Denominazione parallela:
Curia generale civile della Legazione di RomagnaDate di esistenza:
- 1525 - 1796
Intestazioni:
- Curia generale civile della Legazione di Romagna, (1525 - 1796)
- Tribunale del Legato di Romagna, (1525 - 1796)
Descrizione:
Sebbene già dal 1248, anno della sconfitta di Federico II a Parma, lo Stato pontificio avesse iniziato una campagna per tentare il recupero dei territori dell'antico Esarcato bizantino e dal 1278 fosse stato creata la figura del Rettore della Provincia Romandiolae si dovette aspettare il 24 settembre 1540 per un preciso riconoscimento di una figura autonoma nell'amministrazione del territorio provinciale.Fino a quella data, e dal 1509, data della presa di Ravenna da parte del papato di Giulio II, la provincia era governata da rettori o vicelegati sottoposti al Cardinal legato residente a Bologna.
Convenzionalmente la storiografia attribuisce alla data del 1540, con la nomina del Cardinale Giovanni Maria del Monte a Legato della Provincia Romandiolæ et Exarchatus Ravennæ, la creazione di una provincia autonoma del territorio romagnolo rispetto a quello bolognese e al 1545 l'insediamento stabile del Cardinal legato a Ravenna.
I legati, e su loro delega i rettori e presidenti della provincia, erano la massima autorità politica, amministrativa e giudiziaria della Provincia per conto di Roma.
Al di sotto di tale struttura permanevano, però, le strutture amministrative, giudiziarie e feudali antecedenti al dominio pontificio, andando a creare una complessa stratificazione di giurisdizioni e livelli istituzionali a macchia di leopardo su tutto il territorio romagnolo.
Nel corso del Cinquecento e del Seicento si assistette al progressivo aumento dell'influenza legatizia su tali giurisdizioni locali.
Per circa due secoli, dal 1540 al 1743, l'organizzazione del tribunale superiore era su base territoriale, con la conseguente strutturazione della documentazione per governo o territorio della provincia (Ravenna, Bertinoro, Cervia, Cesena, Faenza e Brisighella, Forlì, Imola, Rimini) e una giurisdizione speciale per le cause dei forestieri (mercanti e i non cittadini dei territori della Provincia).
Dal 1743, con la nomina a Legato di Pompeo Aldrovandi, membro di lungo corso della curia romana, già luogotenente e uditore generale della Camera apostolica e uditore di Rota, il tribunale venne riorganizzato, eliminata l'architettura territoriale in favore di una più articolata specializzazione delle singole funzioni e fasi del processo civile con una parallela moltiplicazione delle tipologie documentarie. Nel corso della seconda metà del Settecento la procedura giudiziaria venne ulteriormente riformata stabilendo una ripartizione più formalizzata delle giurisdizioni e delle modalità per ricorrere nei gradi di appello.
Con l'arrivo dei Francesi e la soppressione delle magistrature legatizie vennero istituite, probabilmente più a livello formale che sostanziale, fino al 1800, le figure del Presidente ad civilia e dei Giudici cassationis che sostituirono i ruoli del Legato e del Luogotenente, senza però creare cesure nella documentazione.
Le uniche informazioni sicure sull'articolazione del Tribunale legatizio a Ravenna provengono da relazioni settecentesche, dalla legislazione sui compensi dei magistrati (la celebre Magalotta e le Costituzioni del Cardinal Astalli), e da una memoria del 1797 che decrive l'articolazione della Curia al momento mentre per quanto riguarda il Cinquecento e l'inizio del Seicento si può solo ipotizzare sulla base delle tracce documentarie.
Le figure istituzionali nell'amministrazione della giustizia civile a livello provinciale erano il Legato stesso, il Luogotenente civile, il Prolegato e i notai attuari.
Al Legato spettava direttamente l'amministrazione della giustizia, che nella pratica era gestita dal Luogotenente civile, con l'ausilio dei notai del collegio notarile di Ravenna con la funzione di attuari. Tra la fine del Seicento e l'inizio del Settecento la cancelleria civile divenne sempre più autonoma dal collegio notarile di Ravenna e al luogotenente venne affiancata la figura del prolegato, o vicelegato. Il Legato era anche supportato nella funzione giudiziaria dall'Uditore di camera, e per prassi consolidata tale ufficio era assegnato al Governatore di Ravenna.
Il tribunale del Legato aveva la sia la funzione di tribunale di segnatura (appello) sull'interno territorio provinciale che di prima istanza sul territorio ravennata, in parallelo rispetto alla giurisdizione del Governatore e del Pretore. La cancelleria del tribunale trattava senza distinzione le cause dei governi locali appellate davanti al Legato così come cause che per importanza o scelta politica venivano avocate a sé dal Legato stesso.
Legislazione
-Costituzione dell'8 ott. 1535, Magalotta, Card. Magalotti
-Constitutiones, edicta, et bannimenta legationis Aemiliae, Card. Astalli 1702
-Editto del 2 aprile 1744 del Card. Aldrovandi sulla riforma dei tribunali
-Memoria istitutiva per la Curia di Ravenna, 1796
Tipologia:
- preunitario
Note:
Scheda descrittiva a cura di Dario Taraborrelli (Hibou soc. coop.) redatta nel 202 1 nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi", promosso dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.Complessi archivistici:
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Curia generale civile della Legazione di Romagna
, 1509 - 1796 (fondo)
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Tribunale del Legato
, 1525 - 1797 (fondo)
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- Redatta in xDams , 13/05/2021 - 03/02/2022