Intestazioni:
- Pepoli, Ferdinando, conte, (Bologna 1845 - Bologna 1929)
Descrizione:
Luoghi di residenza e attività: Crevalcore (Bologna), attività e residenza, 1879 - 1888.Nacque a Bologna il 14 luglio 1845 da Ippolito Pepoli e Ginevra Margotti. Primo tra i figli maschi, ebbe tre sorelle maggiori, Maria, Giuseppina e Letizia e due fratelli minori, Guido e Carlo (quest'ultimo nato dal secondo matrimonio del padre con Maria Lovati in seguito alla morte della prima moglie avvenuta nel 1875). Sposò Clementina Raineri Biscia (1845-1913) nel 1865, dalla quale ebbe un unico figlio, Antonio, nato nel 1867.
Il patrimonio di Ferdinando derivava in gran parte dal lascito testamentario di Antonio di Giovanni Paolo Pepoli (1793-1862), che lo aveva istituito suo erede universale con testamento depositato presso il notaio Andrea Brighenti il 9 gennaio 1862 e aperto il 22 gennaio dello stesso anno. Antonio, con i fratelli Giuseppe, Guido Luigi e Gaetano, era, a sua volta, erede di tutti i beni della famiglia derivanti da Odoardo Pepoli (1731-1801), ultimo discendente del ramo comitale originato da Sicinio di Girolamo Pepoli (1528-1555) morto senza eredi.
Con l'eredità ricevuta, Ferdinando divenne proprietario di beni mobili ed immobili nella città di Bologna, a Crevalcore (tenuta Palazzina Pepoli e nel territorio dello stesso comune), a Bondeno (tenuta Stellata), nella città di Ferrara, nel territorio di Castiglione dei Pepoli, nel contado bolognese (Molinella) e modenese (Castelfranco Emilia). Poiché nel 1862 Ferdinando era ancora minorenne, l'eredità fu gestita ed amministrata per suo conto dal padre Ippolito. Nell'inventario legale dei beni, stilato dal notaio Brighenti a partire dal 3 febbraio 1862, si legge infatti che "tutti gli effetti inventariati restano in consegna del signor conte Ippolito Pepoli nella qualità di padre e legittimo amministratore del signor conte Ferdinando Pepoli erede universale" (n.d.r. BIBLIOTECA COMUNALE DELL'ARCHIGINNASIO DI BOLOGNA (d'ora in avanti BCABo), Archivio della famiglia Pepoli, Ferdinando Pepoli, Documenti e scritture diverse, Documenti, "Inventario legale dello stato ed eredità del fu nobil uomo signor marchese Antonio Pepoli", Libro 2, n. 3, p. 334.).
Ferdinando iniziò a gestire autonomamente i beni solo a partire dal 1865 quando, mediante un atto di emancipazione del 27 luglio, il padre dichiarò di liberare dalla propria autorità il figlio (n.d.r. Ivi, Libro 2, n. 13.); a sua volta Ferdinando si impegnò con tale atto a dispensare al padre un assegno annuo di lire 8000 fino alla morte del genitore (n.d.r. Ibidem.).
In particolare, la tenuta Palazzina Pepoli, che costituiva la parte più consistente del patrimonio di Ferdinando Pepoli, fino al 1843, era stata di proprietà di Gaetano Pepoli. Con rogito Franchi dell'1 settembre, Gaetano donò la tenuta al fratello Giuseppe Pepoli che la mantenne fino alla sua morte avvenuta il 13 maggio 1848 (n.d.r. Cfr. BCABo, Archivio della famiglia Pepoli, Ferdinando Pepoli, Gestione della tenuta Palazzina Pepoli, Amministrazione, Libro 13, n. 36, Comunicazione fatta da Paolo Forlai a tutti i coloni, braccianti e salariati della tenuta Palazzina dell'atto di donazione di Gaetano Pepoli in favore del fratello Giuseppe della tenuta stessa, avvenuta con rogito Franchi dell'1 settembre 1843. Per ulteriori notizie in merito a Giuseppe Pepoli si veda il fondo Giuseppe Pepoli conservato presso la Biblioteca comunale dell'Archiginnasio nel quale sono raccolti sia il diario personale sia la corrispondenza da lui inviata e ricevuta fino al 1848, anno della sua morte.). La proprietà tornò al fratello Gaetano che la gestì fino al 1858, anno della sua morte. La tenuta passò quindi in eredità a Guido Luigi e Antonio Pepoli, fratelli di Gaetano.
