Intestazioni:
- Gualandi, Angelo Michele, (Bologna 1793 - Bologna 1887)
- Gualandi, Michelangelo, storico, erudito, collezionista, interprete, contabile (Bologna 1793 - Bologna 1887)
Altre denominazioni:
- Gualandi, Angelo Michele, (Bologna 1793 - Bologna 1887)
Descrizione:
Angelo Michele Gualandi nasce a Bologna il 13 marzo 1793 da Romano Gualandi e Maria Pozzi (n.d.r. Archivio di Stato di Bologna, Stato civile del Comune di Bologna, Atti di morte, 1887, atto n. 1211). Giunto al decimo anno d'età preferisce anteporre il primo nome al secondo, sia perché era suo desiderio chiamarsi Michelangelo, sia per distinguersi dal nonno (n.d.r. Archivio della Deputazione di storia patria per le province di Romagna, Carte di Michelangelo Gualandi, b. 131, fasc. 10, fede battesimale di Angelo Michele Gualandi).Viene inizialmente educato presso le scuole pie, dove supera con eccellenza gli esami di lettura, calligrafia, aritmetica, elementi di disegno, storia, lingua italiana, lingua francese e latina, fin quando il padre, che aveva stabilito per il figlio una carriera nel commercio, lo indirizza verso materie lontane dalle sue inclinazioni. Gualandi intraprende così, suo malgrado, un nuovo corso di studi che comprende, oltre alla ragioneria e alla tenuta dei libri mastri, le lingue; così, a soli diciassette anni, entra a far parte di una Casa di commissione con l'incarico di occuparsi della contabilità e della corrispondenza in lingua francese.
Compiuti venti anni entra a far parte di un'amministrazione militare francese, ma quell'incarico ha poco seguito a causa del rapido mutare della situazione politica. Tornato quindi in patria, nel 1824 Antonio Aldini gli procura un prestigioso impiego come segretario particolare di don Ignacio Sanchez de Tejada, inviato straordinario e ministro plenipotenziario delle repubbliche di Colombia e di Venezuela alla corte pontificia. Stando al suo servizio, Gualandi perfeziona la conoscenza della lingua spagnola ed ha modo di introdursi negli ambienti della diplomazia internazionale.
In questo periodo intraprende numerosi viaggi, sia in Italia che all'estero. Visita numerose accademie, biblioteche ed archivi, guadagnando l'ammirazione dei più importanti uomini d'affari, scienziati ed artisti della penisola; inoltre soggiorna a Marsiglia, a Lipsia, in Germania e in Inghilterra, facendosi sempre accompagnare dalla moglie Maria Maddalena Bascheri (n.d.r. Archivio della Deputazione di storia patria per le province di Romagna, Carte di Michelangelo Gualandi, b. 131, fasc. 14, "Alcuni ricordi intorno la vita dello scrivente Michelangelo Gualandi").
Rimasto vedovo e senza figli, decide di tornare in Italia e, una volta abbandonati definitivamente gli affari a beneficio del fratello Gaetano, di dedicarsi interamente alle sue passioni: le belle arti e la storia. Essendo socio di numerose accademie ed istituti scientifici (n.d.r. vedi l'elenco completo delle accademie e degli istituti che lo insignirono di uno o più titoli, in Archivio della Deputazione di storia patria per le province di Romagna, Carte di Michelangelo Gualandi, b. 130, reg. 7), può liberamente accedere agli archivi cittadini, sia pubblici che privati; in particolar modo in questi anni trascrive i codici ed i manoscritti conservati nel convento di San Salvatore a Bologna, studiando la figura e l'opera del Guercino (n.d.r. M. Gualandi, Il Guercino da Cento sepolto in S. Salvatore di Bologna: memoria sulla sua vita, Bologna, s. d.; Id., Memorie intorno alla vita di Giovan-Francesco Barbieri detto il Guercino da Cento, Bologna, pei tipi di J. Marsigli, 1839).
Nel 1938 ha l'occasione di conoscere Charles Lock Eastlake, scrittore e pittore inglese, che si trova in Italia per cercare di acquistare delle opere di celebri artisti del Rinascimento italiano per il nascente Victoria and Albert Museum. Ancora una volta Gualandi mette a frutto la propria conoscenza delle lingue e le sue doti di mediatore, guadagnando la fiducia dell'inviato della Royal Academy, il quale gli affida l'incarico di contrattare con i venditori.
