Città degli archivi

Ceneri Giuseppe

Bologna 17 gennaio 1827 - Bologna 7 giugno 1898

Intestazioni:

  • Ceneri, Giuseppe, avvocato, politico, docente universitario, (Bologna 1827 - Bologna 1898)

Descrizione:

Luoghi di residenza e attività: Bologna, attività accademica, 1850 - 1888.

Giuseppe Ceneri nacque a Bologna il 17 gennaio 1827 da Gaetano e da Claudia Benetti. Le modeste condizioni economiche della famiglia peggiorarono particolarmente dalla morte del padre (n.d.r. Il padre che ebbe il grado di ufficiale nelle truppe italiane morì nel 1836 (BIBLIOTECA COMUNALE DELL'ARCHIGINNASIO DI BOLOGNA (d'ora in poi BCABo), Fondo speciale Giuseppe Ceneri, Carte e documenti personali, Certificati, b. 2, fasc. 12).) e solo grazie ad un legato benefico dell'Opera pia dei poveri vergognosi di Bologna potè studiare latino, lettere e filosofia presso il Seminario bolognese (n.d.r. L'archivio dell'Opera pia dei Vergognosi di Bologna risulta in parte sprovvisto di strumenti di corredo rendendo così impossibile verificare l'informazione circa il legato dell'Opera a favore di Ceneri come da notizia tratta da V. TAZZARI, Giuseppe Ceneri, «L'eloquenza», V (1915), 1, p. 354 e riportata nei contributi successivi. Di sé stesso amava dire con compiacenza "nato povero e di popolo" (cfr. A. BIGNARDI, Vecchio foro bolognese (Regnoli, Ceneri, Busi), estratto da «Bollettino del Consiglio dell'ordine degli avvocati e procuratori di Bologna» (num. speciale per il 4 congresso nazionale giuridico forense, Bologna, 21-28 settembre 1957), Bologna, STEB, 1957, p. 2.).
Iscrittosi poi alla facoltà legale dell'Università di Bologna nel 1848 conseguì la laurea ad honorem con il massimo dei voti. Nello stesso anno, sollecitato dall'entusiasmo suscitato a Bologna dall'entrata in guerra di Carlo Alberto contro l'Austria, si arruolò nell'esercito sardo; solo dopo pochi mesi, costretto a far ritorno dal Piemonte con un congedo assoluto per inabilità, intraprese la lunga pratica forense che non abbandonò fino agli ultimi anni di vita, nonostante una salute da sempre malferma (n.d.r. "Si temeva ogni giorno che dovesse cadere di sfinimento; eppure quando era salito, faticando, le scale del tribunale, quando si trovava in quel campo delle lotte forensi a cui doveva la gloria, di nuovo si presentava un leone. Nessun combattente uguale a lui in un processo penale, nel seguire l'interrogatorio dei testimoni, nell'interrompere il pubblico ministero, nel sottolineare una frase, più ancora che colle parole, coll'espressione degli occhi, di tutto il viso. Finché, dopo questa lunga, dura preparazione, incominciava la sua orazione: mai voce fu più musicale, potentemente fascinatrice; mai il periodo ebbe più classiche ampiezze di volute; mai l'ironia era stata più acuta e la perorazione più calda, più commovente» (cfr. necrologio in «L'illustrazione italiana», 12 giugno 1898, p. 414).). Fece parte del Consiglio di disciplina degli avvocati, fu membro del collegio legale della Sacra congregazione degli studi di Bologna, giudice titolare nel Tribunale d'appello per le Romagne, poi consigliere presso la Corte d'appello di Bologna (n.d.r. Per i rapporti con l'Ordine degli avvocati si veda in particolare P. RUGGIERI, Per una storia dell'ordine forense a Bologna fra '800 e '900 in Profilo di Giuseppe Ceneri in Giuseppe Ceneri: l'avvocato, lo studioso, il politico, a cura di A. VARNI, Bologna, Il mulino, [2002], pp. 151-166 e E. PRONI, Bologna la nascita dell'ordine degli avvocati e procuratori. Storia dell'ordine degli avvocati di Bologna 1875-1945, Bologna, Grafiche A & B, 2006, p. 158.), fu