Città degli archivi

d'Alfonso Aldo

Napoli 21 giugno 1925 - Bologna 26 maggio 2005

Intestazioni:

  • d'Alfonso, Aldo, giornalista, politico, (Napoli 1925 - Bologna 2005)

Descrizione:

Luoghi di residenza e attività: Bologna, residenza, 1962 - 2005.

Aldo d'Alfonso nasce a Napoli il 21 giugno 1925.
Dal 1939 al 1942 frequenta la Scuola militare di Milano. Nel 1943, quando la Regia accademia di artiglieria e genio di Lucca, di cui è allievo, viene occupata dai tedeschi, si reca a Santa Fiora, comune in provincia di Grosseto, dove il padre si è rifugiato con il resto della famiglia per sfuggire ai bombardamenti nel napoletano. A Santa Fiora viene a contatto con un gruppo di partigiani locali, che lo scelgono come comandante della formazione di "Fonte alle monache".
È proprio durante la Resistenza che viene a contatto col Partito comunista italiano (Pci), a cui decide di dare la propria adesione. Finita la guerra, rimane dunque a Grosseto fino al 1948, quando si trasferisce a Roma per frequentare la Scuola centrale quadri del Pci, l'istituto di studi comunisti noto come "Scuola delle Frattocchie".
Alla fine degli anni '40 si collocano i prodromi della sua carriera da giornalista: tra le testate e i periodici con cui collabora si ricordano «L'Unità», «Rinascita», «Vie nuove», «Quaderno dell'attivista», «Lavoro», per cui scrive prevalentemente interventi a carattere culturale.
Nel 1949 diviene segretario nazionale del Centro popolare del libro, fondato il 28 settembre dello stesso anno; negli ultimi anni di vita del Centro, ottiene l'incarico di direttore del periodico di informazione bibliografica «Letture per tutti». A pochi mesi dalla chiusura del Centro, avvenuta tra il 1954 e il 1955, ha inizio l'attività di d'Alfonso come direttore dell'Ufficio stampa degli Editori riuniti, incarico che mantiene fino al 1956.
Dal 1956 al 1962 è direttore della Libreria Rinascita di Roma; in questo arco temporale ha modo di venire in contatto con la casa editrice discografica "Italia canta", nonché di prendere parte alle attività del gruppo di musicisti e intellettuali "Cantacronache", attivo dal 1958 al 1962. Il suo incarico successivo come amministratore delegato dell'Agenzia libraria tosco-emiliana, che lo impegna dal 1962 al 1964, gli permette di frequentare Bologna, dove si trasferisce stabilmente.
Dal 1964 al 1970 è dunque presidente dell'Associazione ricreativa culturale italiana (Arci) di Bologna, incarico che lascerà solo una volta nominato assessore nell'Amministrazione provinciale bolognese. Contemporaneamente viene eletto membro del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti nei mandati del 1968-1971 e del 1971-1974, in rappresentanza dei professionisti dell'Emilia-Romagna e delle Marche. Non ripresentatosi alle elezioni per il mandato successivo, d'Alfonso è comunque membro del Consiglio interregionale dell'Ordine dei giornalisti dell'Emilia-Romagna-Marche dal 1974 al 1980.
Nel luglio del 1970, eletto consigliere provinciale nelle liste del Pci, viene nominato assessore alla Cultura e alle attività del tempo libero della Provincia di Bologna, sotto la presidenza di Ilario Brini (1970-1975); ricopre l'incarico nuovamente sotto la presidenza di Ghino Rimondini nel quinquennio 1975-1980, durante il quale è nominato assessore a Istruzione e cultura, turismo ed attività del tempo libero. Particolare è l'impegno che, in quanto assessore, d'Alfonso profonde nel contribuire alla nascita del Museo della civiltà contadina di S. Marino di Bentivoglio, del quale è presidente dal giugno del 1973, mese della sua inaugurazione, al gennaio del 1983.
