Città degli archivi

Provincia S. Antonio dei Frati Minori

Piacenza - S. M. di Campagna

Gerarchia:

Archivio fotografico della Provincia minoritica di Cristo Re dei frati minori dell'Emilia Romagna » Chiese, conventi e monasteri fotografati da Aldo Salmi » Piacenza - S. M. di Campagna

Denominazione:

Piacenza - S. M. di Campagna

Note al titolo:

Fonte del titolo: iscrizione

Segnatura:

scatola 50 AS.30_Cassetto 2

Data:

[1970 - 1975]

Note alla data:

analisi dei referenti

Consistenza:

44 positivo

Descrizione:

La raccolta di fotografie è relativa alla chiesa e al convento di S. Maria di Campagna della Provincia di Cristo Re a Piacenza.
Sono presenti:
- vedute degli esterni della chiesa, in particolare della facciata, e dell'area urbana circostante;
- fotografie relative ai cantieri per alcuni lavori di restauro della chiesa svoltisi in diverse fasi
- vedute dell'edificio che ospita il convento e degli spazi esterni che lo circondano;
- vedute degli interni della chiesa, in particolare della navata centrale, dell'altare maggiore e della cupola centrale affrescata;
- fotografie relative all'arca sepolcrale dove sono conservate le spoglie del beato Marco da Bologna, morto nel XV secolo;
- particolare decorativo il coro della basilica;
- riproduzioni di una croce di madreperla istoriata, conservata presso la basilica.

Descrizione estrinseca:

album
Le stampe che costituiscono l'album, prima del loro ricondizionamento con materiali certificati per la conservazione fotografica, erano inserite in buste di plastica trasparente contenute in un raccoglitore con legatura di perni d'ottone di dimensioni 26x32x4 cm. in simil pelle bordeaux. Sul dorso di questo era presente l'etichetta adesiva recante l'iscrizione ms. "Piacenza - S. M. di Campagna".
Nella pagina plastificata dell'album con la prima stampa relativa almanufatto, era presente il foglio ms. "Da S. Maria di Campagna. Foto. Croce in madreperla".
Sul verso di alcune delle stampe è presente la numerazione ms. "1-33", di cui risulta mancante la stampa n. 4.

Formato:
18x24 cm

Caratteristiche tecniche:
b/n e colore
gelatina bromuro d'argento/carta; stampa a sviluppo cromogeno/carta

Note storico critiche:

