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Ricciarelli Mario

Uzzano 19 febbraio 1936 - Bologna 13 maggio 2011

Intestazioni:

  • Ricciarelli, Mario, sindacalista, (Uzzano 1936 - Bologna 2011)

Descrizione:

Luoghi di residenza e attività: Bologna, attività sindacale, 1961 - 2011.

Mario Ricciarelli nasce a Uzzano (Pt) il 19 febbraio 1936.
Dal 1953 al 1957 frequenta l'Istituto statale "Francesco Carrara" di Lucca, conseguendo il diploma di ragioneria, e nel contempo svolge alcuni lavori, da ausiliario del trasporto a mansioni di natura amministrativo-contabile, prestati come lavoratore autonomo. A seguito del diploma collabora con il Comune di Pescia per censire le colture di garofani nel territorio comunale e contemporaneamente riceve l'incarico di compilare l'inventario dei beni dell'Ospedale S.S. Cosimo e Damiano di Pescia (Pt).
Mario Ricciarelli si iscrive alla Cisl nel luglio 1951 e a partire dal 1958 comincia a collaborare con l'organizzazione diventando Segretario responsabile dell'Unione sindacale mandamentale di Pescia. In questo periodo si occupa prevalentemente di contrattazione integrativa nei settori metalmeccanici, cartai e artigiani, sostiene lo sviluppo dell'istituendo Parco di Pinocchio a Collodi e partecipa al dibattito relativo alla costruzione di opere per l'uso irriguo del fiume Pescia.
Nel settembre del 1960 viene selezionato dalla Confederazione nazionale per frequentare il cosiddetto "Corso lungo" di preparazione sindacale al Centro studi nazionale della Cisl di Firenze. A conclusione del percorso formativo, nel luglio del 1961, viene inserito nell'Unione sindacale provinciale (Usp) Cisl di Bologna per effettuare un periodo di sperimentazione della durata di sei mesi. Durante il periodo di tirocinio si trasferisce stabilmente a Bologna e nel corso dell'anno successivo viene raggiunto dalla sua famiglia. Per conto della Usp di Bologna inizia a collaborare con l'ufficio Commissioni interne - Sezioni aziendali sindacali (Ci-Sas) con il compito di seguire e assistere le elezioni delle Commissioni interne nella provincia di Bologna. Nel dicembre del 1961 viene eletto segretario generale della Federazione unitaria italiana lavoratori abbigliamento (Fuila) di Bologna, inoltre, sempre nell'ambito del percorso congressuale viene eletto anche componente del Consiglio generale e del Comitato esecutivo nazionale della categoria e del Consiglio generale della Usp di Bologna. Sempre a partire dal 1961 riceve l'incarico dalla Usp di Bologna di assistere tutte le categorie, in particolare la Federazione nazionale lavoratori chimici (Federchimici), in merito alla contrattazione dei premi di produzione e dei cottimi nelle aziende della provincia di Bologna.
Nel 1963 Ricciarelli frequenta diversi corsi di perfezionamento, tra cui quello per contrattualisti e istruttori dell'aprile dello stesso anno organizzato dalla Federazione italiana metalmeccanici (Fim) presso il Centro studi nazionale Cisl di Firenze, iniziando la sua collaborazione con la categoria dei metalmeccanici. Durante la stagione congressuale del 1965 viene eletto nella Segreteria della Fim di Bologna e nel Consiglio generale nazionale della categoria, mentre, a livello provinciale entra nel Consiglio generale e nel Comitato esecutivo della Usp di Bologna.
In occasione dei congressi del 1969 aderisce alla mozione congressuale del gruppo cosiddetto degli "Amici di Firenze" (dalla riunione svolta dal gruppo il 12 maggio 1969 a Firenze), guidato da Luigi Macario, Baldassarre Armato e Pierre Carniti e animato a livello provinciale dal segretario della Fim bolognese Cesare Govoni e dal segretario generale uscente della Usp Vitaliano Taliani. In questa circostanza Ricciarelli non viene rieletto nel Consiglio generale e nel Comitato esecutivo della Usp di Bologna, che viene governata dal solo gruppo di maggioranza per l'intero mandato. Viene