Città degli archivi

Fondazione Gramsci Emilia-Romagna

Pesce Adele

Roma 06 ottobre 1937 - Bologna 06 gennaio 2010

Intestazioni:

  • Pesce, Adele, giornalista, sindacalista, femminista, sociologa, (Roma 1937 - Bologna 2010)

Descrizione:

Adele Pesce nasce il 6 ottobre 1937 a Roma, da madre maestra e padre ferroviere. Consegue la maturità classica al Liceo classico statale Giulio Cesare di Roma, città in cui, senza contare una parentesi di due anni trascorsi a Firenze, rimane fino all'età di trentacinque anni.
A partire dal 1961 si dedica alla professione di giornalista professionista, cominciando a scrivere per il quotidiano «Paese sera»; più tardi collabora con il mensile «Mondo nuovo», organo ufficiale del Partito socialista italiano di unità proletaria (Psiup), a cui è politicamente vicina. Nel corso della sua attività giornalistica, mai del tutto esaurita anche dopo l'inizio della sua professione di ricercatrice, suoi contributi - relativi prevalentemente alle tematiche dei diritti del lavoro e delle pari opportunità - compariranno su «Il Diritto delle donne», «Inchiesta», «Il Manifesto», «Reti», di cui è anche redattrice, e «Rinascita».
Nel 1962 nasce la sua unica figlia Donata Meneghelli. Nel 1970, alla fine di un matrimonio durato alcuni anni con Leopoldo Meneghelli, ottiene uno dei primi divorzi richiesti a Roma dopo l'entrata in vigore della l. 898/1970.
Al termine degli anni '60 vive un'importante esperienza nei Comitati di Base di Pomezia, che porta alla costituzione della Camera del lavoro di quell'area e la indirizza verso l'attività sindacale. Poco più tardi, fortemente voluta da Vittorio Foa, dirige la rivista «Unità operaia», organo ufficiale della Federazione Lavoratori Metalmeccanici (Flm).
Nel 1973, quando Adele Pesce è già iscritta al Partito comunista italiano (Pci), Claudio Sabattini, allora segretario generale della Federazione impiegati operai metallurgici (Fiom) di Bologna, le chiede di trasferirsi a Bologna per lavorare all'organizzazione delle cosiddette ‘150 ore', i permessi indirizzati ai lavoratori che intendessero dedicarsi ad attività formative; in quell'occasione Pesce collabora con Maria Luisa Altieri Biagi, allora impegnata in uno studio sull'alfabetizzazione degli adulti. Nello stesso anno diviene segretaria regionale della Flm nell'ambito dell'Emilia-Romagna e, per alcuni anni, si occupa di coordinare tutti i corsi 150 ore organizzati nella regione. A Bologna si lega sentimentalmente a Vittorio Capecchi, allora responsabile dell'Ufficio Studi della Flm di Bologna, che rimarrà il suo compagno fino alla morte.
Stabilitasi definitivamente a Bologna, nella seconda metà degli anni '70, insieme ad Aureliana Alberici, Cristina Cacciari e Raffaella Lamberti, partecipa alla fondazione del Centro di documentazione, ricerca e iniziativa delle donne, successivamente costituitosi nell'Associazione Orlando.
Nel 1980 si reca a Torino in quanto parte del coordinamento Fabbrica italiana automobili Torino (Fiat) e rappresentante della Flm dell'Emilia-Romagna per seguire da vicino le vicende connesse alla trattativa allora in atto tra la dirigenza Fiat - intenzionata a ridurre considerevolmente l'organico dell'azienda - e gli operai dell'indotto torinese. Tra i segretari della Flm, Pesce è l'unica a votare contro l'accordo raggiunto tra le parti. Un anno più tardi, su commissione del sindacato, intraprende e coordina la ricerca "Donne e giovani come e perché" insieme a Vittorio Capecchi, sottoponendo a un questionario più di 5500 operai e operaie metalmeccanici dell'Emilia-Romagna. Nel 1984, tuttavia, Pesce lascia l'incarico di segreteria regionale; i risultati della ricerca, conclusasi nel 1986, non verranno mai pubblicati. Una volta venuto meno l'incarico presso la Flm, Pesce incrementa nuovamente la sua attività giornalistica, collaborando in modo maggiormente assiduo con il periodico «Inchiesta», per il quale progetta anche dei numeri monografici e diviene, nel tempo, collaboratrice abituale.
Nel 1982 intraprende insieme a Vittorio Capecchi una ricerca sulla situazione dei giovani nel quartiere bolognese Barca, i cui risultati vengono pubblicati nel 1986 col titolo Vivere lo spazio e il tempo. La condizione giovanile nel quartiere Barca, una politica per le nuove generazioni; nello stesso anno, indaga sulla vita delle operaie della fabbrica Weber di Bologna, avviando una ricerca dal titolo "Un'esperienza di mobilità femminile nel lavoro di fabbrica", i cui risultati saranno presentati nel 1987 all'interno della Conferenza su donne e lavoro svoltasi a Bologna il 30-31 gennaio 1987; ancora nel 1987, inoltre, vedranno la luce i risultati di una nuova ricerca sul quartiere Barca dal titolo "Lo scambio coniugale. Giovani coppie alla Barca".
