente della Casa.

Nei suoi primi anni di vita, la gestione pratica e quotidiana della Casa è affidata al vicepresidente, l'avvocato Lorenzo Ruggi, commediografo e critico bolognese, e alle suore domenicane di Santa Caterina di Bologna, con suor Fausta Tarozzi direttrice dell'ente. Proprio la presenza delle religiose e la necessità degli ospiti di avere un vicino luogo di culto suggerisce l'idea di costruire una cappella attigua alla villa: il 1935 viene posata la prima pietra della cappella dedicata a san Genesio (santo protettore degli attori) alla presenza del cardinale Giovanni Battista Nasalli Rocca, mentre l'inaugurazione e la benedizione delle campane verranno celebrate nell'aprile 1937.
Vivendo quasi solamente di donazioni, oblazioni e beneficenza (ivi compresi denaro, pezzi di arredamento, vestiti, biancheria, utensileria varia, libri) la Casa si amplia e prospera. Essa rappresenta in quegli anni, con la Casa di riposo per musicisti Giuseppe Verdi di Milano, un "unicum" in Italia e, proprio per la particolarità delle sue finalità, si pone da subito anche come un punto di riferimento culturale per il mondo del teatro e dello spettacolo italiano.

L'edificio della Casa subisce in questi primi anni alcune modificazioni strutturali, dovute da subito soprattutto alla necessità di ampliare lo spazio disponibile all'accoglienza di nuovi ospiti: nel 1933 viene innalzato il secondo piano, mentre nel 1939 viene edificata la succursale (o dépendance) della villa collegata alla struttura principale da una galleria che porterà il nome del critico teatrale Renato Simoni. Lo stesso anno muta anche la direzione della Casa: a suor Fausta succedono suor Giulia Bernacchia per un breve periodo, e suor Gemma Fabrizi, che resterà direttrice della Casa fino al 1954.
Nel 1943, a seguito della morte di Re Riccardi, diviene presidente suo figlio Guido Re Riccardi, che nel 1947 però lascia la gestione a Lorenzo Ruggi, già vice di Adolfo Re Riccardi.

2. La presidenza di Lorenzo Ruggi (1947-1972).

Sotto la presidenza di Lorenzo Ruggi (1947-1972) la Casa, che a partire dal 1946 cambia la sua denominazione in Casa di riposo per artisti drammatici, raggiunge il suo massimo splendore, ampliandosi ed arrivando ad ospitare sino a sessanta anziani artisti, tra cui grandi nomi del teatro italiano come Bella Starace, Mimy Aylmer, Giannina Chiantoni, Olga Giannini, Evelina Paoli, Adelina Magnetti ed Egisto Olivieri. Anche l'importanza che la Casa riveste nell'ambito del panorama culturale e teatrale si accresce, come dimostra l'importante donazione nel 1951 del fondo librario e archivistico dell'attore Antonio Gandusio, che va a costituire il primo importante nucleo di documentazione a carattere teatrale conservato dalla Casa, accresciuto nel corso degli anni da altre importanti donazioni e lasciti (i fondi degli ospiti della Casa in primis, a cui si vanno ad aggiungere le donazioni dei fondi di Ciro Galvani e di Carlo Lari e Lida Ferro, solo per fare qualche esempio).

Nel 1949 Lyda Borelli, grande attrice ormai a riposo e moglie del senatore e conte Vittorio Cini, dona due milioni di lire alla morte di Giorgio Cini, figlio di Vittorio, somma con cui viene aperto un nuovo reparto della Casa, per ospitare cinque nuovi ospiti (n.d.r. Resta il ricordo della donazione in una lapide posta al terzo piano della villa.).

Il 2 giugno 1959 muore Lyda Borelli. Nella seduta consiliare del 25 giugno dello stesso anno Ruggi comunica l'intenzione di Vittorio Cini di elargire cento milioni alla Casa, con la quale il senatore diviene il più importante benefattore privato dell'istituzione. Nella medesima seduta viene anche proposto di intitolare a Lyda Borelli la Casa stessa, in onore e riconoscimento delle doti artistiche dell'attrice e dell'impegno suo e di Cini come benefattori dell'opera. Le procedure per il cambio di denominazione si concluderanno nel 1962 (n.d.r. D.p.r del 9 marzo 1962.) quando la Casa assume ufficialmente la denominazione di Casa di riposo Lyda Borelli per artisti drammatici italiani. Come lo stesso Ruggi ricorda in una lettera del 10 luglio 1959, inviata al suo vicepresidente Giovanni Ozzo, la donazione Cini verrà utilizzata per l'innalzamento del terzo piano della Casa e contribuirà alla costruzione di un teatro a fianco della villa, progetto che il presidente ventilava già da anni.

