Città degli archivi

Fondazione Gramsci Emilia-Romagna

Fanti Guido

Bologna 27 maggio 1925 - Bologna 11 febbraio 2012

Intestazioni:

  • Fanti, Guido, politico, (Bologna 1925 - Bologna 2012)

Descrizione:

Luoghi di residenza e attività: Strasburgo, attività parlamentare, 1979 - 1989.

Guido Fanti nasce a Bologna il 27 maggio 1925 da Guido e Gilda Nicoli.
Dopo aver conseguito la maturità presso il Liceo classico "Galvani" di Bologna si iscrive al corso di laurea in scienze biologiche dell'Università di Bologna.
Nel novembre 1943 abbandona tuttavia gli studi e, pur rifiutando di sottoscrivere la tessera del Partito fascista repubblicano (Pfr), risponde alla leva della Repubblica di Salò. Dopo una prima permanenza a Ravenna, viene trasferito a Fontanellato, nella bassa pianura parmense, dove inizia a frequentare la scuola allievi ufficiali della Guardia nazionale repubblicana (Gnr). Nel gennaio 1944 trascorre un breve periodo a Roma dove presta servizio in un reparto allievi ufficiali dislocato alla periferia della capitale per il controllo del traffico dei generi alimentari.
Tornato a Fontanellato riprende i corsi regolari della scuola, ma durante le esercitazioni sul campo, svolte principalmente nella valle del Taro, sperimenta direttamente le distruzioni causate dai rastrellamenti tedeschi. Nell'agosto del 1944, trovandosi a Bologna per una licenza, decide dunque di disertare, e tramite il fratello Giorgio (noto anche col nome di battaglia "Gracco", più grande di quattro anni e da tempo schierato col fronte della Resistenza) prende contatto con gli ambienti partigiani.
Durante la guerra di liberazione fa parte del Comando unico militare Emilia Romagna (Cumer), lavorando prima nel servizio di intendenza sotto la guida del fratello, poi dal gennaio del 1945 nel servizio informazioni militari. La sua opera cospirativa si svolge a stretto contatto con Raffaele Gandolfi ("Bruno") e con Sante Vincenzi ("Mario") (n.d.r. Per quanto riferito relativamente al servizio prestato nella Gnr e alla successiva adesione al movimento di liberazione si rimanda all'autobiografia e alle successive integrazioni predisposte dallo stesso Fanti tra il 1950 e il 1962 su invito della Federazione bolognese del Partito comunista italiano, e conservate presso la Fondazione Istituto Gramsci Emilia-Romagna.).
Il 21 aprile 1945, giorno della liberazione di Bologna, presenta domanda di iscrizione alla Federazione di Bologna del Partito comunista italiano (Pci). Il 1° giugno dello stesso anno è ammesso al partito e inizia la sua attività politica come membro del Comitato della sezione "Bruno Monterumici" nonchè quale responsabile degli studenti comunisti bolognesi, cariche che ricopre fino al 1947.
Il 5° Congresso provinciale (Bologna, 30 settembre - ottobre 1945) lo elegge tra i 70 compagni delegati a rappresentare la Federazione bolognese al 5° Congresso nazionale del Pci (Roma, 29 dicembre 1945 - 6 gennaio 1946).
Dalla fine del 1947 fino al 1950 è membro della cellula costituita dal partito presso lo stabilimento tipografico Steb e lavora con la qualifica di capo servizio al gabinetto di correzione del quotidiano bolognese "Il Progresso d'Italia".
Dal 1950 è responsabile della Commissione culturale della Federazione e membro della redazione del periodico "Emilia".
Dal 1954 al 1957 è responsabile della sezione stampa e propaganda della Federazione.
Dal marzo 1954 al novembre 1956 è membro effettivo del Comitato federale, della Segreteria e del Comitato esecutivo della Federazione.
Dal 10 ottobre 1954 al 27 gennaio 1955 frequenta i corsi della Scuola centrale quadri con sede a Roma.
Dal 1956 è direttore del periodico "Due torri".
L'8° Congresso provinciale (Bologna, 15 - 18 novembre 1956) lo nomina tra i 66 delegati all'8° Congresso nazionale (Roma, 8 - 14 dicembre 1956) e lo riconferma membro del Comitato federale, della Segreteria e del Comitato esecutivo.
Dal 1957 al 1959 è responsabile del Comitato cittadino di Bologna.
Il 27 dicembre 1957 diventa consigliere comunale di Bologna in sostituzione del dimissionario Arvedo Forni e aderisce al gruppo "Due Torri".
Dal 6 settembre 1958 è vicesegretario della Federazione bolognese.
Nel giugno 1959 è relatore alla Conferenza regionale del Pci delle tesi dei fautori del "rinnovamento" della strategia politica del partito.