Autore delle fotografie:
fotografo non identificato, fotografo principale

Piazzale Crociate, 5. Il tempio di S. Maria di Campagna è fabbricato in un luogo attiguo all'antico piccolo santuario di S. Maria di Campagnola, sul pozzo in cui, secondo la tradizione, erano stati gettati i corpi dei Martiri nella persecuzione di Diocleziano e Massimiano. Il pozzo, chiuso definitivamente alla fine del 1700, e ricordato da questa lapide sul pavimento della chiesa: "Ferunt hic condi Martyres".
Nel 1095 Papa Urbano II, tenendo a Piacenza un Concilio-Dieta, visitò il santuario e vi cantò, per la prima volta nella storia della Chiesa, il Prefazio della Madonna, che egli stesso aveva composto in quei giorni.
Vi annunciò pure la Prima Crociata, decisa nello stesso Concilio e stesso Concilio e proclamata poi ufficialmente a Clermont, in Francia, nel novembre dello stesso anno. Per questo motivo il piazzale antistante il santuario e stato denominato "Piazzale delle Crociate".
Essendo il santuario troppo piccolo, il 13 aprile 1522 venne posta la prima pietra per costruire una chiesa più grande. Nel 1528 la fabbrica era compiuta, ad opera del grande architetto Alessio Tramello, che fece il disegno e ne curò personalmente la costruzione. I preti ne furono custodi fino al 1547, nel quale anno la comunità piacentina cedette tutti i diritti di proprietà ai Frati Minori Osservanti, i quali cedettero i loro sulla chiesa e convento dei Santi Giovanni e Paolo dove allora abitavano.
I Frati Minori edificarono un nuovo convento presso la nuova chiesa. Inizio dei lavori nel 1565, termine nel 1577.
La chiesa è un edificio grande, sontuoso, una delle più belle creazioni del Rinascimento italiano.
L'ordine, un dorico rinascimentale; la cupola, si aderge nel mezzo della croce greca; il tamburo della cupola si appoggia su quattro grandiosi archi, sostenuto da quattro grosse colonne; sul tamburo gira una galleria spartita da diversi piccoli archi, sostenuti da colonnette. Un'altra galleria interna, in cui si aprono dei finestroni, gira attorno a quella. Sulla galleria si innalza il catino sormontato dal lanternino e da una fascia posta sotto la lanterna si dipartono le liste che tracciano gli scompartimenti. Su gli architravi, posti sui capitelli delle colonne pilastri, gira tutt'intorno alla chiesa un fregio col suo cornicione, su cui si appoggiano gli intradossi degli archi e delle arcate delle volte. Ai quattro angoli, dove si incrociano le linee principali delle navate, sono collocate le quattro cappelle minori con relative quattro cupolette.
In testa alla navata centrale, si apre un'altra cappella, aggiunta alla croce greca, voluta dallo stesso Tramello per collocarvi il simulacro della Madonna e 1'altare maggiore. Unita a questa è pure 1'antica chiesina di Campagnola che serve da coro. L'armonia della pianta tramelliana venne alquanto turbata nel 1791, quando si eseguirono lavori che hanno dato l'attuale forma al coro e al presbiterio.
L'interno della chiesa è interamente coperto da una mirabile decorazione pittorica: Benedetto Marini, Camillo Gavasetti, Gaspare Traversa, Camillo e Giulio Cesare Procaccini, Daniele da Volterra, Alessandro Tiarini, Paolo Pini, Giuseppe Gherardi, Antonio e Bernardino Campi... Sopra tutti svetta Giovanni Antonio Sacchi da Pordenone (detto il Pordenone, 1483-1539) per grandi pale d'altare e per l'estesissimo affresco della cupola (tamburo di Bernardino Gatti detto il Soiaro).
Il simulacro della Madonna col Bambino (a fianco S. Caterina V. e M. e di S. Giovanni Battista) e del secolo XIV ed è collocato sull'altare maggiore.
Venerata con culto millenario, l'Immagine della Madonna è stata incoronata Regina di Piacenza una prima volta nel 1602 dal Vescovo Mons. Claudio Rangoni. Ma essendo state trafugate le preziose corone dalle truppe napoleoniche, nel saccheggio della città compiuto nel 1796, il rito della incoronazione è stato rinnovato il 16 maggio 1954, per mano del Card. Francesco Borgoncini Duca "in nome del Sommo Pontefice Pio XII".
Nello stesso anno il santuario è stato elevato alla dignità di Basilica Minore.
Nella basilica l'arca sepolcrale del B. Marco da Bologna (sec. XV).
Con la soppressione del 1866, il convento fu incamerato dallo Stato.
Quando poterono ricomporre la comunità, i frati costruirono 1'attuale convento su disegno dell'ingegnere Bergamaschi, di architettura assai modesta. Nel 1932 realizzarono il sottopassaggio che collega il convento alla chiesa.
Dopo la chiusura del probandato di Filosofia (Liceo), in questi ultimi tempi parte del convento e occupato, prima da una Scuola di Agraria, poi da un pensionato universitario.
Accanto al santuario, in alcune stanze adiacenti, e sorta, fin dal 1949, la "Casa del Fanciullo" per i figli dei caduti in guerra e poi per fanciulli poveri e orfani. Dal 1980 la "Casa del Fanciullo" ha una sede ulteriore a Ivaccari (Piacenza), dove e stato realizzato anche un nuovo fabbricato, inaugurato nel 1989. Si è pure dotata, anteriormente, di una casa per ferie a Carenno (Bergamo) (n.d.r. BERARDO ROSSI, I conventi della Provincia dei frati minori dell'Emilia Romagna, Bologna, 1994, pp. 52-54.).

Talvolta sono presenti più copie di una stessa fotografia.

Stato di conservazione:

buono

La documentazione è conservata da:


Persone:


Redazione e revisione:

  • Redatta in xDams , 11-04-2014 - 04/04/2023