invece riconfermato all'interno della Segreteria provinciale e del Consiglio generale nazionale della Fim. Nel luglio del 1971, in seguito alla morte di Cesare Govoni, viene eletto segretario generale della Fim di Bologna e nel contempo assume il ruolo di segretario del costituendo Coordinamento regionale della Fim dell'Emilia-Romagna. All'interno della categoria dei metalmeccanici si occupa prevalentemente di contrattazione integrativa aziendale e territoriale, con particolare attenzione ai settori artigiano e cooperativo. É tra i promotori, inoltre, dell'istituzione del fondo 1%, che si riferisce nello specifico alla vertenza aperta dalla Federazione provinciale Cgil Cisl Uil di Bologna per ottenere all'interno dei contratti aziendali la clausola dell'1% del monte salari da destinare ad un fondo gestito dalla Provincia di Bologna per il finanziamento di servizi sociali, in particolare trasporti e asili nido.
In questa fase partecipa con convinzione al processo di unità sindacale organica tra Fim Fiom e Uil, presentando la relazione, in qualità di segretario generale, al Congresso straordinario della Fim bolognese del 22 aprile 1972, convocato per deliberare sullo scioglimento dell'organizzazione. Sfumata l'ipotesi di unità sindacale organica e in seguito alla stipula del "Patto federativo", contribuisce alla costituzione della Federazione lavoratori metalmeccanici (Flm), entrando nella Segreteria provinciale di Bologna e del Coordinamento regionale dell'Emilia-Romagna. A partire dal 1973 viene eletto come componente del Consiglio direttivo della Federazione provinciale Cgil Cisl Uil di Bologna.
Con i congressi del 1973 aderisce alla lista capeggiata da Bruno Storti, Luigi Macario e Pierre Carniti, contrapposta a quella guidata da Vito Scalia. Mentre a livello nazionale la prima riesce ad ottenere una cospicua maggioranza, nell'Unione bolognese la linea di Scalia prevale con la conferma del segretario generale uscente Rinaldo Bovina. Contrariamente a quanto accaduto nel quadriennio precedente la minoranza, guidata dai segretari generali delle principali categorie del settore industriale, Oviglio Boldrini, Mario Ricciarelli e Rino Bergamaschi (rispettivamente dei tessili, dei metalmeccanici e dei chimici), raggiungono un accordo con la maggioranza per una "gestione unitaria" della Usp di Bologna. In quella circostanza Ricciarelli, confermato segretario generale della Fim provinciale, rientra nel Consiglio generale e nel Comitato esecutivo della Cisl bolognese. Nello stesso anno partecipa al primo Congresso della Unione sindacale regionale (Usr) dell'Emilia-Romagna e viene eletto nel Consiglio generale regionale.
Nel dicembre del 1975, a seguito della condanna di Vito Scalia dal Collegio dei Probi viri della Cisl per comportamento scissionistico, che provoca una crisi all'interno dell'Unione bolognese, lascia la Fim bolognese per entrare nella Segreteria della Usp di Bologna. Dal 1976, entra anche nella Segreteria della Federazione provinciale Cgil Cisl Uil di Bologna e viene nominato responsabile Cisl all'interno del Centro operativo unitario (Cou), organo della Federazione unitaria provinciale.
Nell'ambito del percorso congressuale del 1977 aderisce alla lista di Luigi Macario, che prevale su quella capeggiata da Franco Marini (in questa occasione anche all'interno dell'Unione bolognese), la quale elegge come segretario generale Rino Bergamaschi. Ricciarelli viene confermato come membro della Segreteria provinciale e come componente del Consiglio generale della Usr dell'Emilia-Romagna; viene inoltre eletto per la prima volta nel Consiglio generale della Cisl nazionale.
Durante il suo mandato nella Segreteria della Usp di Bologna segue in particolare la contrattazione nel settore industriale e il mercato del lavoro e avvia un confronto con le istituzioni in tema di politiche sociali, trasporti, casa e urbanistica e ambiente.
