Intestazioni:
- Savonuzzi, Carlo, ingegnere, (Ferrara 1897 - Sanremo 1973)
Descrizione:
Luoghi di residenza e attività: Sanremo, Luogo di morte, 26 dicembre 1973.Carlo Savonuzzi nasce a Ferrara il 18 agosto 1897, terzogenito dell'avvocato Fausto Savonuzzi e di Maria Scutellari (n.d.r. ARCHIVIO DI CARLO SAVONUZZI, Documenti personali, "Stato di famiglia in copia autentica" del 14 luglio 1934. I fratelli Girolamo, soprannominato dai familiari Mimo (Ferrara, 28 luglio 1885 - Ferrara, 15 novembre 1943), e Quirino, detto Rino (Ferrara, 8 febbraio 1889 - 1947), svolgeranno come lui la professione di ingegneri.). Dopo gli studi superiori compiuti al Liceo "Ariosto" di Ferrara (n.d.r. ARCHIVIO STORICO DELL'UNIVERSITA' DI BOLOGNA, Scuola d'applicazione per gli Ingegneri (1877-1935), fasc. 1399 "Carlo Savonuzzi".) si iscrive alla Facoltà di scienze fisico-matematiche della Libera università degli studi di Ferrara (n.d.r. ARCHIVIO DI CARLO SAVONUZZI, Documenti personali, "Curriculum vitae".). Richiamato alle armi, frequenta a partire dall'autunno 1916 l'Accademia militare di Torino, uscendone tenente di artiglieria. Dal 31 marzo 1917 al 4 novembre del 1918 presta servizio presso il 14° reggimento artiglieria pesante campale, 21° gruppo bombarde, 5° batteria, meritando tra l'altro la medaglia di bronzo al valor militare per essersi distinto durante la battaglia combattuta sul monte Tomba il 30 dicembre 1917, «quale comandante di una sezione avanzata violentemente controbattuta dal fuoco avversario [...] si portava allo scoperto per dirigere i tiri dei suoi pezzi, riuscendo a compiere mirabilmente il compito assegnatoli e dando prova di raro esempio di fermezza e di coraggio», e la croce di guerra (n.d.r. Vedi nota 2.). L'impegno sul fronte non gli impedisce di portare avanti gli studi universitari: il biennio propedeutico presso la Facoltà di matematica (1915-1917) e il triennio presso la Scuola d'applicazione per gli ingegneri di Bologna dove si laurea in ingegneria civile il 29 luglio 1922 riportando la votazione di 86/100 (n.d.r. Si veda la nota 3.).
All'interno del percorso professionale di Savonuzzi, così come documentato dalle carte del suo archivio, sembra possibile indicare alcuni momenti di emergenza che sostanziano l'originalità e la rappresentatività del fondo rispetto alla storia dell'architettura ferrarese del Novecento.
Le prime esperienze professionali hanno luogo presso la neonata "Segheria San Giorgio" - al cui sviluppo commerciale, nel breve periodo di direzione da gennaio a maggio 1924, Savonuzzi darà un essenziale contributo (n.d.r. ARCHIVIO DI CARLO SAVONUZZI, Documenti personali, "Dichiarazione rilasciata dal presidente della segheria San Giorgio" datata 24 maggio 1924.) - e presso la "Società idroelettrica del Secchia" come direttore tecnico da giugno 1924 a febbraio 1926 (n.d.r. Cfr. nota 3.). Il 1° gennaio 1926 inizia l'attività alle dipendenze del Comune di Ferrara - in qualità di ingegnere straordinario "reggente il posto vacante" della sezione I, fino al 29 aprile 1930, quindi come titolare della stessa sezione fino al 1936 - che lo vede lavorare a stretto contatto con il fratello Girolamo (1885-1943), ingegnere capo dell'Ufficio tecnico, tanto da indurre spesso in errore la critica successiva nell'attribuzione delle opere progettate dall'uno e dall'altro.
La nomina a ingegnere della I sezione "edilizia, arte e piano regolatore di nuova costruzione" è un precoce riconoscimento della sua "cultura, scienza e naturale attitudine alle questioni storico artistiche ed architettoniche" (n.d.r. ARCHIVIO DI CARLO SAVONUZZI, Documenti personali, "Certificazione del podestà Renzo Ravenna del 14 marzo 1927".).
In questo periodo la vasta e multiforme attività svolta dall'ingegnere spazia dall'urbanistica al restauro, come dimostrano le collaborazioni con il fratello Girolamo per l'elaborazione del piano urbanistico del nuovo quartiere di via Boldini e con l'ingegnere Ciro Contini, reggente l'Ufficio comunale speciale preposto allo studio del piano regolatore e di ampliamento della città, e gli incarichi di direzione dei lavori di restauro dell'antico palazzo Ducale, oggi residenza municipale, e dei lavori per l'esposizione del 1933 "Mostra della pittura ferrarese del Rinascimento" (n.d.r. D. BERTAZZINI, La ristrutturazione del Palazzo dei Diamanti e l'allestimento della mostra, in L'indimenticabile mostra del '33, a cura di S. ONOFRI e C. TRACCHI, Ferrara, TLA, 2000, pp. 105-117.).