Nel 1984 fonda insieme a Maria Cristina Lasagni la società di ricerca sociologica e formazione "Links s.d.f." - successivamente "Links s.a.s.", di cui Pesce sarà socia accomandataria fino alla morte -, così denominata in riferimento al termine inglese ‘collegamenti' e al vocabolo tedesco per ‘sinistra'. In quanto socia, conduce un vastissimo numero di ricerche, di seguito elencate per la quasi totalità, e progetta numerosi corsi di formazione, indirizzati prevalentemente a un'utenza femminile.
Nel 1985 cura insieme a Vittorio Capecchi la ricerca "Services aux menages", finanziata dalla Commissione delle comunità europee e relativa al fabbisogno di servizi in Europa; nello stesso anno, inoltre, entra a far parte della prima Commissione per la realizzazione della parità fra uomo e donna della Regione Emilia-Romagna , ricoprendo l'incarico di coordinatrice e responsabile scientifica di numerose ricerche condotte nell'ambito della Commissione ed esaurendo il proprio mandato nel dicembre 1995.
Ancora con Vittorio Capecchi e su finanziamento della Commissione delle comunità europee, tra il 1986 e il 1987 cura una ricerca relativa all'influenza delle nuove tecnologie sulla vita quotidiana dal titolo "Nouvelles technologies et vie quotidienne", a cui faranno seguito nel 1990 l'indagine "Nouvelles technologies et communication des personnes agées avec leur environnement" e nel 1991 la ricerca dal titolo "L'Europe de la diversité: modes de vie, cultures, appropriation de la technique". Nel 1988, insieme a Isabelle Bertaux Wiame e Cristina Borderías, è co-responsabile di una ricerca sulle traiettorie sociali compiute delle donne dal titolo "Trabajo e identidad femenina. Una comparación internacional sobre la producción de las trayectorias sociales de las mujeres en España, Francia e Italia".
All'indomani della cosiddetta ‘svolta della Bolognina' si schiera apertamente a favore dell'ingresso nel Partito democratico della sinistra (Pds), pubblicando su «l'Unità» del 18 novembre 1989, insieme ad Adriana Cavarero, la lettera "Per le donne un'occasione da non perdere".
Dal 1989 al 1995, in Emilia-Romagna ma anche in Lombardia e in Veneto, tiene corsi di formazione nazionali indirizzati a giovani delegati e dirigenti sindacali Fiom.
Ancora nel 1989, nell'ambito del Progetto donna del Comune di Forlì, si occupa di una ricerca sulla formazione delle scelte nei percorsi di studio-lavoro di alcuni studenti forlivesi al termine della scuola media inferiore.
Nel 1990 si occupa di operare uno "Studio di fattibilità per la creazione di un'area di incubazione di Impresedonna nel polo scientifico e tecnologico di Bologna".
Tra il 1991 e il 1994 è professore a contratto presso il Dipartimento di sociologia dell'Universitat autònoma de Barcelona (Uab), dove tiene un seminario annuale relativo alla sociologia della differenza sessuale.
Nel 1992, su commissione del Servizio di igiene mentale della Usl 28 di Bologna, conduce la ricerca "Tempi, spazi e desideri delle donne: agio e disagio", con lo scopo di indagare il vivere quotidiano delle donne del quartiere Bolognina a partire da 355 interviste individuali. Un anno più tardi, l'Assessorato ai servizi sociali del Comune di Modena le commissiona una ricerca relativa alle condizioni e alle abitudini degli anziani modenesi dal titolo "Reti di relazione e competenze delle persone anziane a Modena attraverso l'analisi della vita quotidiana".
A partire dal 1994, insieme a un'équipe di studiose, si occupa della ricerca "Percorsi di vita delle donne all'interno del sindacato italiano", con lo scopo di preservare e indagare la memoria di diverse sindacaliste, per questo sottoposte a un'intervista orale; l'esito della ricerca verrà pubblicato nel 1999 nel volume È brava ma... donne nella Cgil 1944-1962.
Nel 1995 costituisce, insieme a Vittorio Capecchi, l'Osservatorio città telematica, con lo scopo di migliorare la relazione tra innovazione tecnologica e innovazione sociale. Dal 1994 al 1997, inoltre, è membro del comitato tecnico-scientifico dell'Osservatorio mercato del lavoro della Regione Emilia-Romagna.
Nel 1996, con la collaborazione di Vittorio Capecchi e all'interno del progetto "Gener(e)azioni", a contatto con gruppi di lavoro facenti capo a quattro Istituti professionali del Meridione, realizza un ipertesto in quattro moduli per l'autoformazione dei docenti sulla promozione delle pari opportunità. Al termine dell'anno, comincia a lavorare a un'indagine sulle eccellenze nel campo della formazione rivolta alle donne per conto della Commissione europea DG12 Occupazione e affari sociali; i risultati della ricerca vengono pubblicati nel 1999 nel volume Buone pratiche per la formazione delle donne e per il mainstreaming. Una guida per programmare, progettare, essere attive.
