Denominazione parallela:
Unione donne italiane (Udi). Comitato provinciale di BolognaSede:
Bologna, 1945 -Date di esistenza:
- 1945 -
Intestazioni:
- Unione donne italiane (Udi). Comitato provinciale di Bologna, Bologna, (1945 - 1982)
- Unione donne in Italia (Udi) di Bologna, Bologna, (2003 - )
- Unione donne italiane (Udi) di Bologna, Bologna, (1945 - 2003)
Altre denominazioni:
- Unione donne italiane (Udi) di Bologna, 1945 - 2003
Descrizione:
L'associazione Unione donne in Italia (Udi) di Bologna si costituisce nel 1945 come articolazione a livello provinciale dell'omonima associazione nazionale, denominata, fino al 2003, Unione donne italiane (Udi). La sua origine risale alla fusione dei Gruppi di difesa della donna e per l'assistenza ai combattenti per la libertà - diffusi dal 1943 in tutto il Nord Italia allo scopo di contribuire alla lotta di liberazione nazionale e promuovere il riscatto della condizione femminile - e del Comitato d'iniziativa provvisorio dell'Unione Donne Italiane, sorto nel settembre 1944 per sostenere con azioni concrete le battaglie per l'emancipazione e l'autodeterminazione delle donne. L'Udi di Bologna sarà la sede del Comitato provinciale dell'associazione sino al 1982, quando l'XI Congresso ne muterà completamente la struttura eliminando l'organizzazione verticistica e accentrata.Il Comitato provinciale, secondo lo Statuto approvato al I Congresso nazionale svoltosi a Firenze dal 20 al 23 ottobre 1945, era l'organo che coordinava e indirizzava le attività delle organizzazioni di base dell'Udi esistenti in tutta la provincia - gruppi, circoli e comitati comunali - ed era composto da sette a quindici membri eletti in occasione dei congressi provinciali, ad ognuno dei quali era affidata la responsabilità di una delle sezioni di lavoro. Il Comitato direttivo eleggeva al proprio interno una segreteria composta da almeno tre membri, responsabile dell'esecuzione delle deliberazioni del Comitato.
Nell'immediato dopoguerra l'Udi è impegnata principalmente su due versanti: da un lato l'attività assistenziale e di solidarietà popolare a favore di reduci e di famiglie in condizioni di povertà estrema, con la raccolta e la distribuzione di viveri, indumenti e medicinali e la creazione di luoghi di ricovero per l'infanzia; dall'altro le battaglie per la difesa delle donne lavoratrici, per la parità di salario e per il diritto di voto. Le donne dell'Udi promuovono iniziative in difesa della pace nel mondo e a favore delle popolazioni colpite da calamità naturali, organizzano manifestazioni politiche, coordinano campagne di mobilitazione per ottenere una legislazione mirata all'eliminazione della subalternità femminile in ambito familiare, lavorativo, sociale e politico. Gli anni Sessanta e Settanta sono dedicati alle lotte per la riforma del diritto di famiglia, l'ammissione delle donne alla carriera negli uffici pubblici, la tutela del lavoro a domicilio, l'istituzione degli asili nido e dei servizi all'infanzia, il riconoscimento del lavoro casalingo. L'Udi organizza dibattiti, convegni, seminari e assemblee sui temi del divorzio, dell'aborto e della maternità consapevole, avanza proposte di legge per l'istituzione dei consultori familiari e richiede con forza una legislazione specifica contro la violenza sessuale.
In occasione dell'XI Congresso nazionale, svoltosi a Roma nel 1982 e preceduto da un lungo dibattito interno, l'associazione giunge alla sofferta decisione di sciogliere la propria organizzazione e di dimissionare gli organi dirigenti a livello nazionale e locale per recuperare una dimensione comunicativa più profonda tra le donne, che la struttura istituzionale in qualche modo rendeva difficoltosa. Da questo momento le iscritte all'Udi si ricompongono attorno a gruppi di interesse nati di propria iniziativa sul territorio che si riuniscono periodicamente attraverso il meccanismo dell'Assemblea nazionale autoconvocata.