il primo presidente dell'Ordine degli avvocati di Bologna, ma i maggiori riconoscimenti gli vennero tributati per la forza della sua eloquenza (n.d.r. Come riferisce Bignardi "Creò un suo tipo di eloquenza, alla Ceneri, chiara e ordinata, tacitiana, sottolineata da un gestire elegantissimo" (cfr. A. BIGNARDI, Vecchio foro bolognese, cit., p. 2.).) e per il solido possesso della materia giuridica sia in ambito civile sia penale (n.d.r. Per un esaustivo quadro sulla sua attività forense si veda R. BONINI, Giuseppe Ceneri. Dal diritto romano alla professione forense in Giuseppe Ceneri: l'avvocato, cit., pp. 89-116; R. POGGESCHI, Giuseppe Ceneri nel foro. I processi civili, ibid., pp. 117-132.).
Vincenzo Tazzari così lo descrive (n.d.r. V. TAZZARI, Giuseppe Ceneri, cit., pp. 358-359.):
"L'uomo gracile, macilento, dal corpo quasi prosciugato, che faceva temere dovesse da un momento all'altro cadere di sfinimento, quando si trovava sul terreno della lotta si trasformava in un atleta. L'aspetto affaticato acquistava improvvisamente la penetrazione più vivace. Nessuno era uguale a lui alle assise e nei tribunali perché si mostrava un combattente completo. Sapeva non solo difendere, ma istruire la causa nei più minuti particolari. Durante le udienze non abbandonava mai il suo posto; divinava e maneggiava i caratteri; pesava i colleghi; sapeva interrompere a tempo gli avversari; seguiva gli interrogatori e gli esami, sottolineandoli con le contrazioni del viso; se compariva un campagnolo era felice di adoperare con lui il dialetto e non di rado qualche tagliente osservazione era fatta in puro vernacolo bolognese; conosceva l'arte di far cadere un testimone equivoco in una capitale contraddizione. La sua mimica suggestiva superava quella di un comico. Insomma per essere un leone ed una volpe in questo campo di audacie e di astuzie, possedeva tutto: l'occhio scrutatore, la parola mordace, il gesto satirico".
La lunga carriera universitaria fu ricca di riconoscimenti, soddisfazioni nonché di amarezze (n.d.r. Dalle fonti archivistiche è possibile in modo esaustivo ripercorrerne la carriera; in particolare si veda BCABo, Fondo speciale Giuseppe Ceneri, Carte e documenti personali, Posizione per la pensione, b. 2, fasc. 14; ARCHIVIO DI STATO DI BOLOGNA, Fondo Studio poi Università di Bologna, tit. II, b. 914; ARCHIVIO STORICO DELL'UNIVERSITÀ DI BOLOGNA, Docenti, III, 173.) Già nel 1850 come privato istruttore gli venne affidato il corso d'insegnamento di testo civile; venne riconfermato come supplente negli anni accademici successivi fino alla nomina a professore nel 1853 in sostituzione di Clemente Giovanardi. Costretto a scegliere dalla normativa che proibiva il cumulo delle funzioni di giudice e docente, la dedizione all'insegnamento lo portò nel 1861 a optare per la cattedra universitaria abbandonando l'incarico di giudice ricoperto sin dal 1859 presso il Tribunale d'appello per le Romagne. Con provvedimento del ministro della pubblica istruzione Emilio Broglio del febbraio 1868, venne sospeso dall'insegnamento per un periodo di due mesi, insieme con i colleghi Giosue Carducci e Pietro Piazza per aver partecipato al banchetto per celebrare l'anniversario della mazziniana Repubblica romana. In quegli stessi mesi Ceneri presentò le dimissioni dall'Università per protesta contro il governo che aveva voluto il suo arresto nell'aprile di quello stesso anno con l'accusa di aver organizzato lo sciopero a Bologna del 14-15 aprile contro il sistema fiscale e l'imposta sul macinato. Rinchiuso insieme agli amici Vincenzo Caldesi e Quirico Filopanti nelle