Città degli archivi

Fondazione Gramsci Emilia-Romagna

Comando unico militare Emilia Romagna - CUMER

Sede:

Bologna, luglio 1944 - giugno 1945

Date di esistenza:

  • luglio 1944 - giugno 1945

Intestazioni:

  • Comando unico militare Emilia Romagna - CUMER, Bologna, (1944 - 1945)

Descrizione:

Il Comando unico militare Emilia Romagna (Cumer) del Corpo volontari della libertà (Cvl) fu costituito agli inizi del mese di luglio 1944 quale organismo di coordinamento delle varie formazioni partigiane operanti nel territorio regionale emiliano romagnolo durante l'occupazione nazifascista e la guerra di liberazione.

Tuttavia un primo Comitato militare regionale, diretto antesignano del Cumer, era già stato formato nella seconda metà del mese di aprile 1944 su sollecitazione della componente comunista del Comitato di liberazione nazionale Emilia Romagna (Clner), che aveva per prima posto la necessità di un'unica direzione militare della lotta armata.

A tale riguardo così si esprime Gianguido Borghese, commissario politico del Cumer ed esponente del Partito socialista di unità proletaria (Psup), nella testimonianza rilasciata a Luciano Bergonzini: «Alla fine dell'aprile 1944 furono iniziati i contatti per la costituzione del Cumer, alle dipendenze dell'organo politico fondamentale della Resistenza che era il Cln regionale, già attivo e operante a Bologna fin dalla metà del settembre 1943. Il Cumer fu costituito allo scopo di dare, per quanto possibile in quei momenti, una strutturazione organica ed una unicità di indirizzo operativo alle varie formazioni partigiane che nel frattempo si erano andate formando nella montagna, in pianura e anche nell'interno della città» (n.d.r. L. BERGONZINI, La Resistenza a Bologna. Testimonianze e documenti, I, Bologna, Istituto per la storia di Bologna, 1967, p. 67.).

Il Cumer rappresentò dunque una delegazione decentrata del Comando generale del Cvl con sede a Milano. Quest'ultimo era a sua volta l'evoluzione del Comitato militare per l'Alta Italia, che il 9 giugno 1944 fu trasformato in Comando generale su iniziativa del Comitato di liberazione nazionale alta Italia (Clnai).

Il Clnai, infatti, investito il precedente 31 gennaio dal Comitato centrale di liberazione nazionale (Ccln) con sede a Roma delle funzioni di "governo straordinario del Nord", aveva non solo disposto la formazione di una struttura di coordinamento generale delle forze antifasciste combattenti attive nell'Italia settentrionale (il Cvl appunto), ma auspicato che anche su scala regionale si consumasse il passaggio dai comitati militari ai comandi militari regionali, secondo forme e modalità che sarebbero state concordate con i comitati regionali di liberazione nazionale, nel nostro caso specifico con il Clner.

La delibera che sanciva ufficialmente la costituzione del Comando generale per l'Italia occupata del Cvl fu emanata dal Clnai il successivo 19 giugno, mentre il 22 giugno ne veniva data comunicazione ai comitati militari regionali e locali e a tutti i comandi delle formazioni partigiane (n.d.r. Cfr. Atti del Comando generale del Corpo volontari della libertà (giugno 1944 - aprile 1945), a cura di G. ROCHAT, Milano, Franco Angeli, 1975, pp. 41-42.).

Come già sopra accennato, agli inizi del mese di luglio 1944 entrò infine in funzione «il Comando militare unico Emilia-Romagna, nominato dal Comitato regionale di liberazione nazionale con l'approvazione del Comitato di liberazione nazionale dell'Italia occupata ed alle dipendenze del Comando generale» (n.d.r. «Il combattente. Giornale dei volontari della libertà. Comando militare unico Emilia-Romagna», 1 agosto 1944, a. I, n. 1, riedito in L. BERGONZINI - L. ARBIZZANI, La Resistenza a Bologna. Testimonianze e documenti, II (La stampa periodica clandestina), Bologna, Istituto per la storia di Bologna, 1969, p. 805.) del Cvl.

Lo stesso Comando generale del Cvl, indirizzando la sua prima corrispondenza al Comando regionale dell'Emilia il 9 luglio 1944, salutò la costituzione del Cumer «come un passo in avanti nell'opera di unificazione di tutte le forze patriottiche» (n.d.r. Atti del Comando generale del Corpo volontari della libertà (giugno 1944 - aprile 1945), cit., p. 62.).

La nascita effettiva del Cumer nel mese di luglio 1944 (n.d.r. Ipotesi avallata anche da L. CASALI, Cumer. Il "Bollettino militare" del Comando unico militare Emilia-Romagna (giugno 1944 - aprile 1945), Bologna, Patron, 1997, p. 11.) si può tra l'altro verosimilmente collegare alla definitiva inclusione nel Clner delle rappresentanze liberali e democratico cristiane, passaggio che conferì all'organismo di direzione regionale del movimento di liberazione l'indispensabile composizione unitaria.