Durante l'esercizio di questo incarico, Gualandi approfitta per cercare nuovi pezzi per ampliare le sue collezioni, raccogliendo oltre 400 cornici antiche, centinaia di stampe e migliaia di libri (n.d.r. Nel 1882 la collezione libraria sarà oggetto di compravendita della rinomata casa di Francoforte, Giuseppe Baer e Comp.: cfr. Archivio della Deputazione di storia patria per le province di Romagna, Carte di Michelangelo Gualandi, b. 130, fasc. 4. Invece la sua quadreria, che al momento della sua morte consterà di 247 fra dipinti e stampe, per un valore stimato di £ 8.341, sarà lasciata agli eredi secondo le sue volontà testamentarie: vedi Archivio di Stato di Bologna, Ufficio del Registro successioni, vol. 163, denunzia della successione n. 38; cfr. Archivio Notarile Distrettuale di Bologna, Atti del notaio Giovanni Pradella, atto n. 2880 del 13 settembre 1887).
Nel 1844 partecipa al concorso per Ispettore-Dimostratore del Cimitero Comunale di Bologna; il concorso ha esito negativo, con grande disappunto di Gualandi che fa infruttuoso ricorso contro il Comune. La delusione per la presupposta ingratitudine delle autorità della sua città, per le quali si è sempre speso senza riserve, è destinata ad essere ulteriormente rafforzata nel 1860, quando Gualandi è parte attiva nella contrattazione per il lascito dell'eredità di Pelagio Palagi.
Il celebre artista bolognese, alla sua morte, cede al Comune una cospicua parte della sua collezione di monumenti e reperti archeologici, per un terzo del suo valore stimato, grazie anche all'intercessione di Michelangelo Gualandi, amico di Palagi. Non a caso Gualandi si definisce «il maggiore fautore col massimo disinteresse» di questa transazione, ed inoltre decide di donare al neonato Museo Civico alcune medaglie di illustri bolognesi. Riconoscente di tanta collaborazione, il sindaco garantisce a Gualandi delle agevolazioni fiscali, salvo poi non mantenere la parola data (n.d.r. la vicenda è raccontata dallo stesso Gualandi nella sua ultima autobiografia olografa, in Archivio della Deputazione di storia patria per le province di Romagna, Carte di Michelangelo Gualandi, b. 131, fasc. 14, "Alcuni ricordi intorno la vita dello scrivente Michelangelo Gualandi").
Nel 1860 Gualandi, che oltre ad essere un appassionato di studi patri, ha sempre sostenuto «i veri patrioti colla voce, cogli scritti, coi fatti» (n.d.r. Archivio della Deputazione di storia patria per le province di Romagna, Carte di Michelangelo Gualandi, b. 131, fasc. 14, "Alcuni ricordi intorno la vita dello scrivente Michelangelo Gualandi") durante i moti del '21, del '31, del '48 e del '60, è chiamato dal conte Giovanni Gozzadini a far parte della nascente Regia Deputazione di storia patria per le provincie di Romagna. Per incarico della Deputazione, Gualandi si adopera nel recuperare quante più notizie possibili circa il patrimonio archivistico bolognese nella prospettiva di restituire al Comune tutti quei manoscritti dei vari archivi che non attengono direttamente agli affari di governo (n.d.r. Relazione del segretario Giosue Carducci dall'anno 1860 al 1872, in Il primo cinquantennio della Regia Deputazione di storia patria per le provincie di Romagna, Bologna, presso la Regia Deputazione di storia patria, 1910, p. 52.); a seguito di questo lavoro di ricognizione Gualandi redige relazioni dettagliate su importanti archivi cittadini, quali il grande Archivio notarile, l'Archivio civile e criminale, l'Archivio demaniale (n.d.r. oggi questi complessi archivistici fanno parte del patrimonio dell'Archivio di Stato di Bologna), oltre che su molti altri (n.d.r. «sull' l'Archivio della Fabbrica di S. Petronio, e sopra sezioni o contenze speciali dell'Archivio del reggimento (allora dell'Intendenza e oggi della Prefettura), dell'Archivio della cattedrale e fin della biblioteca degli allora canonici regolari di S. Salvatore», vedi Relazione del segretario Giosue Carducci dall'anno 1860 al 1872, in Il primo cinquantennio della Regia Deputazione di storia patria per le provincie di Romagna, Bologna, presso la Regia Deputazione di storia patria, 1910, p. 52). Inoltre insieme ad Enrico Frati, trascrive gli statuti di Forlì e di Faenza, e l'indice delle deliberazioni del Reggimento e del Senato bolognese che si contengono nei cinquantotto volumi dei partitorum (n.d.r. Relazione del segretario Giosue Carducci dall'anno 1860 al 1872, in Il primo cinquantennio della Regia Deputazione di storia patria per le provincie di Romagna, Bologna, presso la Regia Deputazione di storia patria, 1910, pp. 63-64).