Nel 1999 lavora per l'Ente cooperativo per l'apprendimento (Ecap) di Forlì e l'Ecap di Ravenna alla realizzazione del progetto denominato "Srumenti di contrattazione per favorire il riequilibrio delle opportunità fra i sessi nel lavoro", con l'intenzione di operare una misurazione dell'impatto di genere nelle azioni di contrattazione sindacale. Nello stesso anno, la Regione Umbria le richiede una consulenza per la valutazione dell'impatto di genere della propria programmazione regionale.
Tra il 1999 e il 2005 collabora con l'Ente nazionale Acli istruzione professionale (Enaip) dell'Emilia-Romagna alla realizzazione di ricerche e progetti nell'ambito della gender analysis: nel 1999, insieme a Vittorio Capecchi, realizza un modello di valutazione dell'attività di coordinamento tra soggetti attuatori di progetti occupazionali e formativi complessi nell'ambito del "Progetto Isola"; dal 2000 al 2002 si occupa del progetto "Grow", che sfocia nella pubblicazione, nel 2002, de Le pagine gialle delle nuove professioni per le ragazze (e anche per i ragazzi); dal 2001 al 2003, poi, lavora alla ricerca "A come Atipico, D come Donna", relativa alla valutazione delle competenze sviluppate nell'ambito dei lavori atipici svolti dalle donne, i cui risultati vengono pubblicati nel 2003 nel volume A come atipico, D come donna; ancora dal 2001 al 2003 è impegnata nel progetto "Genere in azione", al termine del quale pubblica il volume Genere in azione. Linee guida e indirizzi operativi per il mainstreaming; dal 2003 al 2005, infine, si inserisce nel progetto "Be.Li.e.We in genders", nell'ambito del quale realizza i cd-rom I tempi delle donne e degli uomini e Orientaragazze e aggiorna, nel 2005, Le pagine gialle delle nuove professioni per le ragazze (e anche per i ragazzi).
Tra il 2000 e il 2001 partecipa alle attività organizzate in occasione del centenario della Fiom, all'interno delle quali presenta un progetto per la costruzione di un archivio della memoria sul femminismo sindacale.
Dal 2001 è membro del comitato internazionale di progetto dell'Università del bene comune, ideata da Riccardo Petrella con lo scopo di promuovere una cultura alternativa alla mercificazione del sapere; Adele Pesce e Vittorio Capecchi, inoltre, fanno parte del comitato internazionale di redazione del documento "L'università del bene comune".
Dal 2001 al 2003, per l'Enaip di Parma, è responsabile scientifica del progetto "Women equality life - women equality work", occasione in cui si occupa di una ricerca documentale sulle politiche di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro; i risultati della ricerca vengono pubblicati nel 2003 nel volume Conciliazione/condivisione: tempi di vita e tempi di lavoro. Strategie e buone prassi.
Successivamente, tra il luglio 2005 e il luglio 2007 partecipa al progetto "TechnéDonne", elaborato allo scopo di valorizzare le competenze femminili nel campo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, di cui è capofila l'Associazione Orlando.
Al termine del 2005 è inoltre impegnata nel progetto ideato dalla Training, education and development (Ted) dal titolo "Diffusione dei contributi positivi dell'immigrazione alla società europea: storie di vita a fumetti degli immigrati in Italia, Ungheria e Danimarca come strumento di sensibilizzazione e informazione", nell'ambito del quale si occupa della sceneggiatura di "Rozarin e Rosa", fumetto confluito nel 2006 all'interno della pubblicazione Prima o poi... e altre storie.
Tra il 2007 e il 2009 soggiorna due volte in Vietnam per occuparsi di una ricerca-azione in due fasi, elaborata in conformità con la metodologia delle carovane civiche di Fatema Mernissi: nella prima, condotta nell'ambito di un progetto del Gruppo di volontariato civile (Gvc), elabora uno studio sulla condizione delle donne vietnamite del distretto di Phú Vang; nella seconda, nell'ambito del progetto Support to the renovation of education management (Srem) dal titolo "Conducting an assessment of the conditions of female managers working in the Vietnamese education sector and creating awareness", collabora con donne vietnamite con ruoli direttivi nell'ambito educativo allo scopo di creare in loro consapevolezza relativamente alla loro condizione e alle loro responsabilità.
Muore a Bologna il 6 gennaio 2010.

Note:

Scheda a cura di Valentina Corona, redatto nel 2018 per la Fondazione Gramsci Emilia-Romagna nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi" promosso dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.
Complessi archivistici: Redazione e revisione:
  • Redatta in xDams , 17/02/2022