In definitiva: accanto alla struttura di coordinamento e direzione politica, rappresentata dai vari comitati di liberazione nazionale (Ccla, Clnai e Clner), nei quali erano rappresentati tutti i partiti politici antifascisti, sorse dunque un'organizzazione costituita con criteri militari ed espressamente delegata alla guida della lotta armata (Comando generale del Cvl e Cumer).

Nel suo assetto definito, raggiunto intorno al mese di agosto 1944, il Cumer assunse il seguente organico:

- Ilio Barontini (noto anche con il nome di battaglia "Dario"), comandante;
- Leonillo Cavazzuti ("Sigismondo"), vicecomandante;
- Gianguido Borghese ("Ferrero"), commissario politico;
- Giuseppe Scarani ("Carega"), capo di stato maggiore;
- Sante Vincenzi ("Mario"), capo dell'ufficio di collegamento;
- Luigi Landi ("Rigoletto"), ufficiale di collegamento;
- Giorgio Fanti ("Gracco"), responsabile dell'intendenza;
- Cipriano Tinti ("Farbin"), capo del Servizio informazioni militari (Sim);
- Sigfrido Sozzi ("Migio"), responsabile dell'organizzazione;
- Romeo Landi ("Michele"), responsabile della stampa e propaganda;
- Giuseppe Beltrame ("Pino"), capo dei servizi sanitari;
- Ena Frazzoni ("Nicoletta"), incaricato dei collegamenti con le staffette;
- Mario Giovannini ("Muciacio"), responsabile della segreteria.

Il 3 agosto 1944 il Cumer comunicò al Comando generale del Cvl la costituzione, per necessità operative e logistiche, di una "Delegazione comando per il nord Emilia", cui fecero da subito capo i comandi provinciali di Piacenza, Parma e Reggio Emilia, con l'aggiunta di Modena a partire dal gennaio 1945. Nei quattro mesi che precedettero la liberazione il Cumer conservò dunque alle proprie dipendenze dirette i soli comandi provinciali di Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì, trasformandosi di fatto in un "Comando per il sud Emilia", vale a dire con giurisdizione per il solo territorio romagnolo.

Attraverso il suo servizio organizzazione, il Cumer coordinò diverse formazioni, e in particolar modo quelle operanti nel territorio della provincia di Bologna:

- il comando dei Gruppi di azione patriottica (Gap) e la 7ª brigata d'assalto Garibaldi Gap "Gianni";
- il comando delle Squadre di azione patriottica (Sap);
- la brigate d'assalto Garibaldi, legate prevalentemente al Partito comunista italiano (Pci), e in particolare la 36ª brigata "Bianconcini", operante nell'Appennino imolese-faentino, la 62ª brigata "Bologna 1", operante tra la Val Savena e la Val d'Idice (basso Appennino bolognese), la 63ª brigata "Bologna 2", operante nel basso Appennino bolognese, e la 66ª brigata "P. Jacchia", presente sull'Appennino bolognese;
- l'8ª brigata Giustizia e libertà "Massenzio Masia", che faceva riferimento al Partito d'azione (Pda);
- la brigata Stella rossa, formazione partigiana indipendente operante nel territorio compreso tra i comuni di Marzabotto, Monzuno e Grizzana Morandi;
- le brigate Matteotti di Bologna, legata al Psup.

Il 21 settembre 1944 il Cumer, allo scopo di meglio coordinare le operazioni delle varie brigate del bolognese, comunicò inoltre la costituzione di un Comando militare di zona dal quale sarebbero dipese la 62ª, 63ª, 66ª brigata d'assalto Garibaldi, la brigata Matteotti e la brigata Giustizia e libertà. Il Comando militare di zona, sotto la guida del colonnello "Orfeo", fu collocato presso la 62ª brigata Garibaldi.

Per coordinare poi le formazioni operanti particolarmente nel capoluogo emiliano e nei comuni della pianura fu creato un Comando militare di piazza a Bologna (noto anche come Divisione Bologna pianura "Mario"), operativo fin dal 1° agosto 1944 sotto la guida del comandante Aldo Cucchi (Jacopo), con Carlo Zanotti (Garian) capo di stato maggiore e Giacomo Masi (Giacomino) commissario politico. Il 10 marzo 1945 nuovo comandante della divisione fu nominato Giulio Trevisani (Guido), con Cucchi vice.
La città di Bologna fu inoltre suddivisa in quattro settori, ciascuno sotto la guida di un comandante.

Attraverso ufficiali di collegamento di stanza presso i comandi provinciali di Modena (fino a gennaio 1945), Forlì, Ravenna e Ferrara erano infine assicurati i contatti tra il Comando unico militare e le formazioni partigiane operanti in quei territori.