Nell'estate 1959 viene avviata la sopraelevazione dell'edificio principale della Casa e, nello stesso tempo, grazie anche all'interessamento di Cini, il Comune di Bologna dona i terreni, che facevano parte del lascito dei conti Avogli-Trotti, su cui verrà costruito il teatro delle Celebrazioni. Il 19 marzo 1961 viene inaugurato il terzo piano. In questa occasione il ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Medici si reca in visita alla Casa, accompagnato da Cini, dal soprintendente alle Belle Arti dell'Emilia-Romagna e da alcuni assessori regionali e comunali. Il ministro annuncia lo stanziamento di 10 milioni di lire per il completamento del teatro. Oltre la donazione Cini e gli aiuti statali, i fondi necessari alla costruzione del teatro furono reperiti secondo l'ormai rodato sistema dell'oblazione popolare: tra le varie iniziative, quella forse più originale fu quella di vendere le poltrone della platea del teatro ed intitolarle successivamente ad eminenti personalità del mondo teatrale, politico e civile.

Gli anni Sessanta, dunque, costituiscono un periodo di grandi mutamenti per la Casa, tra cui il cambiamento totale del personale della Casa, fino ad allora religioso. All'inizio del 1963, infatti, data l'irrevocabile decisione della Casa generalizia di ritirare le suore in servizio nell'istituto per destinarle altrove, vengono assunte una nuova direttrice, Bruna Baldissara, una cuoca e un'infermiera, alle quali viene affiancata la figura dell'ispettrice Maria Minicelli, con funzioni di coordinamento nella gestione della Casa; la Minicelli mantiene le sue funzioni di segretaria ed economa fino al giugno 1977, quando le subentra Bruno Targa.

Nel frattempo il progetto del teatro delle Celebrazioni si arena più volte, soprattutto a causa della perenne mancanza di fondi, in particolar modo dopo la morte di Ruggi, avvenuta il 16 luglio 1972, a cui segue la presidenza di Sergio Stoppato (1972-1981).

3. Gli anni Settanta-Ottanta.

Le tante spese da sostenere per la costruzione del teatro e in generale il cambiamento da personale religioso a personale laico incidono fortemente sul bilancio della Casa, dal momento che il nuovo regime della previdenza sul lavoro impone a partire dagli anni Settanta, oneri aggiuntivi che appesantiscono ulteriormente le già numerose spese di gestione. La situazione sembra parzialmente tamponata dall'erogazione annuale di un contributo statale (n.d.r. Il contributo statale viene attribuito con l. del 5 marzo 1973, n. 38.) e con l'istituzione, a partire dal 1974, di un prelievo, detratto in percentuali diverse, sulla quota di pensione percepita dagli ospiti.

Nel d.p.r. del 24 luglio 1977, n. 616, che disciplina il trasferimento di competenze alle regioni e ai comuni, Casa Lyda Borelli rientra fra gli enti che devono essere sottoposti a procedura rivolta all'accertamento della natura giuridica e delle funzioni residue. Nella seduta del 4 ottobre 1978 della Commissione parlamentare Affari costituzionali si dichiara che gli enti pubblici Casa Lyda Borelli e Casa Verdi sono soppressi dal 31 marzo 1979: le funzioni, i beni e il personale di Casa Borelli vengono attribuiti al Comune di Bologna che sarebbe stato tenuto a rispettarne le finalità statutarie. Tuttavia, per effetto dell'art. 1-septies della l. del 21 ottobre 1978, n. 641 e del d.p.r. del 31 marzo 1979, sia Casa Borelli sia Casa Verdi vengono sottratte all'estinzione e alla procedura di trasferimento, e confermate come istituzioni pubbliche autonome. Inoltre viene mantenuta l'erogazione del contributo statale, ora corrisposto dalla Regione Emilia-Romagna e la tutela amministrativa dell'ente viene affidata anche al Comune di Bologna, al quale vengono trasmesse le deliberazioni del Consiglio d'amministrazione per l'approvazione a norma di legge.