Il 9° Congresso provinciale (Bologna, 21 - 24 gennaio 1960), oltre che confermarlo membro del Comitato federale e del Comitato direttivo, lo elegge segretario della Federazione e responsabile del Comitato di coordinamento regionale Emilia-Romagna.
L'assise bolognese lo designa poi tra i 64 delegati al 9° Congresso nazionale (Roma, 30 gennaio - 4 febbraio 1960), che lo chiama a sua volta a far parte del Comitato centrale del Pci.
Il 6 novembre 1960 alle elezioni amministrative per il Comune di Bologna viene confermato consigliere comunale.
É relatore al 10° Congresso provinciale (Bologna, 15 - 18 novembre 1962); in quella circostanza è rieletto segretario della Federazione, membro del Comitato federale e del Comitato direttivo. Viene inoltre nominato tra i 55 delegati al 10° Congresso nazionale (Roma, 2 - 8 dicembre 1962). L'assise romana lo riconferma membro del Comitato centrale.
Alle elezioni amministrative per il Comune di Bologna del 22 novembre 1964 è rieletto consigliere. In Consiglio comunale aderisce al gruppo "Due Torri. Partito comunista italiano".
Nel 1966 è relatore all'11° Congresso provinciale (Bologna, 7 - 9 gennaio 1966). I compagni della Federazione lo rieleggono segretario e membro del Comitato federale. Viene inoltre designato tra i 51 delegati incaricati di rappresentare i comunisti bolognesi all'11° Congresso nazionale (Roma, 25 - 31 gennaio 1966). In quest'ultima circostanza, oltre che essere riconfermato membro del Comitato centrale, è chiamato a far parte della Direzione nazionale.
Il 2 aprile 1966 viene eletto sindaco del Comune di Bologna, succedendo nella carica al dimissionario Giuseppe Dozza. Il successivo 4 aprile rinuncia al mandato di segretario della Federazione bolognese del Pci.
Il 12° Congresso provinciale (Bologna, 19 - 22 dicembre 1969) lo rielegge membro del Comitato federale e del Comitato direttivo e lo designa tra i 53 delegati al 12° Congresso nazionale (Bologna, 8 - 15 febbraio 1969). Ancora una volta è confermato tra i componenti del Comitato centrale e della Direzione nazionale.
Nel 1970, alle prime consultazioni per l'elezione del Consiglio regionale dell'Emilia-Romagna, viene prescelto tra i candidati comunisti nel collegio di Bologna. Il 29 luglio dello stesso anno il Consiglio regionale lo elegge presidente della Giunta. La nuova nomina lo costringe alle dimissioni dalla carica di consigliere comunale alla quale era stato rieletto il precedente 7 giugno.
Il 13° Congresso provinciale (Bologna, 8 - 13 febbraio 1972) lo riconferma al Comitato federale e lo nomina tra i 72 delegati al 13° Congresso nazionale (Milano, 13 - 17 marzo 1972). L'assise riunita nel capoluogo lombardo lo designa ancora una volta membro del Comitato centrale e della Direzione nazionale.
Il 14° Congresso provinciale (Bologna, 4 - 6 marzo 1975) lo rielegge al Comitato federale e lo nomina tra i 79 delegati al 14° Congresso nazionale (Roma, 18 - 23 marzo 1975). L'assise romana lo riconferma membro del Comitato centrale e della Direzione nazionale.
Nel 1975, alle consultazioni per il rinnovo del Consiglio regionale, viene rieletto nella Circoscrizione di Bologna. Il successivo 22 luglio l'Assemblea lo designa nuovamente presidente della Regione. L'8 aprile 1976 si dimette tuttavia dalla carica di consigliere e il successivo 8 maggio da quella di presidente per candidarsi alle elezioni politiche. Il 3 giugno viene eletto alla Camera dei deputati.
Nel corso della 7ª legislatura (5 luglio 1976 - 19 giugno 1979) è presidente della Commissione parlamentare per le questioni regionali e componente della Commissione lavori pubblici.
Il 15° Congresso provinciale della Federazione bolognese del Pci (Bologna, 25 - 27 marzo 1977) lo rielegge membro del Comitato federale e lo designa a far parte del Consiglio di Federazione.
Il 16° Congresso provinciale (Bologna, 8 - 11 marzo 1979) lo rielegge al Comitato federale e al Consiglio di Federazione, oltre che nominarlo tra i 75 delegati al 15° Congresso nazionale (Roma, 30 marzo - 3 aprile 1979). L'assise romana lo riconferma membro del Comitato centrale.
Alle elezioni politiche del 1979 per l'8ª legislatura (20 giugno 1979 - 11 luglio 1983) è confermato alla Camera dei deputati. Alla Camera è componente della Commissione esteri e della Commissione giustizia (in quest'ultima siede solo fino al 1981).