Eletto tra i membri del Comitato federale della Federazione bolognese del Pci dal febbraio del 1972 al marzo del 1977, d'Alfonso fa parte della Commissione federale di controllo e del Consiglio della Federazione bolognese del Partito dal marzo del 1977 al febbraio del 1983.
La carriera istituzionale di d'Alfonso prosegue con la nomina a presidente dell'Ente provinciale per il turismo (Ept) di Bologna e del Comitato di coordinamento Città d'arte, terme e Appennino dell'Emilia-Romagna, incarico che ricoprirà dal 1980 al 1986. Quando, nel novembre 1986, l'Ept viene soppresso e sostituito dall'Azienda di promozione turistica (Apt) di Bologna e provincia, d'Alfonso è eletto nuovamente presidente; la carica viene da lui ricoperta fino al 1993, momento in cui viene decretata la soppressione dell'Azienda. Assunto l'incarico di amministratore straordinario dell'Apt, il 6 aprile 1994 consegna l'Apt di Bologna e provincia al commissario liquidatore.
Dal 1981 al 1987 ricopre inoltre la carica di presidente del Comitato regionale per il servizio radiotelevisivo dell'Emilia-Romagna.
Dal febbraio del 1983 al marzo del 1989 è nuovamente membro della Commissione federale di controllo della Federazione bolognese del Pci. Dopo la cosiddetta "svolta della Bolognina", aderisce al Partito democratico della sinistra (Pds), legandosi all'area dei Comunisti democratici. La Federazione bolognese del Partito lo elegge membro della Commissione di garanzia.
Dopo essere stato nominato dal Comitato esecutivo dell'Istituto per i beni artistici, culturali e naturali (Ibc) dell'Emilia-Romagna presidente della Commissione per l'archeologia rurale ed industriale nell'aprile del 1981 e aver fatto parte del Consiglio di amministrazione dell'Istituto dal 1984 al 1991, nel 1992 entra a far parte del Consiglio direttivo dell'Ibc dell'Emilia-Romagna.
Garantita la sua adesione ai Democratici di sinistra (Ds) e collocatosi vicino all'area della Nuova sinistra, nel dicembre del 1999 è eletto nel Consiglio regionale dei garanti dei Ds dell'Emilia-Romagna; a partire dal 2000, ricopre la presidenza del Consiglio a fasi alterne.
Muore a Bologna il 26 maggio 2005.
Tra le sue pubblicazioni si segnalano I cattolici e il dissenso (1969), Comuni e province nella storia dell'Emilia-Romagna. Cento anni di politica di sinistra (1970), in collaborazione con Luigi Arbizzani, Le ragioni della costanza (1984), 18 note sul turismo (1987), L'APT tra il vecchio e il nuovo (1988), Mi sono stancato, voglio scendere (1990), Turismo e turismi a Bologna (1992) e Da una poltrona di seconda fila (2003).

partigiano, giornalista, consigliere e assessore provinciale, scrittore

Note:

Scheda descrittiva a cura di Valentina Corona redatta nel 2017 per la Fondazione Gramsci Emilia-Romagna nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi" promosso dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e dalla Fondazione Cassa di risparmio in Bologna.

Fonti archivistiche:

- FONDAZIONE GRAMSCI EMILIA-ROMAGNA, Archivio di Aldo d'Alfonso, Rassegna stampa; Attività di partito; Documentazione a carattere politico-culturale.

Fonti bibliografiche:

- M. MUROTTI, Il P.C.I. a Bologna. Congressi e dirigenti dalla Liberazione al XVII congresso, Bologna, Federazione bolognese del Partito comunista italiano, 1986;

- A. D'ALFONSO, Da una poltrona di seconda fila, Funo di Argelato, HitStudio, 2005.
Complessi archivistici: Redazione e revisione:
  • Redatta in xDams , 05/09/2017 - 10/03/2018