carceri di San Lodovico a Bologna rifiutò la libertà per amnistia pretendendo che gli fosse concesso un giusto processo (n.d.r. Sulla vicenda si veda BCABo, Fondo speciale Giuseppe Ceneri, Carte e documenti personali, Cause legali, b. 2, fasc. 9; riferisce Bignardi che il direttore delle carceri dovette minacciarlo: "Signor professore, sarò costretto ad adoperare la forza per metterlo in libertà" (cfr. A. BIGNARDI, Vecchio foro bolognese, cit., p. 2).). Ceneri stesso ebbe modo alcuni anni dopo di commentare la vicenda con le vibranti parole: "Non credo della mia dignità d'uomo vendere la mia libertà politica o di cittadino per conservare la cattedra. [...] E sapete che cosa voleva dire per me la dimissione da professore? Voleva dire che la mia famiglia la mettevo alla ventura del prodotto unico della mia professione. Uscivo dal carcere, e non avevo che questo po' di testa e queste mani per mantenerla" (n.d.r. G. BRINI, Commemorazione di Giuseppe Ceneri, Bologna, Monti, 1899, p. 32.). Ritornò nel dicembre del 1871 all'insegnamento del diritto romano dietro gli inviti della Facoltà e le sollecitazioni del ministro all'istruzione Cesare Correnti, dapprima come incaricato poi reintegrato come ordinario. All'insegnamento del diritto romano affiancò il ruolo di preside della Facoltà per due mandati triennali nel 1878 e nel 1882 (n.d.r. In particolare M. CAMMELLI, La facoltà di giurisprudenza dell'Ateneo bolognese nella seconda metà dell'800: la presidenza di Giuseppe Ceneri in Giuseppe Ceneri: l'avvocato, cit., pp. 167-176.). Provato pesantemente da una lunga malattia fu costretto ad abbandonare l'insegnamento nel 1888. Il profondo legame con l'Università di Bologna culminò con il riconoscimento di professore emerito ricambiato da Ceneri con l'istituzione di un annuo premio e con una sentita donazione testamentaria a favore dell'Università stessa.
L'impegno politico si sviluppa parallelamente all'attività forense e accademica (n.d.r. Per un dettagliato profilo biografico di carattere politico si veda A. APPARI, Ceneri Giuseppe, in Il parlamento italiano, 1861-1988, V, La sinistra al potere. Da Depretis a Crispi, Milano, Nuova CEI, 1989, pp. 524-525.). Se risultò in pieno accordo con il Governo pontificio tanto da comparire come membro del Consiglio comunale di Bologna all'inizio del 1859, quando il legato pontificio e le truppe austriache abbandonarono Bologna il 12 giugno 1859, Ceneri firmò con gli altri consiglieri comunali il proclama che nominava la Giunta provvisoria di governo che resse Bologna fino al 14 luglio; il regio commissario del Governo sardo per le Romagne Massimo d'Azeglio prima di lasciare Bologna alla volta di Torino formò il nuovo governo articolato in 6 "sezioni" tra cui il dicastero dell'istruzione pubblica e beneficenza di cui Ceneri fu nominato segretario generale. Il 28 agosto Ceneri risultò eletto deputato all'Assemblea delle Romagne che proclamò la decadenza del Governo pontificio e deliberò l'annessione al Regno sardo. Nel novembre 1859 partecipò della commissione incaricata dall'Assemblea per valutare la possibilità di estendere alle Romagne lo statuto Albertino e a grande maggioranza vennero accettate le proposte della commissione come redatte dallo stesso Ceneri (n.d.r. Rapporto della commissione nominata dagli uffici il 7 novembre, letta nella tornata dell'Assemblea delle Romagne il giorno 8, Bologna, Volpe e Sassi, 1859.).
