Denominazione:
Archivio della Provincia osservante di Bologna, poi del SS. Redentore di BolognaTipologia:
fondoData:
1458 - 1946Note alla data:
con docc. fino al 1985 circa.Consistenza:
10 regg., 133 bb. (con 148 regg., 1995 fascc., 40 voll., 1 cartella)Descrizione:
Si compone della documentazione prodotta e acquisita dalla Provincia osservante di Bologna, poi denominata, a partire dal 1911, Provincia del SS. Redentore di Bologna, nello svolgimento delle proprie attività istituzionali.Nonostante alcune lacune, evidenti per la documentazione dei secc. XVII-XVIII che risulta quasi completamente inesistente, è possibile delineare efficacemente l'attività istituzionale della Provincia attraverso la seguente documentazione:
- le serie degli atti e dei capitoli provinciali;
- la corrispondenza con le autorità superiori della Santa Sede e della Curia generale;
- la corrispondenza con le comunità conventuali e monastiche;
- i carteggi inerenti, tra gli altri, l'apertura e la chiusura di conventi in seguito alle soppressioni napoleonica e demaniale nel corso del XIX sec. e la missione cinese della prima metà del XX sec.;
- i registri e il carteggio relativi al percorso formativo dei propri religiosi dall'entrata nell'Ordine fino alla professione solenne;
- i registri e il carteggio inerenti lo svolgimento di specifiche e autonome attività istituzionali che fanno capo alla Provincia quali il Lanificio e il Collegio degli studi nella prima metà del XX sec., la Prefettura apostolica di Siang-Tang in Cina di cui fu Prefetto apostolico padre Pacifico Calzolari, religioso della Provincia bolognese, al momento dell'espulsione degli stranieri dalla Cina a metà del XX sec., la causa di beatificazione di P. Antonio Bonfadini di Ferrara e, infine, la raccolta di memorie storiche utili a ricostruire particolari vicende della Provincia stessa.
Storia archivistica:
La complessità delle vicende storiche che hanno interessato la Provincia osservante di Bologna nei secc. XVIII-XIX si è riflettuta anche sullo stato della documentazione conservata e prodotta, di cui non è chiaro se vi sia stata la requisizione delle carte e successivamente la restituzione oppure "l'occultamento in sedi diverse da quelle soggette ai provvedimenti di confisca" (n.d.r. Archivio della Provincia di Cristo Re dei frati minori dell'Emilia-Romagna. Inventario, a cura di Riccardo Pedrini, Bologna, 2003, p. XI.).Così anche le vicende dei primi decenni del sec. XX non hanno contribuito certamente a una corretta conservazione della documentazione della Provincia, inizialmente unita con la Provincia osservante riformata di Bologna (1899) e subito dopo nuovamente separata (1911). Nella congregazione capitolare del 1911, infatti, si stabilì la divisione dell'archivio provinciale nei seguenti termini: gli atti comuni del periodo dell'unione (1899-1911) dovevano rimanere in originale nell'archivio della Provincia (ex Osservante) del SS. Redentore, e in copia in quello della Provincia (ex Osservante Riformata) di S. Caterina; mentre gli atti relativi a persone e conventi dovevano essere posti nell'archivio provinciale di pertinenza, fatta salva una copia conforme o un ristretto compendioso per l'archivio a cui non spettavano gli originali (n.d.r. Atti ufficiali della Provincia osservante francescana di Bologna, a cura di Diego Guidarini, Bruno Monfardini, Giambattista Montorsi, vol. IV, Edizioni Francescane, Bologna, 2003, p. 641.).
L'archivio era conservato presso la Curia provinciale nel convento di S. Antonio da Padova (Bologna) ed è stato trasferito nell'archivio storico della Provincia di Cristo Re, in via Guinizelli a Bologna presso il convento di S. Antonio, nel 2000.