Sempre nel 1979, alle prime consultazioni comunitarie tenutesi in Italia, viene eletto al Parlamento europeo. Nel corso della sua 1ª legislatura europea (17 luglio 1979 - 23 luglio 1984) è presidente del Gruppo comunista e apparentati (carica che ricopre ufficialmente a partire dal 6 giugno 1980), membro della Commissione per la politica regionale e l'assetto territoriale (20 luglio 1979 - 20 gennaio 1982), della Commissione per gli affari istituzionali (21 gennaio 1982 - 23 luglio 1984) e della Commissione per la gioventù, la cultura, l'educazione, l'informazione e lo sport (11 marzo 1982 - 23 luglio 1984).
Il 17° Congresso provinciale del Pci (Bologna, 9 - 13 febbraio 1983) lo designa tra i 73 delegati al 16° Congresso nazionale (Milano, 2 - 6 marzo 1983), che lo riconferma a sua volta membro del Comitato centrale.
Nel corso delle consultazioni del 1983 per la 9ª legislatura (12 luglio 1983 - 1° luglio 1987), viene eletto al Senato della Repubblica. A Palazzo Madama è vicepresidente della Giunta per gli affari delle Comunità europee e membro della Commissione affari esteri.
Nel 1984 alle consultazioni per il rinnovo della rappresentanza italiana al Parlamento europeo è riconfermato nella carica. Nel corso della sua 2ª legislatura europea (24 luglio 1984 - 24 luglio 1989) viene designato vicepresidente dell'Assemblea e membro dell'Ufficio di presidenza. É inoltre membro effettivo della Commissione per la gioventù, la cultura, l'educazione, l'informazione e lo sport (24 luglio 1984 - 20 gennaio 1987; ne diviene membro sostituto dal 21 gennaio 1987 e fino al 24 luglio 1989), della Commissione per gli affari istituzionali (26 luglio 1984 - 24 luglio 1989) e della Delegazione per le relazioni con i paesi dell'America centrale e del gruppo Contadora (12 febbraio 1985 - 24 luglio 1989). Ricopre infine la carica di membro sostituto della Commissione per la politica regionale e l'assetto territoriale (20 dicembre 1984 - 24 luglio 1989).
Quale maggiore esponente emiliano-romagnolo dell'area riformista (nota anche come "migliorista") del Pci, il 12 novembre 1989 appoggia il segretario nazionale Achille Occhetto alla "svolta della Bolognina", votando al 21° Congresso nazionale (Rimini, 31 gennaio - 3 febbraio 1991) la mozione "Per il Partito Democratico della Sinistra".
Iscritto alla nuova realtà politica scaturita dal Congresso, rinuncia alle cariche istituzionali per divenire uno degli animatori dell'area riformista del Partito democratico della sinistra (Pds), proponendo numerose iniziative tra le quali la fondazione di un centro di studi bolognese intitolato a Giorgio Amendola, l'organizzazione sempre a Bologna di periodiche conferenze che prendono il nome di "Incontri di Villa Bassi", la costituzione di un comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita del Partito socialista italiano (Psi).
Dal 1990 al 1995 è presidente del Consorzio Bologna Innovazione. Durante il suo mandato promuove la costituzione del Polo scientifico e tecnologico dell'Emilia-Romagna (Poster). Il Poster, insieme a Fiat, Finsiel e Atc di Bologna, diviene parte di un'associazione temporanea d'imprese per la realizzazione del progetto denominato "Nuovo sistema urbano di mobilità ambiente".
Dal 1994 al 1997 è membro di un gruppo di lavoro strategico incaricato di seguire la realizzazione del progetto denominato "Emilia-Romagna" sottoscritto dalla Regione, dal Comune di Bologna e dalla Stet.
Dal 1994 al 1996 è inoltre membro dell'organizzazione denominata "Eurocities" che raccoglie i rappresentati di diverse città europee.
Nel 1998 si iscrive al nuovo soggetto politico denominato Democratici di sinistra (Ds).
Nei dieci anni compresi tra il 2001 e il 2011 partecipa infine attivamente all'elaborazione e alla discussione di numerosi progetti e iniziative legati alle politiche per la tutela e lo sviluppo del territorio, tra i quali "Bologna: idee per un progetto" e "Bologna città metropolitana", interessandosi alla stesura del Piano territoriale regionale e del Piano territoriale di coordinamento provinciale, alla realizzazione di nuove filiere agro-alimentari e alla salvaguardia del patrimonio ambientale.
Nel 2007 decide di non aderire alla mozione che porta i Ds a confluire nel Partito democratico (Pd).
Muore a Bologna dopo una lunga malattia nella notte tra il 10 e l'11 febbraio 2012.
Il 20 novembre 2012 viene dedicata alla sua memoria la Sala polivalente dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna, mentre nel primo anniversario della scomparsa, l'11 febbraio 2013, gli è intitolato il Cortile del pozzo (già Cortile degli svizzeri) di Palazzo d'Accursio a Bologna.