Venne sconfitto alle elezione politiche del 10-17 marzo 1867 nel primo collegio bolognese in cui si schieravano contrapposti due distinti comitati elettorali quello "costituzionale" guidato da Marco Minghetti e quello "avanzato" da Ceneri (n.d.r. Sulle posizioni democratiche e l'adesione alla massoneria di Ceneri si veda I. ZANNI ROSIELLO, Aspetti del movimento democratico bolognese (1859-1870), estratto da «Bollettino del Museo del Risorgimento di Bologna», (5) 1961; P.M. COCCHI, La massoneria a Bologna dal 1859 al 1914, relatore U. MARCELLI, [1970], pp. 1-233. (Tesi di laurea in lettere moderne, Università degli studi di Bologna, Facoltà di lettere e filosofia, a.a. 1969-1970); R. BALZANI, La democrazia radicale e l'impegno parlamentare, in Giuseppe Ceneri: l'avvocato, cit., pp. 31-46; A. PRETI - F. TAROZZI, L'attività di consigliere comunale, ibid., pp. 69-87.).
Nei primi mesi del 1867 partecipò insieme a Carducci alla costituzione dell'Unione democratica di Bologna collaborando direttamente alla redazione dello statuto. Reduce dal congresso della Lega per la pace e la libertà di Ginevra (n.d.r. G. CENERI, Relazione sul congresso della pace tenutosi a Ginevra, Bologna, G. Monti, 1867.) a cui presero parte anche Garibaldi e Backunin e, nel frattempo, divenuto presidente dell'Unione democratica, alla fine di settembre animò le manifestazioni organizzate per chiedere la liberazione di Garibaldi arrestato il 24 settembre 1867 e si unì nell'Italia centrale ai volontari garibaldini che combatterono a Monterotondo e Mentana.
Sconfitto nel 1867 nelle elezioni politiche del 19-26 aprile che lo videro contrapposto nel primo collegio bolognese a Giacomo Medici, si dimise insieme a Quirico Filopanti dal Consiglio comunale per protesta contro il sindaco Gioacchino Napoleone Pepoli. Nelle elezioni del maggio-giugno 1869 risultò eletto deputato sconfiggendo Minghetti nel ballottaggio con voti 649 contro 564, si dimise tuttavia nel marzo del 1870 rifiutando di prestare il giuramento di fedeltà alla monarchia (n.d.r. G. CENERI, Lettera ai lettori del I collegio di Bologna, «L'indipendente di Bologna», 29 marzo 1870.). Nel 1876 si presentò di nuovo candidato alla Camera ma non fu eletto, diversamente nelle elezioni dell'ottobre 1882 Ceneri risultò nuovamente eletto per il primo collegio di Bologna occupando i banchi dell'estrema sinistra; nel marzo del 1883 dovette abbandonare la Camera per l'esclusione a seguito del sorteggio resosi necessario per eccedenza di deputati dipendenti dello Stato. Abbandonata la vita parlamentare si dedicò interamente alla vita universitaria e nel 1888 partecipò attivamente all'organizzazione per l'VIII Centenario dell'Ateneo bolognese e dinnanzi al re e al principe ereditario tenne un magistrale discorso. La nomina a senatore del Regno del gennaio 1889 non significò l'abbandono delle posizioni politiche sostenute per tutta la vita, nel maggio del 1890 partecipò infatti al congresso di Roma che si concluse con l'accordo noto come "Patto di Roma", la piattaforma programmatica elaborata da Felice Cavallotti per l'opposizione anticrispina. Allontanatosi progressivamente dalla vita politica "come altri non minori di lui, dopo aver avuti impeti di passione e dati esempi ammirabili di devozione, di disciplina, di sacrificio al proprio partito, è apparso negli ultimi anni quasi uno spostato in questa politica" (n.d.r. Necrologio in «L'illustrazione italiana», 12 giugno 1898, p. 414.).
Dal matrimonio con Luisa Maccaferri nacque un unico figlio, Luigi, che scomparve prematuramente nel 1866 lasciandolo senza eredi diretti. Giuseppe Ceneri morì a Bologna il 7 giugno 1898 e venne sepolto presso la Certosa di Bologna nella medesima tomba che ospita i genitori, il figlio Luigi e la moglie Luisa Maccaferri morta nel 1895.