Relativamente agli interventi di ordinamento e di inventariazione del fondo si segnala:
- nel 2003, a opera di Riccardo Pedrini, si è proceduto a un intervento di ordinamento con l'allestimento di un inventario che desse ragione di ulteriore documentazione aggiuntasi successivamente alla ricognizione del 1989 con una descrizione di registri e fascicoli più dettagliata (n.d.r. Archivio della Provincia, cit., pp. 1-57.);
- nel 2013, infine, si è proceduto, a opera di Riccardo Pedrini, a un nuovo ordinamento del fondo tramitae l'applicativo informatico xDams; in questa fase, si segnala anche l'intervento di Myriam Totaro relativo alla descrizione e all'ordinamento di alcune serie e alla cartulazione del fondo, nell'ambito di un tirocinio dell'Università degli studi di Urbino (svoltosi dal mese di ottobre 2013 al mese di gennaio 2014) all'interno del corso di laurea magistrale in Editoria, informazione e sistemi documentari - Indirizzo Archivistica e Biblioteconomia.
Redazione inventario:
Inventario a cura di Riccardo Pedrini redatto nel 2014 nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi", promosso dalla Fondazione Cassa di risparmio in Bologna e dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.
Criteri di ordinamento:
Precedentemente all'attuale intervento di riordinamento, il fondo è stato oggetto di alcuni e parziali interventi di ordinamento nel corso dei secoli, volti piuttosto all'attività di studio e di ricerca, alla semlice rilegatura a registro di alcune serie (tra le altre gli atti capitolari, i registri di vestizione e di professione), o alla sistemazione di particolari complessi piuttosto che a un vera e propria revisione organica dell'interno fondo. Tra gli interventi, è da segnalare sicuramente quello di P. Giacinto Picconi da Cantalupo, che durante l'esercizio di varie cariche e ruoli - Cronologo, Archivista, Segretario e Ministro provinciale - e durante la composizione dei propri studi sulla Provincia, ha proceduto anche all'ordinamento e al condizionamento della documentazione e, in parte, anche alla regestazione della stessa alla fine del XIX secolo. Un ulteriore intervento, risalente alla metà del XX secolo, è stato condotto con il condizionamento della documentazione in fascicoli e camice all'interno di buste di legno, rivestite di tela di colore grigio, sul dorso delle quali erano state applicate targhette di metallo con generiche indicazioni del contenuto (n.d.r. Tale ordinamento è stato riportato nella ricognizione sommaria del fondo in "Guida alla documentazione francescana in Emilia-Romagna, (Fonti e studi francescani, vol. II)", a cura di Giuseppe Plessi, Padova 1989, pp. 111-123.). L'ordinamento dato alla struttura del fondo, nella definizione ed individuazione di sezioni, serie e sottoserie ha seguito, in gran parte, il percorso che ha intrapreso Andrea Maiarelli nell'ordinamento dei fondi documentari delle province minoritiche toscane. Nella articolata introduzione premessa all'inventario dell'archivio della Provincia di San Francesco Stimmatizzato dei Frati Minori di Toscana (n.d.r. "L'Archivio storico della Provincia di San Francesco Stimmatizzato dei Frati Minori di Toscana", a cura di Andrea Maiarelli, con la collaborazione di Diletta Nardi e Ughetta Sorelli, Firenze, 2006, pubblicato anche in "Studi Francescani", 103/1-2 (2006).), sono ben delineate le motivazioni che hanno portato alla definizione di una struttura che tenesse conto da un lato delle problematiche affrontate in ambito archivistico francescano e dall'altro delle peculiarità delle istituzioni minoritiche e con esse, in questo caso, degli archivi provinciali francescani come sedi di produzione e conservazione documentaria (n.d.r. Si veda anche A. Maiarelli, "Gli archivi francescani: tradizione, problemi, prospettive", in "Frate Francesco", a. 72, n.s., nov. 2006, n. 2, pp. 523-535.). In questo modo, è stato possibile individuare, ricostituire e ordinare sezioni e serie, pervenendo alla realizzazione della seguente struttura: I. Governo della Provincia; II. Lettere circolari, comunicazioni e rescritti; III. Carteggio per materia; IV. Amministrazione patrimoniale ed economica; V. Noviziato e formazione; VI. Matricole e ruoli; VII. Defunti; VIII. Cause di beatificazione; IX. Memorie storiche; X. Formulari, prontuari e strumenti di corredo; XI. Lanificio; XII. Studi della Provincia.La documentazione è conservata da:
La documentazione è stata prodotta da:
Redazione e revisione:
- Redatta in xDams , 01/10/2013 - 06/09/2023