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Brigata Nera "E. Facchini"

Gerarchia:

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Denominazione:

Brigata Nera "E. Facchini"

Segnatura:

Numero di corda 1128

Altre segnature:

  • Posizione fisica: Busta 28

Data:

1945 set. 25 - 1948 dic. 20

Consistenza:

docc. 18; fotografie 6

Descrizione:

Il 3 ago. 1944 si costituì la brigata nera bolognese (la XXIII), al comando del federale Pietro Torri, estromesso poi dalla carica per ordine di Mussolini il 27 gen. 1945 in seguito alle violenze, torture, azioni terroristiche ed omicidi compiuti dai suoi reparti. Venne intitolata ad Eugenio Facchini(*).

Secondo un decreto, ispirato dal segretario generale del Partito Fascista Repubblicano Alessandro Pavolini, tutti i fascisti tra i 18 e i 60 anni, non impegnati in altri corpi militari, sono inquadrati nel corpo delle brigate nere. Lo scopo dichiarato di queste formazioni è "ripulire il paese dalle bande al soldo dello straniero". Le scarse adesioni nel fascismo bolognese costringeranno al reclutamento di ragazzi del riformatorio e di detenuti comuni.
A Bologna, oltre alla brigata comandata da Torri, saranno presenti anche alcune squadre della III brigata nera mobile "Attilio Pappalardo"(**), al seguito del loro comandante Franz Pagliani. Anche questi venne estromesso dalla carica di comandante e di ispettore generale delle brigate nere il 28 gen. 1945 in seguito ad un rapporto del capo della provincia Fantozzi del 22 dic. 1944 nel quale si individuava in lui il "responsabile della situazione politica determinatasi nella provincia". A promuovere la rimozione anche il comandante del XIV corpo d'armata corazzata tedesco, generale Frido von Senger und Etterlin, che il 21 dic. 1944 così si era espresso riguardo alle brigate nere: "Le B.N. compiono azioni che hanno tutte le caratteristiche di assassinii di strada".
Oltre che odiate dalla popolazione, le brigate nere erano dunque malviste anche dagli uomini della Guardia nazionale repubblicana e dagli stessi tedeschi.

Contiene inoltre:
foto personali.

Note
(*) Eugenio Facchini, classe 1912, predecessore di Torri, fu commissario federale del P.F.R. di Bologna. Il 25 gen. 1944, da poco eletto dopo la rinuncia di Aristide Sarti, fu ucciso da un commando di tre gappisti in bicicletta sulle scale della mensa universitaria in via Zamboni. Gli attentatori riuscirono a dileguarsi nonostante uno di essi fosse stato ferito dal vice-federale Walter Boninsegni. In una riunione urgente convocata in Prefettura, il ministro Pavolini chiese una rappresaglia esemplare; il comando di sicurezza tedesco fece così fucilare 10 ostaggi: Rino Balestrazzi (21 anni), Giuseppe Balocchi (34 anni), Danilo Barca (21 anni), Paolo Baroncini (38 anni), Cleto Casi (23 anni), Luigi Labandi (70 anni), Cesare Palmini (38 anni), Dino Pancaldi (21 anni), Silvano Rubbini (21 anni) e Luigi Salmi (31 anni).
(**) Attilio Pappalardo era un capitano della G.N.R. Morì il 6 set. 1944 a Bologna, in località Ponte Ronca, in un agguato gappista.

Descrizione estrinseca:

fascicolo cartaceo

Persone:


Redazione e revisione:

  • Redatta in xDams , 07/03/2009 - 20/08/2010

Bibliografia:

  • D. GAGLIANI, Brigate nere. Mussolini e la militarizzazione del partito fascista repubblicano, Torino: Bollati Boringhieri, 1999.
  • R. LAZZERO, Le brigate nere, Milano: Rizzoli, 1983.
  • L. GANAPINI, La repubblica delle camice nere, Milano: Garzanti, 1999. , in part. pp. 46-60.
  • N. S. ONOFRI, Bologna combatte (1940-1945). Dalla dittatura alla libertà, Roma: Sapere 2000, 2003.
  • N. S. ONOFRI, Bologna dall'antifascismo alla Resistenza, Bologna: Comune-ISREBO, 2005. , in part. pp. 204-206.
  • L. BERGONZINI, La svastica a Bologna, settembre 1943-aprile 1945, Bologna: Il Mulino, 1998. , in part. p. 115.