Avvocato, docente universitario, politico.

Note:

Scheda descrittiva a cura di Giovanna Caniatti redatta nel 2013 nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi", promosso dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e dalla Fondazione Cassa di risparmio in Bologna.

Fonti archivistiche:

- BIBLIOTECA COMUNALE DELL'ARCHIGINNASIO DI BOLOGNA, Fondo speciale Giuseppe Ceneri, Carte e documenti personali.

- ARCHIVIO DI STATO DI BOLOGNA, Studio poi Università di Bologna;

- ARCHIVIO STORICO DELL'UNIVERSITÀ DI BOLOGNA, Docenti.


Fonti bibliografiche:

- R. BALZANI, La democrazia radicale e l'impegno parlamentare, in Giuseppe Ceneri: l'avvocato, lo storico, il politico, a cura di A. VARNI, Bologna, Il mulino, [2002], pp. 31-46;

- A. BIGNARDI, Vecchio foro bolognese (Regnoli, Ceneri, Busi), estratto da «Bollettino del Consiglio dell'ordine degli avvocati e procuratori di Bologna», (num. speciale per il 4 congresso nazionale giuridico forense, Bologna, 21-28 settembre 1957), Bologna, STEB, 1957;

- Bologna. Biblioteca comunale dell'Archiginnasio. Serie B a cura di F. LEONETTI, Firenze, Olschki, 1957;

- R. BONINI, Giuseppe Ceneri. Dal diritto romano alla professione forense, in Giuseppe Ceneri: l'avvocato, lo studioso, il politico, a cura di A. VARNI, Bologna, Il mulino, [2002], pp. 89-116;

- L. BONORA, La collezione di autografi "Pallotti" nella Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio, «L'Archiginnasio», LXXIX (1984), pp. 220-225;

- G. BRINI, Commemorazione di Giuseppe Ceneri, Bologna, Monti, 1899;

- M. CAMMELLI, La facoltà di giurisprudenza dell'Ateneo bolognese nella seconda metà dell'800: la presidenza di Giuseppe Ceneri, in Giuseppe Ceneri: l'avvocato, lo studioso, il politico, a cura di A. VARNI, Bologna, Il mulino, [2002], pp. 167-176;

- M. CARAVALE, Ceneri Giuseppe, in Dizionario biografico degli italiani, XXIII, Roma, Istituto dell'enciclopedia italiana, 1979, pp. 528-533;

- G. CENERI, Relazione sul congresso della pace tenutosi a Ginevra, Bologna, G. Monti, 1867.

- G. CENERI, Lettera ai lettori del I collegio di Bologna, «L'indipendente di Bologna», 29 marzo 1870;

- P.M. COCCHI, La massoneria a Bologna dal 1859 al 1914, relatore U. MARCELLI, [1970], pp. 1-233. (Tesi di laurea in lettere moderne, Università degli studi di Bologna, Facoltà di lettere e filosofia, a.a. 1969-1970);

- E. COSTA, G. C., «Bullettino dell'Istituto di diritto romano», XI (1898), pp. 227-230;

- M. FANTI, Consistenza e condizioni attuali delle raccolte manoscritte della Biblioteca comunale dell'Achiginnasio, «L'Archiginnasio», LXXIV (1979), pp. 7-38;

- Inventari dei Manoscritti delle Biblioteche d'Italia, vol. CV, Firenze, Olschki, 1990.

