Intestazioni:
- Giaccaglia, Lea, insegnante, antifascista, (Ancona 1897 - Bologna 1936)
Descrizione:
Luoghi di residenza e attività: Bologna, residenza, 1934-1936.Lea Giaccaglia nasce il 17 ottobre 1897 ad Ancona da una famiglia di ceto medio. Il padre, Umberto, anarchico dichiarato ma non attivista, è funzionario delle ferrovie. La madre, Maria Paccapelo, casalinga, è di fede socialista. Ha cinque fratelli: Nestore (1889), ferroviere; Alfeo (1892), viaggiatore di commercio, anarchico; Colombo (1893), viaggiatore di commercio; Aldo (1896), ingegnere, socialista e poi comunista; Leda (1902), impiegata.
Diplomata maestra nel 1915, è iscritta da allora alla Fgsi, e segue con assiduità i corsi dell'Università popolare Garibaldi. Fonti non certe la segnalano fra i firmatari della circolare Marabini-Graziadei del novembre 1920.
Sposa Paolo Betti il 1° maggio del 1919. Durante i primi anni di matrimonio la vita di Lea sembra dedicata soprattutto ai due figli (Luce, nata il 20 giugno 1921, e Vero, nato il 5 dicembre 1924) e al lavoro di insegnante.
Segue il marito a Milano e a Genova fra 1925 e 1926. Al momento dell'arresto di quest'ultimo entra in clandestinità svolgendo incarichi per il partito in Italia e Francia.
Per motivi di sicurezza, vista la nuova condizione in cui si trova, affida la figlia Luce a Giuseppe e Tina Dozza, in partenza per l'Urss.
Arrestata il 27 ottobre 1927 a Torino, il 6 marzo 1929 viene condatta dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato a quattro anni e sei mesi di reclusione.
Viene trattenuta in carcere a Perugia (gennaio-febbraio 1928), Bologna (febbraio-ottobre 1928), Roma (novembre 1928 - aprile 1929), Venezia (maggio 1929 - ottobre 1931), dove contrae la tubercolosi, infine nuovamente Bologna (novembre-dicembre 1931).
Dopo aver scontato la pena inflittale dal Tribunale speciale, il 18 novembre 1931 la Commissione provinciale di Bologna l'assegna al confino di polizia per cinque anni.
Il 24 dicembre 1931, prima della partenza per il confino con destinatazione Lipari, ottiene l'autorizzazione ad un colloquio con il marito Paolo.
Nel gennaio 1933 viene trasferita da Lipari a Ponza; trascorre inoltre vari mesi di arresto per violazione delle norme sul confino, prima a Longobucco (aprile-maggio 1933), poi nel carcere napoletano di Poggioreale (giugno-ottobre 1933). Espiata la pena detentiva, viene ricoverata all'Ospedale degli incurabili di Napoli da dove viene dimessa nell'ottobre 1933 per fare rientro nella colonia di Ponza.
Il 30 maggio 1934 il confino le viene commutato in ammonizione. Può così rientrare a Bologna dove muore di setticemia il 10 luglio 1936. Pochi giorni prima, il 1° giugno 1936, era stata prosciolta condizionalmente in occasione della «vittoria delle armi italiane in Etiopia».
insegnante, antifascista
Note:
Scheda descrittiva a cura di Simona Urso, redatta tra il 1997 e il 1998 e riversata da Salvatore Alongi nel 2016 per la Fondazione Gramsci Emilia-Romagna nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi", promosso dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.Fonti archivistiche:
- FONDAZIONE GRAMSCI EMILIA-ROMAGNA, Archivio di Paolo Betti e Lea Giaccaglia, Documenti di Paolo Betti.
Fonti bibliografiche:
- L. ARBIZZANI, Giaccaglia Lea, in Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel Bolognese, 1919-1945, 3 (Dizionario biografico. D-L), a cura di A. ALBERTAZZI - L. ARBIZZANI - N. S. ONOFRI, Bologna, Comune, Istituto per la storia di Bologna, 1986, pp. 359-360;
- S. URSO, Inventario Fondo Betti-Giaccaglia, in «Annali dell'Istituto Gramsci Emilia-Romagna», 1 (1997), pp. 167-170.
Collegamenti:
Complessi archivistici:
- Archivio di Paolo Betti e Lea Giaccaglia , 1910 - 1971 (fondo)
- Redatta in xDams , 23/06/2016 - 15/12/2016