Dal giugno del 1979 entra nella Segreteria dell'Usr dell'Emilia-Romagna, con delega sulla politica contrattuale e sulla rappresentanza della Cisl nella Federazione regionale Cgil Cisl Uil dell'Emilia-Romagna, occupandosi dell'attività sindacale e contrattuale unitaria specialmente nei settori dell'industria, del credito e dell'energia.
Nella stagione congressuale del 1981, nella quale vengono legittimati nello statuto il ruolo e le funzioni delle unioni regionali come articolazioni territoriali della Cisl, viene rieletto nella Segreteria della Usr dell'Emilia-Romagna e come componente del Consiglio generale della Cisl nazionale. Nel corso degli anni Ottanta viene riconfermato in questi ruoli dai congressi del 1985 e del 1989, cambiando solamente gli ambiti di competenza all'interno della Segreteria regionale. Dal 1982 diviene responsabile delle politiche territoriali, occupandosi prevalentemente della concertazione sui piani generali regionali (Piano territoriale regionale, Piano paesistico), sull'energia e l'uso delle risorse, sulle politiche della casa, dei trasporti, del credito, della distribuzione, dei prezzi e dello sviluppo turistico. A partire dal 1984 segue in maniera organica la politica dell'ambiente, occupandosi dei problemi legati all'inquinamento, alla gestione dei rifiuti, alla difesa del suolo e alla valorizzazione di parchi e aree protette, contribuendo tra l'altro all'elaborazione di piattaforme nell'ambito della cosiddetta "vertenza Po-Alto Adriatico". Alle deleghe già elencate si aggiungono nel corso del 1986 quelle relative alle politiche fiscali e ai rapporti con la cooperazione, ruolo rafforzato dalla nomina nel novembre dello stesso anno a presidente regionale del Centro nazionale associazionismo sociale cooperazione e autogestione (Cenasca) dell'Emilia-Romagna.
Concluso il proprio mandato all'interno della Segreteria della Usr dell'Emilia Romagna, nel settembre del 1991, Ricciarelli continua a collaborare con la Cisl regionale, e in particolare con il Dipartimento ambiente e territorio. Viene riconfermato inoltre come presidente regionale del Cenasca dell'Emilia-Romagna dal Congresso dell'Associazione del 28 settembre 1990 e attraverso questo incarico mantiene un posto come membro di diritto all'interno del Consiglio generale dell'Usr. In questo periodo Ricciarelli si occupa prevalentemente di cooperazione e ambiente, in particolare nell'ambito delle politiche relative al bacino del Po, rappresentando la Cisl regionale all'interno di commissioni e coordinamenti nelle organizzazioni sindacali e nelle istituzioni.
Nello specifico nel 1995 viene nominato componente della Commissione regionale per la cooperazione sociale, mentre sul versante del settore ambiente è membro del Coordinamento Cgil Cisl Uil per il Parco interregionale Delta del Po, del Coordinamento Cgil Cisl Uil delle regioni del bacino del Po. Segue inoltre le attività delle Autorità di bacino dell'Emilia-Romagna, istituite dalla legge 18 maggio1989, n. 183 ("Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo"), quelle dei Bacini del Po, del Reno e dei fiumi romagnoli. Dal 1994 entra a far parte del Comitato di consultazione per l'attività di Piano, organo consultivo dell'Autorità di Bacino del fiume Po.

Sindacalista.

Note:

Scheda descrittiva a cura di Davide Fioretto redatta nel 2014 per la Confederazione italiana sindacati lavoratori (Cisl) - Unione sindacale territoriale dell'area metropolitana bolognese (Ustm), nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi" promosso dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.

Fonti archivistiche:
- CONFEDERAZIONE ITALIANA SINDACATI LAVORATORI (CISL) - UNIONE SINDACALE TERRITORIALE DELL'AREA METROPOLITANA BOLOGNESE (USTM), Archivio di Mario Ricciarelli, Politica sindacale interna.
Complessi archivistici: Redazione e revisione:
  • Redatta in xDams , 12/05/2014