Il Cumer ebbe tre sedi principali: in casa di Ena Frazzoni in via san Petronio vecchio; in casa di Romeo Landi in via Pastrengo; in casa di Giuseppe Beltrame in via del Cane. La sede operativa del Servizio informazioni militari (Sim) fu allestita invece nello studio legale dell'avvocato Roberto Vighi in via santo Stefano, mentre l'archivio del Comando era conservato in via Corticella, nella residenza di Giovannini, responsabile della segreteria.
In via Arienti ebbe sede inoltre una base per la raccolta e la confezione del materiale sanitario, e in una villetta in via Andrea Costa, nei pressi del canale di Ravone, fu attrezzata l'infermeria chirurgica per il ricovero e le prime cure ai partigiani feriti.
Le riunioni del tribunale partigiano si svolgevano infine nella sagrestia della chiesa di San Domenico. A regolare la costituzione e il funzionamento di quest'ultimo organo intervenne il Comando generale del Cvl con la circolare n. 11 del 16 luglio 1944 (n.d.r. Cfr. Atti del Comando generale del Corpo volontari della libertà (giugno 1944 - aprile 1945), cit., pp. 82-83.).

Con la resa delle forze nazifasciste sul territorio italiano, il Comando generale del Cvl e i comandi regionali cedettero progressivamente i propri poteri alle autorità militari alleate, fino al formale scioglimento avvenuto il 15 giugno 1945.
A Bologna però, già il precedente 25 aprile nel corso di una solenne cerimonia in piazza Maggiore, i partigiani con in testa Ilio Barontini avevano simbolicamente consegnato le proprie armi.
Un ufficio stralcio del "Comando regionale sud Emilia", con sede a Bologna presso il Padiglione della Direttissima alla Montagnola e competente per l'intera Romagna, fu incaricato di curare il completamento della smobilitazione, e di provvedere tra l'altro alla raccolta di dati statistici e storici, istruire i procedimenti per il riconoscimento delle qualifiche di partigiano, patriota e benemerito, liquidare i debiti e controllare i rendiconti delle passate gestioni degli enti partigiani (n.d.r. Ibidem, pp. 643-646.).

I residui compiti assistenziali, insieme ai locali e al personale, furono infine devoluti dall'ufficio stralcio del Cumer al comitato regionale dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia (Anpi), istituita il 6 giugno 1944 e riconosciuta come ente morale il successivo 5 aprile 1945.

Nel suo assetto definito, raggiunto intorno al mese di agosto 1944, il Comando unico militare Emilia Romagna assunse il seguente organico:
- Ilio Barontini (noto anche con il nome di battaglia "Dario"), comandante;
- Leonillo Cavazzuti ("Sigismondo"), vicecomandante;
- Gianguido Borghese ("Ferrero"), commissario politico;
- Giuseppe Scarani ("Carega"), capo di stato maggiore;
- Sante Vincenzi ("Mario"), capo dell'ufficio di collegamento;
- Luigi Landi ("Rigoletto"), ufficiale di collegamento;
- Giorgio Fanti ("Gracco"), responsabile dell'intendenza;
- Cipriano Tinti ("Farbin"), capo del Servizio informazioni militari (Sim);
- Sigfrido Sozzi ("Migio"), responsabile dell'organizzazione;
- Romeo Landi ("Michele"), responsabile della stampa e propaganda;
- Giuseppe Beltrame ("Pino"), capo dei servizi sanitari;
- Ena Frazzoni ("Nicoletta"), incaricato dei collegamenti con le staffette;
- Mario Giovannini ("Muciacio"), responsabile della segreteria.

Il Comando unico militare Emilia Romagna (Cumer) del Corpo volontari della libertà (Cvl) fu costituito a Bologna agli inizi del mese di luglio 1944 quale organismo di coordinamento delle varie formazioni partigiane operanti nel territorio regionale emiliano romagnolo durante l'occupazione nazifascista e la guerra di liberazione.

Tipologia:

  • altro

Note:

Scheda descrittiva a cura di Salvatore Alongi redatta nel 2012 per la Fondazione Gramsci Emilia-Romagna nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi", promosso dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e dalla Fondazione Cassa di risparmio in Bologna.

Fonti bibliografiche:
- L. BERGONZINI, La Resistenza a Bologna. Testimonianze e documenti, I, Bologna, Istituto per la storia di Bologna, 1967;
- L. BERGONZINI - L. ARBIZZANI, La Resistenza a Bologna. Testimonianze e documenti, II (La stampa periodica clandestina), Bologna, Istituto per la storia di Bologna, 1969;
- Atti del Comando generale del Corpo volontari della libertà (giugno 1944 - aprile 1945), a cura di G. ROCHAT, Milano, Franco Angeli, 1975;
- L. CASALI, Cumer. Il "Bollettino militare" del Comando unico militare Emilia-Romagna (giugno 1944 - aprile 1945), Bologna, Patron, 1997.
Complessi archivistici: Redazione e revisione:
  • Redatta in xDams , 10/05/2012 - 12/04/2014