Antonio Pepoli, morendo nel 1862, istituì suo erede universale Ferdinando Pepoli; nel 1869 Guido Luigi nominò suo erede il nipote Gioacchino Napoleone Pepoli.
La tenuta Palazzina fu quindi detenuta in comproprietà da Ferdinando e Gioacchino Napoleone Pepoli dal 1869 fino agli anni '70 dell'Ottocento, quando con la definitiva divisione dell'eredità tra Gioacchino Napoleone e Ferdinando, la tenuta diventò di pieno possesso di Ferdinando Pepoli (n.d.r. BCABo, Archivio Giuseppe Pepoli, Paolo Forlai, Amministrazione, n. prov. 043am.).
Ferdinando trascorse gli anni della giovinezza dilettandosi in varie attività di svago. Era infatti membro di diverse società quali la Società per le corse dei cavalli di Bologna, la Società del Domino club di Bologna, la Società della Barcaccia nuova di Crevalcore e la Società felsinea, da alcune delle quali chiese ed ottenne le dimissioni negli anni 1871-1872 (n.d.r. BCABo, Archivio della famiglia Pepoli, Ferdinando Pepoli, Documenti e scritture diverse, Documenti, Libro 4, n. 10 e n. 12.) per dedicarsi, quasi esclusivamente, all'amministrazione della tenuta Palazzina Pepoli.
La gestione patrimoniale di Ferdinando non fu delle più oculate a causa di problemi economici; a partire dal 1872 era cominciato il frazionamento del suo patrimonio con la vendita ad Alessandro Torlonia di alcuni appezzamenti siti nel comune di Crevalcore e nel 1875 venne escluso dalle liste elettorali del Comune di Bologna per insufficienza di censo (n.d.r. BCABo, Archivio della famiglia Pepoli, Ferdinando Pepoli, Documenti e scritture diverse, Documenti, Libro 4, n. 22.).
Sempre nel 1872 fece donazione della tenuta Palazzina Pepoli al figlio Antonio e agli eventuali altri figli che sarebbero potuti nascere dal suo matrimonio con la contessa Clementina Raineri Biscia o da altri matrimoni. La donazione, rogata da Paolo Berti il 26 febbraio, lasciava comunque l'usufrutto e il diritto di amministrazione sulla tenuta a Ferdinando Pepoli (n.d.r. BCABo, Archivio della famiglia Pepoli, Ferdinando Pepoli, Documenti e scritture diverse, Scritture diverse, Esposti presentati al Tribunale civile di Bologna in merito alla vendita della proprietà del bestiame della tenuta Palazzina Pepoli e alla richiesta di prestito al Monte del Matrimonio per le spese di ristrutturazione dei fabbricati della tenuta stessa.). Nel 1889 fu costretto a richiedere un prestito ingente al Monte del Matrimonio in seguito a problemi economici legati anche a lavori di ammodernamento, ristrutturazione e gestione agricola della tenuta Palazzina, di cui cedette contemporaneamente ad Antonio ed ai figli nascituri il bestiame.