A Stoppato succede Raoul Grassilli (1981-1989), sotto il quale viene finalmente inaugurato il teatro, il 31 gennaio 1983. In questi anni il bilancio della Casa continua ad essere in passivo, nonostante i contributi economici statali e regionali. Il numero degli ospiti si riduce progressivamente fino al minimo di otto, mentre la villa necessita di urgenti restauri; nel 1982 Grassilli, tenta, senza successo, di ripristinare il personale religioso. Sotto la sua presidenza, inoltre, l'ospitalità viene ampliata non solo agli attori in senso stretto, ma in generale a tutti gli operatori dello spettacolo, come si evince dalle modifiche statutarie del 1982 e soprattutto dal cambio di denominazione in Casa di riposo Lyda Borelli per artisti e operatori dello spettacolo (n.d.r. Il cambio di denominazione viene approvato con delibera del Consiglio d'amministrazione del 9 gennaio 1982.).

Il 6 dicembre 1988 viene firmato con il Comune di Bologna un protocollo di intesa, secondo il quale le delibere dell'Assemblea dei soci e del Consiglio d'amministrazione devono essere trasmesse in triplice copia al Comune di Bologna, che vigila, con il Comune di Roma, sull'amministrazione e la gestione della Casa (n.d.r. L'approvazione dei criteri per regolare le modalità di controllo sugli atti della Casa è emanato con delibera del 3 febbraio 1989, p.g. 3622/89.).

L'anno successivo interviene un ulteriore cambiamento dello statuto: ai soci fondatori, già scomparsi dallo statuto del 1982, vengono sostituiti enti ed associazioni di categoria. Il 24 novembre 1989, a causa soprattutto della gestione non del tutto rispondente ai principi di corretta amministrazione, viene sciolta l'Assemblea dei soci e nominato, da parte della Prefettura di Roma, un commissario prefettizio nella persona di Franco Bassi.

4. Il commissariamento e la presidenza di Franco Bassi.

Durante la gestione commissariale, oltre al restauro della Casa, tutti gli atti vengono regolarizzati, in maniera tale da portare all'Assemblea dei soci, alla Prefettura di Roma e all'Assessorato alle politiche sociali del Comune di Bologna una situazione giuridicamente ineccepibile e rieleggere gli organi di gestione a norma dello statuto. Fondamentale è anche, in questa fase, l'intervento degli enti locali e della Soprintendenza: in particolare va evidenziato lo sforzo della Regione Emilia-Romagna che permette, versando due milioni mensili per ogni ospite, di abolire la retta istituita negli anni Settanta.
Gli organi di gestione continuano dunque a riunirsi ma senza potere discutere e deliberare su bilanci consuntivi e preventivi, ma con facoltà di scegliere il presidente che viene eletto dal Consiglio d'amministrazione nella persona dello stesso Franco Bassi il 15 ottobre 1991. Finalmente nell'autunno 1992 l'Assemblea e il Consiglio d'amministrazione vengono convocati a riprendere regolarmente l'attività deliberativa ed amministrativa e il 23 novembre dello stesso anno la Casa inaugura la sede rinnovata. Viene organizzata una festa, invitando stelle del teatro e autorità varie presso il palcoscenico del teatro delle Celebrazioni.

Il 19 ottobre 1999 viene anche approvato il nuovo statuto che individua nuovamente in benemeriti e onorari i soci dell'Assemblea; i compiti del Consiglio e dell'Assemblea non mutano sostanzialmente, anche se vengono ulteriormente precisati e affiancati nella redazione dei documenti contabili riepilogativi dal Collegio dei revisori.

A seguito della morte improvvisa di Franco Bassi nell'ottobre 1999, la presidenza viene affidata nell'ordine a Vincenzo Castiglione, che si dimette il 20 dicembre dello stesso anno, a Mario Antonacci (1999-2004) e a Lamberto Trezzini.