L'associazione Udi di Bologna, disciolto il Comitato provinciale, recepisce il contenuto della Carta degli intenti con la quale l'Udi nazionale sostituisce il proprio Statuto nel 1983, ed avvia i progetti di consulenza e supporto legale rivolti alle donne (Gruppo giustizia) e di valorizzazione del patrimonio documentario prodotto e conservato a partire dagli anni Quaranta (Gruppo Archivio). Nel 1995 si dota di un proprio Statuto, nel quale si specifica l'intenzione, da parte dell'associazione, di «esercitare la costituzione di parte civile nei processi penali ove sia messa in discussione l'autodeterminazione della donna nella sua libertà sessuale e integrità fisica». Organi dell'associazione a livello locale sono l'Assemblea delle associate, che determina gli orientamenti generali, il Consiglio direttivo, nominato dall'assemblea con compiti di gestione e programmazione e presieduto dalla legale rappresentante, l'istituto delle Garanti per l'attestazione della regolarità contabile.
Nel 2003, in conformità con la decisione assunta a livello nazionale dal XIV Congresso, l'associazione assume la denominazione Unione Donne in Italia di Bologna, per affermare la necessità di coinvolgere nei processi di cittadinanza anche le donne immigrate presenti in Italia. Il nuovo Statuto, approvato nel 2014, esplicita nel dettaglio le finalità che l'associazione persegue: fra le altre, lo sviluppo di una cultura giuridica attenta alle problematiche insite all'interno della famiglia; lo sviluppo di una ricerca psicosociale sul mobbing e sullo stalking; la costituzione di un osservatorio permanente sulla legislazione relativa ai diritti delle donne; l'aggiornamento costante nell'area giuridica del diritto di famiglia.
Da diversi anni l'Udi di Bologna aderisce alle iniziative promosse e coordinate dalla sede nazionale contro la violenza e il femminicidio, come la «Staffetta di donne contro la violenza sulle donne» intrapresa sul territorio nazionale tra il 2008 e il 2009, e per la partecipazione attiva e paritaria delle donne alla vita democratica con la campagna «50E50 ovunque si decide!». Ha inoltre partecipato attivamente alla campagna «Immagini amiche», conclusa nel marzo 2011, per contrastare, con una politica organizzata, le immagini lesive della dignità femminile, soprattutto in campo pubblicitario; è attiva nei progetti cittadini per contrastare la violenza sulle donne all'interno della Rete delle donne di Bologna e della Tavola delle donne di Bologna.
L'Unione donne italiane è un centro di vita associativa, autonomo, pluralista, apartitico a carattere volontario e democratico, aconfessionale e può operare in tutto il territorio nazionale.
Ha lo scopo di svolgere attività di utilità sociale a favore degli associati come pure di terzi, senza finalità di lucro e nel pieno rispetto della libertà e dignità degli associati, ispirandosi a principi di democrazia e di uguaglianza dei diritti. Essa opera con finalità culturali, solidaristiche e di aggregazione e si propone in particolare di sostenere e diffondere il principio dell'autodeterminazione della donna in ogni campo, realizzando attività e iniziative culturali finalizzate agli scopi primari dell'associazione. A tal fine:
- organizza iniziative che siano occasioni di incontro, di dialogo, di comunicazione e di scambio culturale tra donne;
- difende e rappresenta gli interessi delle donne, in qualunque forma siano lesi (nelle leggi, nel diritto a realizzarsi autonomamente nella vita sociale, nella sessualità, nella tutela della salute);
- realizza i propri scopi attraverso la formazione di gruppi di ricerca, l'organizzazione di incontri, seminari, ricerche, attività sociali e culturali.