- F. MANCINI, Consistenza e stato attuale dei manoscritti della Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio, «L'Archiginnasio», XLVI-XLVII (1951-1952), pp. 25-65;

- Museo del Risorgimento. Genova, catalogo a cura di A. NERI, Milano, Alfieri & Lacroix, 1915;

- A. MANFRON, I fondi manoscritti, in Biblioteca comunale dell'Archiginnasio, Bologna, a cura di P. BELLETTINI, Fiesole, Nardini, 2001, pp. 67-89;

- Necrologio in «L'illustrazione italiana», 12 giugno 1898.

- E. MICHEL, Ceneri Giuseppe, in Dizionario del risorgimento nazionale. Dalle origini a Roma capitale. Fatti e persone, II (Le persone A-D), Milano, 1930, p. 653;

- ORDINE DEGLI AVVOCATI DI ROMA, CONSIGLIO, Cause del pubblico ministero contro il professor Giuseppe Ceneri. Relazione del consigliere delegato [Giuseppe Petroni] e deliberazione del Consiglio, Roma, C. Battisti, 1880;

- R. POGGESCHI, Giuseppe Ceneri nel foro. I processi civili, in Giuseppe Ceneri: l'avvocato, lo studioso, il politico, a cura di A. VARNI, Bologna, Il mulino, [2002], pp. 117-132;

- A. PRETI - F. TAROZZI, L'attività di consigliere comunale, in Giuseppe Ceneri: l'avvocato, lo studioso, il politico, a cura di A. VARNI, Bologna, Il mulino, [2002], pp. 69-87;

- E. PRONI, Bologna la nascita dell'ordine degli avvocati e procuratori. Storia dell'ordine degli avvocati di Bologna 1875-1945, Bologna, Grafiche A & B, 2006;

- V. RONCUZZI ROVERSI MONACO V., Il bombardamento sull'Archiginnasio: vicissitudini dell'edificio storico e del patrimonio librario, in Delenda Bononia: immagini dei bombardamenti, a cura di C. BERSANI e V. RONCUZZI ROVERSI MONACO, Bologna, Patron, [1995], pp. 120-144;

- P. RUGGIERI, Per una storia dell'ordine forense a Bologna fra '800 e '900 in Giuseppe Ceneri: l'avvocato, lo studioso, il politico, a cura di A. VARNI, Bologna, Il mulino, [2002], pp. 151-166;

- A. SERRA ZANETTI, Le raccolte manoscritte della Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio: origini, vicende, sviluppi, «L'Archiginnasio», XLVI-XLVII (1951-1952), pp. 1-24;

- A. SORBELLI Relazione del bibliotecario a signor assessore per la pubblica istruzione. Anno 1907, «L'Archiginnasio», III (1908), pp. 1-20;

- A. SORBELLI, Relazione del bibliotecario a signor assessore per la pubblica istruzione. Anno 1911, «L'Archiginnasio», VII (1912), pp. 117-136;

- A. SORBELLI, Relazione del bibliotecario a signor assessore per la pubblica istruzione. Anno 1912, «L'Archiginnasio», VIII (1913), pp. 1-36;

- A. SORBELLI, Relazione del bibliotecario a signor assessore per la pubblica istruzione. Anno 1917, «L'Archiginnasio», XIII (1918), pp. 1-23;

- A. SORBELLI, Relazione del bibliotecario al signor Commissario Regio. Anno 1920, «L'Archiginnasio», XVI (1921), pp. 1-20;

- V. TAZZARI, Giuseppe Ceneri, «L'eloquenza», V (1915), 1, pp. 353-360;

- I. ZANNI ROSIELLO, Aspetti del movimento democratico bolognese (1859-1870), estratto da «Bollettino del Museo del Risorgimento di Bologna», (5) 1961;

- I. ZANNI ROSIELLO, L'unificazione politica e amministrativa nelle provincie dell'Emilia (1859-60), Milano, A. Giuffre, 1965.
Complessi archivistici: Redazione e revisione:
  • Redatta in xDams , 25/01/2013 - 26/06/2013