5. Gli ultimi anni.

Nel corso delle ultime gestioni presidenziali sono intervenuti diversi e sostanziali cambiamenti nella configurazione giuridica dell'istituzione. Nel 2000 è stata approvata la legge per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali, fra cui il riordino delle Ipab (n.d.r. L. dell'8 novembre 2000, n. 328, attuata con il d.lgs. 207/2001.). Con la riforma del titolo V della Costituzione è stata attribuita alle Regioni la competenza esclusiva in materia di riordino delle Ipab (n.d.r. In particolare la Regione Emilia-Romagna ha disciplinato la riforma con la l.r. del 12 marzo 2003, n. 2.). In base a tale legislazione ed ai successivi provvedimenti applicativi, la Casa Lyda Borelli non avrebbe avuto le dimensioni sufficienti per trasformarsi in Azienda pubblica di servizi alla persona (Asp).

La Casa ha quindi scelto la via della privatizzazione. Questa, in una prima fase, ha richiesto la modifica dello statuto, con delibera dell'Assemblea straordinaria dei soci presa in data 2 dicembre 2002, ed in una seconda fase la trasformazione in associazione di diritto privato, sottoposta per legge al controllo regionale, attuata con delibera dell'Assemblea straordinaria dei soci in data 16 dicembre 2004. Anche la sede legale dell'Istituzione è stata definitivamente spostata da Roma a Bologna.
La procedura di privatizzazione è stata sottoposta al parere del Comune di Bologna ed all'autorizzazione della Regione Emilia-Romagna, organo tutorio, con un iter procedurale culminato nel d.p.g.r. Emilia Romagna n. 72 dell'11 marzo 2005. La Casa, a partire da questo momento, si configura come Associazione di diritto privato senza scopo di lucro e assume la denominazione di Casa Lyda Borelli per artisti e operatori dello spettacolo.

In quanto associazione di diritto privato l'ente attualmente può svolgere anche attività di ospitalità temporanea per attori, musicisti e operatori dello spettacolo (n.d.r. L.r. 16/2004 relativa alle strutture ricettive.).

Inoltre, pur mantenendo sempre una preminenza per l'assistenza agli ospiti che tuttora vivono nella villa, le recenti amministrazioni hanno promosso anche il carattere culturale dell'ente. Grande slancio è stato dato in questo senso dall'inaugurazione nel 2006 della sede della biblioteca S. Genesio nei locali, attigui all'edificio principale, dell'ex cappella della villa (caduta in disuso dopo l'abbandono delle suore di Santa Caterina). La realizzazione della biblioteca ha favorito, dal 2006 ad oggi, una sempre maggiore promozione delle attività culturali dirette tanto alla cittadinanza quanto agli abitanti della Casa, finalizzandosi in special modo alla valorizzazione e conservazione del patrimonio librario e archivistico.

Nel corso del 2010 Casa Lyda Borelli ha avviato la procedura per la trasformazione da associazione di diritto privato a fondazione (n.d.r. Determina della Regione Emilia-Romagna n. 8273 del 29 luglio 2010.), al termine della quale la Casa ha assunto l'attuale stato giuridico e la denominazione di Fondazione Casa Lyda Borelli per artisti e operatori dello spettacolo.

Gli organi di Casa Lyda Borelli per artisti e operatori dello spettacolo sono: - Assemblea dei soci; - Consiglio d'amministrazione; - Presidente. A partire dal 1999 è introdotto fra gli organi anche il Collegio dei revisori. L'Assemblea dei soci è formata dai soci fondatori (ovvero i soci della Società di previdenza "Tommaso Salvini" fra gli artisti drammatici che contribuiscono al reperimento dei finanziamenti necessari all'istituzione), a cui vengono affiancati i soci benemeriti e i soci onorari. A partire dal 1982 scompaiono i soci fondatori, e vengono introdotti come associati anche enti ed associazioni di categoria. L'Assemblea dei soci nomina i componenti del Consiglio d'amministrazione, che a sua volta elegge il Presidente dell'ente. L'attività di gestione amministrativa e finanziaria della Casa, l'ammissione di nuovi ospiti, l'assunzione del personale, la redazione del bilancio annuale spettano appunto al Consiglio d'amministrazione, mentre i compiti dell'Assemblea sono, oltre la nomina dei componenti del Consiglio, l'approvazione del bilancio annuale e del conto consuntivo, la formulazione di proposte e pareri da sottoporre al Consiglio sulla gestione della Casa e sulle modifiche statutarie, l'approvazione dei soci onorari proposti dal Consiglio. L'attività di gestione quotidiana e di coordinamento interno è affidata al direttore.