L'Associazione ha lo scopo di promuovere i seguenti ambiti:
- rafforzamento delle relazioni politiche tra donne fondate sul sostegno reciproco alla piena realizzazione di sé, così da contrastare ogni impoverimento materiale, ideale, sociale, culturale, politico, affettivo che intervenga a minacciarle nel corso della vita;
- riaffermazione del ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali;
- riconoscimento in ogni relazione umana del rispetto del corpo e della sua dimensione sessuale fin dalla nascita, attraverso il rifiuto della sua stigmatizzazione e discriminazione;
- contrasto di ogni comportamento che generi violenza, strumentalizzazione, mercificazione, manipolazione, stupro, riduzione in schiavitù e di qualsiasi istituzione o organizzazione che pratichi torture, bombardamenti, attentati, messa a morte legale o illegale;
- realizzazione di qualsiasi intento atto a promuovere l'accesso delle donne, a partire dalla più deprivate, ai beni comuni del lavoro, della salute, della cultura, della libertà di movimento, di residenza e di convivenza;
- operare all'interno dell'associazione nell'ottica della differenza di genere e del pensiero e della pratica delle differenze sessuali, fornendo sostegno morale, psicologico, legale e giuridico alla donna, alle vittime di violenze tutte, maltrattamenti nell'ambito famigliare ed extra, nonché nei femminicidi, negli atti persecutori e nelle violenze sessuali e in tutti i casi di disagi femminili e di situazioni che limitano l'autodeterminazione della donna ledono i diritti delle donne
determinando la violenza di genere;
- combattere la violenza alle donne accogliendo le donne nell'associazione e presso i nostri centri di ascolto favorendo politiche pubbliche e private tese a migliorare l'accoglienza e l'ascolto delle donne e a sensibilizzare sul tema della violenza;
- sostenere le donne nei percorsi di uscita dalla violenza mettendole in rete con i Servizi di ausilio concreto ed effettivo a salvaguardia della donna e dei figli, aiutandole ad inserirsi nella società con politiche sociali, abitative e lavorative;
- adottare un metodo d'ascolto omogeneo fondato sulla relazione con le donne sulla fiducia tenendo sempre presente autodeterminazione della donna, la sua autonomia e le sue aspettative;
- operare sempre con l'ottica della differenza di genere valutando tutti gli ambiti di impatto della violenza nella vita complessiva della donna, dei suoi figli, della sua famiglia, del suo lavoro e delle sue relaziono in genere;
- promuovere l'attività di raccolta, monitoraggio ed elaborazione, anche in un ottica di formazione e prevenzione, dei dati sul fenomeno della violenza di genere.
L'associazione opera per il raggiungimento delle seguenti finalità:
- sviluppare una cultura giuridica e una giurisprudenza che tenga conto delle problematiche insite all'interno della famiglia e della società;
- sviluppare la ricerca, lo studio, la formazione e l'elaborazione sul rapporto donna-giurista e sulla posizione della donna nella legislatura italiana e straniera;
- sviluppare la ricerca psicosociale del mobbing, stalking e di ogni forma e caso specifico di materia sociale;
- promuovere corsi di formazione, convegni, seminari, incontri e servizi a favore delle donne, madri, operaie, imprenditrici;
- costituire un osservatorio permanente sulla legislazione e la giurisprudenza in relazione al diritto di famiglia, delle persone ed ai diritti delle donne;
- costituire un sistema di comunicazione fra associazione nazionali e internazionali;
- offrire progettualità legale, mediazione con corsi di formazione in materie specifiche, violenza di genere, problematiche attuali, temi di interesse quotidiano, societario, sociale e psicosociale agli Enti Pubblici e Privati;
- organizzare iniziative, convegni, meeting e giornate di lavoro e studio sui temi di interesse regionale e nazionale;
- elaborare progetti di legge in materia di diritto di famiglia, minorile, della persona sociale e di lavoro e rapportarsi con le Istituzioni per favorire la loro approvazione;
- stabilire protocolli o accordi o convenzioni sui temi specifici con soggetti pubblici e privati;
- stabilire convenzioni con associazioni nazionali e internazionali che perseguono scopi sociali analoghi;
- effettuare ricerche, studi, consulenze con la collaborazione delle Istituzioni locali, regionali, statali e internazionali;
- intraprendere rapporti con altre organizzazioni e accedere alle strutture e ai servizi pubblici e privati;
- sviluppare progetti con altre Associazioni aventi gli stessi scopi e finalità nonché con Istituzioni locali e nazionali uniti alla finalità dell'"UDI - Unione Donne In Italia di Bologna";
- costituire una rete di comunicazioni istituzionali e sociali nazionali, regionali, provinciali e europee;
- promuovere e diffondere i risultati degli studi, delle ricerche, dei corsi formativi e dei progetti e realizzarli anche ottenendo iniziative editoriali;
- promuovere i principi contenuti nella Carta degli intenti depositata all'UDI - Unione Donne In Italia", realizzando attività e iniziative culturali finalizzate al raggiungimento degli scopi associativi;
- svolgere ogni attività strumentale o affine alle precedenti.
Tipologia:
- ente di cultura, ricreativo, sportivo, turistico, 1945 -
Note:
Scheda descrittiva a cura di Marta Magrinelli redatta nel 2018 nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi", promosso dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e dalla Fondazione Cassa di risparmio in Bologna.Fonti on line:
- "Unione donne in Italia - UDI di Bologna" in Siusa, Sistema informatico unificato per le Soprintendenze archivistiche: http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=53850 (data di consultazione 7 maggio 2018).
Complessi archivistici:
- Archivio fotografico dell'Unione donne in Italia (Udi) di Bologna , [1940] - 2007 nov. 29 (fondo)
- Redatta in xDams , 16/02/2018 - 19/06/2018