Nel 1887 dovette infine vendere ad Agostino Sieri Pepoli la porzione di palazzo Pepoli Vecchio di cui era proprietario (n.d.r. Archivio distrettuale notarile di Bologna, Notaio Giuseppe Marani, vol. 14, 1 settembre-13 dicembre 1887, repertorio notarile 2405, rogito dell'1 ottobre 1887; BCABo, Archivio della famiglia Pepoli, Agostino Sieri Pepoli, Corrispondenza, Diversi ad Agostino Sieri Pepoli, Lettera di Ferdinando Pepoli del 20 luglio 1886.). Da allora Ferdinando visse per diversi anni nella tenuta Palazzina Pepoli; dal 1882 e, almeno fino al 1888, è infatti accertato il suo domicilio nel comune di Crevalcore dove, già dal 1879, aveva ricoperto per diversi anni la carica di consigliere comunale (n.d.r. Cfr. la corrispondenza relativa agli anni 1879-1888 e la serie Procure in BCABo, Archivio della famiglia Pepoli, Agostino Sieri Pepoli.).
Nel 1892 Ferdinando fu attore nella causa intentata contro gli eredi del marchese Gioacchino Napoleone Pepoli sul riconoscimento dei diritti sugli archivi di famiglia, ereditati da Antonio Pepoli (n.d.r. BCABo, Archivio della famiglia Pepoli, Ferdinando Pepoli, Scritture diverse, Comparsa conclusionale presentata dall'avvocato di Ferdinando Pepoli, Angelo Pallotti, in merito alla causa promossa contro Letizia Pepoli, Antonio Gaddi, Luisa Pepoli, Domenico Guarini, Francesco Isolani e Carlo Taveggi (in qualità di eredi del conte Gioacchino Napoleone Pepoli) sul riconoscimento dei diritti sugli archivi di famiglia.). La causa fu poi conclusa da Agostino Sieri Pepoli subentrato a Ferdinando, nei relativi diritti, in seguito alla vendita intercorsa tra Ferdinando ed Agostino, con rogito di Giuseppe Marani del 12 marzo 1898, della sua parte degli archivi di famiglia, "per la somma contante di lire 800" (n.d.r. Archivio Storico dei Musei civici d'Arte antica, Museo civico medievale, Fondo Pepoli, b. 2, fasc. 7.).
Morì il 18 febbraio 1929 e fu sepolto nella tomba di famiglia nel cimitero monumentale della Certosa di Bologna dove furono inumati poi anche la moglie Clementina Raineri Biscia, morta nel 1914, Mario, figlio di Antonio e Medea Pepoli, e Clelia Tienghi, seconda moglie di Antonio Pepoli.
Nobile, possidente.
Note:
Scheda descrittiva a cura di Lucia Ferranti e Lucia Piccinno redatta nel 2013 nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi", promosso dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e dalla Fondazione Cassa di risparmio in Bologna.Fonti archivistiche:
- BIBLIOTECA COMUNALE DELL'ARCHIGINNASIO DI BOLOGNA (d'ora in avanti BCABo), Archivio della famiglia Pepoli, Ferdinando Pepoli, Documenti e scritture diverse;
- BCABo, Archivio della famiglia Pepoli, Ferdinando Pepoli, Scritture diverse;
- BCABo, Archivio della famiglia Pepoli, Ferdinando Pepoli, Procure;
- BCABo, Archivio della famiglia Pepoli, Ferdinando Pepoli, Gestione della tenuta Palazzina Pepoli, Amministrazione;
- BCABo, Archivio di Giuseppe Pepoli, Paolo Forlai, Amministrazione;
- BCABo, Archivio della famiglia Pepoli, Agostino Sieri Pepoli, Corrispondenza, Diversi ad Agostino Sieri Pepoli;
- ARCHIVIO DISTRETTUALE NOTARILE DI BOLOGNA, Notaio Giuseppe Marani, vol. 14, 1 settembre-13 dicembre 1887;
- ARCHIVIO STORICO DEI MUSEI CIVICI D'ARTE ANTICA, Museo civico medievale, Fondo Pepoli Pepoli, Scritture diverse.
Complessi archivistici:
-
Ferdinando Pepoli
, 1576 apr. 10 - [fine sec. XIX] (subfondo)
Archivio della famiglia Pepoli » Ferdinando Pepoli
- Redatta in xDams , 29/01/2013 - 14/01/2014