La Deputazione gli dà anche l'opportunità di pubblicare numerosi studi fra cui le Memorie originali italiane di Belle Arti, la Nuova raccolta di lettere sulla pittura, scultura ed architettura, la Guida per la città di Bologna e i suoi contorni, le Memorie attorno ad Aristotele Fioravanti.
L'attività di studio e ricerca all'interno della Deputazione di storia patria lo assorbe quasi completamente negli anni della sua maturità, offrendogli nuove occasioni per incontrare personalità illustri e stringere amicizia con gli uomini e le donne del suo tempo: da Paolo Predieri a Carolina Bonafede, da Cincinnato Baruzzi a Gaetano Giordani, fino ai membri della famiglia Reale. Difatti nell'ottobre del 1871 il principe Umberto I e la moglie Margherita di Savoia si recano in visita alla necropoli di Misa; in quella occasione organizzata una cena di gala presso la residenza di Marzabotto della famiglia Aria, dove sono invitati anche alcuni membri della Deputazione (n.d.r. la necropoli viene alla luce a seguito degli scavi intrapresi tra il 1862 e il 1869, con il finanziamento di Giuseppe Aria, sotto la direzione di Giuseppe Gozzadini). Al ricevimento vi partecipa anche Gualandi, che ha così modo di conoscere la coppia reale (n.d.r. Gualandi incontra nuovamente i principi, dopo pochi giorni, a Bologna) nonché di farsi apprezzare ancora una volta come fine interprete e uomo fidato. Così quando nel 1872 giunge in Italia l'imperatore del Brasile Pietro II, Gualandi, all'età di 79 anni, è nuovamente chiamato a ricoprire un delicato incarico di fiducia, assistendo, in veste di interprete, l'imperatore del Brasile Pietro II. Ancora una volta Gualandi si dimostra all'altezza della stima accordatagli, tanto che, con decreto del 28 luglio 1872, viene onorato del titolo di cavaliere dell'Ordine brasiliano della Rosa; un mese dopo il futuro re d'Italia Umberto I suggella l'onorificenza del monarca estero, conferendo a Gualandi il titolo di cavaliere della Corona d'Italia.
Michelangelo Gualandi muore a Bologna il 19 giugno del 1887, alle tre del pomeriggio (n.d.r. Archivio della Deputazione di storia patria per le province di Romagna, Carteggio classificato, b. 28, fasc. 28, partecipazione funebre), presso la sua abitazione in via San Felice 65; è l'amico e collega Angelo Gualandi a scrivere l'accorato necrologio pubblicato sul quotidiano politico «La Patria» (n.d.r. A. Gualandi, in «La Patria», 21 giu. 1887.).
storico, erudito, collezionista, interprete, contabile
Note:
Scheda descrittiva a cura di Paola Infantino redatta nel 2017 nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi", promosso dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.Fonti archivistiche:
- ARCHIVIO DI STATO DI BOLOGNA [d'ora in avanti ASBO], Stato civile del Comune di Bologna, Atti di morte;
- ASBO, Ufficio del Registro successioni;
- ARCHIVIO STORICO NOTARILE DISTRETTUALE DI BOLOGNA, Atti del notaio Giovanni Pradella.
Fonti bibliografiche:
- Il primo cinquantennio della Regia Deputazione di storia patria per le provincie di Romagna, Bologna, presso la Regia Deputazione di storia patria, 1910.
Complessi archivistici:
-
Carte di Michelangelo Gualandi
, 1813 dic. 31 - 1884 dic. 30 (fondo)
Archivio della Deputazione di storia patria per le province di Romagna » Carte di Michelangelo Gualandi
- Redatta in xDams , 02/11/2016 - 30/03/2018