Nel corso degli anni Trenta realizza edifici di primaria importanza per la vita cittadina tra cui il Foro Boario, il serbatoio pensile dell'acquedotto, il campo sportivo, il mercato coperto, la Scuola elementare "Alda Costa", il Liceo musicale "G. Frescobaldi", il complesso Boldini.
Negli stessi anni partecipa a vari concorsi: per un posto di ingegnere al Comune di Vittorio Veneto (1927) e al Municipio di Verona (1929) e per il progetto della Casa del littorio a Prato (1930).
Dal 1927 risulta regolarmente iscritto al Sindacato provinciale ingegneri di Ferrara (n.d.r. ARCHIVIO DI CARLO SAVONUZZI, Documenti personali, "Certificazione rilasciata in copia autentica dalla Confederazione nazionale sindacati fascisti professionisti e artisti-comitato provinciale di Ferrara e dal sindacato provinciale fascista degli ingegneri".), al 1932 risale l'iscrizione all'Albo degli architetti del sindacato interprovinciale fascista architetti dell'Emilia (n.d.r. Cfr. nota 3.) e al 1° gennaio 1935 quella all'Albo degli architetti di Bologna (n.d.r. "Elenco dei documenti presentati da Savonuzzi per il concorso al posto di ingegnere all'arcispedale Sant'Anna" del 29 maggio 1935".).
La compatibilità di carriera pubblica e privata consente a Savonuzzi di portare avanti parallelamente all'attività di ingegnere comunale quella per l'Arcispedale Sant'Anna, dal 1929 al 1946 ma non in maniera continuativa, e di libero professionista.
Gli incarichi per la committenza privata, a partire dal primo intervento documentato del 1929, lo impegnano in particolare nella progettazione di complessi industriali, attività strettamente connessa alla forte spinta impressa dal regime fascista alla costruzione di zone industriali a Ferrara e provincia, di sedi per la Cassa di risparmio e l'Istituto di credito agrario, complessi residenziali e, in particolare nel secondo dopoguerra, nella ristrutturazione di edifici storici.
Gli unici periodi di assenza prolungata di Savonuzzi da Ferrara sono legati alle vicende belliche. L'ingegnere partecipa in prima persona anche al secondo conflitto mondiale. Nell'agosto del 1939 parte per la Libia con il 26° reggimento artiglieria della divisione di fanteria "Pavia", per passare poi al comando di artiglieria del 20° corpo d'armata e dal 1° febbraio 1941 fino almeno al settembre 1943, con il grado di capitano, presso il 56° reggimento di artiglieria della divisione fanteria "Casale" a Rimini, da dove cerca comunque di seguire i suoi lavori tramite corrispondenza.
Tra il 1946 e il 1962, a seguito di concorso indetto dal Municipio, ritorna alla dipendenze del Comune in qualità di ingegnere capo dell'Ufficio tecnico occupandosi, tra le altre cose, dello studio dei piani di ricostruzione della città (1948-1949) - vale la pena ricordare a questo proposito che alla fine della guerra un'alta percentuale degli edifici della città estense si presentava distrutta o inagibile - e del piano regolatore generale (1946-1956).
Gli anni Cinquanta vedono una sempre più larga partecipazione di Savonuzzi al dibattito culturale ferrarese, per esempio attraverso la presentazione di una relazione in occasione del convegno regionale emiliano per la ricostruzione edilizia tenutosi a Bologna presso il palazzo del rettorato dell'Università (1948) (n.d.r. L. VIGNALI, 1944-45: attività urbanistiche, in «Atti e memorie dell'accademia Clementina di Bologna», XIV (1981). Articolo riproposto in Luigi Vignali, a cura di S. ZIRONI e F. BRANCHETTA, Bologna 1992, pp. 11-18.), l'impegno per la mostra "dello sviluppo urbanistico di Ferrara attraverso i tempi", curata assieme a Eligio Mari nel 1952 (n.d.r. Mostra dello sviluppo urbanistico di Ferrara attraverso i tempi. Catalogo della mostra tenuta a Ferrara. Palazzo di Ludovico il Moro, a cura di E. MARI e G. SAVONUZZI, Ferrara, Industrie Grafiche, 1952.), la partecipazione al convegno sull'edilizia artistica ferrarese (1958) (n.d.r. Ferrara spazi, orizzonti: 1958. Convegno sull'edilizia artistica ferrarese, a cura di R. BAZZONI e P. RAVENNA, Vicenza, 1979.), alle attività della Ferraria decus e della Deputazione provinciale ferrarese di storia patria, delle quali diventa socio rispettivamente nel 1963 e nel 1964 (n.d.r. ARCHIVIO DI CARLO SAVONUZZI, Documenti personali, "Lettera del presidente della Deputazione del 27 giugno 1964".). Il 22 giugno 1965 appare in un'intervista televisiva. Muore a Sanremo, dove si trovava in villeggiatura, il 26 dicembre 1973.
Ingegnere
Note:
Scheda descrittiva a cura di Ramona Loffredo e Ilaria Mariani, redatta nel 2016 per l'Università di Ferrara, nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi" promosso dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e dalla Fondazione Cassa di risparmio in Bologna.Complessi archivistici:
- Archivio di Carlo Savonuzzi , 1922 circa - 1973 lug. 22 (fondo)
- Redatta in xDams , 12/09/2016