Le funzioni che la Casa Lyda Borelli per artisti e operatori dello spettacolo svolge sono:
- l'assistenza nei confronti degli artisti e degli operatori dello spettacolo non più in grado di provvedere autonomamente al proprio sostentamento;
- la valorizzazione, la promozione e la tutela del proprio patrimonio anche culturale.

Legislazione
- l. 6972 del 17 luglio 1890 (nota anche come "legge Crispi") relativa alle norme sulle Istituzioni di pubblica assistenza e beneficenza (Ipab);
- r.d.lgt. del 15 febbraio 1917, n. 425 relativo alla costituzione dell'ente;
- d.p.r del 9 marzo 1962 relativo al cambio di denominazione dell'ente;
- l. del 5 marzo 1973, n. 38 relativa all'erogazione di un contributo statale annuale;
- d.p.r. del 24 luglio 1977, n. 616 relativo al riordino delle Ipab e al trasferimento di competenze alle Regioni e ai Comuni;
- l. del 21 ottobre 1978, n. 641 (conversione in legge, e modificazione, del d.l. dell'8 agosto 1978, n. 481) relativo all'attuazione della procedura di cui all'art. 113 del d.p.r. 616/77: per effetto della l. 641/78 Casa Lyda Borelli è riconosciuta come ente pubblico e sottoposta a tutela amministrativa da parte del Comune di Bologna;
- d.p.r. del 31 marzo 1979 relativo alla non assoggetabilità dell'ente alla procedura di cui all'art. 113 del d.p.r. 616/77, mantenimento delle sue funzioni e conferma del contributo statale;
- delibera del Comune di Bologna 3 febbraio 1989, p.g. 3622/89 relativa alla regolamentazione delle modalità di controllo degli atti della Casa;
- l. dell'8 novembre 2000, n. 328 relativa al riordino delle Ipab;
- l.r. Emilia-Romagna del 2 del 12 marzo 2003, n. 2 relativa all'attribuzione alle Regioni della competenza esclusiva in materia di riordino delle Ipab;
- d.p.g.r. Emilia Romagna dell'11 marzo 2005, n. 72 relativa alla trasformazione dell'ente in una associazione di diritto privato;
- determina della Regione Emilia-Romagna del 29 luglio 2010, n. 8273 relativa alla trasformazione dell'ente da associazione di diritto privato a fondazione.

Tipologia:

  • ente di assistenza e beneficenza, 1917 - 2005
  • ente di cultura, ricreativo, sportivo, turistico, 1999 - 2005

Note:

Scheda descrittiva a cura di Lorenza Iannacci redatta nel 2013 nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi", promosso dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.

Fonti archivistiche:

- BIBLIOTECA E ARCHIVIO STORICO DI CASA LYDA BORELLI [d'ora in avanti BALB], Archivio della Casa Lyda Borelli per artisti e operatori dello spettacolo [d'ora in avanti Archivio della Casa Lyda Borelli], Atti costitutivi;

- BALB, Archivio della Casa Lyda Borelli, Statuti;

- BALB, Archivio della Casa Lyda Borelli, Verbali del Consiglio d'amministrazione e dell'Assemblea dei soci;

- BALB, Archivio della Casa Lyda Borelli, Atti e deliberazioni del Commissario prefettizio;

- BALB, Archivio della Casa Lyda Borelli, Progetti e lavori.


Fonti bibliografiche:

- M. COZZI, Prigionieri del sogno? Storia della casa di riposo Lyda Borelli, (tesi di laurea in Museologia, relatore prof.ssa Marinella Pigozzi, correlatore Federica Rossi, Università degli studi di Bologna, a.a. 2006-2007);

- F. ROSSI, Il teatro sugli scaffali. Genesi e storia di una biblioteca specialistica (1931-2009), (tesi di dottorato, relatore prof. Gian Mario Anselmi, correlatore prof.ssa Maria Gioia Tavoni, Università degli studi di Bologna, a.a. 2009-2010).
Complessi archivistici: Redazione e revisione:
  • Redatta in xDams , 18/01/2013 - 06/06/2018