Politico, membro del Partito comunista italiano (Pci), parlamentare europeo, senatore.

Note:

Scheda descrittiva a cura di Salvatore Alongi redatta nel 2012 per la Fondazione Gramsci Emilia-Romagna nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi" promosso dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e dalla Fondazione Cassa di risparmio in Bologna.

Fonti archivistiche:
- FONDAZIONE GRAMSCI EMILIA-ROMAGNA, Partito comunista italiano - Federazione di Bologna, Commissioni, sezioni di lavoro e dipartimenti, Commissione quadri, Autobiografie e rapporto con gli iscritti, Autobiografie di militanti comunisti, n. 1149, Fanti Guido.
Fonti bibliografiche:
- PARTITO COMUNISTA ITALIANO, Comitato centrale, commissione centrale di controllo, collegio centrale dei sindaci. Elenco membri eletti al 9° congresso del PCI, 30 gennaio-4 febbraio 1960, Roma, N.A.V.A., 1960;
- M. MUROTTI, Il P.C.I. a Bologna. Congressi e dirigenti dalla Liberazione al XVII congresso, Bologna, Tipografia moderna, 1986;
- G. FANTI - G. C. FERRI, Cronache dell'Emilia rossa. L'impossibile riformismo del Pci, Bologna, Pendragon, 2001.
Fonti online:
- http://informa.comune.bologna.it/storiaamministrativa/ (consultato il 5 ottobre 2012);
- lanostrastoria.regione.emilia-romagna.it/ (consultato il 5 ottobre 2012);
- http://legislature.camera.it/ (consultato il 5 ottobre 2012);
- http://www.senato.it/legislature/297885/sitostorico.htm (consultato il 5 ottobre 2012);
- http://www.europarl.europa.eu/parlArchives/mepArch/term1.do?language=IT (consultato il 5 ottobre 2012).
Complessi archivistici: Redazione e revisione:
  • Redatta in xDams , 05/09/2012 - 29/01/2014